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Vi starete chiedendo perché, fra tutte quelle bici superleggere che Scott ha presentato ieri, noi abbiamo scelto proprio questa per il nostro consueto articolo sulle prime impressioni di guida. Innanzitutto va detto che il sottoscritto ha provato anche la Scale RC 900 SL, come testimoniano le foto.
Ho compiuto due (mezzi) giri della pista di coppa del mondo di Lenzerheide. Mezzi, perché il resto del tracciato è chiuso tutto l’anno in quanto si trova in una riserva naturale, e viene aperto solo a ridosso della gara che si terrà a luglio. Il terreno era bagnato e piuttosto insidioso, sia per le radici scivolose in contropendenza, sia per le Schwalbe Rocket Ron montate con camera d’aria, non esattamente la mia prima scelta per un terreno del genere. Non posso quindi darvi molte impressioni della Scale, anche se ho notato che in salita arrampica veramente bene ed è piuttosto comoda per una front, grazie al sistema di flessione dei foderi alti. Seguirà un test dedicato.
Il mezzo che invece sono riuscito a provare bene è la Scott Spark Plus 700 Tuned.
Anche qui, cominciamo dal peso: 11.8 kg per come la vedete nella foto qui sopra (senza pedali). Telaio interamente in carbonio. Forcella Fox da 130mm di escursione, ammortizzatore Fox Nude con 120mm di travel, trasmissione SRAM Eagle 1×12, reggisella telescopico Fox Transfer (il nostro test è appena uscito) e gomme da 2.8 Maxxis Rekon con protezione laterale Exo, latticizzate. Le sospensioni sono regolate dal comando remoto Twin Lock, nelle tre consuete posizioni Lockout, Traction, Descend.
È necessario tornare a parlare subito delle gomme, perché queste costituiscono la variabile chiave della bici, cioè quella che decide fra divertimento o frustrazione. Non siamo nuovi a prove di bici Plus e, come i più attenti avranno notato, non ci sono mai piaciute particolarmente, in parte per il loro comportamento “pigro”, in parte per la fragilità dei pneumatici. Non è un caso se la Genius 700 Plus non abbia raccolto molti punti nel nostro test comparativo.
Con la Spark Plus Scott ha fatto molto bene i suoi compiti: innanzitutto le gomme sono robuste, con protezione sulla spalla, e pesano poco più di 900 grammi. Siamo ben lontani dalle Schwalbe Nobby Nic da 750 grammi con cui abbiamo girato alla presentazione dello scorso anno sulla Genius (ndr: anche le Nobby Nic sono state irrobustite, nel frattempo), bucando di continuo.
Il fatto veramente interessante è però la geometria della Spark:
Angolo sterzo aperto, tubo sella piuttosto verticale, stem corto, reach in media con le bici da trail moderne (era una taglia M per un rider alto 179cm), foderi relativamente corti. Senza dimenticare la “poca” escursione di soli 120mm dietro e 130mm davanti.
Questi fattori rendono la Spark Plus una bici molto giocosa e reattiva sul sentiero. Intendiamoci, i gommoni si sentono in impostazione di curva e su asfalto (la pressione tenuta era di circa 1.2 bar), ma siamo ben lontani dalla sensazione di “lentezza” che avevamo riscontrato sulla Genius. La Spark si lascia girare molto bene sullo stretto, e sul veloce si fa in fretta ad abituarsi al maggiore effetto volano dato dal peso delle ruote. Il video in cui inseguo Thomas Frischknecht parla da sé.
Gli svantaggi sopra elencati vengono ripagati dalla maggior trazione e grip che si tramutano in sicurezza per il rider. Soprattutto sui tratti scassati veloci, la Spark galleggia letteralmente sulle pietre. Più difficile da gestire sono i sentieri bagnati e scivolosi: qui la Maxxis Rekon diventa piuttosto imprevedibile, mollando la tenuta all’improvviso, senza alcun preavviso. Se uno si aspetta di “incollarsi” alle radici solo perché ha sotto di sé una 2.8, sbaglia. Nel fango e nel bagnato la gomma classica, di sezione più sottile, funziona meglio.
La sospensione lavora bene, anche se l’interferenza dei gommoni si sente, nel senso che l’assorbimento delle asperità senza “regolazione del ritorno” è più brusco di quello del monocross della Spark. In teoria si potrebbe scendere con la pressione per ovviare al problema ma, se uno sa prendere le curve un poco veloci, la sensazione di deriva in curva sarebbe troppo marcata.
La posizione in sella è redditizia quando si pedala in salita, e la trazione data dai gommoni è innegabile: sulle rampe ghiaiose il limite sono le gambe di chi pedala, non certo il mezzo. Il rovescio della medaglia sta nelle salite asfaltate, dove la fatica è maggiore del solito. Ottimo come sempre il Twin Lock, che permette di regolare le sospensioni in un nanosecondo, da manubrio. Unica cosa, attenzione alle trasmissioni 2x, perché il manubrio diventa veramente affollato (ben 7 cavi!) e diventa complicato abituarsi a tutti i comandi disponibili.
Per chi è?
Prima di tutto questa è una bici che ben si presta a chi cerca maggior sicurezza sui sentieri, indipendentemente se si tratti di un principiante o di chi va in MTB da tempo. Anche il rider più evoluto, però, si divertirà con la nuova Spark Plus, grazie all’agilità della bici e la spensieratezza di poter andare a tuono sulle pietraie. Senza bucare. Già, questa è una bella novità in ambito Plus, per chi ama andare ad una certa andatura in discesa, ricordandosi sempre che i gommoni non hanno la regolazione del rebound e che quindi il funzionamento delle sospensioni vere e proprie + ammortizzazione delle gomme è abbastanza diverso dal solito.
È una bici divertente e, se la si porta al limite, è necessario ricordare che accoglie senza problemi due ruote da 29 pollici con gommatura classica.
Montaggio Scott Spark Plus 700 Tuned
Prezzi ancora da definire.
Tutte le foto dei dettagli della bici si trovano qui.
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