Ciao a tutti, purtroppo questa volta non sono qui a rallegrarvi con i miei report di gara ma a raccontarvi del mio infortunio a spalla e costole e a fare alcune riflessioni sull’uso delle protezioni e del recupero post caduta che spesso noi atleti siamo costretti ad affrontare. Cadere e stare fermi per noi atleti, oltre al danno dell’incidente, è spesso associato alla perdita dell’allenamento.
Mesi di allenamento per cercare di arrivare in forma durante la stagione svaniscono se si è costretti a stare a riposo per più di 1 mese.
In tanti anni di Coppa del mondo e Campionati mondiali non mi era mai successo di rompere nulla, mai neanche una caduta che mi avesse fatto stare lontano dalle gare per una settimana. L’unico infortunio, lussazione del pollice, è avvenuto l’anno scorso durante le prove del campionato italiano di downhill a Prali. Vi assicuro che non poter partecipare alla gara per infortunio mi sembrava impossibile, in 14 anni di gare non avevo mai perso un’edizione dei campionati italiani.
La scorsa settimana invece sarei dovuto andare a correre all’Abetone, ma un impegno lavorativo dell’ultimo minuto mi ha fatto stare fuori dall’Italia per lavoro fino a venerdì sera e partire sabato mattina per l’Abetone sarebbe stato troppo complicato.
Come valida alternativa in calendario avevo segnato Villar san Costanzo vicino a Cuneo per la tappa del circuito Enduro 360.
Il sabato è dedicato alle prove delle 3 fantastiche speciali e la domenica mattina alle 9.30 si parte per la gara. Inizio la PS1 e dopo 300 metri in un tratto veloce urto il tronco di un albero con l’estremità del manubrio, in genere il 90% di queste situazioni si risolve con una piccola sbandata ed un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, non è questo il caso, il manubrio sterza completamente e la ruota anteriore da dritta si mette esattamente di traverso, ahia!! La velocità in questo punto è piuttosto sostenuta (40-45 km/h), tutto a un tratto mi trovo catapultato in avanti senza avere tempo di mettere le mani , atterro sulla spalla ed inizio a rotolare, fortunatamente non urto contro nessun albero.
(il mio fedele CamelBak e il casco Kali hanno attuttito non poco la caduta)
Appena sono fermo realizzo subito che qualche cosa non è al suo posto, la sensazione è davvero brutta ma toccandomi la spalla sento che non è dove dovrebbe essere, i ragazzi dell’organizzazione arrivano abbastanza in fretta e insieme al medico di gara sono caricato su un pick –up .
Il tratto di strada inizialmente sterrato per poi passare a un semi-asfalto pieno di buche è davvero doloroso. In seguito mi trasferiscono su un’ambulanza direzione ospedale di Cuneo. Dopo le lastre, il dottore attraverso una manovra mi rimette a posto la spalla, dal momento della caduta sono passate circa 2 ore e mezza.
In quel momento sento un sollievo non tanto per il dolore (la spalla mi faceva male tanto quanto prima) ma perché sapevo che il mio corpo era di nuovo a posto.
La sera torno a casa ma la notte le costole fanno molto male e fatico a respirare, al mattino mi reco al pronto soccorso di Chieri la diagnosi è 2 costole con frattura composta.
Da questo momento si apre un capitolo interessante e dalle molteplici interpretazioni, quello del recupero per noi atleti.
Il recupero per un atleta è sempre diverso da quello di una persona che non gareggia, io per recupero totale intendo il riprendere la mia attività agonistica senza limitazioni, spesso in questi giorni in ospedale mi è stato detto: “d’ora in avanti dovrà fare attenzione nei movimenti altrimenti rischia che le esca di nuovo”. Con questo cosa mi si vuole comunicare? Che durante una gara di downhill in una staccata bucata ai 40-50 km/h io devo pensare ad usare più la spalla sx piuttosto che la dx ? . Evidentemente per l’85% delle persone tale suggerimento è sufficiente per modificare leggermente il proprio stile di vita ma per noi atleti che pratichiamo discipline come dh o enduro questo discorso non vale.
A questo punto inizia il giro di chiamate ad amici e rider e mi rendo conto che oltre la metà di tutti quelli con cui parlo hanno avuto un incidente simile ma ognuno l’ha affrontato e risolto in modo diverso ,quindi si tratta di sentire i diversi pareri e cercare di capire la soluzione più adatta al proprio caso. Uno dei primi a chiamarmi è Andre (Andrea Bruno) che visti i numerosi problemi alle spalle mi dice di stare tranquillo e recuperare completamente e di non fare il suo stesso errore quando la prima volta che gli era uscita, la settimana dopo era di nuovo in gara compromettendo i risultati, il recupero ed anche la sicurezza. Un altro fattore importante è quello di non sentire il proprio corpo al 100%, inutile dire quanto questo possa influire negativamente a livello psicologico in gara.
Proprio per mettere insieme più pareri sento anche Dario Zampieri, Paolo Caramellino e Walter Belli, gente che con le lussazioni ha convissuto.
Fortunatamente scopro che l’amico ortopedico Francesco Chicco Caranzano, compagno di sia di Maxi Avalanche che di uscite in bici e motocross è specializzato nella spalla, quando me lo comunica al telefono tiro un sospiro di sollievo, perché finalmente riesco ad avere un parere da parte di uno specialista e, nel momento in cui mi dice che sono a posto conosce lo sforzo a cui è sottoposta la spalla in discipline come le nostre.
Credo che questa sia una delle situazioni più comuni in cui tutti voi lettori e rider vi troviate quando dovete riprendervi da un infortunio quindi il mio consiglio e quello di sentire più campane e cercare con l’aiuto di esperti di trovare la soluzione migliore per riprendere al 100% la propria attività in bici.
A questo punto un augurio di pronta e veloce guarigione va al mitico BR1 Zanchi, sentito qualche giorno fa al telefono mi ha comunicato che l’intervento al ginocchio è andato bene ed ora lo aspetta un lungo periodo di recupero ma conoscendolo sono sicurissimo lo vedremo più in forma che mai ai cancelletti di partenza nella prossima stagione.
Dato che queste ultime 2 settimane hanno fatto parecchie vittime un enorme in bocca al lupo va a Simo Medici che ha subito un grave incidente con l’asportazione del rene, ora si sta riprendendo ma ha già espresso la volontà di tornare prima possibile in bici.
Tutti noi conosciamo i rischi di questo magnifico sport e ogni volta che saliamo sulla nostra bici siamo consapevoli di quello che stiamo facendo ma al tempo stesso simili infortuni li possiamo avere giocando a calcio o andando a sciare pertanto in bocca al lupo a tutti coloro che come noi stanno vivendo un periodo di recupero da infortuni e potete stare certi che ci vedrete in bici prima del previsto.
Ci tengo ad avvisare i lettori che il Gamby Camp di enduro e downhill previsto a Santo Stefano d’Aveto (GE) ad inizio agosto è stato spostato a settembre ma sono ancora aperte le iscrizioni per il Corso al Monte Alpet il 30-31 agosto. Per info e costi 333-4626656 , charlitos1986@yahoo.it
A presto (in bici)
Come al solito un ringraziamento a tutti gli sponsor che mi supportano ormai da parecchi anni
Gamby
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