Arc8 presenta la nuova Extra, una bici da enduro con telaio in carbonio, 160mm di escursione al posteriore, 160/170 all’anteriore, formato 29/29 o mullet, e che può accogliere sia ammortizzatori a molla che ad aria. Ho avuto modo di provarla per una giornata sui trail grigionesi di Thusis, usando come base di partenza la nuova Story Lodge.
La caratteristica più significativa della Arc8 Extra è il suo sistema di sospensione, denominato Dual Pivot Suspension System (Slider System), lo stesso che avevo provato sulla Arc8 Evolve. Il vantaggio di questo sistema viene descritto così da Arc8: “Nel nostro sistema di sospensione a doppio perno, una slitta sostituisce il leveraggio tradizionale, dando vita a una sospensione controllabile con estrema precisione. Questo sistema è noto per la sua risposta iniziale sensibile e poi rilascia la corsa in modo uniforme, offrendo una sensazione controllata per tutta la corsa della sospensione. Con un leveraggio tradizionale e un ammortizzatore a corsa lunga, i leveraggi devono ruotare in modo significativo. Questo fa sì che la forza non segua un percorso diretto verso l’ammortizzatore, rendendo sempre più difficile ottenere un “tasso di caduta” ottimale.”
Il sistema è molto progressivo verso la fine del travel, cosa che lo rende adatto anche agli ammortizzatori a molla.
Un altro vantaggio del nostro sistema di sospensione a doppio perno (Slider System) è la possibilità di regolare in modo indipendente la progressione, l’escursione e l’anti-squat. Quando le guide della slitta vengono spostate verso l’alto o verso il basso, viene influenzata solo l’escursione, mentre la progressione è influenzata dall’angolo delle guide. Per modificare l’anti-squat, il punto di rotazione principale deve essere disassato. Questo ci permette di ottenere una risposta molto sensibile in discesa e una prestazione relativamente anti-squat in salita. Sulla nuova Extra, abbiamo un valore anti-squat del 104 o 102% con un sag del 30 o 35%.
Dalla Evolve la Arc8 Extra prende anche i foderi alti che flettono. Una soluzione che non si vede molto spesso su una bici di questa escursione, e fattibile solo tenendo la parte alta del carro piuttosto filigrana. A proposito di carro, si allunga all’aumentare della taglia, per tenere il comportamento della Extra costante.
La Extra ha un vano portaoggetti nel tubo obliquo che non ho potuto provare perché non era ancora pronto il coperchio al momento della presentazione ai media. Ottima l’idea di rinunciare al passaggio dei cavi dentro la serie sterzo, come invece succedeva con il modello precedente.
La geometria varia a seconda se la Extra sia in formato Mullet o 29 (modificabile tramite flipchip), e dalla forcella che si decide di montare. Salta all’occhio l’angolo sella molto ripido, di 78°, così come l’angolo sterzo molto aperto. Rispetto al modello precedente, lo stack è stato alzato per dare più sicurezza e controllo in discesa. Tre le taglie disponibili.
Il giro di prova prevedeva diversi sentieri in discesa con risalita in furgone e un tratto pedalato, in parte ripido. Il fondo era boschivo costellato da belle rocce infisse nel terreno e terreno asciutto. Mi hanno dato il modello mullet con forcella da 170mm ed ammortizzatore a molla in taglia M (io sono alto 179cm). In salita si pedala molto bene grazie all’angolo sella ripido e al carro piuttosto lungo, sono convinto che nella configurazione 29/29 questa caratteristica risalterebbe ancora di più non solo per la maggior impronta a terra della gomma, ma anche per il carro più lungo di 12mm. Anche senza chiudere l’ammortizzatore, non ho avvertito un bobbing degno di nota.
Visto che si tratta di una bici da enduro, gare comprese, il frangente preferito dalla Arc8 Extra è la discesa, anche considerato l’ammortizzatore a molla del montaggio che ho provato. Mi aspettavo una sospensione più morbida, invece l’ho trovata molto reattiva e sostenuta nella corsa, come se il carattere della Evolve fosse stato trasferito su una enduro. Ho controllato il sag, che era al 30%, e dove fosse il tampone di fine corsa, per assicurarmi di aver usato bene tutto il travel e di avere la corretta durezza della molla (probabilmente in un test di durata sarei passato ad una molla meno dura). D’altro canto far flettere il fodero alto è una scelta ben precisa che farà contento chi cerca il tempo e un mezzo molto “sportivo” facile da pompare sugli ostacoli e da bunny hoppare.
La posizione in sella è bella centrale, con un anteriore alto il giusto che da confidenza sul ripido e non richiede di spostare il busto troppo in avanti, rendendo la bici facile da girare, complice anche la ruota da 27.5 al retro.
Rispetto al primo modello, che ha avuto un discreto successo anche grazie al prezzo molto concorrenziale (si trova tuttora in offerta sul loro sito), bisogna avere un portafoglio più gonfio.
La seconda bici in alluminio di Atherton Bikes è la S.150. Eccovi tutti i dettagli.…
EXT presenta la Vaia, la sua forcella a steli rovesciati a doppia piastra di cui…
Abbiamo le gare di XC, di Downhill, di Enduro, ma nessuna di All Mountain. Con…
Della serie "front cattive", eccovi la Kona Honzo in acciaio di Livijus75, con tanto di…
Mondraker presenta la Arid Carbon, una gravel con telaio in carbonio, la prima del marchio…
Quando si parla di gare di MTB XC, Nino Schurter è indubbiamente il più grande…