Autore: Francesco Mazza
Prosegue la rivoluzione Carbon di Mondraker. Inizialmente presentata sulla Foxy Carbon ad Aprile 2014, ha poi coinvolto la Summum Carbon lo scorso Novembre, per approdare infine alla Dune Carbon, completando così le tre punte di diamante della gamma Mondraker.
Grazie a questi nuovi prodotti e tecnologie, Mondraker ha notevolmente incrementato il proprio mercato. Si parla di un aumento globale del 38%, che raggiunge il 51% nel mercato internazionale, dove l’Italia occupa il secondo posto per vendite dopo il Regno Unito. Protagoniste di questa crescita sono proprio la Summum Carbon e la Foxy Carbon, quest’ultima best seller del marchio iberico, alle quali si aggiunge ora la nuova Dune Carbon, che certamente avrà un ruolo rilevante sul territorio italiano dove, ancor più che in altri mercati, si predilige il settore Enduro. Per il 2016 Mondraker ha in programma di organizzare test dei propri prodotti in tutta Europa e di istruire e aggiornare distributori e rivenditori sulle nuove tecnologie, in modo che possano supportare al meglio ogni cliente.
La Dune con la versione Carbon 2016 arriva alla sesta versione e all’ottavo anno di produzione. La prima versione è nata nel 2009 ed è stata la bici con la quale Mondraker ha introdotto il sistema di sospensione Zero. Nel 2010 le forme del telaio sono cambiate radicalmente grazie al triangolo anteriore con costruzione Stealth, mentre nel 2011 anche il carro è stato realizzato con la stessa tecnica. Nel 2013 l’introduzione della Forward Geometry, poi nel 2015 la costruzione Stealth Evo e ora la versione Carbon che completa l’evoluzione.
Per la Dune Carbon saranno tre gli allestimenti disponibili, tutti con il medesimo telaio. La XR, versione top di gamma nonchè la più cattiva delle tre: si tratta dell’allestimento che ci è stato messo a disposizione durante la presentazione stampa. Sarà disponibile da Settembre, così come il solo telaio, poichè l’ammortizzatore Fox Float X2 che monta non sarà in consegna prima di tale periodo. Le altre versioni, la RR e la R, saranno invece disponibili da metà Luglio. Andiamo a scoprire le caratteristiche del nuovo telaio della Dune Carbon e i dettagli dell’allestimento XR.
La Dune Carbon offre le ultime evoluzioni delle tecnologie che hanno reso famoso il marchio spagnolo. Innanzitutto la struttura Stealth Carbon del telaio, che sulla Dune rappresenta la terza applicazione, nonchè la più evoluta. Combina doti di robustezza, leggerezza e rigidezza grazie all’esperienza precedentemente ottenuta sulla Foxy Carbon e in seguito sulla Summum Carbon. Per merito della tecnologia Stealth Carbon il telaio della Dune risparmia 540g rispetto al precedente modello in alluminio, per un totale di 2450g senza ammortizzatore. La sezione delle tubazioni assume una forma differente, come vediamo nell’immagine a destra, con spigoli arrotondati e forma trapezoidale, alla ricerca della massima robustezza strutturale, trovando anche una linea ancor più sinuosa.
Tale struttura consente di ridurre ulteriormente lo spessore delle tubazioni, che come potete osservare nella foto del telaio sezionato, è veramente esiguo.
La finitura interna è perfetta e liscissima, grazie a una tecnica costruttiva estremamente avanzata che Mondraker ha sviluppato in collaborazione con l’azienda specializzata in carbonio che produce i telai.
La scatola del movimento centrale e il supporto ISCG sono realizzati su un blocco di alluminio, mentre le zone più sottoposte a stress di flessione e torsione sono realizzate con un triplo spessore di strati di carbonio a fibre incrociata, che assicura rigidezza e robustezza al telaio.
Come nei precedenti progetti della Foxy Carbon e della Summum Carbon, il design del telaio trae ispirazione dai moderni concept dell’industria automobilistica e dall’architettura d’avanguardia, con linee tese che si miscelano a superfici liscie e sinuose, alla ricerca di un concetto di aerodinamicità che ispiri un senso di dinamismo e velocità, evidenziando il carattere racing della Dune Carbon.
Come da tradizione Mondraker, anche sulla Dune Carbon troviamo il concetto Forward Geometry che prevede un triangolo anteriore più lungo, per migliorare aderenza e stabilità, con uno stem particolarmente corto, 35mm in questo caso, che consente di riportare la quota di reach a valori normali per le varie taglie.
A proposito di geometrie, l’angolo di sterzo può essere regolato grazie a un manicotto, fornito di serie con l’allestimento XR e con il telaio e ordinabile a parte come optional per gli allestimenti RR e R. Il manicotto montato in configurazione standard è a 0°, quindi parallelo al tubo di sterzo del telaio, e lascia invariato l’angolo di sterzo di 66,5° per le versioni RR e R e di 66° per la versione XR per la maggiore lunghezza della forcella. Il manicotto optional consente di variare l’angolo di sterzo di 1° in positivo o in negativo, in base a come viene ruotato. Sul telaio si trova un segno di riferimento per allineare correttamente questo manicotto quando viene installato e/o ruotato.
Anche la lunghezza del carro può essere regolata a piacimento su due misure: 430mm oppure 440mm. La configurazione standard prevede il posizionamento a 430mm di lunghezza. Gli inserti di ricambio che consentono di modificare questa quota sono forniti di serie con l’allestimento XR e con il telaio, mentre sono acquistabili come optional su RR e R. In definitiva dovrebbe trattarsi esclusivamente dell’inserto che funge anche da forcellino, poichè gli altri vanno semplicemente ruotati e non sostituiti.
Il sistema di sospensione è il collaudato Zero Suspension System, ormai sinonimo di Mondraker sin dal 2009. Si tratta di un Virtual Pivot a bracci corti azionato in modo Full Floater, ovvero con ammortizzatore compresso da entrambi i lati. Questo cinematismo permette ai progettisti Mondraker un ampio margine di manovra nel’individuare la miglior curva di compressione in relazione alla destinazione d’uso del mezzo sul quale il sistema è applicato. Nel caso della Dune Carbon è stata selezionata una curva di compressione particolarmente adatta alla discesa, che tradisce una grande somiglianza con la Summum Carbon da cui trae ispirazione.
Sulla Dune Carbon troviamo, per la prima volta su una bici Mondraker, anche la biella superiore in carbonio, utile non solo a risparmiare peso ma anche ad aumentare la rigidezza complessiva del telaio e in particolare della sospensione. In questo modo i cuscinetti e i perni maggiorati della Dune Carbon subiscono meno stress e quindi prolungano la loro efficienza.
I 160mm di escursione posteriore della Dune Carbon XR sono gestiti da un ammortizzatore Fox Float X2… o per meglio dire, saranno gestiti. Difatti i nuovi ammortizzatori Fox con regolazioni a 4 vie saranno disponibili solamente a Settembre, per cui sulla XR che abbiamo ricevuto in prova durante la presentazione, abbiamo trovato un Fox Float X a 3 posizioni, che è montato di serie sull’allestimento RR. In ogni caso, per la destinazione d’uso della bici, non ci è dispiaciuto avere la possibilità di intervenire velocemente sulle tre posizioni Open, Medium e Firm (che ora equivale davvero a un blocco quasi totale dell’ammortizzatore) grazie alla comoda levetta. Il Float X2 offrirà invece una gamma di regolazioni ben più vasta che consente settaggi molto precisi e personalizzati, sui quali si potrà intervenire anche grazie ai pacchi lamellari, ma possiamo considerarlo un prodotto adatto a soddisfare esigenze di gara, che al contempo al rider medio potrebbe portare più difficoltà che vantaggi, sia per la complessità delle regolazioni che per l’assenza della leva che interviene istantaneamente sulla compressione con posizioni predefinite come il Float X.
La sospensione anteriore è sempre affidata a Fox con una forcella 36 da 170mm di escursione, con regolazioni di alte e basse velocità in compressione, oltre ovviamente a ritorno e volume dell’aria. Il perno è un pratico QR da 15mm e le decals sono personalizzate per la livrea gialla, blu e nera della Dune Carbon.
La trasmissione è interamente marchiata SRAM, con una guarnitura X01 su movimento centrale GXP, corona X-Sync da 32 denti, cambio e comando X01 e catena X1. Anche la cassetta è una X1, che a fronte del prezzo finale della bici, fa un po’ storcere il naso. Sulla Dune Carbon la scelta della corona singola è obbligata, dato che non è prevista la possibilità di montare un deragliatore anteriore.
Interessante invece il paracorona in carbonio di serie, discretamente celato dietro alla corona stessa e all’occorrenza removibile, che protegge corona e catena da urti contro ostacoli fissi o pietre alzate dalla ruota anteriore. Allo stesso scopo è stata applicata una protezione in materiale gommoso sotto alla parte terminale del tubo obliquo, mentre il fodero basso e la parte verticale del carro che passa accanto alla catena sono protetti da dei batticatena integrati, realizzati in gomma resistente.
Il reparto ruote è affidato a Mavic, con il Wheel Tire System Crossmax XL Pro LTD, che comprende le ruote complete Crossmax XL in versione Pro LTD e le coperture Crossmax Charge XL all’anteriore e Quest XL al posteriore, che ci hanno piacevolmente stupito sul terreno fangoso sul quale abbiamo messo alla prova la bici, nonostante non fossero certo le condizioni per cui sono state concepite.
Il manubrio è un Onoff Stoic Carbon da 780mm di larghezza per 13mm di rise, sorretto da uno stem Onoff Stoic da 35mm di lunghezza. La componentistica SRAM sul manubrio consente una disposizione molto ordinata dei comandi, grazie ai collarini MatchMaker che accorpano ai pompanti dei freni sia il comando cambio che il comando remoto del reggisella RockShox Reverb Stealth. Anche il passaggio cavi integrato contribuisce all’estetica pulita e filante della Dune Carbon.
I freni sono degli SRAM Guide RSC con rotori Centerline da 180mm di diametro sia all’anteriore che al posteriore.
Siamo soliti approfondire molto gli aspetti della prova sul campo di ogni bici, anche quando si tratta di un semplice First Ride, ovvero un primo approccio a seguito di uno o due giorni di riding durante la presentazione stampa. Anche se necessitano di essere confermate e approfondite da un periodo di test prolungato, le prime impressioni su di un mezzo ci aiutano a comprenderne l’indole, i suoi principali pregi e gli eventuali difetti. Tuttavia nel caso specifico della Dune Carbon XR che ci è stata affidata durante la presentazione stampa Mondraker, ci troviamo in difficoltà a esprimere dei giudizi esaustivi sul suo comportamento, dato che il meteo è stato decisamente inclemente e di conseguenza le prove sul campo si sono limitate a poche discese meccanizzate, grazie alla cabinovia del bike park di Leogang (Austria), sotto una pioggia continua e quindi con un terreno zuppo e fangoso. Condizioni limite che non ci hanno consentito di mettere seriamente alla prova la nuova Dune Carbon.
La salita si è limitata a qualche strappo o breve trasferimento, motivo per il quale non possiamo esprimere giudizi esaustivi. Le prime impressioni hanno comunque rivelato un comportamento della sospensione molto incline alla discesa, con un’ottima sensibilità iniziale che, in fase di pedalata, rende preferibile utilizzare la posizione Medium o Firm dell’ammortizzatore per stabilizzare al meglio la sospensione. La posizione in sella è ben bilanciata, centrale ma con un buon carico di peso sull’anteriore, che favorisce la guida sul ripido e sul tecnico.
Anche in discesa la posizione di guida favorisce una facilità di guida e un’intuitività eccellente, che mettono a proprio agio sin dal primo momento in sella, facendo sentire il biker “dentro” la bici. Il concetto Forward Geometry e in generale le geometrie della Dune Carbon sono efficaci sia per quanto riguarda la stabilità sullo sconnesso che nell’impostare le curve, sia nei tratti veloci che in quelli tortuosi che richiedono continui cambi di direzione. Lo standover e il baricentro basso rendono infatti la Dune Carbon molto agile. Da evidenziare il fatto che abbiamo utilizzato la Dune C con angolo di sterzo precedentemente impostato a 65° per scelta dei tecnici di Mondraker, dato l’utilizzo in park.
La rigidezza del telaio è percepibilmente incrementata rispetto alla versione in alluminio, che soffriva di qualche flessione soprattutto sul carro. Sulla Dune Carbon al contrario si apprezza proprio la rigidezza del carro e in generale il senso di robustezza che il telaio infonde. Per quanto riguarda la sospensione, pur non avendola potuta spremere a fondo, si nota facilmente che la curva di compressione deriva più da quella della Summum Carbon che da quella della Foxy Carbon, pur traendo di fatto ispirazione da entrambe. La grande sensibilità iniziale che tiene la bici incollata al terreno e una buona progressione nella parte finale della corsa, che tutela dai fondocorsa, rendono la sospensione della Dune Carbon molto efficace in discesa, con una stabilità eccellente, a discapito di un po’ di reattività che si fa invece apprezzare sulla Foxy Carbon. In conclusione ci è sembrata una bici da Enduro ragionata per tenere ritmi molto alti in discesa. Poco indicata a chi fa un utilizzo Trail delle bici da Enduro, dato che sembra farsi portare in salita con il solo scopo di raggiungere l’imbocco del sentiero in discesa, ma efficace come bici da gara e più che a suo agio nei bike park.
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