La discussione che vede contrapposte le full alle front suspended è vecchia come il web, ma molte cose sono cambiate negli ultimi anni e ho pensato che non sia male fare il punto della situazione, a.D. 2018. Per i non adepti, per full si intende una bici biammortizzata, mentra la front ha una forcella ammortizzata all’anteriore, ma è rigida al posteriore.
Queste le due bici full carbon usate per il paragone:
Anche se la Cube è relativamente datata, essendo del 2015, è pur sempre un ottimo esempio di una racebike di razza, con un peso di 9.80 Kg contro gli 11.11 Kg della Stoll, pedali e reggisella telescopici compresi. Certo, i duri e puri non si sognerebbero mai di aggiungere 200 grammi di peso per un telescopico, eppure nella gara più tecnica che ci ho fatto, quello è un componente di cui non avrei fatto a meno (e che mi ha permesso di superare molta gente in discesa).
Ruote da 29 per tutte e due le bici, gommatura da marathon con volume generoso e latticizzazione, e delle geometrie piuttosto sportive: 70° l’angolo sterzo della Cube, 68.5° quella della Stoll. 100mm di escursione per la Cube, 120mm davanti e dietro per la Stoll. Insomma, sono dei mezzi pensati per essere pedalati a tutta, anche se la Stoll potrebbe venire abbassata ulteriormente di peso nella versione da xc con 100mm di travel.
Le trasmissioni sono entrambe SRAM: XX1 1×11 per la Cube ed Eagle X01 1×12 per Stoll. Corona ovale da 32 denti su quest’ultima, mentre alla Cube avevo messo su una 30 perché ci avevo fatto la Hero, e successivamente Andrea Chiesa l’aveva usata per la Ronda Extrema del Garda, due gare con salite molto ripide e lunghe. La M1 è stata usata quest’anno alla Ronda Extrema.
Come avrete capito la tipologia di gare che ci piace è quella dove i sentieri sono spesso tecnici e scassati e non le autostrade sterrate per stradisti mancati. È proprio su terreni difficili che viene fuori più chiaramente la differenza fra una full e una front, differenza che non riguarda solo il peso.
Se la salita è scorrevole la front sale più veloce, a parità di potenza impressa sui pedali, proprio grazie ai grammi in meno. L’ammortizzatore della Stoll si blocca completamente evitando dispendi di energia, ma la sensazione di scarico della forza sul terreno che si ha con una front è praticamente impossibile da replicare su una full, vuoi perché comunque si affonda nel sag, vuoi anche perché nessun ammortizzatore diventa di marmo se si chiude la compressione.
Il discorso cambia completamente quando la salita diventa accidentata. Le ruote da 29 pollici e la gommatura generosa hanno migliorato la trazione in questo frangente, ma la cosa vale sia per le front che per le full. Vale a dire che sono migliorate entrambe in una situazione in cui la full dà nettamente la paga alla front, perché copia meglio il terreno e non richiede un faticoso lavoro di gambe per mantenere la ruota posteriore incollata al suolo. Senza parlare della netta riduzione di botte alla schiena, cosa che i rider non più giovanissimi sapranno apprezzare. Sulle lunghe distanze significa faticare di meno a livello muscolare ed arrivare più freschi alla discesa.
Anche qui, tutto bene per le front fintanto che il terreno è scorrevole, ma quando il sentiero diventa tecnico si deve cominciare a lavorare molto con le gambe per fare il lavoro che sulla full si prende in carico il carro posteriore. Insomma, come in salita anche in discesa la front richiede molto più impegno fisico per tenere la bici in traettoria ed evitare che saltelli ovunque.
Non voglio entrare nel merito delle due forcelle che vedete nelle foto, perché la Fox 34 Step Cast (qui il test) al momento è per me la migliore forcella di questa escursione presente sul mercato, mentre la Rock Shox RS-1 sembra essere sparita completamente, confermando che i progetti a steli rovesciati hanno vita breve, malgrado la sua idraulica non fosse affatto male.
La full si può lasciare correre, perdona di più gli errori di guida e soprattutto è molto più divertente. La front, dal canto suo, un grande vantaggio ce l’ha: aiuta a guidare puliti ed è un ottimo modo per imparare ad andare in mountain bike, perché “si sente” il terreno e si impara a controllare il mezzo con le gambe e le caviglie, cosa che viene comoda anche quando si passa ad una full in un secondo momento. Mi riferisco quindi a principianti e neofiti del nostro sport: una front è un acquisto sensato per fare i conti con la “durezza” del ciclismo fuoristrada, senza contare che, a parità di montaggio, costa di meno di una full.
Se a livello di trazione una front non arriverà mai ai livelli di una full, ci sono un paio di accorgimenti che la rendono più facile e più divertente da guidare:
Una full pesa di più di una front, a parità di montaggio, ma ne è decisamente superiore a livello di prestazioni, sia in salita che in discesa, quando il terreno è quello di una mountain bike, vale a dire accidentato, e non di una gravel, cioè sterratoni lisci. La front è però un ottimo mezzo per avvicinarsi alla MTB, sia perché costa di meno di una full sia perché si impara ad usare il corpo per guidarla, cosa che viene comoda anche se si dovesse passare ad una full in un secondo momento. Con i cinque accorgimenti citati qui sopra potrete divertirvi per bene anche con una front. Personalmente ogni tanto ci giro ancora, con la front, perché mi piace la sensazione “rozza” che mi dà. Mi sembra di essere una scheggia sui sentieri che faccio di solito. Poi guardo i tempi, e vedo che era solo una sensazione. Però mi sono divertito e, in fondo, è quello che conta di più.
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