[First Ride] RockShox BoXXer World Cup 29″

Siamo appena rientrati da Les Gets, in Francia, dove si è svolto il Bike Connection Summer, il meeting estivo che fa seguito al Bike Connection Winter svoltosi lo scorso inverno a Massa Marittima. Al BCS abbiamo avuto l’opportunità di approfondire i dettagli tecnici di alcuni prodotti recentemente lanciati sul mercato e di conoscerne di nuovi, che presto vi sveleremo, grazie a diversi meeting “faccia a faccia” con i responsabili di ciascuna azienda intervenuta all’evento. Una buona opportunità per comprendere meglio non solo i prodotti ma anche le aziende grazie al dialogo diretto e in forma privata che consente di approfondire molto meglio di quanto non si faccia normalmente ai tradizionali press camp.

Tra le aziende presenti, come svela chiaramente il titolo dell’articolo, era presente anche SRAM, sia per il segmento trasmissioni, nello specifico tutti i prodotti della serie Eagle, che per la gamma 2019 di RockShox, recentemente presentata e disponibile da ora nei negozi.

In particolare RockShox ha concentrato l’attenzione sulla nuova Lyrik e sulla nuova BoXXer, presentata lo scorso aprile. Dato che per quanto riguarda la Lyrik 2019 abbiamo già effettuato un test dedicato, ho approfittato della possibilità di testare la nuova BoXXer, interamente ridisegnata per la gamma 2019. In particolare ho utilizzato per il test una BoXXer World Cup per ruote da 29 pollici, montata su di una Trek Session ovviamente da 29″.

La World Cup, storica nomenclatura dedicata alla versione top di gamma della BoXXer che questa stagione compie ben 22 anni di onorata carriera, è facilmente riconoscibile dal dettaglio iridato sull’archetto del fodero. Nella gamma BoXXer ora non esiste più la versione Team e l’unica alternativa al modello World Cup è rappresentato dalla versione RC, totalmente identica alla World Cup ma con cartuccia idraulica Charger RC in luogo della Charger 2 RC2. La differenza di costo tra i due modelli infatti corrisponde circa al prezzo della sola cartuccia, disponibile separatamente come upgrade.

Il cuore della nuova BoXXer World Cup è costituito dalla nuova cartuccia ad aria DebonAir e, appunto, dalla nuova cartuccia idraulica Charger 2 RC2. Quest’ultima permette di regolare in modo indipendente la compressione alle alte e alle basse velocità, così come ovviamente la frenatura in estensione che continua ad avvalersi dell’ormai immancabile tecnologia Rapid Recovery.

Il pomello di regolazione della compressione alle basse velocità è dotato di 19 posizioni e determina un range piuttosto ampio, mentre quello della compressione alle alte velocità offre solo 5 posizioni, che possono sembrare effettivamente poche ma offrono quanto serve per una regolazione efficace. Affronterò meglio questo argomento nel paragrafo “In azione”.

La cartuccia DebonAir rappresenta una novità per la BoXXer, precedentemente dotata di molla negativa. Con il sistema aggiornato alla più recente tecnologia DebonAir, RockShox ha dotato la BoXXer, sia World Cup che RC, di una cartuccia ad aria di notevoli dimensioni e di camera negativa maggiorata, per una maggiore sensibilità. La camera negativa si gonfia per compensazione tramite la camera positiva, equalizzando le due camere, allo stesso modo della cartuccia DebonAir degli altri modelli di sospensioni RockShox (e non solo).

A livello di chassis, RockShox ha rivoluzionato la BoXXer a partire dalle piastre, per le quali ha scelto una forma essenziale, fortemente ispirata al mondo moto. Le piastre sono le stesse sia per la versione 27.5 che per la 29, quindi il fatto che siano perfettamente piatte, senza alcun rise, gioca a favore della riduzione di altezza a vantaggio di una minore quota di stack nelle geometrie della bici. Sono larghe e abbastanza spesse, quindi forniscono punti di contatto di dimensioni generose, ma grazie alla lavorazione ricercata con numerosi smussi e alleggerimenti, guadagnano un’estetica snella e curata.

La BoXXer 2019, sia in versione 27.5 che in versione 29, è proposta con due differenti opzioni di offset, una da 56mm (in test) e una da 48mm. Le due diverse quote di offset non sono ottenute tramite le piastre, che sono uguali per tutti i modelli e versioni, ma tramite i piedini del fodero. La battuta per il mozzo è in standard Boost DH, quindi 20x110mm con flange larghe ed è serrata da un perno Maxle Stealth. L’attacco della pinza freno è di tipo Post Mount da 200mm che offre il massimo della rigidezza eliminando la necessità di adattatori ma al contempo nega la possibilità di utilizzare rotori dal diametro inferiore, ipotesi comunque decisamente improbabile in DH.

Il nuovo design del fodero coinvolge in modo evidente la zona dell’archetto che è ora ulteriormente massiccio e dotato di profonde nervature che offrono maggiore rigidezza e robustezza senza aggravi di peso. Esteticamente gradevole e di ottima fattura il fermacavo in alluminio anodizzato dello stesso colore delle piastre. Nella foto seguente si intravedono anche le scale graduate laserate sullo stelo sinistro, utili per misurare il sag della forcella. Si tratta delle scale relative alla corsa da 180mm e a quella da 190mm e risultano utili in caso si decida di ridurre la corsa della BoXXer sostituendo il pistone Air Shaft.

Di serie la BoXXer esce infatti con installato l’Air Shaft per 200mm di escursione, sia nella versione da 29 pollici che in quella da 27.5. La scala graduata per il sag, relativa alla massima escursione disponibile, è laserata nella parte posteriore dello stelo.

In azione

Dopo aver esaminato con lo staff di SRAM gli aspetti tecnici e teorici della nuova gamma RockShox, è giunto il momento di passare alla pratica, provando la BoXXer World Cup 29 sui famosi trail di Les Gets. Carsten, lo storico meccanico dello staff di SRAM Europa, si è occupato di preparare le sospensioni della Trek Session che mi era stata assegnata per il test della BoXXer: circa 115psi come da tabella (in realtà poco più di quanto indicato per il mio peso di 70kg “ready to ride”) che determinava circa il 20% di sag, zero Bottomless Token come previsto di serie, 8 click di compressione alle basse velocità e zero click di compressione alle alte velocità. Per capire il funzionamento della regolazione della compressione alle alte velocità della cartuccia Charger 2, bisogna partire dal presupposto che la posizione 0 è intesa come la posizione di mezzo tra le 5 disponibili ed è definita la posizione 0 poiché replica il livello di frenatura idraulica che si trovava sulle precedenti cartucce Charger, non dotate di controllo della compressione alle alte velocità. Da qui si può diminuire o aumentare questo valore di +/-2 click… ma ci torneremo dopo.

Ho iniziato con un paio di discese di riscaldamento nel bike park che mi sono tornate utili per comprendere la bici e il terreno, permettendomi quindi di concentrarmi sulla forcella. Ho potuto constatare che il sag al 20%, al contrario di quanto succedesse sui precedenti modelli di BoXXer, non ha aumentato il carico di stacco e la forcella non ha perso per nulla sensibilità e scorrevolezza, non solo nella parte iniziale della corsa ma su tutta l’escursione. Il comportamento molto fluido infatti è una delle caratteristiche della nuova BoXXer, dovuto all’adozione della cartuccia DebonAir dal volume d’aria imponente per entrambe le camere, soprattutto nel caso della versione da 29. Fluido ma anche sostenuto, dato che la forcella  ha sempre lavorato adeguatamente bene nella parte centrale di corsa anche nelle situazioni di trasferimento di carico più stressanti, senza affondare inutilmente, mentre comunque ho sfruttato quasi tutta l’escursione a disposizione in modo corposo e progressivo, con un piccolo margine, più che legittimo considerando che il bike park di Les Gets non è certo un percorso da DH World Cup.

Decisamente più impegnativa invece è la pista del canyon, dove grazie al terreno molto sconnesso, letteralmente coperto di grosse radici, buche e qualche pietra, ho potuto mettere efficacemente alla prova la nuova BoXXer. Nei tratti ripidi, veloci e scassati ho sfruttato maggiormente la corsa a disposizione, sincerandomi che per un utilizzo normale la scelta di RockShox di non inserire Token di serie è legittima mentre per una guida più aggressiva è utile avere la possibilità di modificare la progressività nella parte conclusiva della corsa: la BoXXer può ospitare infatti fino a 6 Token. Trovando molti tratti sconnessi e veloci, ho giocato con la compressione alle alte velocità, provando le altre 4 posizioni a disposizione: il range è ampio e ben calibrato e le variazioni a ogni click si avvertono, tuttavia se non si hanno esigenze particolari la posizione di base resta quella che rende la forcella meglio sfruttabile. Insomma la cartuccia Charger 2 è decisamente valida ma sembra che la vera locomotiva trainante delle performance della nuova BoXXer sia proprio la nuova cartuccia DebonAir, in grado di gestire una curva di compressione molto valida e di definire un ottimo comportamento della forcella senza necessità di intervenire accuratamente sulle regolazioni esterne dell’idraulica.

Modelli e prezzi

BoXXer World Cup 27.5 o 29: €1889
BoXXer RC 27.5 o 29: €1449

Kit cartuccia idraulica Charger 2 RC2: €389
Kit cartuccia ad aria DebonAir: €47

Tutti i prodotti RockShox della gamma BoXXer 2019 sono disponibili da ora presso i rivenditori.

RockShox

Photo credit:  Bike Connection Summer – Rupert Fowler e Luigi Sestili

 

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