Nei giorni scorsi a Kirchberg, Austria, Ghost ha presentato la sua gamma 2013.
Per quanto riguarda la mountain bike, le novità principali sono
- La front 29er in carbonio HTX 29″ Lector
- La full da 100mm AMR 29″
- La Cagua 650B con escursioni di 160mm davanti e dietro
- L’introduzione della tecnologia E:I su alcune delle full
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HTX 29″ Lector
Cominciamo dalle hardtail. La HTX con ruote da 29″ è entrata nel catalogo Ghost nel 2012 col telaio in lega. Con la stagione 2013, Ghost ne propone un modello in carbonio.
Per lo studio e la lavorazione del carbonio Ghost ha collaborato con l’università di Chemitz ed il risultato è un telaio che mesa meno di 1100 g caratterizzato dagli studi Active Flex e SCL.
Active Flex si riferisce alla capacità del carro di assorbire parte degli urti risparmiando lavoro e fatica alle gambe del rider. SCL, specific chainstay lenght, invece indica che il carro della bici è diverso per ogni taglia e non semplicemente attaccato uguale a bici di misura diversa.
Questa bici ha passaggio cavi interno (anche per i freni), sterzo conico, deragliatore direct mount ed attacco per il freno posteriore PM 160mm.
La HTX 29″ Lector sarà venduta in tre allestimenti diversi, due invece per la versione in alluminio.
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AMR 29″
Anche per la AMR ci sarà nel 2013 una sorellina con ruote da 29″. Come è facile immaginare la bici è stata ridisegnata, visto che non è sufficiente prendere un telaio 26″ ed allungare un pochino il carro per ottenere una bici che vada bene con le ruote grandi.
Le escursioni sono di 100mm alla ruota posteriore e 110 davanti. Il tubo sterzo è alto 110 o 120mm a seconda della taglia, con un angolo di 69° ed il carro è lungo 440mm. Il passaggio cavi interno al telaio è riservato alle versioni in carbonio.
Per l’AMR avremo due versioni in carbonio 26″, tre in alluminio 26″, due in carbonio 29″ e due in alluminio 29″.
Il peso della 2979 (alluminio, ruote da 29″) è inferiore ai 13kg, quello della 2990 (carbonio, ruote da 29″) sta sotto gli 11.
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Cagua 650B
Quest’anno Ghost ha deciso di differenziare gli ambiti di utilizzo delle Cagua. La Cagua 650B con ruote da 27.5″ ed escursioni 160mm è considerata una bici da allmountain/Enduro, mentre l’aggressiva Cagua, con forcella da 180mm, carro da 170mm di escursione e ruote standard da 26″ è la bici da “superenduro”, più aggressiva in discesa.
La 650B ha angoli sterzo di 67° e sella di 74°, il carro è lungo 430mm.
La Cagua 650B monterà Fox talas 34 e trasmissioni 2×10 (24-38×11-36) in tutti gli allestimenti. Le versioni sono tre, sei se consideriamo quelle con la gestione elettronica E:I delle sospensioni.
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Lasciate perdere la scritta 170mm, è un errore del decal.
SE / SE 29″
La front SE avrà un telaio nuovo, più curato e idroformato, ma solo per i modelli dal 5000 in su, mentre le versioni più evonomiche, dalla 1200 alla 4000 continueranno ad adottare il telaio 2012. Nel 2013, anche per la SE ci sarà la versione 29″.
Le altre bici hanno subito modifiche meno marcate. La Cagua perde la versione Lector (in carbonio) e diventa più aggressiva: le forcelle sono da 180mm in entrambe le versioni (saranno proposti due allestimenti su telai in lega) e la top di gamma monta un ammortizzatore Cane Creek Double Barrel Air.
La DH è stata alleggerita con l’adozione di perni in titanio: adesso il telaio pesa meno di 4 kg, mentre le geometrie sono rimaste sostanzialmente invariate.
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E:I Shock
La tecnologia E:I, di cui si è discusso estesamente qui (video), qui e qui, verrà implementata sulle tre versioni di AMR Lector, sulla AMR Lector Plus 9100 E:I e su tre versioni della Cagua.
Questo sistema usa dei sensori di pedalata e di accelerazioni per regolare in un attimo l’ammortizzatore.
Il sistema dà il suo meglio in modalità automatica. Un sensore nella forcella rileva gli urti che questa affronta. Se ci si trova a pedalare su un fondo particolarmente scorrevole l’ammortizzatore resta bloccato. Se il fondo è più accidentato ma sempre pedalabile, un motorino imposta l’ammo nella posizione di frenatura intermedia. Quando invece si smette di pedalare per affrontare una discesa, l’ammortizzatore viene sbloccato. La caratteristica più preziosa di questo sistema è la velocità: E:I ci mette un decimo di secondo a sbloccare l’ammortizzatore. Se quindi stiamo pedalando con l’ammortizzatore bloccato e urtiamo un ostacolo, l’idraulica verrà aperta in un decimo di secondo. Questo vuol dire che se non pedaliamo oltre i 40km/h, l’ammortizzatore sarà sbloccato prima che anche la ruota posteriore urti l’ostacolo.
Può darsi che si vada più forte di 40km/h, ma è difficile arrivare a queste velocità pedalando. Se non si pedala il sistema apre automaticamente l’idraulica quindi un’altra volta il problema di avere il setting più adatto in ogni momento non si pone.
Nel piccolo giro di prova che ho avuto modo di fare ho apprezzato il sistema, in particolare nei saliscendi: corte salite seguite da corte discese. Le discese si affrontano in sicurezza con la sospensione che lavora pienamente, e quando si pedala a tutta per non perdere lo slancio ed affrontare la salita subito dopo, con la frenatura adeguata l’efficienza di pedalata è ottima. L’unico dubbio che ho avuto, ma che va sicuramente confermato da un utilizzo più prolungato (il giro di prova è durato poco più di un’ora) sta nel fatto che se nel superare un ostacolo si solleva la ruota anteriore, il sensore nella forcella potrebbe non rilevare ostacoli e lasciare l’ammortizzatore in posizione propedal (cosa che in effetti capiterebbe anche con un ammortizzatore “normale”, a meno che non si pedali con l’idraulica aperta).
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