Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui a raccontarvi la seconda tappa di Gravitalia in quel di Sestola.
La località sull’appennino modenese è una tappa storica per la downhill italiana in quanto ha ospitato i campionati italiani di downhill nel 1999 e nel 2006! In quelle 2 occasioni a vincere furono il mitico ed eterno Bruno Zanchi ed Alan Beggin , ( io arrivai secondo assoluto nel 2006 e secondo categoria esordienti nel 1999, in entrambe i casi davanti a me arrivò Alan)
( Vista dalla mia camera dell’hotel, magnifico)
Siamo nel 2014 e sia Bruno che Alan sono ancora carichi ai nastri di partenza insieme ad altri 300 riders, per la maggior parte giovani tra 16 e 20 anni.
Il meteo, a differenza di Caldirola , ha accompagnato positivamente lo svolgersi dell’evento.
Il percorso è molto simile all’anno scorso, a parte alcune varianti fatte esplicitamente , come confidato dal buon Danilo Piergiovanni, per allungare di alcuni secondi il tracciato.
Il terreno a differenza dell’anno precedente è estremamente secco e polveroso ed il grip in curva è davvero basso, l’atteggiamento quindi è mani sul manubrio , frenare il meno possibile e sperare che i tasselli laterali del pneumatico davanti non ti tradiscano…..di sicuro non le mie condizioni ideali di pista .
Sabato mattina ritiro il pettorale e per fortuna questa volta, grazie al risultato di Caldirola (http://www.mtb-mag.com/gamby-report-gravitalia-rd1-caldirola/) ho recuperato un po’ di posizioni nel ranking passando dalla tabella 49 alla 15 rientrando nella lista dei TOP aventi diritto all’ora di prove in più.
Qui sopra potete vedere il nuovo mezzo a supporto del team Bike Club Sestriere con tuning nero opaco ( grande Cesare …)
Finalmente riconosco con piacere volti noti della downhill italiana, in primis Lorenzo Suding, il suo ex team mate Oscar Arnstrom , Walter Belli ( nonostante l’età non sembra aver ancora imparato a fare il primo giro di prova piano) insieme a Milivinti e Casadei , quest’ultimo su bici da enduro. Ci sono davvero tutti.
C’è anche il mitico Cristian Mastino con le vesti di delegato tecnico federale e per chi non conoscesse Cristian Mastino, è uno dei fondatori della classica Axo’s Cup di fine stagione a Carbonia in sardegna. Gara che è stata ed è tuttora una tappa fissa per molti rider nazionali ed internazionali . La gara ha visto ai nastri di partenza nomi come Stefano Migliorini, Bruno Zanchi, Alan Beggin e tantissimi altri.
Cristian insieme a Romano Favoino, sono componenti con delega per la DH in seno alla commissione Fuoristrada, e si occupano dello sviluppo del settore; fa sempre piacere vedere che ogni tanto, persone con esperienza e passione come lui, vengano messe in posizioni all’interno della federazione.
Per chi fosse interessato ho chiesto a Cristian di descriverci il suo ruolo di delegato tecnico :
“ Ciao Gambireddu, grazie per l’opportunità di presentarmi ufficialmente ai lettori di Mtb-mag, innanzitutto il delegato tecnico è il tramite tra campo gara, società , atleti e la Federazione intesa come commissione fuoristrada e poi consiglio federale. Abbiamo il compito di prendere il polso al movimento, capire se ci stiamo muovendo nella giusta direzione, cosa va, cosa no e nei limiti del possibile trovare il meccanismo giusto per poter migliorare.Le mie impressioni sono che ci troviamo davanti ad un movimento in crescita, il numero dei partecipanti alle gare nazionali è in aumento ma la nota positiva è l’aumento dei numeri nelle categorie esordienti e allievi.Ho notato che il supporto del Team Gravitalia ha favorito la creazione di un circuito nazionale con ottimi risultati in termini di presenze,che testimoniano la bontà del progetto.Si deve lavorare per portare più in alto la difficoltà sulle piste, chiaramente con coscienza e tenendo sempre bene in mente il fattore sicurezza; ci sono alcuni tracciatori esperti in Italia, bisogna solo trovare comprensori disposti ad investire per realizzare delle piste con nuove difficoltà.E’ chiaro che non tutti possono essere accontentati, qualcuno rimarrà sempre scontento, ma lavoreremo perchè questo numero sia il più basso possibile “
Ritornando al report di gara, dopo alcuni giri di prova mi rendo conto di essere veloce e competitivo solo a tratti, ci sono curve dove bisognerebbe entrare più forte ma l’aderenza è davvero poca ed il rischio di scivolare è alto. Nell’ultima ora faccio un paio di giri ritmo gara e nonostante la pista sia relativamente corta non si ha un attimo di respiro e bisogna attaccare dall’inizio alla fine.
Dopo un’ultima controllata alla bici da parte dello splendido meccanico Julien Juglair è ora di salire per la qualifica.
Logisticamente Sestola è tra i posti migliori per ospitare una gara di Downhill, poiché la partenza è situata in una frazione con albergo, ristorante e officina bici, facilmente raggiungibile in macchina. Dal punto di vista del pubblico questo favorisce molto l’affluenza dei vari interessati e fa si che ogni metro della pista sia pieno di spettatori.
Ad ogni modo la mia run di qualifica non è delle migliori, le linee e la guida sono fluide ma non incisive come dovrebbero. Al termine della run sarò 17esimo con 2’45’’. Il miglior tempo è di Lorenzo Suding con 2’37’’. In soli 8 secondi ci sono 17 persone!!!E’ davvero incredibile come il livello si sia drasticamente alzato nell’ultimo anno!!
A cena cerco di far tornare alto il morale con un pasto leggero a base di : gramigna con salsiccia, gnocchi fatti in casa con gorgonzola e noci, scaloppine al mirtillo e una insalatina per rinfrescare il palato….tutto per la modica cifra di 12 €!! Adoro questo posto, negli ultimi 3 anni qui a Sestola è diventato una tappa fissa per tutte le cene.
È domenica, race day! Il primo giro di prova mi fermo in ogni singola curva in modo da capire la traiettoria adatta per cercare di limare il più possibile e recuperare il gap dai primi.
( Qui sto studiando i tempi della qualifica e Cesare continua a sostenere che togliere il freno davanti sia l’unica soluzione)
Sono le 14.30, parto tra un’ora e inizio a salire in seggiovia verso Pian del Falco, in partenza si respira una tensione strana per essere una gara di Gravitalia, è pieno di gente che si scalda con metodo, cosa vista raramente fino a questo momento. Senza andare troppo in là con il tempo, basta pensare all’anno scorso o a 2 anni fa quando a scaldarsi seguendo un metodo erano davvero in pochi, ora anche i più giovani seguono una attenta preparazione e si presentano alle gare al 100% della forma. Questo sicuramente non può che fare piacere e contribuire al tempo stesso allo sviluppo del movimento.
La run di gara va abbastanza bene, scendo pulito, non faccio errori e alla fine il mio tempo è 2’41’’, terminerò 14esimo a soli 6 secondi dal primo. Unico rammarico è non aver azzardato un po’ di più per cercare di entrare nella Top 5 ma con le condizioni di pista cosi, azzardare è spesso sinonimo di cadere…..ci rifaremo alla prossima tappa.
Ora il prossimo appuntamento sarà il campionato italiano di Enduro a Rocca di Papa, poi bike festival a Monte Alpet.!!
Ricordo inoltre che ci sono ancora 3 posti per il Gamby Camp enduro e downhill previsto per il 2/3 agosto a Santo Stefano d’Aveto. Per info 333-4626656 o carlo.gambirasio@yahoo.it
Ringrazio Carlo Marchisio e tutto il team di Gravitalia per le foto
a presto
Gamby
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