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L’anticipo al mese di Luglio – rispetto al tradizionale appuntamento di metà Settembre – ha indubbiamente giovato a questa ottava edizione della Adamello Bike Marathon, baciata da un caldo sole estivo, accarezzata nel finale da una gelida brezza montana, portatrice del solito breve temporale pomeridiano, che ha penalizzato l’arrivo degli ultimi tra i 225 concorrenti del percorso Marathon (65 km con 2.250 metri di dislivello), risparmiando i 147 atleti impegnati nel tracciato Classic (40 km con 1.380 metri di dislivello). Le precipitazioni temporalesche dei due giorni precedenti non avevano comunque allentato i percorsi, che si presentavano quasi interamente asciutti, eccezion fatta per qualche umido tratto boschivo e alcune isolate, piccole pozzanghere.
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Partenza per tutti alle ore 9.30 dal viale principale di Ponte di Legno (BS), traguardo finale accanto al Palazzetto dello Sport, sede delle operazioni preliminari di gara, del pasta-party finale (che in realtà era un pranzo completo di tutte le portate) e delle premiazioni. Cronometraggio affidato al “yellow chip” SDAM. Percorsi sostanzialmente identici alle edizioni precedenti, con la novità dell’innesto di una parte della piacevole pista ciclabile tra Vezza d’Oglio e Ponte di Legno, inaugurata soltanto due giorni prima. I tracciati hanno sempre riscosso ampi consensi e apprezzamenti da chi li ha pedalati. Roba da vera mountain bike, con tutte le situazioni tipiche dell’alta montagna. Ampi sterrati, antichi ciottolati, wide-track prativi, tortuosi budelli boschivi, esaltanti single-track, settori rocciosi e mulattiere in quota. Laddove le pendenze dovessero risultare eccessive, si può sempre procedere a piedi, sia in salita sia in discesa, senza alcun pericolo.
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Al via non molti big, sufficienti comunque ad alimentare l’incerta lotta per il podio. Il Team KTM Stihl Torrevilla al completo, il Team Silmax Cannondale con Johann Pallhuber, Walter Costa e Samuele Porro, il GS Cicli Olympia con Agostino Andreis e, soprattutto, con il “Leone di Ranica” Marzio Deho, testimonial e tracciatore dei percorsi della Adamello Bike Arena, appena rientrato dalla vittoriosa esperienza della Bike Transalp in coppia con Massimo De Bertolis. Tra i team amatoriali, spiccava il WR Compositi, sempre in grado di cogliere successi in tutte le categorie Master. Da notare anche la presenza dell’ex professionista su strada Eddy Mazzoleni, in gara proprio con i colori del Team WR Compositi, nella categoria Master2.
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Numerosi i biker equipaggiati da mtb front 29er. Gli Elite quasi tutti, donne del Torrevilla incluse. Ma anche molti amatori. Non sono ancora in sovrannumero, però le “big wheels” si stanno diffondendo velocemente nel contesto granfondistico.
Una marathon viaggia sempre a tre velocità. Quella degli Elite, che si involano fin dai primi metri tenendo un ritmo da centometristi. Quella dei Master più forti, che duellano alacremente e non di rado sopravanzano anche qualche Elite. E quella del “resto del mondo” amatoriale e cicloturistico, dove la fatica è inversamente proporzionale alla media oraria.
Una marathon ben organizzata riesce a soddisfare le esigenze di tutte queste tre entità. E la Adamello Bike Marathon si è dimostrata ancora una vota all’altezza, con una organizzazione degna di un Campionato tricolore. Unico neo, una freccia direzionale posizionata in modo equivoco, dopo la fine della ciclabile, all’inizio del sentiero “Sghirlat” (scoiattolo), che ha fatto sbagliare strada agli Elite in quel momento al comando, e non solo a loro ma anche a tanti altri amatori che ivi giungevano. Per il resto nulla da eccepire, con più di 200 volontari disseminati a garanzia della sicurezza, quatto ristori completi oltre a quello finale, le strutture del Palazzetto dello Sport al servizio di tutti.
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Lo start, la salita per i vicoli di Villa da Legno con punte al 20%, il panoramico sentiero Stambec, quasi 8 km nel fitto bosco, frammentavano i gruppi. Davanti la commistione elitaria del Torrevilla e del Silmax Cannondale. La lepre era il colombiano John Jairo Botero Salzar, i segugi si alternavano al suo inseguimento, divorando velocemente il percorso. Il Gpm di Plas de Ves a 1.750 m, Chigolo con la salitella rocciosa da farsi a piedi e il primo ristoro, la meravigliosa Val Canè con la sua picchiata velocissima, le baite di Premia, il lungo single-track tra i verdi prati di Marsen, la discesa in Val Grande, il viscido e sassoso single-trail che sbuca nell’abitato di Grano e le abetaie sopra Vezza d’Oglio, ali di folla nel paese a salutare tutti i concorrenti.
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Si passava poi sulla sinistra orografica del fiume Oglio, qui poco più che un torrente, con un wide-track ombreggiato e dalle pendenze variabili, usciti dal quale si imboccava la nuova pista ciclabile, disegnata tra i prati. Al termine di questa sottile lingua d’asfalto, il colpo di scena. John Jairo Botero Salazar, tradito dalla freccia direzionale, imboccava il sentiero a sinistra, portandosi dietro il connazionale nonché compagno di squadra Jaime Yesid Chia Amaya e Johann Pallhuber, lasciando temporaneamente la leadership a Walter Costa, che transitava primo al traguardo volante di Ponte di Legno. Forcing spietato del colombiano Botero Salazar, prima sul sentiero Stambec già percorso in partenza, poi sulle salite verso l’abitato di Pezzo (il paese più alto della provincia bresciana con i suoi 1.565 m) e sull’asfalto di S. Apollonia, primi tornanti che conducono al Passo Gavia.
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Dopo il divertente single-track in discesa su Arsen si risaliva nuovamente a Pezzo e poi verso Case di Viso, nugolo di baite e alpeggi incastonati in cima alla vallata. Qui il colombiano agganciava e superava Walter Costa, e nella seguente velocissima discesa sterrata controllava la situazione, concludendo vittoriosamente la propria gara e precedendo l’asiaghese di soli 3”.
Tra le donne, mai in discussione il successo di Sandra Klomp (Team KTM Stihl Torrevilla), che ha condotto gara in solitaria fin dal via. Alle sue spalle, la treccioluta “pink tiger” Simona Mazzucotelli (GS Massì Supermercati Brivio) aveva ragione di Stefania Zanasca (Team KTM Stihl Torrevilla) al secondo passaggio sul sentiero Stambec, dopo Villa da Legno.
Percorso Classic appannaggio di Stefano Lanzi (GS Rapid Bike Cicli Franzi) e Daniela Poetini (Asd Sellero Novelle 2000).
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Johann Pallhuber in sella alla sua Cannondale Flash 29
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Bellissima questa Paduano Gladio 29 in titanio e carbonio, cerchi in carbonio Tubolite e tubolari Dugast
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Massima leggerezza per questa FM Bike 29, con forcella rigida. Il suo proprietario, Samuele Radaelli, arriverà 27° assoluto
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Molto panoramico il sentiero “Stambec”, sopra Villa da Legno
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Il sentiero “Stambec” si inerpica fino a Plas de Ves
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La “pink tiger” Simona Mazzucotelli, in sella a una 26″
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L’entrata in Val Canè
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Il termine della discesa in Val Canè
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Il single-track tra i prati di Marsen
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Verso la Val Grande
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Poco sopra l’abitato di Grano
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Massimo Sbragion (Asd Dada), 4° classificato Master3 nel percorso Classic
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L’ampio sentiero “Sghirlat”, in direzione Ponte di Legno
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Secondo passaggio sul sentiero “Stambec”. Il caldo ha costretto molti a un rifornimento idrico volante. Il percorso offre numerosissime fontanelle e abbeveratoi ove dissetarsi
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Ottima anche l’assistenza meccanica in gara
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Verso Case di Viso. I biker scendevano poi dalla sterrata, sul versante opposto
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Lasciata la sterrata in discesa da Case di Viso, si percorreva un divertente wide-track su prato
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La sfortuna di una foratura, a 1 km dal traguardo
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La zona di arrivo, privata poco prima dello striscione gonfiabile a causa delle impetuose raffiche di vento
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