[First Ride] Specialized presenta la nuova Camber

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Benvenuti al Gray Eagle Lodge. Nascosto da qualche parte tra Downieville e Truckee, in California, dove il sentiero non finisce mai e dove la rete del cellulare non esiste. Niente di meglio per la presentazione dei nuovi prodotti Specialized.

Il guru del marketing di Specialized MTB Sam Benedict dà il via alle danze presentando alcune bici nuove, in uno scenario da sogno.

La novità principale è la nuova Camber, nella foto sopra con ruote 650b. Questa bici da trailride è stata radicalmente trasformata ed adesso è disponibile sia con le ruote da 29″ (120mm) che da 27.5″ (130mm).

In breve, queste sono le differenze tra la Camber dell’anno scorso e la versione 2016: carro più corto, movimento centrale più basso, sterzo più aperto e due misure per le ruote. Ma non finisce qui…

Non c’è da stupirsi se Specialized ha modificato la Camber in modo da ottenere un’apertura SWAT nel tubo obliquo. Come su altri modelli, c’è anche l’alloggiamento per un multitool vicino all’ancoraggio superiore dell’ammortizzatore.

Pompetta, camera d’aria, giacchetta antivento, stanno tutti nel tubo obliquo. Volete portare altro? Risparmiate spazio con una bomboletta di CO2 ed usate una di queste dove troverete posto per tutto quello che vi serve in ogni giro, tranne i più lunghi.

Ma non è tutto. Anche l’ammortizzatore Brain ha subito grosse modifiche. Se non siete familiari con il Brain, vi basti sapere che è un sistema di blocco e sblocco a soglia. Su fondi lisci l’ammortizzatore è bloccato, ma si apre appena la ruota posteriore incontra un ostacolo. Tra parentesi, notate nella foto sopra quanto sono massicci i foderi orizzontali.

Quali sono le novità nel Brain? Per prima cosa il suo funzionamento dipende dalla posizione: significa che la ruota si muove liberamente tra la posizione con ammortizzatore completamente esteso (senza carico) ed il sag del 25%. Solo quando il biker è in sella e porta l’ammortizzatore al 25% dell’escursione, il Brain si attiva e irrigidisce la sospensione. Il vecchio Brain invece era attivo anche nei primi millimetri di escursione.

Un’altra caratteristica nuova si chiama “Brain Fade”. Girando il pomello (che è facilmente raggiungibile) si può regolare di fino la valvola di bypass per decidere quanto duro o morbido debba essere il Brain su fondo liscio.

Non è finita qui. Specialized ha anche collaborato con RockShox per ottenere una RS-1 custom con la “Spike Valve”: un circuito per la frenatura in compressione alle alte velocità come quello nell’ammortizzatore Brain e che serve a diminuire l’affondamento in curva ma pur sempre garantendo la massima escursione negli impatti ad alta velocità.

Lo spazio per le ruote, il passaggio interno per i cavi e l’attacco direct mount all’ammortizzatore sono alcuni delle migliorie al telaio della Camber.

Geometrie

Confronto tra le geometrie della 29″ e quelle della versione 27.5″. Sono geometrie aggressive in entrambi i casi.

Sul sentiero

Per il nostro primo giro di prova, il nostro rider alto 1.82 e pesante 82 kg ha preso una Camber 29″ in taglia L. A parte i pedali, l’unica cosa cambiata è stato l’attacco manubrio: ne abbiamo scelto uno da 60mm per avere uno sterzo più diretto.

Dopo una lunga salita, ci siamo fermati ad una torretta di osservazione nelle Sierras. Non un brutto posto per una merenda e per idratarci prima di attaccare la discesa.

Dopo una sezione di roccioso singletrack, siamo entrati nei boschi: è ora di capire questa bicicletta.

A parte l’ottimo comportamento della Camber in salita, la prima cosa che abbiamo notato è come vada in curva. Voto 10 alle geometrie. Abbiamo apprezzato un sacco il movimento centrale basso ed il carro corto. Ci ha veramente stupito quanto potessimo spingere la Camber in curva: a tal riguardo lo sterzo aperto dà sicuramente una grossa mano. Le poche volte in cui abbiamo perso tenuta, è avvenuto in maniera controllata. E’ forse la prima volta che ci sentiamo così tranquilli a derapare con una 29″… o una trailbike in generale, se è per questo. Anche se è chiaro che è la somma della parti a dare la bicicletta, crediamo che l’ottimo comportamento in curva sia dovuto in buona parte al carro sorprendentemente rigido.

La nostra Camber era leggera e vivace: le sospensioni sembravano così composte e rigide sulle salite e sulle sezioni poco accidentate che non ci saremmo aspettati grandi cose quando il fondo si sarebbe reso più duro. Ma ci sbagliavamo, portare la bici sulle sezioni scassate e tecniche sembrava troppo facile: la bici le gestiva estremamente bene.

Un neo che abbiamo notato è nel funzionamento del Brain: si notava il momento in cui l’ammortizzatore raggiungeva la soglia necessaria per sbloccarlo. Non si tratta di un difetto che influisse particolarmente sul riding, ma quando ne abbiamo parlato ci è stato suggerito di aprire un po’ il Brain Fade. Per provare la differenza siamo andati dal tutto chiuso al tutto aperto. Fatto questo, non abbiamo più notato la resistenza all’apertura della valvola e la sospensione era più plush, anche se un po’ meno ferma in pedalata.

Nel 2015 il Brain era sempre attivo, mentre in questa versione 2016 si ha l’opportunità di diminuirlo e questo rende la bici particolarmente versatile.

A tre quarti della discesa ha cominciato a piovere e grandinare. Nessuno di noi però si lamentava, le condizioni erano comunque ottime, per quanto possibile.

Alla fine ci aspettava un delizioso pranzetto al sacco. Ecco le facce tranquille di giornalisti felici.

Tornati all’albergo era ora di raccontare la giornata e di farsi quattro chiacchiere con lo zio Ned bevendo qualche birra.
Disonore su quello che gli ha versato la birra però!

Last but not least, ecco alcuni video del giro nelle Sierras con la squadra Specialized. Un po’ di singletrack veloce e flow, un po’ di rocce ed un sacco di divertimento. Non vediamo l’ora di tornarci!

Allestimenti e prezzi seguiranno.

Foto addizionali: Carson Blume

www.specialized.com

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