Quest’estate il team Atherton ha passato parecchio tempo tra le vallate olimpiche piemontesi grazie ad un accordo di collaborazione con Alpi Bike Resort. Ho avuto il privilegio di passare qualche giorno insieme a loro, e voglio condividere con voi quest’esperienza.
E’ giugno, arrivo a Sauze il martedì sera e li incrocio in piazza Assietta, un’esplosione di bici, protezioni, caschi e borse invade la piazza, la gente che passa li squadra come fossero atterrati gli alieni, una prima cena per conoscersi e capire come organizzarsi per il giorno dopo, e a nanna…
In un attimo è già mattina, oggi shooting e filming con due mostri sacri, Sven Martin e Scott Marshall, che li seguono durante tutta la stagione per l’Atherton project e per le pubblicazioni ufficiali del Team. Appuntamento in piazza, il loro Motorhome è quanto di più professionale si possa vedere in giro, e fa la sua scena.
Anche se uno pensa “beh, sono gli Atherton, farà tutto il meccanico…” non è così, sebbene il prezioso Stevie sia sempre al lavoro, loro controllano, si settano le bici, perché alla fine sono riders, e come tutti i riders, amano smanettare con i bulloni…
Intanto Enrico Guala distribuisce le t-shirt Alpi e spunta un’altra leggenda, Clay Porter!
Si carica e si parte, il loro Vito scheggia verso Bardonecchia, prima meta della giornata.
Lavorare con loro è frenesia pura, si vede che sono un Team affiatato, si muovono tutti rapidamente, un semplice scambio di sguardi e sanno già cosa fare, non si perde un attimo, hanno sempre ritmi serrati, dedicarsi a filmare e scattare vuol dire sottrarre tempo all’allenamento, ma la comunicazione ha un ruolo fondamentale in un Team, e gli Atherton lo sanno bene.
La prima cosa che noti quando giri con atleti del loro calibro, è la confidenza che hanno subito con qualsiasi tracciato, quello che per un normale rider, che magari conosce quella pista a memoria, è semplicemente inimmaginabile, loro lo fanno con disarmante semplicità, su un kicker alto una manciata di centimetri, loro ci arrivano ai 60 kmh e tirano un whip a due metri da terra, e tu sei li che ancora devi capire quel salto da dove è spuntato, 10 secondi prima ci sei passato e ti sembrava un brakebump…
Un totale di tre discese per traccia, la prima per vederla (e raidare un po’), la seconda per foto e filming, la terza con le bulletcam a manetta, e poi si cambia location
Dopo la mattinata su Jaffreau di Bardonecchia, si tora a Sauze per pranzo… contrariamente a quanto si possa pensare, mangiano come avvoltoi, in un giorno gli ho visto divorare una quantità di cibo impressionante, io pensavo seguissero diete ferree, invece assumono costantemente cibo, durante tutta la giornata mangiano frutta, uova sode, barrette, ma anche un sacco di snack, e quando è ora di pranzo e cena, ci danno dentro… tra l’altro mi dicono di avere una vera passione per la cucina italiana e provano un po’ di tutto, ma quando Gee ha scoperto la carbonara è stata la fine, d’altronde, dai a un inglese uova e pancetta, e vedrai un sorriso spuntargli in viso.
Io nel frattempo vado in ricognizione con Sven e Dan, per far loro vedere il trail su cui scatteremo nel pomeriggio, e con non poca emozione mi metto davanti a loro giocandomi un jolly dopo l’altro per dare l’impressione di non essere quel cancello che in realtà sono, ma dopo tre curve di numero mi passano ed inizio ad arrancare, arrivati giù si risale con tutta la crew e si va su FlyToBali, il mio trail preferito, e inizia il delirio, gli scenari di Sauze abbinati al loro stile si sposano a meraviglia e in un attimo sembra di essere in una favola, per loro è una normale giornata di lavoro, per me diventa il sogno che si avvera.
Primo giorno finito, prima di cena uno scatto allo Chalet Faure che ci ospita per la notte, a cena arriva anche Marcus Greber, e alla fine facciamo una foto con me, Sven, Marcus e Clay… ovvero tre leggende e un pirla qualunque… ancora devo recuperare lo scatto, ma un brivido mi corre lungo la schiena, e forse anche per colpa del Genepy che ci stiamo scolando, non so dove finisca la realtà e inizi il sogno…
La mattina successiva si parte per la DH di Sestriere, Guala è teso perché non vede l’ora di sentire i commenti di tre grandi PRO sulla pista che poche settimane dopo ospiterà gli italiani assoluti di DH, i ritmi sono più blandi, abbiamo tutto il giorno da dedicare a una sola traccia, il tempo però sta peggiorando, e nella parte alta si spinge al massimo, i saltoni di Sestriere sono battuti dal vento, ma Gee e Dan non si risparmiano, mentre Sven prende da parte Rachel per qualche scatto di drift, io li seguo da lontano con il tele, per star fuori dalle inquadrature dei filmer, e mi godo lo stile.
A metà discesa sono tutti entusiasti, ed Enrico dopo i complimenti di Dan e Gee ha il sorriso a 72 denti, incontriamo i ragazzi del Team BikeCafè, capitanati da Zio Leo che ne approfitta subito per batterla un po’ a Rachel, li capisco una cosa importante, anche se sono superPRO, se sono li impegnati a fare mille cose, sono sempre gentili e disponibili con i loro fan, non negano mai due parole, una foto insieme, un autografo, e questa piccola attenzione verso noi comuni mortali me li fa apprezzare ancora di più come esseri umani, e non solo come atleti.
E qua ne approfitto per chiudere con un breve omaggio ai tre componenti di questa splendida famiglia, e dico famiglia prima ancora di Team perché traspare come per loro sia importante questo concetto, e sia palese e forte l’unione tra di loro.
Inizio da Rachel, dolce quanto veloce, è la donna che tutti i rider di questo mondo vorrebbero sposare, sa essere femminile al massimo fuori dalle piste, dolcissima e talvolta un po’ timida, ma diventa un vero animale da riding appena mette il casco.
Gee è la superstar, e interpreta appieno il ruolo, è un po più distaccato degli altri, è sempre molto concentrato, credo senta parecchio il peso sulle spalle di un titolo mondiale e per questo potrebbe anche passare per un po’ snob, a volte, ma compensa la poca espansività caratteriale con un manico fuori dal comune, non si risparmia mai, e ogni foto esce sempre perfetta ,senza fatica… è il rider che tutti vorrebbero fotografare, e ora so perché.
Dan è stato, in quei giorni, quello con cui ho parlato di più, è un po’ il capofamiglia durante la stagione, è lui il primo ad alzarsi la mattina, segue tutto, organizza la giornata, è quello che più segue le public relations. Quando è in bici, si nota che ha una marcia in meno rispetto a Gee, ma se c’è da provare un salto, è il primo che si lancia, ed è inoltre, a mio parere, il capo di stile, si nota la sua preparazione in BMX e 4x, sui salti la mette sempre di traverso in mille modi, e si fa dei drift assurdi, manco fosse in moto, entra in curva e la spazzola con una facilità disarmante, e se dovessi scegliere uno dei tre per una giornata di foto, lui sarebbe la mia scelta.
Ecco tutto, spero di essere riuscito a trasmettere l’emozione che ho provato a seguire gli Atherton in questa loro visita al nostro bel paese, e vi lascio con un ultimo scatto, che ha visto anche me, per una volta, dall’altra parte dell’obiettivo.
Grazie ad Alpi Bike Resort, e ad Alberto Surico ed Enrico Guala, per questa splendida opportunità.
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