Autore: Francesco Mazza
Esattamente un anno fa vi abbiamo presentato la forcella SR Suntour Durolux R2C2, dotata della nuova cartuccia PCS. Ora il colosso taiwanese ha dotato di questa cartuccia, ulteriormente affinata, anche la doppia piastra della sua gamma, la RUX. Nell’articolo pubblicato in occasione della presentazione della nuova Durolux abbiamo approfondito anche alcuni aspetti legati all’azienda Suntour che ritenevamo e tuttora riteniamo interessanti, dato che si tratta del più grande produttore al mondo di forcelle da MTB. Per non ripeterci su questo argomento, vi invitiamo a (ri)leggere il precedente articolo.
La nuova RUX è da oggi disponibile nei negozi e già durante la stagione 2016 è stata utilizzata dai top rider sponsorizzati da Suntour che ne hanno messo alla prova il valore con risultati di tutto rispetto: 3° e 4° posto e Best Trick alla Red Bull Rampage, ma soprattutto la grandiosa quanto inattesa medaglia di bronzo di Florent Payet agli UCI DH World Championships di Val di Sole. Inoltre da alcuni mesi la RUX è in mano ai fratelli Hannah e agli altri atleti del team Polygon UR, che hanno siglato una partnership con Suntour per il 2017.
Il filo conduttore che guida gli ingegneri di Suntour è la semplicità, con lo slogan “Refined Simplicity” (semplicità raffinata). Semplicità di realizzazione, per ottenere i migliori risultati da tecnologie relativamente semplici ma accurate, ma soprattutto semplicità di intervento e manutenzione, per ridurre al minimo il tempo in cui la forcella deve stare in officina, aumentando di conseguenza il tempo che può stare in pista. La facilità di intervento va ovviamente a vantaggio del cliente che può svolgere da solo la manutenzione ordinaria oppure rivolgersi ai dealer autorizzati che sono istruiti per poter effettuare assistenza completa, in modo che la forcella non debba più lasciare il negozio per essere spedita al centro di assistenza nazionale, ma possa essere riparata e riconsegnata in tempi brevissimi.
Un esempio di semplificazione in termini di manutenzione sono i due fori Quick Service Port situati nella parte alta del monolite, uno per ogni fodero. I fori sono sigillati da una vite da 2,5mm dotata di O-ring. La funzione di questi fori, oltre a quella secondaria di poter sfiatare l’accumulo di aria all’interno del monolite, è quella di accedere alle spugnette di lubrificazione per poterle periodicamente impregnare di olio, migliorando le prestazioni e facilitando un intervento che altrimenti richiederebbe il disassemblaggio del monolite dalla forcella. In questo video vediamo la procedura completa, da effettuare tramite un normale kit di spurgo per freni, che non sia stato precedentemente contaminato con fluido DOT.
In termini di sviluppo, semplificazione è la parola d’ordine della cartuccia idraulica PCS, che grazie a una tecnologia elementare come quella di una semplice molla, riesce a eguagliare le performance di altre cartucce che necessitano di una membrana di compensazione sottovuoto per contrastare la spinta del pistone nella cartuccia sigillata ed evitare – o quanto meno ridurre – il problema di cavitazione.
La cavitazione è una sorta di risucchio che crea delle bolle di gas a causa della velocità con cui il pistone sposta l’olio all’interno della cartuccia sigillata. Per ovviare a questo difetto, comune a tutte le sospensioni idrauliche, occorre creare una compensazione tramite un contrasto al movimento del pistone. Normalmente si utilizza una membrana che andrebbe pressurizzata sotto vuoto per garantire efficacia. Sia in termini di progettazione e di costruzione che in termini di assemblaggio e di manutenzione, il sistema bladder (a membrana) ha però dei costi elevati e delle tempistiche impegnative. Suntour ha sostituito questo sistema con il PCS (Piston Compensator System) che prevede una testa sigillata del pistone e una molla dal rate leggerissimo che si occupa di contrastare il movimento della testa del pistone. Secondo i test di Suntour, questo sistema risulta efficace quanto i sistemi a membrana correttamente pressurizzati, con il vantaggio però di essere più economico e di necessitare di manutenzione estremamente inferiore e più semplice. L’asta del pistone che connette la cartuccia al monolite scorre su una tenuta uniball, che quindi compensa eventuali flessioni e disallineamenti, continuando a garantire scorrevolezza.
Rispetto alla cartuccia PCS della Durolux, quella della RUX è stata implementata con fori per il passaggio dell’olio sul pistone della compressione ridimensionati in base alla destinazione d’uso più gravosa. Per lo stesso motivo anche il pacco lamellare del ritorno alle alte velocità è stato rivisto. La molla negativa è rivestita per evitare rumorosità e la sua asta è trattata con anodizzazione dura.
Il range di regolazioni a disposizione dell’utente è ampio. Si tratta di 5 posizioni per la compressione alle alte velocità, 18 posizioni per la compressione alle basse velocità, 30 posizioni per il ritorno alle basse velocità, che lavora prevalentemente nel primo terzo di escursione, e 4 posizioni per il ritorno alle alte velocità, che interviene prevalentemente sul resto dell’escursione.
Per quanto riguarda la curva di compressione della RUX, si può gestire tramite gli ormai classici spessori da inserire all’interno della cartuccia dell’aria. La RUX ne accetta da 0 a 5. Di seguito la tabella per determinare quanti spessori utilizzare secondo i consigli di Suntour.
Il cannotto della forcella è disponibile in 2 versioni, la classica da 1.1/8″ oppure la versione tapered o conica che dir si voglia. La piastra inferiore alla quale è solidale il cannotto varia di forma in base alla versione. La piastra con cannotto da 1.1/8″ è più snella, mentre quella con cannotto tapered è più spessa, per fornire più supporto alla base da 1.5″ del cannotto conico. Due versioni anche per il perno ruota. La prima è la classica versione da DH con perno avvitabile tramite brugola e piedino stretto da vite a brugola. La seconda è invece una versione “tool free”, che quindi non necessita di attrezzi per inserire e rimuovere il perno: una leva a sgancio rapido serra il piedino mentre la testa del perno è dotata di una leva richiudibile che permette di avvitarlo e svitarlo a mano.
In generale le finiture sono state oggetto di una notevole cura che si nota fin nei più piccoli dettagli, come la scritta WERX laserata su entrambi gli steli neri da 38mm che offre un riferimento per la quota di sag, consigliata da Suntour tra il 25 e il 30% dei 200mm di corsa disponibile. Oppure i respingenti in gomma degli steli, che recano impressa la scritta RUX con la stessa grafica con la quale sono realizzate le decals sul monolite.
Il camp di presentazione e di prova della Suntour RUX si è svolto a Finale Ligure, sui percorsi che abitualmente utilizzo per i test di bici e materiali, quindi un ottimo riferimento pur trattandosi di una singola giornata di test. Per concentrarmi esclusivamente sulle prestazioni della forcella, invece che utilizzare una delle biciclette messe a disposizione da Suntour, ho contattato Federico Biora di MDE che ha gentilmente accolto la mia richiesta di fornirmi in prestito per la durata del test la 695 Lumberjack, che conosco piuttosto bene dato che è la stessa che ho utilizzato la scorsa estate per un test approfondito.
I tecnici di Suntour hanno montato la RUX sulla 695 e abbiamo regolato il volume dell’aria e in seguito i 2 registri di compressione e i 2 registri del ritorno partendo da un setting di base secondo peso e stile di guida, con il quale capire la forcella prima di passare a regolazioni maggiormente personalizzate. Durante la prima discesa ho avvertito una leggera perdita di aderenza sulle piccole asperità nei tratti con poca pendenza, dove per forza di cose guidavo molto centrale, andando a caricare poco il peso sull’anteriore. Con una modifica della regolazione del ritorno su entrambi i registri, il tecnico Suntour che mi seguiva ha risolto il problema trovando il setting perfetto in estensione, che non ho più modificato per il resto della giornata.
Il secondo punto sul quale abbiamo lavorato è stato il numero di spessori per la progressività della forcella. Suntour difatti ne inserisce 5 di serie, configurazione con la quale ho iniziato a utilizzare la RUX. Questo determinava una progressività davvero eccessiva, che non mi permetteva di sfruttare gli ultimi 5/6cm di corsa. Alla fine della seconda discesa ho chiesto di ridurne il numero e me ne hanno tolti 2, operazione della durata di pochi minuti. La situazione con 3 spessori è migliorata ma non del tutto, con il risultato di aver ridotto a 3/4cm la corsa inutilizzata. Secondo la tabella pubblicata sopra, in relazione al mio peso, la giusta quantità di spessori sarebbe 3, mentre secondo le prime impressioni di guida, sarebbe stato il caso di togliere un altro spessore restando con 2 all’interno della camera dell’aria. Il tecnico Suntour mi ha comunque consigliato di persistere con 3, facendo riferimento a quei centimetri di corsa inutilizzata come a una condizione normale che rappresenta un margine di sicurezza in caso di urti davvero importanti, che tuttavia sui tracciati di Finale sono rari. Conoscendone l’esperienza e la professionalità gli ho dato ascolto, pur restando con il dubbio che avrei preferito sfruttare l’intera corsa.
Durante le ultime discese, presa confidenza con la forcella, ho giocato un po’ con i registri di compressione per comprenderne l’efficacia. La regolazione sulle alte velocità, essendo suddivisa in soli 5 click, permette di avvertire distintamente ogni singolo cambiamento. Le sensazioni migliori le ho riscontrate con il pomello a 0 o 1 click. La regolazione sulle basse velocità ha invece un range più ampio con 18 click e il suo intervento si avverte in modo meno palese, ma di base nei diversi tratti dei percorsi se ne apprezza il funzionamento nelle effettive situazioni di competenza. I setting migliori che ho trovato andavano dai 6 ai 10 click.
In generale della RUX ho apprezzato l’elevata rigidezza strutturale e la conseguente precisione. La sensibilità iniziale è molto buona e durante la giornata di test non ha sofferto di alcun episodio di stiction. L’affondamento infatti è decisamente plush su tutta la corsa, quanto meno su quella che gli spessori mi hanno consentito di utilizzare. Ottima scorrevolezza e adeguata reattività dell’idraulica che è corposa ma non pigra. La qualità dell’hardware a prima impressione sembra molto buona e ben curata.
Prezzo: €1.400
Peso dichiarato: 2.850 grammi perno incluso
Disponibile in versione 27.5″ e 26″
3 colorazioni opzionabili: nero opaco, nero lucido e bianco lucido
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