Ale Di Lullo, uno dei fotografi di MTB-Forum.it nonché attivissimo per diverse aziende, ci ha mandato i retroscena della foto che vedete qui sopra. Si tratta di Darren Berrecloth in Utah, mentre sta facendo un hand plant. Prima di passare la parola ad Ale ci terrei a dire che, se la foto vi piace, dovreste votarla nel contest della foto dell’anno di Pinkbike, anche perché è l’unico fotografo tricolore presente nel concorso.
Ale Di Lullo: “L’ispirazione per questo scatto mi è venuta un paio di anni fa vedendo il lavoro di alcuni colleghi che lavorano con snowboarder e freerunner. Ho subito capito che era possibile importarlo nel MTB-freeride visto che 5 o 6 anni fa trick come l’hand plant ed il foot plant spopolavano sia nei contests sia nei NWD che video più significativi del tempo.Il primo passo è stato cercare di capire cosa usare come supporto trasparente. La semisfera mi è sembrata l’unica forma che potesse fare al caso mio in quanto fornisce una superficie di appoggio al rider e lascia lo spazio sottostante alla Macchina fotografica.
A quel punto è iniziata una lunga ricerca per trovare il pezzo giusto e del giusto materiale, ho esplorato diversi campi di applicazione per le semisfere trasparenti ed alla fine ho trovato in un produttore tedesco di materiali per l’edilizia ciò che faceva al caso mio. Ovviamente vi erano a disposizione diverse misure e spessori per cui ho dovuto investire alcune centinaia di € per capire quale andava bene. Una volta arrivate a casa mia ho dovuto provarle personalmente, non ovviamente facendoci l’hand plant ma semplicemente facendo una verticale su una mano. Il materiale sembrava spesso abbastanza da reggere l’hand plant anche se si deformava leggermente nei punti di maggior pressione, quindi ho dovuto prenderne uno più spesso e più grande.
Ne ho ordinati un paio per averne uno per le prove ed uno nuovo fino allo scatto finale. A quel punto bastava costruirci una scatola di legno che servisse da basamento e il gioco pensavo fosse fatto. Ovviamente sapendo di lavorare ad uno scatto nuovo per la MTB ma con un trick classico non ho avuto su chi chiamare per primo: Darren Berrecloth! Darren è stato di fatto colui che ha importato l’hand-plant nella MTB e quindi la scelta è stata naturale.
The Claw è molto appassionato di fotografia ed è capace di tirare fuori ottime foto. Quando gli ho mandato lo scatto di prova mi ha risposto immediatamente: facciamolo! Ho la location adatta a casa mia, nella foresta canadese. Io gli dico: fantastico! Preparo tutto e ad agosto dopo il Darren Berrecloth invitational lo facciamo. A quel punto avevo un problema di trasporto.. le cupole ed il box da trasportare in Canada. 2 valigie di cui una fuori limite di dimensioni legali avrebbero ospitato il tutto.
Arrivo a Vancouver Island in agosto e dopo il suo contest Darren mi dice che aveva dei filmati da fare con Barel in settimana, io avevo uno shooting con Tippie, Schley, Gulevich e Wade a Vancouver e così abbiamo deciso di spostarlo dopo Crankworx Whistler che alla fine era meglio per tutti e avremmo fatto le cose con la dovuta calma. Purtroppo però poi Darren è andato molto vicino al rompersi la schiena nelle prove del Joyride a Whistler, fratturandosi 3 delle piccole ‘alette’ che ogni vertebra possiede. Non è stato un bel momento.
Ma ‘The Claw’ è veramente incredibile.. 2 settimane dopo mi scrive e mi dice che farà la Rampage e se vogliamo ha uno spot che fa al caso nostro nel deserto. Io gli dico, ovviamente, di sì anche se penso che lo scatto sarebbe stato ben diverso dalla foresta canadese ma in realtà una location desertica con cielo blu e sole a stella era quello che per primo avevo immaginato quando ho pensato a questa foto. perciò forse non era tutto male.
Quindi ho ripreso le mie valigie e sono partito per la Rampage in largo anticipo e dopo un paio di giorni di scatti abbiamo tirato fuori uno scatto che è molto vicino a quello che avevo in mente.
Le problematiche si sono moltiplicate nel deserto, la luce buona non durava molto perchè essendo vicini al terreno la temperatura di colore era troppo calda dalle 6.30 fino al tramonto e troppo forte prima delle 5. Inoltre la polvere ha condizionato il primo giorno di shooting in quanto la semisfera di materiale plastico e la sua forza elettrostatica la attiravano che era un piacere, e poi il trick è tutt’altro che una passeggiata per il rider.. specialmente se si è infortunato pesantemente un mese prima.
In tutta onestà lo scatto finale sarebbe stato comunque l’ultimo della seconda giornata che avrei chiesto a darren, non amo chiedere al rider di ripetere mille volte uno scatto anche se a volte è necessario, e quel giorno anche se non lo diceva sembrava un po’ dolorante, ma per fortuna, all’ultimo, lo scatto è uscito! Ora il prossimo obbiettivo è il foot-plant con Aaron Chase, ma siccome ho già provato a Las Vegas con il setup costruito per l’hand-plant, che si è sbriciolato sotto il peso del rider, ora le problematiche sono altre.. ma questa diventerà, spero, un’altra storia! ”