Di recente, Giant ci ha mandato la versione aggiornata della sua Reign, la Reign Advanced One, per un test. Considerato il prezzo questa bici ha un montaggio di tutto rispetto e, dopo averla usata a lungo così come ci è arrivata, ci è venuta voglia di cercare di migliorare la resistenza ai finecorsa delle sospensioni. Dato che i nostri redattori di lingua inglese vivono a Santa Cruz, sono bastati 15′ di macchina per arrivare alla sede di FOX a Scott’s Valley, CA. Ci siamo incontrati con il leggendario meccanico di FOX che segue il circuito di DH World Cup, Jordi Cortes, per una chiacchierata sulla regolazione delle sospensioni ad aria.
Tutto ciò di cui avete bisogno è una chiave a bussola (da 32mm nel caso della nostra FOX 36) e una pompa per sospensioni. La dimensione della chiave a bussola varia ovviamente in base al modello della forcella. Per quanto riguarda l’ammortizzatore, dovrebbe essere possibile svitare il manicotto a mano, ma se ciò non fosse possibile si può utilizzare una chiave a nastro facilmente reperibile in ferramenta.
La guida ufficiale di FOX, molto dettagliata, è consultabile a questa pagina.
Ma veniamo a noi… la sicurezza innanzitutto! Prima di smontare la forcella, ricordiamoci sempre di svuotare la camera dell’aria. Sembra banale dirlo ma fidatevi, non è così. Premiamo sull’ago che apre la valvola, usando il suo coperchio, finché l’aria non cessa di uscire.
Rimuoviamo il tappo dello stelo della parte aria. Dato che la zona di contatto con la chiave è ridotta, per evitare danni facciamo il lavoro con cautela usando due mani, una per manovrare la chiave e una per tenere la bussola ben premuta in sede.
La 36 Performance Elite dell’allestimento della Reign Advanced One aveva uno spacer di serie. L’aggiunta di ulteriori riduttori (il numero varia a seconda del modello della forcella) aumenta la progressività della forcella. I riduttori FOX si inseriscono incastrandosi uno sull’altro. Altri marchi adottano spacer che si avvitano uno sull’altro e altri produttori ancora usano olio per ridurre il volume. A dispetto delle differenze tra i vari sistemi, il concetto è lo stesso: riducendo il volume della camera positiva, aumenta la resistenza ai finecorsa.
Secondo Jordi, due riduttori dovrebbero andare bene al nostro scopo. Inoltre è sempre meglio procedere un passo alla volta… e questo vale sia per il numero dei riduttori di volume, sia per i click di ciascun registro dell’idraulica. Se due riduttori non bastassero, si può aggiungerne un terzo.
Spoiler alert: Jordi aveva ragione… due andavano più che bene.
Richiudiamo il tappo della parte aria, girando in senso orario. Basta chiudere, non serve serrare alla morte!
Gonfiamo nuovamente la forcella.
Prima di settare la pressione, in questa forcella è necessario bilanciare le camere positiva e negativa. Quando si gonfia la forcella per la prima volta, l’aria è tutta nella camera positiva. Comprimiamo la forcella lentamente (all’inizio sembrerà molto molto dura). Dopo qualche compressione, l’aria comincerà a passare nella camera negativa, equilibrando le due camere. Abbiamo fatto a Jordi la solita domanda: è possibile lasciare la pompa attaccata durante questa operazione? La risposta è sì, ma non quando si lavora sull’ammortizzatore, perché la pressione potrebbe salire troppo.
Jordi consiglia di ripartire dalla stessa pressione che si usava prima di aggiungere lo spacer. Potremmo percepire la forcella leggermente più dura, ma è sempre possibile diminuire leggermente la pressione se fosse necessario, per trovare il giusto settaggio. Ora andiamo a provare la forcella. Aggiungendo riduttori, potrebbe essere necessario diminuire la frenatura in compressione e aumentare leggermente quella in estensione… ma sempre un click alla volta!
La guida ufficiale di FOX, molto dettagliata, è consultabile a questa pagina.
La Reign ha una curva di compressione marcatamente progressiva, ma noi volevamo comunque aumentare un po’ la resistenza ai fondocorsa, rendendo la curva di compressione ancora più progressiva riducendo il volume della camera positiva del DPX2.
Ancora una volta, sicurezza innanzitutto. Sgonfiamo l’ammortizzatore finché tutta l’aria sarà uscita. Come per la forcella, anche nel caso dell’ammortizzatore possiamo aiutarci usando il tappo della valvola.
Mano a mano che si svuota l’ammortizzatore, la camera positiva si svuota, ma quella negativa resta in pressione, mantenendo l’ammortizzatore in posizione compressa. Come vediamo sopra, Jordi tira la sella verso l’alto stando seduto sulla ruota posteriore per estendere l’ammortizzatore. Ripetendo questa operazione qualche volta, le camere positiva e negativa si equilibrano. Fatto questo, svuotiamo ancora una volta la camera positiva per lasciare uscire tutta l’aria rimasta.
Il manicotto dovrebbe lasciarsi svitare a mano. Per facilitare l’operazione assicuriamoci prima che sia ben pulito e di non avere grasso sulle mani. Se non si allenta, possiamo avvolgerci intorno del nastro adesivo di carta per aiutarvi a non scivolare o, in casi estremi, usare una chiave a nastro tipo questa.
Tiriamo il manicotto verso il basso. Ci sarà dell’aria nella camera negativa che opporrà un po’ di resistenza. Nel nostro ammortizzatore non c’erano riduttori. La cosa ci ha sorpreso, data la progressività che avevamo riscontrato nella sospensione.
Su alcuni modelli precedenti, i riduttori andavano impilati uno sull’altro. Con il DPX2 invece non bisogna montare più di un riduttore alla volta. Semplicemente ce ne sono di diverse dimensioni. Sono 5 e il volume è stampigliato su di essi.
Dato che in questi casi i riduttori non sono anelli come sul Float X2, su molte bici possono essere montati senza che sia necessario rimuovere l’ammortizzatore dalla bicicletta.
Come consigliato da Jordi, abbiamo deciso di montare il secondo riduttore (a partire dal più piccolo). Abbiamo comunque tenuto con noi anche l’adattatore più piccolo e quello di grandezza immediatamente superiore rispetto a quello che abbiamo montato.
Riavvitiamo il manicotto e assicuriamoci che sia bello stretto. Per farci un’idea indicativa di come abbiamo avvitato il manicotto controlliamo l’adesivo. Se non è allineato bene, probabilmente è da stringere ulteriormente.
Usiamo due mani!
Gonfiamo l’ammortizzatore. Nella foto di seguito si vede Jordi usare una pompa per ammortizzatori ad alto volume. Utilizza questo attrezzo dato che gonfia e sgonfia più ammortizzatori in una settimana di quanto non faccia chiunque di noi in tutta la sua vita. Non fate l’errore di confonderla con una pompa per pneumatici!
A questo punto occorre bilanciare le camere positiva e negativa, così come abbiamo fatto per la forcella. Inizialmente l’ammortizzatore sarà durissimo e non vorrà saperne di muoversi. Con la sella abbassata, comprimiamo lentamente la bici più volte sedendoci sopra di essa. Sentiremo la valvola tra le due camere aprirsi e lasciar passare aria dalla camera positiva a quella negativa. Una volta che questo sarà successo, le camere saranno bilanciate. Comprimiamo ancora qualche volta e poi procediamo a regolare l’ammortizzatore alla corretta pressione desiderata.
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