Ciao a tutti,
come anticipato qui http://www.mtb-mag.com/storia-del-gravity-in-italia-laddio-al-surfing-shop-dopo-10-anni-insieme/ avevo promesso di aggiornarvi sulla mia attività 2014 ed in particolare con i miei report vi porterò sui campi gara di Gravitalia a raccontarvi aneddoti e segreti del fantastico mondo della downhill italiana.
Inizierei dai numeri
330: Gli atleti iscritti alla gara
80: il numero dei partenti tra Esordienti/Allievi/Junior
14: gli anni che sono passati dalla mia prima gara a Caldirola, nel lontano 2001, quando vinsi il campionato italiano allievi
3.20: il mio tempo di gara
Prima di cominciare vorrei presentarvi i componenti del mio nuovo team Bike Club Sestriere:
Cesare: Team Manager le cui mansioni sono, tra le altre, autista/pulitore bici/sponsor/papà di Andrea/tuttofare/fornitore di fontina e culatello
Susanna: mamma di Andrea le cui mansioni sono cuoca ufficiale/supporter/tuttofare e responsabile di limitare al minimo il disordine di noi atleti
Walter: amico da una vita e meccanico ufficiale del team che ha fatto le ore piccole a sistemare e lucidare le bici di tutti noi.
Inizierei il mio racconto dalle prove di venerdi, il tempo è pessimo, piove tutto il giorno, ma dopo aver sistemato il mio gazebo Michelin e aver mangiato un’ottima pasta decido di cambiarmi e andare a girare.
Il percorso, nonostante la forte pioggia, tiene molto bene, le traiettorie sono pulite e iniziano a formarsi le prime canale stile motocross in curva. Non sono molti i rider che decidono di girare nonostante le condizioni e questo mi permette di fare ben 7 giri di prova. Sono soddisfatto e a fine giornata mi avvio al lavaggio della bici.
Quando le condizioni sono estreme con pioggia e fango, l’aspetto peggiore non è quello di infangarsi, ma è il tempo che deve essere dedicato alla pulizia. In media, per 3 ore di riding, se ne devono spendere almeno altrettante per lavare/ sistemare/ asciugare abbigliamento e bici.
Venerdi sera il paddock di Gravitalia inizia a prendere vita. Parlo con Frank e lui mi confida che da quest’anno, per diversi problemi riscontrati negli anni passati, non è più possibile riservare uno spazio per i team, ognuno si sistema come e dove meglio crede. Fortunatamente il bike club Sestriere si era già riservato un posto il venerdì.
Sabato mattina ci svegliamo e fortunatamente non piove! Non c’è il sole ma il fatto che non piova è già un successo, arrivo ai paddock e dopo colazione mi metto in coda per le iscrizioni. Susanna ritira tutti i numeri, e nonostante non mi aspettassi un numero bassissimo visto che l’anno scorso, causa infortunio al pollice, ho preso punti solo con il 4° posto di Sestola, il 49 ha sorpreso anche me. Non avevo mai avuto un numero cosi alto in una gara di Circuito Italiano, per la prima volta non posso girare nell’ora riservata ai top riders!
In coda vedo anche un volto noto, Marco Milivinti che fa la coda per ritirare un numero ad un suo amico. “Mili, corri?”, gli chiedo “eh, no, sono qui da spettatore” mi risponde lui, “ma dai Mili”, scherziamo insieme come sempre.
Walter mi sistema il numero sul manubrio cercando di nascondere almeno uno dei 2 numeri J in modo che sembri o un 1 o un 4! Intanto il tempo tiene e i riders inziano a girare portando a termine le 2 discese obbligatorie prima della qualifica. Dopo un paio di discese decido di correre con i miei HT EVO AE02 flat visto che i tratti nel bosco sono ancora molto infangati.
Considerato il numero alto, dopo un pranzo veloce mi tocca salire per la manche di qualifica. Arrivato in partenza mi rendo conto di essere il più vecchio tra tutti i riders! Sono accerchiato da ragazzini super gasati ed emozionati per la loro discesa, con la mente torno indietro di qualche anno e i ricordi dei primi anni di gare con il mitico Claudio Cimatti in partenza con i rulli mi fanno particolarmente effetto. Come anticipato prima, sono passati 14 anni dal mio primo campionato italiano a Caldirola, in quell’occasione il giovane che vedeva nei vari Bruno Zanchi/Enrico DalFitto/Corrado Herin i loro miti ero io e mi fa piacere in un certo senso questo possa accadere nei miei confronti vedendo i vari ragazzi unirsi attorno a me.
Tornando alla gara le qualifiche vanno discretamente bene, scendo senza prendere troppi rischi con qualche sorpasso di numeri precedenti ma alla fine sarò decimo a circa 6 secondi dal primo. A sorpresa l’altoatesino Johannes Von Klebesberg prende il primo posto, con Francy Colombo e Mario Milani a seguito.
Alla sera decido di montare le gomme da asciutto per il giorno dopo visto che le previsioni danno sole e si prospetta una gara quasi asciutta, quindi via i Mud e al loro posto i Michelin Rock’r2.
Domenica ci svegliamo con il sole, arrivo al paddock e Walter e Cesare hanno già tirato fuori e preparato le bici. Dal momento che sono rientrato nei top e posso girare fino alle 12.30 decido di aspettare le ultime 2 ore per fare asciugare il più possibile la pista e trovare le condizioni più simili alla gara, intanto i vari rider arrivano al traguardo meno infangati del giorno prima, la pista si sta asciugando.
Verso le 10 e mezza incontro Alan Beggin e decidiamo di salire insieme, fortunatamente il sole sta asciugando bene le parti all’aperto, ma rimane l’incognita del bosco. Il primo giro di prova con gomme da asciutto è traumatico, nel bosco il terreno è molto simile al giorno prima e con le gomme da asciutto non si sta dritti, ritorno giù , rimonto una soluzione da fango all’anteriore ma tengo quella da asciutto al posteriore in modo da dare un po’ di scorrevolezza ai tratti pedalati.
Faccio ancora un paio di giri e il feeling con la mia Pivot Phoenix migliora notevolmente, arrivo giù e pasta, culatello e fontina sono già pronti in tavola.
A questo punto vorrei fare davvero i complimenti all’organizzazione del mio team, in questi 3 giorni di gara ogni cosa è stata gestita al meglio, dall’idropulitrice per il lavaggio bici , essenziale in condizioni come quelle che abbiamo avuto, alla tavola apparecchiata come se si trattasse del pranzo di Pasqua.
Con la pancia piena vado a vedere la gara amatori dove un velocissimo Dragoni ha la meglio su Fusani e Frigerio ed i sempre in forma Oscar Colombo e Paolo Alleva.
Quando sto per salire per la run assisto ad una di quelle scene che non si vorrebbero mai vedere: il figlio di Claudio Conte (Emporio Bike) viene portato via in barella. Per lui questa era la primissima gara da esordiente primo anno e fortunatamente l’incidente si rivela poi essere nulla di grave e a lui vanno i migliori auguri per risalire in fretta in sella, magari già a Sestola.
Ed eccoci in partenza, mancano solo più 10 rider ed è il mio turno, questa volta sono convinto e so che devo spingere in ogni singolo tratto della pista per riuscire a fare il tempo, parto convinto, gli allenamenti invernali e le gare di enduro iniziano a dare i loro frutti, dopo poco più di 500 metri di pista vengo fermato dalle bandiere rosse – gara interrotta – decido di scendere comunque piano piano sperando che nessuno dei ragazzi partiti prima di me si sia fatto male. Nella parte finale della pista vedo Pietro Caire con una faccia dolorante ma sorridente, gli chiedo cosa si sia fatto ma mi dice che dovrebbe essere tutto a posto, solo una forte botta alla spalla ma nulla di rotto, arrivo quindi in fondo, giusto il tempo per pulire la maschera e devo risalire.
Si riparte, le gambe non sono al massimo perché non ho avuto tempo di riscaldarmi, parto comunque bene, la prima parte di gara è perfetta così come il primo tratto di bosco, arrivo nel single track bagnato e la ruota anteriore scivola su una radice, mi fermo quasi contro un albero, 2 o 3 secondi se ne sono andati, devo recuperare, durante il resto della gara cerco di scendere al meglio ma un altro paio di imprecisioni non mi fanno tenere il ritmo che vorrei, alla fine chiudo in 3’ 20’’. Simone Medici vince la sua prima gara fermando il cronometro sui 3’ 14’’ 80, seguito dal giovane Revelli e da Roncaglia. Alla fine sarò 9° assoluto ma il rammarico per i secondi persi e il risultato mancato c’è.
Rientrando in appartamento scambio 2 parole con Alan, che finisce in ottava posizione. Mi fa giustamente notare che l’indomani io e lui saremmo andati a lavorare e che il tempo per gli allenamenti ora è limitato a qualche weekend ed è naturale un cambio generazionale. Due pacche sulle spalle ma siamo subito d’accordo a dare nuovamente battaglia già dalla prossima tappa a Sestola.
I miei complimenti vanno a tutto il team di Gravitalia, Andrea Torrazza, boss di Caldirola e organizzatore insieme a Gravitalia oltre agli amici giudici.
Ringrazio anche tutti i miei sponsor e Carlo Marchisio per le foto.
Il prossimo appuntamento sarà a Sestola con la seconda tappa di Gravitalia e per chi fosse interessato il 31 maggio e 1 giugno sarò a Villar San Costanzo(Cuneo) per un corso di enduro e downhill in collaborazione con enduro 360. Per info 3334626656 o carlo.gambirasio@yahoo.it
Questo weekend tutti a tifare per mio fratello alla Superenduro di Punta Ala, questa volta faccio faticare solo lui J
A presto qui su Mtb-mag
Gamby
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