Il mio viaggio a Santo Stefano d’Aveto inizia venerdì sera quando mi ritrovo insieme a Luca Fusani al casello di Casei Gerola.
Da poco infatti mi sono trasferito a Milano per impegni lavorativi e il discorso logistico per andare alle gare non è dei più semplici, spazio, bici, viaggi…tutto diverso rispetto a quando ero a Torino.
Ad ogni modo dopo un pezzo di strada insieme a Luca, saliamo sul furgone di Manuel dal Pozzo in direzione Santo Stefano. Buio, nebbia e la strada rendono il viaggio alquanto tecnico.
In tanti anni è la prima volta che partecipo ad una gara nazionale arrivando il venerdì sera avendo a disposizione le prove solo del sabato. Per molti atleti amatori sembrerà normale ma in realtà in gare di dh, un giorno in più di prove come il venerdì è fondamentale per provare pista, settaggi, gomme, etc.
Ad ogni modo sabato mattina mi alzo alle 7.30 ed alle 9 sono già sulla seggiovia, il 1° a salire dopo i Marshall.
La pista è molto bagnata e davvero tecnica ma dopo qualche giro riesco a trovare il giusto feeling e anche un’ottima velocità.
Sopra mi vedete alle prese con una traiettoria alternativa 🙂
Dopo appena 8 giri di prova – gli organizzatori volevano chiedermi i danni per i canali nella pista – è l’ora della qualifica.
Il terreno rispetto ai primi giri del mattino è più asciutto anche se in alcuni tratti tende ad impastare e riempire i copertoni. Fortunatamente i miei Michelin Mud scaricano il fango in modo ottimale e mi permettono un grip eccezionale anche in condizioni estreme.
Faccio una discesa molto pulita, per tutta la run non sgancio i piedi dai pedali, arrivo al termine ed alla fine sarò 13° assoluto. Molto soddisfatto ed estremamente positivo per domenica.
Sopra vedete una foto di Cesare impegnato a lavare la mia bici post qualifica. Proprio riguardo a questo vorrei fare una piccola riflessione sull’importanza di un team ed una struttura in condizioni come quelle del weekend appena trascorso a Santo Stefano.
Riuscire ad essere autonomi nel lavare bici e attrezzatura senza dover fare code al lavaggio è un fattore molto importante ma non semplice perché oltre al barile dell’acqua c’è bisogno di generatore e compressore per togliere il fango. Fortunatamente il Bike Club Sestriere è pronto ad ogni evenienza e Loris (Bertolino-Meccanico) può lavorare sulle bici pulite.
La sera ceniamo nell’hotel e dopo cena entriamo in un bar dove il tempo si è fermato 20 anni fa. Io e Andre Peretti entriamo in sala giochi e dopo aver cambiato 15 euro di gettoni passiamo 1 ora a sfidarci al simulatore di guida. Ovviamente perdo quasi tutte le sfide….e lui non ha ancora la patente.
Domenica mattina mi sveglio ed il tempo è pessimo, nebbia e pioggerellina leggera. La voglia di salire in bici ed infangarsi non è molta ma una volta indossato il completo Tucano inizio a girare. Il feeling è ottimo già dal primo giro questo perché il fango è sempre stato un terreno a me favorevole.
Dopo un pranzo leggero a base di fontina della Valle d’Aosta e schiacciatine è il momento della run di gara. Non sicuro di portare a termine la manche senza lenti a strappo decido di mettere 1 solo strap sulla maschera.
In partenza sono carico e deciso a fare bene, parto e faccio una prima parte di pista perfetta, dopo un po’ decido di togliere il primo ed unico strap alla maschera, continuo e faccio un altro tratto di pista con una andatura mai fatta fino a quel momento, riprovo sensazioni di gara di qualche anno fa. Purtroppo prima del tratto più tecnico la maschera è completamente sporca, non riesco più a vedere nulla, mi fermo e provo a pulirla con i guanti ma peggior solo la situazione, mi fermo nuovamente e decido di mettermela al collo, tutto questo perdendo tanti secondi preziosi, quando riparto il fango mi riempe gli occhi e visto i secondi persi decido di terminare la gara al rallentatore per evitare rischi inutili.
Quando taglio il traguardo e vedo che il tempo è lo stesso del sabato il rammarico per non aver potuto portare a termine una manche al livello della mia andatura è molto. Purtroppo queste sono le gare e l’errore, alquanto stupido, di non mettere 2 o 3 strap è stato in questo caso decisivo.
Come si nota dall’immagine della mia maschera sarebbe stato impossibile continuare a scendere
Lascio quindi Santo Stefano con un 14esimo posto assoluto, molto rammarico per una prestazione mancata ma anche tanta motivazione per sapere di essere nuovamente ad un ottimo livello ed in particolare quando le condizioni sono impegnative.
Per quanto riguarda la gara, trionfa un grandissimo Alan Beggin, seguito da Mario Milani, Stefano Mezzetta, Francy Colombo che si aggiudica il circuito Gravitalia e un grande Tommy Francardo alla sua prima top 5 in ambito nazionale.
La stagione non è ancora finita infatti il prossimo weekend sarò a Santa Margherita Ligure dagli amici di Portofino Bike per una gara di enduro alla cieca, difatti arriverò solo sabato mattina senza aver mai provato le prove speciali.
Ad Halloween invece l’appuntamento è a Sanremo per la Urban downhill in notturna.
Infine per chi fosse interessato e visto che ci si avvicina all’inverno ed i terreni sono sempre più umidi il 7-8 Novembre terrò un corso di guida enduro – downhill sul bagnato a Caldirola. Per info 3334626656 o charlitos1986@yahoo.it
Visto che si tratta dell’ultima tappa di Gravitalia e ci avviciniamo al termine della stagione un ringraziamento va a tutti i miei sponsor, il team di Gravitalia e Carlo Marchisio per le bellissime foto
A presto
Gamby
Volete sfondarvi di cenoni, pranzoni, aperitivi e gozzoviglie varie? Allora ecco un ottimo modo per…
Settimana di brutte notizie dal mondo ciclo: dopo GT e Rocky Mountain, questa volta tocca…
A causa di una brutta caduta alla Parigi-Roubaix 2023, Filippo Colombo dello Scott-Sram XC team…
Qual è la mountain bike dell'anno 2024? Dopo tante elucubrazioni, ecco la nostra preferita. Attenzione:…
Purtroppo anche per Rocky Mountain Bicycles le cose non vanno bene, l'azienda canadese oggi ha…
Fermento in casa GT, dove ieri è stata annunciata una "pausa" nel rilascio di nuovi…