Trek è entrata con cautela nel mercato delle bici elettriche, prendendosi il tempo per studiare come il mercato nasceva e cresceva. Una volta decisasi ad entrare in gioco, lo fa con questa Powerfly FS29. Siamo stati invitati a trovare il modello top di gamma: Trek aveva preparato per noi un bel giro da 49km per provare la bici per bene e permetterci di farci delle opinioni con un minimo di fondamento.
Trovate tutti i dettagli nel nostro precedente articolo introduttivo.
Il settaggio iniziale è stato identico a quello che usiamo fare di solito su una bici non elettrica. Abbiamo potuto scegliere tra diversi stem ed abbiamo regolato freni a cambio secondo le nostre preferenze. E’ stato particolarmente facile regolare tutto a dovere, sarà perchè il nostro meccanico era Renè Wildhaber! Renè si è assicurato che la nostra bici fosse perfetta da pedalare e noi abbiamo regolato tutto come su una bici non elettrica, comprese le sospensioni, che abbiamo settato al 30% di sag.
Abbiamo scelto un telaio di taglia L (19.5″) ed un attacco manubrio da 60mm da associare al manubrio da 740mm. Per i nostri 183 cm di statura e 90 kg di peso, la taglia ci è sembrata l’ideale. Abbiamo scelto l’attacco manubrio in modo che la posizione fosse relativamente poco sdraiata ed in generale per sentirci a nostro agio in bici. Abbiamo deciso di tenere il manubrio basso, con un solo spacer da 5mm sotto la pipa, per tenere il centro di massa basso e la ruota anteriore caricata a dovere.
Tra batteria, trasmissione e motore, non c’è molto su cui il rider abbia bisogno di mettere le mani.
Non abbiamo potuto scegliere la dentatura della corona, e per quanto riguarda la cassetta, la SRAM X1 10-42D ci è sembrata un’ottima scelta. La cassetta 11v con un ampio spettro di rapporti sembra fatto apposta per una bici elettrica, meglio che con le 11-36 che si trovano di solito: questa scelta di rapporti era perfetta per tutte le situazioni che abbiamo incontrato, e il cambio ha sempre funzionato a dovere.
Una volta in sella, ci siamo trovati a cercare sempre il massimo del divertimento. Usando correttamente la potenza a disposizione e scegliendo la marcia con accortezza, siamo riusciti ad arrampicare dovunque. Abbiamo usato un sacco la modalità Turbo anche se usa molte risorse, ma riteniamo sia questo che la maggior parte dei rider farà. Inoltre volevamo vedere quanto dura la batteria durante l’utilizzo reale, senza dover pensare troppo a risparmiare carburante. Dei 48 km del giro ne abbiamo fatti 30 prima di scaricare la batteria del tutto. Per fortuna mancava poco (100m) ad una sosta, così abbiamo potuto cambiare la batteria con una di riserva che Trek ci ha dato. Altri rider nel gruppo avevano ancora la batteria carica a metà. Considerati anche i nostri 90 kg di peso non ci sembra sia andata male.
Abbiamo parlato con Trek riguardo all’utilizzo che verrà fatto in generale di questa bici, e ci hanno detto che in media ci si aspetta che il giro tipo fatto con questa bici sia di 15 km circa. Decisamente meno dei nostri 30, nei quali abbiamo fatto 1200 metri di dislivello, al freddo delle montagne della Sierra Nevada dove le batterie non sono proprio nelle condizioni migliori in cui lavorare, almeno in teoria.
La nostra bici aveva il motore più potente tra quelli disponibili e la potenza era fornita in modo non violento durante la pedalata. Smetteva di spingere quando superavamo i 25 km/h, cosa che, ad essere onesti, non abbiamo notato granché, dato che si tratta di situazioni in cui si va in discesa e si guarda il sentiero piuttosto che preoccuparsi di quello che il motore faccia o non faccia. Come detto, la spinta è graduale e non brusca. In salita con la prima marcia non abbiamo mai sentito la potenza mancare, nemmeno in modalità Tour. Finiva prima il grip che la potenza. Inoltre, la potenza ci è sembrata costante fino alla scarica della batteria anziché diminuire gradualmente.
Le modalità di funzionamento del motore sono 5, tutte controllate da un pulsante. Turbo, Sport, Tour, Eco e Off. Per la maggior parte del tempo abbiamo usato Turbo e Sport, scegliendo Tour solo per i momenti in cui la pedalata era più tranquilla. Ci siamo tenuti a debita distanza dalla modalità Eco. Inutile dire che col motore spento la bici era decisamente pesante da portare in salita.
Abbiamo settato le sospensioni per ottenere un sag del 30%. Entrambe le sospensioni ci sono sembrate scorrevoli e progressive. Durante il giro in bici non siamo mai andati a fondrocorsa, malgrado il peso della bici.
Onestamente dobbiamo dire che, considerando tutto quello che c’è tra il biker e le ruote (vale a dire l’intero sistema della bici elettrica), non è stato semplice decifrare con precisione cosa accadesse in ogni momento. Nel breve tempo a disposizione non è stato facile capire quanta potenza venisse mandata in ogni istante alla ruota posteriore. Tutto ciò che possiamo dire è che la pedalata era fluida e la ruota posteriore sembrava tenere bene il terreno, perdendo tenuta solo in rare occasioni, il che significa semplicemente che l’ammortizzatore lavorava a dovere. In discesa la sensazione era di una bici stabile, non nervosa. Non abbiamo mai usato i bloccaggi: infatti ogni volta che necessitavamo di potenza, ci pensava la bici stessa a darcela ed in effetti il motore compensava i nostri cali di potenza.
Gli Shimano XT hanno fornito tutta la potenza frenante necessaria a fermare una bici pesante come questa. I dischi montati erano Ice Tech da 180mm davanti e dietro: li abbiamo usati come con qualunque altra bici senza doverci preoccupare di niente, facevano quello che dovevano e basta. Ci è piaciuto il fatto che i freni non interferissero con l’erogazione di potenza da parte del motore. Potevamo quindi dare un colpetto di freni quando lo ritenevamo opportuno senza intaccare la scorrevolezza della pedalata.
Dobbiamo ammettere che è estremamente difficile giudicare una bici come questa confrontandola con quelle che usiamo solitamente. Non ci sembrerebbe onesto confrontarla con una trailbike normale, perché si tratta di una nuova categoria di biciclette.
Prima di descrivere come effettivamente vada la bici, vediamo di capire quale sia il biker tipico che la comprerà ed userà. Secondo Trek, le E-bike possono fungere da trampolino di lancio, o meglio da aiuto, per entrare in contatto con questo sport. Ci hanno anche detto che grazie a bici come queste, ne guadagna il fattore sociale delle pedalate: in buona sostanza gruppi di biker con livelli di allenamento diverso possono pedalare assieme.
Con tutti questi pensieri in testa abbiamo iniziato il giro con una ripida salita di circa 400m, situata fuori dall’albergo. Scelta la marcia più agile e il turbo mode, non ci siamo neanche accorti di acer superato la rampa. Senza motore probabilmente il sottoscritto avrebbe percorso 1/3 della distanza per poi scendere di sella e spingere. L’anteriore è rimasto ben incollato al terreno e la trazione era ineccepibile.
Più tardi ci siamo trovati su una salita più dolce ma fangosa, che in condizioni normali avrebbe richiesto mole energie perché la ruota posteriore scivolava molto. Niente di tutto questo con la Powerfly: l’assistenza del motore elettrico ci ha permesso di superare anche questa difficoltà in scioltezza.
In discesa ci preoccupava il peso complessivo della bici, ma alla fine anche questo aspetto può essere un vantaggio per l’acquirente medio di una bici elettrica del genere: Trek ha posto la maggior parte del peso il più in basso possibile sul telaio, cosa che rende la bici stabile e ben piantata sul terreno, ispirando fiducia al rider. Altre E-bikes che avevamo provato in precedenza, con un passo ruota più corto e un peso distribuito più in alto ci avevano messo in difficoltà sui sentieri. Non con la Powerfly: la sensazione che abbiamo avuto è quella di avere il controllo di una bici stabile. Sicuro, la bici non è agile in discesa, proprio a causa del peso, quindi dimenticatevi di poterla pompare sugli ostacoli come una MTB normale. Bisogna anche calcolare diversamente le traiettorie in curva e i punti di frenata, ma nel complesso la Powerfly gira bene grazie ai foderi posteriori piuttosto corti, è divertente nei salti e, tutto sommato, ci ha fatto divertire.
Quando però si sorpassavano i fatidici 25 km/h nelle discese veloci e non ci facevamo caso, era facile dimenticarsi di scegliere un rapporto più agile all’ingresso di uno strappo perché si tende a pensare che il motore ci spinga su per esso senza problemi, ma l’accelerazione era invece minore proprio per il fatto di trovarci sul limite dei 25 km/h.
Se il sentiero diventa tecnico, i 120mm di escursione diventano limitanti e, come in ogni situazione del genere, il manico del rider diventa un fattore chiave. Il peso della bici rende difficile muoverla attorno agli ostacoli con agilità, ma bisogna anche dire la Powerfly è stata pensata più per sentieri scorrevoli che pietraie gardesane.
La risposta è: no. Si possono percorrere gli stessi giri, ma il modo di percorrerli è completamente diverso, cosa dovuta alla potenza a basse velocità e al peso maggiorato. Dei biker meno in forma potranno tenere il passo dei propri colleghi non elettrificati, proprio come nel caso di chi scrive e René Wildhaber, che ci ha accompagnato nel nostro giro di prova con la sua Trek Slash carbon, dove l’unica cosa elettrificata era il cambio XTR Di2.
Il peso. Questione che dipende in gran parte dal motore e dalla batteria, che insieme portano circa sei chili sulla bilancia. I marchi costruttori di bici possono fare poco in questo ambito, se non sperare in Bosch e nella riduzione di peso delle batterie.
Il display: per una mountain bike, è piuttosto ingombrante, anche considerando che risulta piuttosto esposto in caso di caduta. Abbiamo parlato con Trek a questo riguardo e ci hanno detto che Bosch, al momento, produce il migliore sistema per bici elettriche, ma che questo non è esplicitamente pensato per un uso offroad, essendo il segmento principale quello delle city bike.
Trek ha colto nel segno con la Powerfly FS9 E-Bike, proponendo una mountain bike elettrica con un carattere allround, divertente da pedalare in fuori strada su sentieri medio/facili. Pensata per il rider che vuole divertirsi senza grandi patemi d’animo riguardanti le proprie prestazioni in discesa, questa E-Bike ha i suoi punti forti nel basso centro di massa e nella componentistica ben pensata.
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