Autore: Francesco Mazza
A luglio 2015 siamo stati a Friburgo, nella sede europea di Cannondale in Germania, per la presentazione del primo modello di Habit, la trail bike del marchio della grande C. Nei giorni scorsi siamo tornati al quartier generale di Friburgo per la presentazione stampa del nuovo modello di Habit che Cannondale ha interamente rinnovato, a partire dal formato ruote che ora è da 29 pollici, passando dal nuovo sistema di sospensione e dal nuovo concetto Proportional Response che vi illustreremo in questo articolo. Abbiamo messo alla prova l’allestimento Carbon 2 in un’intera giornata di riding nella Foresta Nera, la zona montuosa alle spalle del capoluogo della regione di Brisgovia, ricca di trail divertenti.
Materiale telaio: fibra di carbonio BallisTec Carbon / lega di alluminio SmartForm C1
Formato ruote: 29”
Geometrie variabili: sì
Corsa posteriore: 130mm
Corsa anteriore: 140mm
Mozzo posteriore: 148×12
Mozzo anteriore: 110×15
Trasmissione: 1×12
Attacco portaborraccia: sì
La nuova Habit 29 è stata interamente sviluppata nella sede europea di Cannondale a Friburgo con l’intento di creare una bici polivalente e divertente in grado di coprire tutto il segmento non agonistico che intercorre tra il cross country e l’enduro, sovrapponendosi in parte alla Trigger che comunque resterà disponibile nella gamma Cannondale. Il telaio della versione top, la Carbon 1, è interamente realizzato in fibra di carbonio BallisTec Carbon, la versione più economica del composito di Cannondale rispetto al BallisTec Hi-Mod utilizzato sui top di gamma dei segmenti race. Gli altri allestimenti Carbon hanno il medesimo triangolo anteriore in BallisTec Carbon ma il carro è in lega di alluminio 6069 idroformato realizzato con tecnologia SmartForm C1, così come il carro e il triangolo anteriore del telaio in alluminio previsto per gli allestimenti Habit 4 e Habit 5.
Il nuovo sistema di sospensione della Habit rompe interamente con il passato di Cannondale e introduce per la prima volta nella storia del colosso del Connecticut un sistema quadrilatero con giunto Horst. Dismesso quindi il sistema Zero Pivot Construction che caratterizzava il precedente modello, i progettisti Cannondale dopo diversi test hanno selezionato il giunto Horst per poter disporre della più ampia possibilità di intervento sulle caratteristiche della cinematica in termini di curva di compressione, anti-rise e anti-squat, maggiore di quanto non potesse offrire il sistema single pivot adottato per Trigger e Jekyll. Questa necessità nasce per soddisfare la filosofia Proportional Response che viene introdotta con la Habit 29 e che avrà seguito sui prossimi modelli full suspended di Cannondale.
Il concetto del Proportional Response è quello di adeguare ciascuna taglia alle diverse necessità del rider non solo in termini di quote geometriche ma anche per quanto concerne il comportamento della sospensione. Rider di diversa altezza determinano anche un differente baricentro dell’insieme bici/biker, che si riflette in un diverso spostamento di carico durante la guida. Elementi che creano una diversa risposta della sospensione su ogni taglia. Per questo motivo Cannondale ha ottimizzato il cinematismo adattando la curva di compressione e le quote di anti-rise e anti-squat di ciascuna taglia alle effettive esigenze di rider di differente altezza, per garantire un’esperienza di guida simile per tutte le taglie della Habit 29. La curva di compressione scelta per la Habit 29 è leggermente e costantemente progressiva lungo tutta la corsa. La quota di anti-squat varia dal 70 al 90% in base alle taglie e determina una leggera compressione della sospensione durante la pedalata, mentre la quota di anti-rise spazia dai 40 ai 65% con la sospensione in posizione di sag e determina un’estensione della sospensione durante la frenata. Scopriremo in seguito come queste quote influenzeranno il comportamento della Habit 29 sui trail.
Tutti gli allestimenti prevedono ammortizzatori FOX Float per gestire i 130mm di escursione della ruota posteriore. Nello specifico dell’allestimento Carbon 2 in prova, si tratta della versione Performance Elite DPX2 EVOL dotato di regolazione di compressione e ritorno e delle 3 posizioni Open, Medium e Firm selezionabili tramite leva sul registro della compressione. Ho riscontrato, con la conferma dei tecnici di Cannondale, che l’ammortizzatore lavora al suo meglio con almeno due click di compressione da tutto aperto, dato che a zero click l’idraulica sembra come “tappata” e l’ammortizzatore risulta frenato.
Eccetto l’allestimento Habit 5 che monta una RockShox Sektor, tutti gli altri allestimenti montano varie versioni di FOX 34 Float. Tutte le forcelle sono da 130mm di escursione tranne quella dell’allestimento Carbon 1 che ha una corsa di 140mm. La Carbon 2 in prova è dotata di una versione Performance Elite con cartuccia FiT4. Cannondale ha scelto di adottare forcelle con offset di 51mm in base alle geometrie e all’escursione della Habit 29.
L’allestimento Habit Carbon 1 monta un gruppo XTR a 12 velocità mentre l’allestimento Habit 5 è equipaggiato con una trasmissione mista Shimano / Suntour a 11 velocità. Tutti gli altri allestimenti montano trasmissioni SRAM Eagle a 12 velocità con corone da 30 denti. I telai in carbonio hanno movimento centrale Press Fit 30 mentre quelli in alluminio usano calotte filettate.
Il carro è asimmetrico con 6mm di offset quindi le ruote hanno una campanatura dedicata di 3mm. Il mozzo posteriore è Boost 148 e i tecnici di Cannondale hanno precisato di aver preso in considerazione il mozzo Super Boost da 157mm ma di averlo accantonato poiché al momento ancora poco maturo in quanto a disponibilità di componenti compatibili. Il carro è comunque piuttosto largo, tanto da interferire spesso con i talloni, come testimoniano i segni lasciati dalla suola delle scarpe su ambo i lati del carro, visibili in molte delle foto di questo articolo. Non si tratta comunque di veri e propri urti ma di contatti di striscio che fondamentalmente non creano disturbo durante la guida.
Le ruote sono assemblate con mozzi di diversi brand in base all’allestimento. I cerchi sono Stan’s No Tubes per gli allestimenti con telaio in carbonio e WTB per gli allestimenti con telaio in alluminio. Tutti gli allestimenti montano degli aggressivi copertoni Maxxis con carcassa EXO Tubeless Ready, un Minion DHF da 2.5″ WT all’anteriore e un High Roller II da 2.3″ al posteriore. La dimensione massima accettata dal telaio della Habit 29 per il copertone posteriore è di 2.5″.
Se l’allestimento top di gamma ha in dotazione i nuovi Shimano XTR Trail a 4 pistoncini con entrambi i rotori in due pezzi da 180mm di diametro, gli acquirenti di tutti gli altri allestimenti dovranno accontentarsi di freni SRAM Guide e delle loro prestazioni altalenanti. Non hanno fatto eccezione i Guide RS della Carbon 2 in test, dotati di dischi Centerline da 180mm di diametro, che hanno mostrato evidenti problemi di fading durante il riding di prova. Il telaio è predisposto con attacco PM180, quindi non occorrono adattatori per montare la pinza del freno.
Manubrio e attacco manubrio sono prodotti da Cannondale. Il primo è un Riser da 780mm di larghezza per 15mm di rise, in versione C1 in carbonio per l’allestimento Carbon 1 e in versione C3 in alluminio per tutti gli altri allestimenti. L’attacco manubrio è da 50mm di lunghezza con 0° di rise e si tratta del modello C1 per i due allestimenti top e del modello C3 per tutti gli altri.
Anche i reggisella DownLow che equipaggiano la maggior parte degli allestimenti sono prodotti da Cannondale e il loro funzionamento a primo impatto sembra valido, a parte un po’ di impuntamento iniziale dovuto probabilmente all’angolo piuttosto accentuato del tubo sella. La Carbon 1 monta invece un FOX Transfer Kashima mentre i due allestimenti in alluminio montano un economico Tranz-X. L’escursione dei reggisella varia in base ai modelli e alle taglie, da un minimo di 100mm per le taglie S a un massimo di 150mm per le taglie più grandi. La sella di serie è un’ottima Fabric Scoop con profilo Shallow.
Il comando del reggisella telescopico Cannondale DownLow è molto comodo da attuare, morbido e fluido, ma ha un bordo sottile con uno spigolo “tagliente” che se urtato accidentalmente può rivelarsi doloroso. La regolazione del tiro della cordina è efficace e il collarino è leggero ma robusto nonché facile da installare.
Per evitare rumorosità all’interno del telaio e al contempo per rendere il più semplice possibile l’installazione dei componenti, Cannondale ha realizzato una guida interna per ciascuna delle quattro sedi dei cavi che attraversano il triangolo anteriore del telaio. Le guide sono formate da tubi in carbonio integrati nella costruzione del telaio e permettono di installare facilmente e velocemente tubazioni e guaine all’interno del telaio. La nuova Habit 29 può ospitare borracce di dimensioni standard con facile accesso anche durante il riding. Il tubo obliquo e la scatola del movimento centrale sono protetti da un guscio preformato in gomma robusta, così come il fodero basso e il lato interno del giunto Horst dalla parte della trasmissione.
La Habit 29 dispone di un flip chip che connette il fodero alto con la biella e consente, invertendone la posizione, di variare le geometrie della bici per adeguarle alle proprie preferenze nel caso che si utilizzi l’allestimento standard oppure per equilibrare le quote geometriche nel caso in cui si vogliano apportare modifiche come per esempio installare ruote 27.5 Plus oppure portare la forcella a 140mm di escursione, che è il massimo consigliato da Cannondale.
Ben cinque le taglie disponibili, dalla XS alla XL, con differenze che non coinvolgono solo le geometrie ma, come già esposto precedentemente, anche il comportamento del sistema di sospensione. Le geometrie, con un carro di 435mm di lunghezza e un angolo di sterzo di 66°, sono moderne ma volutamente non troppo aggressive, volte a realizzare una trail bike bilanciata e polivalente, adeguatamente sfruttabile sia in salita che in discesa. L’angolo sella è molto inclinato e, a dispetto di un angolo effettivo dichiarato di 74.5°, ci si sente molto arretrati, motivo per cui ho preferito portare la sella il più avanti possibile per equilibrare la posizione in salita, meno affaticante per schiena e ginocchia, e per un fuorisella più libero in discesa.
Come anticipato, il campo di prova della Habit 29 sono stati i trail della Foresta Nera, zona montuosa ricca di foreste di conifere all’interno della regione di Brisgovia, nel sud della Germania. Salite scorrevoli su forestali intervallate da alcuni tratti di salita su singletrack non troppo tecnici, per poi scendere su percorsi naturali misti, alcuni veloci altri più lenti e tecnici, fino a infilarci nella parte finale del giro in alcuni tracciati da bike park.
Il comportamento della Habit 29 in salita è equilibrato e intuitivo e si lascia pedalare volentieri sia su fondo scorrevole che su terreni sconnessi. Dopo aver spostato in avanti la sella, ho apprezzato la posizione di guida centrale e bilanciata nonché piuttosto bassa, grazie alla quale ho avuto la classica sensazione che forniscono molte 29er di stare “dentro” alla bici. La sospensione pur avendo un valore di anti-squat piuttosto basso resta sufficientemente stabile finché si pedala seduti, mentre per gli scatti in piedi sui pedali si rende necessario l’intervento dell’idraulica a stabilizzare il cinematismo. La posizione Firm è molto sostenuta quindi consente di risparmiare energie. Nel tecnico la maneggevolezza è molto buona e la posizione relativamente bassa del manubrio garantisce stabilità all’avantreno mentre la sospensione fornisce trazione, assorbendo al contempo le asperità senza scomporsi.
La posizione di guida in discesa risulta invece piuttosto compatta a vantaggio della maneggevolezza ma con qualche riserva in merito alla stabilità quando si viaggia a velocità sostenuta. La Habit 29 è piacevolmente agile e i cambi di direzione sono immediati e fluidi. La stabilità in curva è molto valida a patto di restare centrali per distribuire adeguatamente il peso su entrambe le ruote senza eccedere nel caricare l’anteriore come la Habit 29 induce a fare.
Il sistema di sospensione è molto plush ed efficace, soprattutto nei tratti più tecnici dove assorbe gli ostacoli più grossi mantenendo la bici stabile mentre invece risulta nervoso in caso di piccoli urti in rapida successione a velocità sostenuta dove tende a irrigidirsi. Guidando in modo aggressivo si sfrutta adeguatamente l’intera escursione a disposizione ma non sono rari i fondocorsa in caso di atterraggi “sporchi”.
La scelta di una quota di anti-rise particolarmente bassa comporta un’estensione del sistema di sospensione durante la frenata che permette all’ammortizzatore di lavorare sempre nella parte iniziale di corsa, più sensibile, ma che comunque al contempo irrigidisce il cinematismo limitandone in parte la capacità di assorbimento. Il fatto che la sospensione si estenda in frenata coinvolge inoltre le geometrie, determinando uno spostamento di carico verso l’anteriore che aumenta il diving della forcella, alza il movimento centrale e rende più verticale l’angolo di sterzo. Dettagli che, se ben sfruttati, possono facilitare una guida aggressiva in inserimento di curva ma che rendono la bici meno intuitiva e richiedono quindi una maggiore sforzo di adattamento rispetto a soluzioni più tradizionali.
Habit Carbon 1 – €6.999,00
Habit Carbon 2 – €4.999,00
Habit Carbon 3 – €3.799,00
Habit Women’s Carbon 1 – €3.799,00
Habit 4 – €2.799,00
Habit 5 – €2.299,00
Foto action di Ale Di Lullo
La seconda bici in alluminio di Atherton Bikes è la S.150. Eccovi tutti i dettagli.…
EXT presenta la Vaia, la sua forcella a steli rovesciati a doppia piastra di cui…
Abbiamo le gare di XC, di Downhill, di Enduro, ma nessuna di All Mountain. Con…
Della serie "front cattive", eccovi la Kona Honzo in acciaio di Livijus75, con tanto di…
Mondraker presenta la Arid Carbon, una gravel con telaio in carbonio, la prima del marchio…
Quando si parla di gare di MTB XC, Nino Schurter è indubbiamente il più grande…