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La tappa conclusiva dell’anno scorso a Santo Stefano d’Aveto finiva così dopo 2 giorni di gara sotto l’acqua e una settimana a pulire abbigliamento e bici (report 2015). Quest’anno invece i presupposti e le previsioni meteo sono state esattamente l’opposto. Sole e temperature nella media stagionale hanno fatto da cornice ai 2 giorni di gara.
L’arrivo a Santo Stefano è sempre un punto interrogativo dal momento che ci sono diverse opzioni e teorie sulle strade da percorrere, ma una cosa è certa, l’autostrada non arriva fino a lì ed i tratti di strada provinciale possono talvolta essere più tecnici e tortuosi della pista da downhill.
Il percorso di gara chiamato “Day Hospital” può essere considerato tra i più tecnici dell’intero circuito. Sin dall’anno scorso il mio feeling con la pista è stato ottimo e anche quest’anno la mia Rose ha saputo interpretare al meglio il terreno. Il team Bike Club Sestriere per questa finale era composto solo da 4 membri : il sottoscritto, Alessandro il Principe Letey, Loris Bertolino alias Mc Gyver e il team manager nonché persona di riferimento per l’Ospitality di Gravitalia, Cesare Peretti. Mancava all’appello Andrea, impegnato con lo sci.
Dopo qualche giro per testare il percorso tocco con il cambio posteriore un sasso che fa saltare il forcellino.
Arrivato al paddock controllo la cassetta dei ricambi e mi accorgo di averla sistemata l’ultima volta nel mondiale del 2012, ho un sacco di pezzi di ricambio della Torpado ma nulla della mia Rose the Unchained nonostante Sergio Ghezzi (Country Manager Rose Bikes) mi abbia mandato 10 forcellini che custodisco con cura nel garage di casa.
Queste situazioni che credo siano già capitate a molti di voi servono a farci riflettere sull’importanza di alcuni pezzi di ricambio e sulla preparazione degli attrezzi prima di partire per una gara o anche solo un semplice allenamento. Molti chilometri e ore in macchina per poi dover tornare indietro perchè si è dimenticato un pezzo a casa.
La mia fortuna è stata quella di avere un meccanico con mani magiche che dopo aver comprato in ferramenta una lamiera di ferro si è messo a ritagliarla a mano con seghetto e lima finchè prendesse le sembianze di un forcellino
Gara salvata, grazie Loris!
Per preservare però il forcellino effettuo tutte le prove “Unchained” e molti mi chiedono se il nome sulla bici lo abbia fatto serigrafare per l’occasione.
Verso le 4 è l’ora della qualifica, parto molto convinto ed effettuo una run pulita ma al tempo stesso ad un buon ritmo (cosi mi sembra), purtroppo il cambio si sregola e da metà in giù riesco ad utilizzare solo l’ultimo rapporto. Taglio il traguardo ed alla fine sarò settimo assoluto. Molto felice e carico per la finale di domenica.
(Qui sono al telefono con mio fratello Vittorio a cui sto dicendo che gli è andata bene che non ci fosse altrimenti sarebbero stati secondi anche per lui)
Il giorno di gara mi sveglio abbastanza tardi, faccio alcuni giri di prova e per pranzo per restare leggeri il catering di Cesare prevede un antipasto misto con salame , mozzarelle, burrate, prosciutti e fontina.
(Immagine dell’Ospitality + Sara)
Dopo qualche ora, giusto il tempo di digerire i 300 grammi di burrata è ora della manche di gara, la pista rispetto al sabato si è asciugata e velocizzata molto e se per alcuni può essere un vantaggio onestamente preferivo le condizioni più tecniche del giorno prima.
In gara faccio una buona run ma con qualche errore e sull’ultimo rettilineo perdo il controllo dell’anteriore e rischio di sdraiarmi davanti a tutti perdendo qualche secondo prezioso.
Al termine sarò 11esimo assoluto. Loris Revelli vince finalmente la sua prima tappa di Gravitalia e Gianluca Vernassa e Carlo Caire completano il podio.
Il circuito Gravitalia tornerà la prossima stagione ma le mie gare continueranno con la tappa del circuito Urban DownAlley a Cervo il prossimo 8/9 Ottobre e la finale del circuito a Sanremo in notturna il 29 Ottobre.
Inoltre a novembre terro’ un Gamby Camp a Caldirola. Per informazioni charlitos1986@yahoo.it o 3334626656
State sintonizzati.
A presto,
Gamby
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