L’ultimo progetto di Transition Bikes è un po’ inaspettato. Noto per le bici che puntano al lato più gravity, è stata una sorpresa vedere il marchio statunitense presentare la Spur, una bici da XC aggressiva. Da una rapida panoramica, lo Spur offre 120 mm di escursione anteriore e posteriore, un carro posteriore che sfrutta la flessibilità dei foderi alti al posto del giunto Horst e un peso del telaio incredibilmente basso di circa 2,5kg con ammortizzatore. Dopo aver apprezzato il lavoro di Transition nel test della nuova Sentinel, ho avuto la fortuna di provare anche questa bici nelle ultime settimane.
La Spur vede sospensioni SID Ultimate sia davanti che dietro. Sia la forcella che l’ammortizzatore sono ultra-minimalisti. È necessaria una chiave a brugola per le regolazioni del ritorno e il blocco completo viene attivato tramite una piccola leva di facile utilizzo. La forcella ha un offset corto da 44mm che si abbina perfettamente all’angolo sterzo molto disteso per una XC, di 66°.
Alcune caratteristiche importanti: protezione in gomma del fodero protegge e mantiene silenziose le cose, l’apprezzabile supporto per porta attrezzi sotto al tubo obliquo e un secondo attacco per il portaborraccia sotto al tubo obliquo.
Per quanto riguarda il cockpit, il manubrio OneUp con larghezza di 800mm e altezza di 20 mm è un’ottima scelta, tuttavia per avere più altezza dell’anteriore sui ripidi sentieri di Santa Cruz, l’ho sostituito con uno da 35mm di rise, ma io non sono un crosscountrista e penso che la maggior parte delle persone si troverebbe bene con il manubrio di serie.
Il set di ruote DT Swiss XR1700 svolge il lavoro in modo affidabile aiutando a contenere il prezzo di listino. Sono sufficientemente leggere e robuste ma non hanno un ingaggio rapido. Un upgrade a ruote in carbonio renderebbe ovviamente la bici più vivace ma queste sono una buona base per la bici.
Il telescopico di OneUp è probabilmente il migliore in circolazione dopo il Reverb AXS. La corsa di 180mm è stata più che sufficiente e il funzionamento è fluido e corposo. Il manubrio OneUp ha un’ottima combinazione di angoli. L’attacco manubrio RaceFace Turbine R da 50mm è snello e robusto. Infine, per quanto la sella ANVL sia decente, più l’ho usata su giri lunghi e più mi mancava la mia sella, ma questa è una questione piuttosto personale.
Transition ha inviato questa bici con una trasmissione SRAM X01 Eagle con cassetta da 10-50T e solo dopo aver iniziato a testare questa bici, è uscito il nuovo gruppo con 10-52 che sarà di serie sulla Spur. In ogni caso, durante il test il range del 500% con la 10-50 è stato più che sufficiente. Le pedivelle in fibra di carbonio da 175mm e una corona da 32 T completano le cose. Infine, come la Sentinel, la Spur ha un ottimo passaggio della guaina del cambio super diretto senza curve strette, che rende il cambio molto più fluido.
I freni sono i G2 RSC di SRAM. Pur non avendo avuto problemi in termini di prestazioni, ho sostituito il disco posteriore da 160mm con uno da 180mm per gestire meglio i trail ripidi della zona di Santa Cruz. Nella foto si vede un rotore Centerline-X, ma di serie ci sono i Centerline.
La Spur ha uno spazio sorprendente per gli pneumatici, fino a 2.4″. Il tubo sterzo utilizza calotte della serie sterzo a pressione, che significa che volendo si possono montare serie sterzo angleset. Infine, notare che non c’è nessuno snodo vicino all’asse posteriore. Questa è la prima esperienza di Transizione con un sistema di sospensione che sfrutta la flessibilità del carro ed è anche la prima volta che io ne guido una, se la mia memoria non mi inganna.
La Spur utilizza la famigerata geometria SBG di Transition, che significa: reach lungo abbinato a uno stem corto con angolo di sterzo disteso abbinato a una forcella con offset corto.Si può sostituire l’ammortizzatore da 190×45 con uno da 190×37.5 per ridurre l’escursione a 100mm. Si può anche optare per una forcella da 100mm se si vuol competere in XC.
Devo ammettere che giro raramente con bici da XC, ma negli ultimi anni ho usato bici con poca escursione ma geometrie aggressive, per esempio la Evil Following. Con un peso di soli 11.4 kg, la Spur è un mezzo completamente diverso, ma grazie alla geometria e all’allestimento mi ha sorpreso per le sue capacità e i pochi compromessi. Ho alzato il cockpit per adattarla al mio stile di guida e ai sentieri su cui giro di solito, ma i rider per cui è stata pensata si troveranno sicuramente bene con il manubrio in dotazione.
In salita la bici vola, malgrado le ruote in alluminio e la gommatura piuttosto aggressiva, un Maxxis Dissector davanti e un Rekon dietro. Mi sono subito trovato a mio agio nella posizione in sella, anche grazie all’angolo sella di 75.9° con il reggisella telescopico esteso: non ho dovuto spostare la sella in avanti per avere una posizione carica sull’anteriore ed evitare di essere seduto sopra il mozzo posteriore. Sono riuscito ad arrampicarmi su rampe che prima non avevo mai chiuso, con una facilità sorprendente.
I foderi posteriori lunghi 435mm sono la giusta via di mezzo fra agilità e stabilità. Per quanto riguarda l’efficienza di pedalata, la Spur non è completamente neutrale ad ammortizzatore sbloccato, nel senso che oscilla leggermente quando si spinge sui pedali, in ogni caso offre un sacco di trazione ed è facile tenere la velocità sugli ostacoli. Su salite lunghe e lisce, chiudendo l’ammo, il carro è bloccato.
In discesa la Spur è un razzo. Non pensavo di poter divertirmi così tanto su una bici con così poca escursione, e devo dire che il merito è in gran parte del telaio: una combinazione fra la lavorazione del carbonio, la sospensione e, soprattutto, la geometria, lunga ed aperta. Il product manager ha tirato fuori dal cilindro un montaggio quasi perfetto per questa tipologia di bici. La forcella SID, pur essendo un peso piuma, lavora davvero bene, come avete potuto già vedere nel nostro test dedicato, e si abbina perfettamente all’omologo ammortizzatore SID. Non ho fatto un finecorsa che sia uno, malgrado le alte velcotià che riesco a tenere su discese impegnative.
Pensavo che il telaio fosse un po’ ballerino in curva, visto il peso (2.45 kg con ammortizzatore) ma, anche questa volta, mi sbagliavo. Il telaio è rigido e robusto, grazie a tubi e cuscinetti oversize, inoltre la mancanza di uno snodo vicino al perno posteriore ne aumenta la rigidità. Sommando tutte queste caratteristiche la cosa comincia ad avere un senso, ma non riesco a non stupirmi dell’ottimo lavoro fatto. Se c’era qualcosa che fletteva o che dava una sensazione di imprecisione, queste erano le ruote. Probabilmente un set di ruote in carbonio renderebbe la Spur più scattante e più precisa, ma queste si trovano solo sulla versione top di gamma. In ogni caso, la bici si lascia girare bene, è agile e offre molta trazione in curva.
Un’altra sorpresa è arrivata nei salti, dove mi ha dato molta sicurezza, e questo è da attribuire alla geometria. Non solo, la progressività e la poca corsa aiutano molto nel pomparla sugli ostacoli, ma allo stesso tempo le ottime sospensioni evitano atterraggi troppo bruschi. Mi sono ritrovato a giocherellare sui sentieri alla ricerca di salti e sponde. Detto questo, è una bici da XC, quindi se il percorso è tecnico, è la scelta giusta.
Non ho avuto così tanto tempo in sella alla Spur per catalogare questa prova come un test completo, ma continuerò ad usarla durante tutta l’estate, montandoci su delle ruote superleggere (in carbonio): le Roval da 1.250 grammi che vi abbiamo presentato qualche settimana fa. Questa é la categoria di bici in cui le aziende investono di più al momento, e la Spur è sicuramente un ottimo prodotto. Con un prezzo intorno ai 6.000€, visto il montaggio, darà filo da torcere a brand più grandi e conosciuti.
Telaio: 3.199 €
Bici completa:
www.transitionbikes.com
Distribuita in Italia da Tribe Distribution
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