Gran Tour della Becca di Traversiere

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Lo sappiamo da sempre che in Valle d’Aosta ci sono giri cicloalp spettacolari, direi quasi  “I Giri cicloalp” e quindi era d’obbligo sfruttare le spettacolari giornate che agosto ci ha regalato. Seppure sarà una gita di un giorno decidiamo di fare le cose bene e andare a dormire in loco con il mitico furgoncino camperizzato, come si addice ad un’avventura in piena regola.
L’obbiettivo e’ la Becca di Traversiere 3337 mt, una classica. Vogliamo andare a colpo sicuro e quindi scegliamo questa che é una vetta posta in posizione strategica e super panoramica, una sorta di pinna di roccia che sembra fatta apposta per portare escursionisti e cicloalpinisti nel mezzo dei ghiacciai senza mai toccarli. Non rinunciamo ovviamente all’etica dell’anello, e quindi la partenza/arrivo e’ fissata da Thumel (1850 mt) in Val di Rhems per poi svalicare in Valgrisanche e ritornare alla partenza attraverso il Col Bassac, poco conosciuto di cui però abbiamo informazioni fresche sulla sua ciclabilità.
A dispetto del caldo previsto, dopo una frugale colazione, partiamo dal camper con 6.5 gradi e cerchiamo di scaldarci salendo sulla comoda sterrata del Rif.Benevolo.

La valle è dominata dalla sagoma della Granta Parey già illuminata dal sole.

In poco più di mezz’ora siamo rif. Benevolo (2285 mt) dove il sole ha già scaldato l’aria a dovere. Facciamo una seconda colazione per svegliarci dal torpore mattutino e cominciare sul serio la gita.
Ancora qualche colpo di pedale, poi, poco dopo il rifugio, affrontiamo il primo portage  in direzione della Becca di Traversiere.
A quota 2600 mt circa si apre davanti a noi un bellissimo pianoro pedalabile da cui si vede la nostra meta.
Tempo di girare l’angolo e si apre un’altro scenario da urlo, una bacino glaciale contornato dal ghiacciao di Gollettaz e l’omonimo lago.
Il paesaggio è grandioso e pedalare in un ambiente del genere è veramente stupendo e per noi inusuale. Poco dopo riprendiamo il portage che porta al Col Bassac Derè, il primo dei due Bassac che affronteremo oggi.
Al colle l’orizzonte si amplia ulteriormente sul ghiacciaio di Gliaretta.
Ci aspetta ora un tratto sulla dorsale  detritica della Becca di Traversiere che ci permette di addentrarsi ancora di più tra i ghiacciai. L’emozione è incredibile e addirittura riusciamo a dare ancora qualche colpo di pedale con alle spalle il Monte Bianco.
Poi, con la bici in spalla, ci togliamo l’ultimo pezzo cercando di capire se il sentiero è ciclabile in discesa.
In meno di 30 minuti siamo alla Becca di Traversiere (3337 mt) su cui stentiamo a trovare un posto dove sedersi visto l’affollamento di gente che come noi ha pensato di sfruttare questa magnifica e calda giornata.
Lo sguardo spazia sulla vicina Tzantaeleina, sulla Val d’ Isere con in lontananza la Grande Casse e Grande Motte, che fortunatamente fanno distogliere lo sguardo dagli scempi delle stazioni sciistiche francesi.
Il Monte Bianco e la Grande Sassiere, la vetta cicloalpinistica più alta d’Europa che è da tempo in lista ma che le multe salate erogate dai francesi ci hanno sempre fatto desistere.
Insomma, tanto per capirci si vedono tutti, ma veramente tutti i 4000 della Valle d’Aosta.
Pochi metri sotto la vetta ci mettiamo in sella con un pubblico di almeno 20 persone ansiose di vederci scomparire nel baratro, è il momento di verificare la ciclabilità del sentiero!
Incredibilmente la discesa si rivela veramente bella, tecnica e sdrucciolevole ma fattibile ad eccezione di qualche breve passaggio, una goduria difficile da dimenticare.
Ritornati al Col Bassac Derè scendiamo ora a sinistra in Valgrisenche che ci da il benvenuto con una sequenza di tornantini da urlo.
L’euforia però dura poco, ci aspetta un tratto un po’ esposto da fare con attenzione.
Poi un mangia e bevi molto bello ma anche molto stancante. La discesa verso il rifugio Bezzi è bellissima ma interminabile e si sviluppa lungo i fianchi della valle dove prima c’era il ghiacciaio che ora è più basso ma che fortunatamente ha levigato e appiattito le pietre  che permettono di scendere agevolmente in un contesto incredibile.
Un’alternanza continua di tratti flow e passaggi tecnici.
Dopo circa 1h e mezza vediamo in lontananza il Bezzi, ma non e’ ancora finita!
Dopo quasi 2 ore dalla partenza dalla vetta, siamo finalmente al  Rif. Bezzi (2290 mt) piuttosto provati. Cerchiamo di recuperare le forze per affrontare la lunga salita al Col Bassac ingurgitando tutto il possibile.
Le pendenze diminuiscono e si aprono delle praterie bellissime.
Ora e’ il momento di Flavio che stiamo disperatamente cercando di strappare alla bici da strada. Qui trova pane per i suoi denti.
A ritmo e-bike ci costringe a seguirlo fin dove le pendenze e le gambe lo permettono.
Inutile dire che esultiamo quando siamo costretti all’ultimo portage,.
L’euforia dura poco, ora è il momento di Bobo che come al solito nella seconda parte di gita carbura.
Morale delle favola, ci troviamo al Col Bassac (3154 mt) in meno di 2 ore. Ora possiamo a giusto titolo stravaccarci sul pianoro di pietrisco del colle, dar fondo alle ultime riserve alimentari e buttar già la sella per l’ultima discesa.
Dopo aver fatto i due colli Bassac e la becca di Traversiere con una giornata del genere non si può che essere super soddisfatti, si potrebbe chiudere la gita qui, e invece ci aspetta una discesa da urlo.
Un sentiero pennellato ad arte su un versante di una ripidezza mostruosa ma che permette di scendere agevolmente con una serie di tornantini interminabili ed una magnifica vista sulla Gran da Parey.
Ogni tanto ci fermiamo per far sbollire i freni e le mani e ci guardiamo in faccia increduli con un sorriso a 32 denti.
Giungiamo così al Bivacco del Corpo Forestale dove ci aspetta un  traverso con un’esposizione notevole, una curva sbagliata e ti trovi in fondovalle in 10 secondi, ma il sentiero,  seppur molto stretto, è fatto talmente bene che si riesce con la dovuta attenzione a ciclare quasi tutto.  Non resta che goderci l’ultima interminabile serie di tornanti che vorremmo non finissero mai, ormai siamo in trance.
Ci svegliamo sul piazzale delle auto , l’avventura è finita ma questa giornata è ormai incisa nei nostri cervelli e in ogni momento in cui vorremo ricordare dei posti fantastici da percorre a due ruote basterà andare su “Gran giro della Becca di Traversiere”.

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