Autore: Francesco Mazza
Lo scorso Luglio Specialized ha presentato la sua gamma 2017 con alcune novità e un significativo ribasso generale dei prezzi di listino. Tra queste novità, la più importante è stata sicuramente la nuova Epic HT, la hardtail da XC race che sostituisce la Stumpjumper HT grazie a un telaio interamente riprogettato da zero, con quote record in termini di rigidezza e peso e geometrie interamente rinnovate in funzione dell’evoluzione stessa della disciplina XC, sempre più tecnica e aggressiva.
Lo staff di Specialized ci ha illustrato la nuova hardtail da XC in tutti i suoi dettagli durante la Roc d’Azur a Frejus, in Francia, e ci ha messo a disposizione una Epic Hardtail in allestimento Pro Carbon World Cup, taglia M, per un giro di prova.
La nuova Epic HT è stata sviluppata con l’obiettivo di ridurre il peso a un valore da record per una hardtail da XC. In taglia M il telaio della versione S-Works, con vernice e accessori, ferma l’ago della bilancia a 875 grammi, mentre la bici completa vanta un peso di 8,3kg. La versione Carbon del telaio realizzata in FACT 10m invece che nel FACT 11m della versione S-Works, pesa comunque 50 grammi meno del telaio Stumpjumper HT S-Works 2016, a sottolineare il traguardo del progetto Epic Hardtail nella riduzione di peso. La composizione del carbonio della Epic HT è prevalentemente formata da fibre di livello medio tra rigidità e resistenza. Nel caso del FACT 11m della S-Works queste fibre provengono dal Giappone e costituiscono un know how di provenienza militare con accesso ristrettissimo per l’uso civile.
Il top tube di sezione ovale ha dimensioni generose per assicurare rigidezza e al contempo leggerezza. Anche i foderi alti hanno sezione ovale e sono caratterizzati da una costruzione derivata dal settore road di Specialized, con le fibre incrociate a 45° per offrire il giusto compromesso tra rigidezza e comfort. Il diametro del reggisella è di 27,2mm per offrire un minimo di flessione in più rispetto al tradizionale 30,9 adottato da Specialized sul resto della gamma, sempre a vantaggio del comfort. I foderi bassi invece sono strutturati per essere rigidi e trasferire il massimo della potenza dalla guarnitura alla ruota senza dispersioni causate da flessioni indesiderate. Grazie a queste soluzioni, la Epic Hardtail vanta il rapporto rigidezza/peso leader sul mercato.
Per consolidare la rigidezza dell’insieme carro/ruota, la battuta del telaio è Boost 148mm. La pinza freno è posizionata tra i due foderi, all’interno del carro, così come sulla Stumpjumper, ma sfrutta il maggiore spazio offerto dal Boost. Nonostante la maggiore larghezza del Boost e la posizione della pinza freno, grazie alla forma dei foderi appositamente curata, il carro gode di un ingombro esterno minimo, favorendo un adeguato spazio di movimento per la pedalata e riducendo drasticamente il rischio di interferenza del carro con i talloni.
Specialized è famosa per integrare nei propri telai delle soluzioni semplici ma estremamente pratiche. Ha dotato la Epic HT di un respingente (forkstop) per la testa della forcella. Grazie a questa soluzione non ha dovuto progettare la forma del tubo obliquo del telaio in base allo spazio richiesto dalla forcella per ruotare liberamente, ma lo ha disegnato secondo le necessità geometriche del telaio stesso. Il forkstop blocca la testa della forcella da entrambi i lati prima che urti il telaio ed è realizzata in gomma dura. Specialized ha previsto la rottura del respingente stesso in caso di urti davvero violenti, affinché le forze non si scarichino sul telaio, danneggiandone l’integrità. Integrità che comunque è assicurata da uno spessore di rinforzo nelle fibre del carbonio proprio in corrispondenza del punto in cui è ancorato il forkstop. Questo dettaglio è utile non solo a salvare il tubo obliquo dalla testa della forcella, ma anche a salvare il top tube da eventuali urti con il comando cambio o con i freni, per coloro che utilizzano stem con molti gradi negativi o comandi molto inclinati verso il basso. Problema che non si porrebbe solo in caso di caduta ma anche quando si carica e scarica la bici dall’auto.
L’ingresso dei cavi è interamente nuovo. Innanzitutto è frontale, posizionato a lato della scatola dello sterzo, e non più laterale, per garantire una disposizione ordinata dei cavi che dal telaio arrivano al manubrio. Per contribuire alla notevole leggerezza del telaio della Epic HT, Specialized ha scelto di eliminare la guida interna dei cavi, rinunciando a una comodità ma risparmiando del peso importante. Sulla Epic Hardtail i cavi sono accompagnati solo per alcuni centimetri dopo il loro ingresso, per indirizzarli e tenerli distanti dalle pareti interne del telaio ed evitare quindi rumori. Sul lato sinistro entrano la tubazione del freno posteriore e il cavo del cambio, la cui guaina si posiziona con un capoguaina direttamente sul telaio. Sul lato destro troviamo un’identica predisposizione, pronta a ospitare un eventuale deragliatore o un eventuale reggisella telescopico.
La tubazione del freno posteriore corre all’interno del telaio, fino alla parte terminale del fodero basso del telaio, in prossimità del supporto pinza. Per quanto riguarda invece il cavo del cambio ed eventualmente quello del deragliatore, l’uscita è situata sotto la scatola del movimento centrale, dove una tradizionale guida esterna li indirizza verso la loro destinazione.
Tra i dettagli che concorrono a risparmiare peso, anche il batticatena dallo spessore minimale fa la sua parte. A dispetto dello spessore ridotto però il batticatena, grazie alla qualità del materiale, è decisamente efficace nel proteggere il fodero, sia assorbendo gli urti che riducendone il rumore.
La Epic HT offre la predisposizione per due portaborraccia, ben accessibili in entrambe le posizioni. Lo SWAT (Storage Water Air Tools), irrinunciabile sui modelli Specialized, è messo a disposizione grazie al supporto fissato all’attacco del portaborraccia. Accanto allo SWAT nella foto notiamo un foro protetto da un tappino di gomma: si tratta della predisposizione per il cavo elettrico di un eventuale deragliatore Shimano Di2.
Per mettere alla prova la Epic Hardtail, Specialized ci ha dato la possibilità di partecipare alla Rando Roc Altitude, uno dei numerosi eventi che costituiscono la Roc d’Azur. Un tracciato vario, con tratti scorrevoli e numerosi segmenti piuttosto tecnici sia in salita che in discesa, per uno sviluppo totale di 46,5km di distanza e circa 900m di dislivello complessivo.
Con il gruppo di giornalisti e parte dello staff di Specialized siamo partiti in coda alle migliaia di corridori iscritti e in una nuvola di polvere, dato il fondo estremamente arido del tracciato, ci siamo impegnati in numerosi sorpassi, gomito a gomito con partecipanti provenienti da tutto il mondo.
Partendo dal livello del mare, dopo un lungo tragitto in pianura, abbiamo iniziato la salita scorrevole verso le prime alture. La Epic Hardtail ci ha permesso di tenere una velocità media piuttosto alta in totale comfort, grazie alla posizione di guida dominante e bilanciata. Abbiamo scelto di montare un attacco da 60mm di lunghezza con 6° di rise in negativo, in luogo dell’originale da 100mm, sempre con 6° in negativo, quindi la posizione è diventata più raccolta ma ne hanno guadagnato la direzionalità e la confidenza. Abbiamo iniziato ad apprezzare i vantaggi di questa scelta sulle prime salite tecniche e molto ripide, caratterizzate da fondo roccioso e instabile per colpa del terreno arido e sabbioso. Qui la ruota anteriore della Epic HT è sempre rimasta ben piantata a terra senza necessità di andare in punta di sella e la trazione non ha mai mostrato incertezze, permettendoci di oltrepassare anche i punti più tecnici in agilità, con spostamenti del peso ridotti al minimo indispensabile. Il carro rigido trasmette la potenza alla ruota in modo eccellente e le accelerazioni e i cambi di ritmo diventano un piacere.
Lo sviluppo delle geometrie della Epic HT verso il più moderno concetto di XC, tecnico, misto e aggressivo, ha reso la hardtail race di casa Specialized un concentrato di maneggevolezza e guidabilità. L’angolo sterzo nettamente più disteso, il top tube più lungo e uno dei carri più corti della sua categoria, confezionano un telaio facile da condurre in ogni situazione e che alza notevolmente il limite di una disciplina che sta essa stessa spostando l’asticella verso un concetto di maggiore spettacolarità e varietà dei percorsi. Estremamente precisa in curva e immediata nei cambi di direzione, sia in salita che in discesa, fa sentire il biker a proprio agio e invoglia a cercare le traiettorie più veloci, anche staccando le ruote da terra per saltare gli ostacoli e cercare gli appoggi naturali. La guida veloce in discesa viene talmente naturale che l’utilizzo di un reggisella telescopico sarebbe la ciliegina sulla torta per esaltarne le doti discesistiche. Accessorio per altro previsto dalla casa madre che produce modelli dedicati all’XC come il Command Post XCP da 50mm di escursione, con piantone in carbonio rastremato che offre elasticità e comfort proprio per le hardtail.
In un perfetto connubio con le doti di maneggevolezza appena descritte, abbiamo riscontrato una stabilità eccezionale per una hardtail da XC race. Le geometrie equilibrate e la capacità di assorbimento del telaio opportunamente bilanciato tra rigidezza laterale ed elasticità verticale, fanno sì che la Epic HT sia salda al terreno in ogni condizione di guida, sia quando ci si lancia in velocità in pianura spingendo sui pedali che quando si pedala in salita su percorsi accidentati ma, soprattutto, quando si affrontano le discese a ritmo sostenuto. L’idraulica Brain della forcella RockShox SID soffre un po’ gli urti in rapida successione nelle discese molto sconnesse, ma è incredibile, trattandosi di una hardtail, come nelle stesse situazioni si possa ancora contare su un ottima aderenza al suolo della ruota posteriore.
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