Le gomme sono un componente estremamente importante per la nostra bicicletta. Costituendo il punto di contatto tra ruota e terreno, è naturale che le coperture abbiano un ruolo fondamentale ai fini del buon comportamento della bici.
Abbiamo già parlato di gomme, di larghezza, di disegno, di resistenza al rotolamento e di grip, ma non abbiamo mai approfondito l’argomento relativo alla mescola.
La gomma di cui sono costituiti i nostri pneumatici è realizzata su precise specifiche dal produttore e conferisce importanti caratteristiche al copertone. I componenti che costituiscono la mescola sono molteplici ed ogni produttore custodisce gelosamente le proprie “ricette”.
Il termine “mescola” deriva proprio dal fatto che il materiale che costituisce gli pneumatici si ottiene per miscelazione di diversi componenti: il polimero (in genere gomma naturale o caucciù) e vari agenti chimici destinati a colorare, stabilizzare, rendere più o meno elastico il materiale e più o meno duro.
E’ infatti giocando sulla composizione chimica della miscela che si possono ottenere mescole di diversa durezza, adatte a differenti terreni. Purtroppo non c’è una mescola ideale o una durezza che va bene in ogni condizione e per ogni stile di guida, per questo motivo i produttori offrono quasi sempre lo stesso pneumatico (stesso disegno e carcassa) in mescole differenti, più o meno dure.
Potremo quindi facilmente acquistare lo stesso copertone in differenti durezze, ma per scegliere al meglio dobbiamo capire:
Il primo passo che bisogna fare è cercare di capire quanto una mescola sia più o meno dura di un’altra. Per effettuare una classificazione precisa, per le mescole utilizzate sui copertoni si utilizza la scala Shore A.
Nel caso dei materiali di durezza intermedia come le gomme degli pneumatici si utilizza la punta “A” da cui il nome della scala “Shore A”.
In maniera inversamente proporzionale alla penetrazione della punta, si determina la gradazione di durezza sulla scala Shore. Il risultato è che più è basso il valore della scala, più è morbido il materiale.
Nell’indicare la durezza si utilizza quindi il valore della scala Shore ottenuto sperimentalmente, seguito dalla lettera “A” che identifica la punta utilizzata. Ad esempio 42a o 55a non significano 42esima o 55esima, ma “42 Shore A” o “55 Shore A”.
Per quanto riguarda gli pneumatici da mountain bike, la durezza delle mescole varia dai 40a delle più morbide ai 70a di quelle più dure. Conoscere la reale durezza Shore è molto importante quando si devono confrontare due mescole di produttori diversi, anche perchè spesso i nomi commerciali possono trarre in inganno. Un esempio? Lo Stick-E di Kenda è in realtà un 50a, una mescola intermedia nonostante il nome.
Capito come identificare la durezza della mescola, passiamo agli aspetti pratici: in che modo la mescola influenza la guida della nostra mountain bike?
Il grip delle nostre gomme è dato da due fattori:
Quando il fondo è compatto o ci sono ostacoli quali pietre o radici, va da se che il tassello non riesca a penetrare nel terreno. Quello che determina il grip della nostra bici è quindi l’aderenza superficiale, non l’ingranamento.
Sappiamo tutti dalla nostra esperienza che più una gomma è morbida, più tende ad appiccicarsi sulle superfici. Questo è dovuto al fatto che un materiale più deformabile tende a riempire le micro irregolarità della superficie creando un maggiore effetto di micro-ingranamento. Il risultato? Una gomma morbida grippa di più sulle superfici dure.
C’è insomma poco da dire: su superfici compatte e dure, su pietre, sassi e radici e specialmente sul bagnato (dove il problema è quello dell’acqua che rende viscide le superfici) una mescola morbida è senza ombra di dubbio più performante.
Quando invece il terreno diventa cedevole(ghiaia, sabbia o fango) la situazione si ribalta. In queste condizioni è il tassello che, conficcandosi nel terreno, deve assicurare il dovuto grip.
Per questo, in linea generale, su fondi cedevoli è meglio una mescola più dura: un tassello più rigido si pianta meglio nel terreno, affonda di più e si piega meno garantendo una maggiore presa.
Abbiamo visto che sui fondi compatti la mescola morbida aiuta, ma non abbiamo valutato la flessione del tassello. Un tassello più morbido è infatti molto più flessibile e tende quindi a piegarsi con maggior facilità. Immaginiamo di affrontare un placcone di roccia: se il tassello si piega sotto il nostro peso, tenderemo maggiormente a scivolare. Al contrario se il tassello mantiene la sua forma, la sua sommità aderirà meglio alla superficie, assicurando più grip. Questo è un problema piuttosto importante su gomme con una tassellatura pronunciata, come possono essere le gomme da fango.
Il fatto di avere un tassello morbido però comporta anche un vantaggio di cui non abbiamo parlato. La mescola morbida, quando schiacciata, ha un ritorno elastico più lento, ovvero impiega più tempo per riassumere la forma originale. Questo comporta un differente comportamento quando si affrontano ostacoli spigolosi, come pietre o radici: una mescola dura tende a far rimbalzare maggiormente la ruota, una mescola morbida rilascia l’energia assorbita più lentamente, quando l’ostacolo è stato ormai superato, riducendo il rimbalzo. Minor rimbalzo significa miglior controllo e questo va a vantaggio della sicurezza e della precisione di guida.
Sia che si pedali su asfalto che su sterrato, la durezza della mescola è importante ai fini della resistenza al rotolamento del copertone.
Una mescola più morbida determina una minor scorrevolezza della gomma. Questo è dovuto sia al maggior attrito interno del materiale, sia al maggior attrito che il battistrada ha nei confronti del terreno. I micro strisciamenti tra battistrada e suolo, così come l’attrito maggiore tra le catene polimeriche che costituiscono la gomma, determinano una maggior dispersione di energia, con conseguente maggior resistenza al rotolamento.
Se quindi vogliamo maggior scorrevolezza, dobbiamo ricorrere a gomme più dure.
Vista la varietà di prodotti messi a disposizione dal mercato, la scelta della mescola delle gomme è piuttosto libera: è facile trovare lo stesso copertone in diverse durezze.
Naturalmente ogni condizione e tipologia di terreno avrà la sua mescola ideale.
In condizione di terreno asciutto e polveroso la scelta migliore è una gomma a mescola dura. Il fatto di avere tasselli più duri permette a questi di mordere meglio nel terreno, assicurando un maggiore grip ed una maggiore presa di spigolo in curva.
Una gomma sui 55-62a di durezza è perfetta per questo tipo di terreno.
Quando ci troviamo ad affrontare condizioni di terreno umido o bagnato, con tratti di roccia o radici, la scelta migliore sarà quella di gomme morbide, che assicurino un basso rimbalzo sugli ostacoli ed il massimo del grip possibile.
Una gomma con durezza sui 40-45a è preferibile in queste situazioni, sia all’anteriore che al posteriore.
Per quanto riguarda la resistenza all’usura, sappiamo bene che una mescola morbida ha una vita più breve. Vogliamo incrementare la durata delle gomme? Dobbiamo montare mescole dure. Sono tanti i riders ad utilizzare le mescole morbide solo in gara, oppure a montare una gomma dura al posteriore, quella che si consuma con maggior facilità.
Chi percorre tanta strada e sterrati non troppo impegnativi può optare per gomme con durezze anche di 70a, ma per un utilizzo in fuoristrada vero sconsiglio di andare oltre i 60-62a.
Chi invece pedala, dovrà prestare attenzione anche alla scorrevolezza della gomma. Montare gomme morbide significa fare molta più fatica sul pedalato, oltre al fatto che si consumano in fretta. La soluzione? Montare, almeno al posteriore una gomma più dura.
Il peso, specialmente in salita, grava infatti quasi completamente sul posteriore. Poichè la resistenza al rotolamento dipende dal peso esercitato sulla ruota, va da se che migliorando la scorrevolezza del posteriore si ottiene un’ottima scorrevolezza, senza sacrificare il grip all’anteriore.
Per utilizzi pedalati una gomma 60a al posteriore è quasi sempre preferibile, a meno che non si giri sul bagnato. Davanti nella stagione estiva un 60a o un 50a può essere una buona scelta, per la stagione invernale un 45-42a può tornare utile quando si incontra fango o sentieri bagnati. Molto però dipende dalla disciplina praticata: chi fa percorsi XC può preferire una gomma dura anche davanti per tutta la stagione, chi pratica AM o enduro apprezzerà sicuramente il maggior grip di una mescola morbida davanti.
A proposito di inverno… Con il freddo la gomma tende ad indurirsi. Nel periodo invernale è preferibile montare gomme più morbide, non solo perchè è più facile incontrare fango ed umido lungo i percorsi, ma anche perchè le mescole si irrigidiscono alle basse temperature.
Poichè siamo sempre alla ricerca della massima prestazione, oggi sono molti i produttori che utilizzano gomme a mescole differenziate. Il vantaggio delle mescole differenziate è che è possibile utilizzare durezze diverse a seconda delle esigenze specifiche di una data porzione di gomma. Vediamo come…
La soluzione ideale prevede di utilizzare tre mescole differenziate.
Al di sotto del battistrada ed all’interno dei tasselli si utilizza una mescola più dura. In questo modo si riduce la resistenza al rotolamento dello pneumatico (la mescola più dura ha minori attriti interni) e si migliora la rigidità dei tasselli, che tendono meno a piegarsi.
Nella zona del battistrada centrale si utilizza una mescola intermedia: essendo questa zona quella a costante contatto con il terreno quando si pedala, si ottiene un minor resistenza al rotolamento ed una minore usura del copertone.
Nella zona del battistrada laterale si utilizza una mescola morbida: i tasselli laterali sono i responsabili della tenuta in curva e sulle contropendenze, in questo modo non si deve sacrificare il grip.
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