Qualche tempo fa avevamo parlato del nuovo sistema a doppia camera di Schwalbe, sviluppato insieme a Syntace. Verrà presentato ufficialmente ad Eurobike 2014, abbiamo però avuto la possibilità di provarlo durante il lancio Scott 2105, montato su due ruote Syncros in alluminio, a loro volta montate su una Scott Genius LT, nella località svizzera di Davos.
È necessaria una premessa: essendo il sistema ancora in fase di brevettazione non abbiamo potuto smontare la gomma per vedere come è fatto internamente. L’unica foto disponibile è il rendering che trovate qui sopra. Allo stesso modo non sappiamo dirvi niente sulla sua installazione, che dovrebbe essere però molto semplice. È possibile montarlo su cerchi in alluminio predisposti per una sola valvola: è infatti sufficiente bucare il cerchio con un trapano per creare il buco per la seconda valvola. Non ci sono problemi strutturali con questo materiale, la stessa DT Swiss (che produce anche i cerchi Syncros) ha dato il via libera. Più problematici sono i cerchi in carbonio.
La larghezza interna minima del cerchio è di 23 mm e il peso del Procore è di 200 grammi e può essere montato su ogni cerchio e, volendo, gomma tubeless ready, dai diametri di 26″, 27.5″ e 29″. Il prezzo si aggirerà intorno ai 150 euro per due Procore, senza gomma e la disponibilità è prevista per fine 2014.
Il secondo buco può venire fatto in due posizioni: o ravvicinato al primo, o dalla parte opposta del cerchio. Questa seconda opzione è preferibile per evitare che alle alte velocità la ruota sia squilibrata.
Per doppia camera si intende la camera interna ad alta pressione, da gonfiare fra le 4 e le 6 atmosfere, e la “camera” costituita dallo spazio fra copertone e camera ad alta pressione. Nel caso della prova si tratta di una normale gomma Schwalbe Hans Dampf 2.4″ Snakeskin con mescola Trailstar.
La pressione di gonfiaggio della gomma viene indicata da Schwalbe fra 08. e 1.6 atmosfere. Anche se si buca la copertura, la camera interna permette di continuare a pedalare e arrivare a fine giro, anche se la performance delle gomme scende. Nel malaugurato caso che si buchino entrambi i sistemi, è sempre possibile togliere la camera interna e sostituirla con una classica.
Nella gomma è presente del lattice. È possibile utilizzare qualsiasi marchio di gomme per la copertura esterna, basta che sia tubeless ready.
Girare a pressioni basse, anche con gomma tubeless, comporta generalmente due problemi: colpi contro il cerchio, capaci di romperlo o ammaccarlo, e pericolo di stallonamento. Il Procore elimina queste problematiche, grazie alla seconda camera, quella interna. Infatti la pressione della copertura è una sorta di prima “progressione” dell’ammortizzazione offerta dalle gomme, mentre quella del Procore, essendo molto più alta, fa impennare la curva di ammortizzazione, evitando che si vada a toccare il cerchio anche sigli impatti più grossi.
Il sistema Procore è già usato da alcuni pro, come Emmeline Ragot che ci ha vinto la tappa di coppa del mondo di DH a Fort William, o Loic Bruni. Uno dei vantaggi è che non debbano usare gomme da DH, ma delle normali gomme con snakeskin, tubeless ready, risparmiando molto peso.
Insieme agli specialisti di Schwalbe abbiamo settato le pressioni come segue:
– primo giorno: 1.2 bar all’anteriore e 1.3 bar al posteriore.
– Secondo giorno: 1.1 bar all’anteriore e 1.2 bar al posteriore.
Durante la prima giornata abbiamo percorso un singletrack prevalentemente in discesa, ma con tanti pezzi in piano molto scassati e con radici bagnate. Già dalle prime curve si può notare la grandiosa trazione offerta dal sistema, dovuta alle basse pressioni. Se questo ce lo aspettavamo, ci ha relativamente sorpreso come la bici potesse scorrere agevolmente sopra i piccoli ostacoli, “appiattendo” le piccole asperità. Si ha l’impressione di trovarsi in sella ad una bici più “calma” e più fedele alla linea scelta dal rider. Cosa che si è confermata entrando veloci anche su pezzi scassati. Le gomme sono il primo elemento della bici che si scontra con gli ostacoli, ancora prima che le sospensioni si attivino, da qui l’importanza di girare a basse pressioni per rimbalzare il meno possibile da una parte all’altra.
Durante il primo giro non abbiamo trovato curve ad alte velocità dove provare la resistenza allo stallonamento, ma abbiamo piacevolmente notato come i biker davanti a noi avessero dei seri problemi di aderenza su radici umide o in curve scassate, mentre il nostro grip è stato impeccabile.
Nel secondo giorno di riding, più dedicato alla discesa, abbiamo potuto apprezzare fino in fondo il sistema Procore. Innanzitutto la trazione in salita su singletrack è mostruosa: la gomma si deforma a seconda del terreno, scaricando a terra tutta la forza della pedalata. In discesa abbiamo potuto tirare le linee che volevamo, più o meno fregandocene delle rocce e ostacoli vari. Se qualcuno pensa che con delle pressioni così basse la gomma sia troppo floscia, si sbaglia, proprio perché il Procore, cioè la camera interna gonfiata a circa 4 bar, offre quel sostegno che verrebbe a mancare con una gomma tubeless tradizionale gonfiata ad 1 bar. In pratica la pressione di 1 bar riguarda una minima parte della sezione della gomma, quella più esterna. Il sistema in questo modo offre grip a volontà nel primo centimetro di sezione, per poi diventare “progressivo” (se si vuole usare un termine preso dalle sospensioni) e sostenere la gomma molto bene nelle curve.
Non abbiamo mai avuto la sensazione gelatinosa di una gomma semisgonfia anzi, nelle curve con tanto ghiaino la deformazione della parte superiore della gomma offre maggior superficie su cui aggrapparsi, allontanando il punto di derapata. Anche in frenata il grip aumenta in maniera notevole, permettendo delle staccate su terreno smosso che altrimenti non si oserebbero fare.
Alla fine del giro siamo transitati su una carrareccia ripida e scassata, con un rettilineo di circa 300 metri e una curva su ghiaia in fondo. Sullo scassato non abbiamo mai notato una tranquillità di guida simile, se non con gomme da DH gonfiate a basse pressioni. La staccata è stata molto controllata, proprio grazie al grip che rende la gomma molto prevedibile.
Se non si è capito per noi il Procore di Schwalbe è una di quelle novità che cambieranno il modo di andare in mountain bike, indipendentemente dalla disciplina. Già adesso non ne possiamo fare più a meno.
La seconda bici in alluminio di Atherton Bikes è la S.150. Eccovi tutti i dettagli.…
EXT presenta la Vaia, la sua forcella a steli rovesciati a doppia piastra di cui…
Abbiamo le gare di XC, di Downhill, di Enduro, ma nessuna di All Mountain. Con…
Della serie "front cattive", eccovi la Kona Honzo in acciaio di Livijus75, con tanto di…
Mondraker presenta la Arid Carbon, una gravel con telaio in carbonio, la prima del marchio…
Quando si parla di gare di MTB XC, Nino Schurter è indubbiamente il più grande…