La mountain bike è uno sport piuttosto vario che si presta a diverse interpretazioni. C’è chi predilige la salita, chi non pedala neanche la rampa del garage e vuole divertirsi solo in discesa e chi cerca un buon compromesso tra i due estremi. Per soddisfare le esigenze di ogni rider, il mercato offre tantissime tipologie di mtb, spesso molto diverse tra loro.
Se da un lato avere a disposizione una vasta scelta è un vantaggio, spesso ci si trova spiazzati davanti a tanti nomi e bici apparentemente simili. Che differenza c’è tra una bici da all mountain ed una enduro? E tra una freeride ed una DH? Quest’oggi cercheremo di capire quali sono i nomi e le caratteristiche delle principali tipologie di mtb in commercio.
Classificare con precisione le differenti specialità della mountain bike non è affatto semplice. Quanti sono i riders che un giorno vanno a tirarsi il collo in collina, il sabato affrontano una lunga escursione in montagna e magari la settimana dopo si buttano a cannone sui sentieri di un bike park? Il tutto magari con la stessa bici…
Classificare un rider è insomma molto difficile, proprio perchè i confini tra le varie discipline sono spesso labili, a meno che non si tratti di specialità agonistiche. Si potrebbe usare come riferimento l’approccio e lo spirito con cui si affronta la pedalata, ma si andrebbe a finire in un discorso psico-filosofico senza via d’uscita. In un vecchio topic sul forum si parlava di “Mah?!? Riders”, facendo proprio riferimento al fatto che il rider tipo è difficilmente inquadrabile in una sola categoria.
Diverso è il discorso se però vogliamo suddividere le bici: sfruttando le caratteristiche geometriche, di allestimento e di escursione è possibile avere a disposizione dei parametri oggettivi che possono essere sfruttati per ottenere una classificazione chiara e precisa.
La suddivisione in categorie delle biciclette è utile da diversi punti di vista. Innanzitutto, una volta nota una tipologia di bici, sarà facile valutare modelli alternativi dalle caratteristiche simili. So di volere una trail bike, se vado in un negozio andrò a cercare una trail bike. Il negoziante mi proporrà le trail bike a catologo, tralasciando i modelli che non soddisfano le mie esigenze.
Inoltre il fatto di utilizzare nomi specifici ed universalmente riconosciuti per le varie tipologie di bici semplifica moltissime cose. Se ad esempio in un test leggiamo che la Bronson è un’ottima bici da enduro, il termine enduro ci identifica una precisa tipologia di bici e destinazione d’uso.
Quello che però è importante è che tutti utilizzino gli stessi termini. La classificazione che andremo a vedere qui di seguito non è quindi utile solo ai principianti che non conoscono i termini tecnici, ma vuole essere anche una sorta di glossario dei termini che comunemente utilizziamo nei test e nei vari articoli.
Il termine XC indica una precisa specialità agonistica riconosciuta dall’UCI. Si tratta di gare ad anello su brevi percorsi da ripetere più volte, caratterizzati da salite tecniche e discese solitamente su single track (in coppa del mondo il livello tecnico è eleveto anche in discesa, nelle gare di livello inferiore non ci sono eccessive difficoltà).
Le bici da XC sono quindi dei mezzi pensati per questa disciplina, delle macchine da gara ottimizzate a tale scopo.
Solitamente front suspended e raramente biammortizzate, le bici da XC sono mezzi ottimizzati per salire forte, a ritmi estremamente intensi. L’escursione è solitamente limitata a 100mm, la forcella e le ruote spesso sono a sgancio rapido (qualche perno passante comincia però a farsi intravedere anche in questa categoria).
Come trasmissione in genere si trovano gruppi 2×10, nei quali la scelta delle corone viene fatta in base alla tipologia del percorso. Si trova comunque un’ampia gamma di rapporti, abbinamenti comuni di corone sono 29-42, 26-39, in genere vengono sacrificati i rapporti più agili, inutili se si vuole andare forte, a favore di quelli più lunghi. Con l’uscita dei gruppi 1×11, si sono visti sempre più riders utilizzare questa soluzione: essendo i percorsi XC piuttosto omogenei, scegliendo in maniera adeguata la rapportatura 11 rapporti sono sufficienti per una gara.
Largo uso del carbonio, sia sul telaio che sui componenti: manubrio, ruote, reggisella, sella, guarnitura sono oramai quasi tutte di questo materiale, almeno se si parla di alta gamma.
Le ruote sono in genere da 29″ (qualche 27,5″, oramai estinte le 26″) per sfruttare le migliori doti arrampicatorie dei formati maggiorati.
Il peso della bici è estremamente basso (i mezzi da gara stanno sotto gli 8kg), questo per rendere la bici quanto più possibile performante in salita. Particolare attenzione si dedica alle ruote, con cerchi ultraleggeri e gomme super scorrevoli. Difficilmente, a causa del peso più elevato, troveremo un reggisella telescopico.
Le geometrie sono “race”, con una posizione in sella molto distesa e molto caricata in avanti. Angolo sterzo decisamente chiuso, movimento centrale basso ed angolo sella verticale. I telai non sono in genere comodi, sono quasi sempre reattivi e rigidi per trasferire il 100% delal forza dai pedali alla ruota.
Come detto in apertura, le bici da XC sono pensate per le gare di cross country, quindi la loro destinazione d’uso tipica è l’XC agonistico.
Al di fuori dell’ambito agonistico, la bici da XC può comunque essere un ottimo mezzo per allenarsi o per affrontare percorsi misti, ricchi di saliscendi, collinari, magari anche con tratti di pianura o di asfalto. L’efficienza in pedalata è ottima, questo consente al rider di salire forte e di spingere al 100% delle proprie possibilità.
La bici da XC non è però un mezzo per chi vuole andare tranquillo in salita, godendosi il panorama. La bici XC va bene a chi vuole scannare, andare sempre al 100%, soprattutto in salita e non ha particolari esigenze di performance in discesa.
Simili alle bici da XC per allestimento e caratteristiche, le bici marathon hanno in genere più escursione e sono full suspended. Sono pensante per percorsi e gare più lunghe, dove un mezzo eccessivamente rigido e reattivo sarebbe stancante e quindi penalizzante.
Le ruote sono solitamente da 29″, per il fatto che in questa disciplina non serve particolare agilità o maneggevolezza, quanto più una bici non troppo nervosa in discesa, che scorra bene sugli ostacoli, che mantenga la sua velocità anche sullo sconnesso senza richiedere una guida troppo fisica.
Largo uso del carbonio anche in questa categoria: al pari delle bici XC, le Marathon sono ottimizzate per la salita (una gara Marathon si vince salendo forte), ma sono meno nervose e reattive, essendo quindi adatte a gare più lunghe.
La trasmissione in genere prevede un gruppo 2×10. Anche in questo caso le corone possono essere diverse a seconda delle esigenze di rider e percorso, ma a differenza dell’XC la gamma di rapporti deve essere più ampia.
In una gara marathon si trovano infatti diversi tipi di terreno, dalle salite ripide che richiedono rapporti agili, alle discese scorrevoli e veloci o ai tratti in piano che richiedono rapporti lunghi. Difficilmente troveremo quindi monocorona su queste bici.
Anche in questo caso il peso fa da padrone, visto che si tratta sempre di un mezzo ottimizzato per la salita. Una bici marathon di alta gamma in genere si attesta attorno ai 10kg.
Le geometrie sono simili alle bici da XC, con angolo sterzo molto chiuso e piantone sella molto verticale. Spesso vediamo pipe montate in negativo, anche accoppiate a manubri flat, soprattutto sulle 29″, molto alte di avantreno. La posizione di guida è di conseguenza piuttosto distesa, soluzione necessaria per ottenere la massima efficienza in pedalata.
Le bici marathon sono destinate alle granfondo ed alle 24h, gare insomma che prevedono lunghe permanenze in sella e lunghi percorsi. La bici è infatti molto performante in pedalata, ma è in grado di offrire maggior comoditàa di una bici da XC sul lungo (e comodità significa maggior capacità di percorrere chilometri).
Al di fuori dal campo agonistico, la bici marathon può essere valida per giri lunghi, magari a tappe, che però non prevedono discese particolarmente tecniche. Le bici marathon possono anche essere utilizzate come mezzi da escursionismo tranquillo, per chi cerca lunghe percorrenze senza particolari velleità discesistiche.
Salendo di categoria, si abbandonano i mezzi propriamente da gara e troviamo la prima grande famiglia di mtb pensate per un uso ricreativo: le trail bikes.
Con circa 130-140mm di escursione anteriore-posteriore, le trail bike possono sembrare molto simili alle bici Marathon. La vera differenza la fanno però le geometrie, molto più rilassate e discesistiche. Angolo sella più disteso e sterzo più aperto per rendere più comoda la bici in salita e più performante in discesa, nonostante la limitata escursione.
Il formato ruote predominante è il 27,5″ o il 29″, a seconda delle caratteristiche che il progettista ha voluto dare alla bicicletta. Importante su queste biciclette è infatti la pedalabilità, ma anche la maneggevolezza, caratteristica fondamentale per una bici pensata per i tortuosi sentieri montani.
Le ruote e l’allestimento generale sono abbastanza robusti ed i componenti sono pensati per essere affidabili e duraturi. Per questo motivo il peso è di circa 2kg maggiore rispetto ad una marathon. Una buona trail bike può arrivare sui 12-13kg.
Il telaio è in genere in alluminio o carbonio, a seconda della fascia di prezzo della bici. I perni passanti sono un must su queste biciclette, per incrementare la rigidità e la precisione di guida. Se sprovvista di reggisella telescopico , una trail bike deve comunque avere il collarino a sgancio rapido per abbassare la sella in discesa.
Oltre alle classiche trail bike biammortizzate, esistono inoltre bici front suspended (in genere con telai in acciaio) che per escursione e caratteristiche possono essere inserite in questa categoria. Sono anche chiamate “front da enduro“, ma in realtà sono più vicine ad una trail bike o ad una all mountain, piuttosto che ad un’enduro.
Non essendo una bici pensata per un certo tipo di competizioni, la trail bike nasce come bici per un utilizzo ricreativo. Una bici adatta a giri lunghi in montagna, dislivelli impegnativi, lunghe percorrenze, ma allo stesso tempo in grado di essere sicura e divertente anche in discesa.
A chi è rivolta? A chi pratica all mountain o escursionismo, a chi vuole una bici con cui divertirsi la domenica con gli amici e cerca un mezzo molto pedalabile, senza però ricercare la prestazione pura in salita. In discesa però non bisogna ricercare eccessive prestazioni discesistiche, giusto un mezzo sicuro in grado di destreggiarsi discretamente anche su sentieri impegnativi.
Con il termine all mountain si intendono due aspetti diversi della mountain bike. Da un lato con all mountain/enduro si indica una grande “disciplina” che altro non è che il girare in montagna con la propria bicicletta. Quello che la maggior parte dei riders fa ogni weekend: uscire con gli amici alla ricerca dei sentieri più belli. Si può praticare con ogni tipologia di bici, ma le più adatte sono le bici trail, all mountain ed enduro.
Il termine all mountain, oltre che alla “disciplina”, può però anche far riferimento ad una specifica tipologia di bikes: le bici da all mountain.
Con un’escursione attorno ai 140-150mm le bici da AM sono più orientate alla discesa rispetto alle trail bike. Gli angoli e le geometrie sono più discesistiche, ma la forcella in genere utilizza steli da 32mm.
Il formato ruote predominante di questa categoria è il 27,5″, anche se non mancano i modelli da 29″. Pochi i 26″ rimasti.
L’allestimento è anche in questo caso pensato per essere durevole ma allo stesso tempo leggero, per mantenere buone doti di pedalabilità. Praticamente obbligatorio il reggisella telescopico, quasi sempre di serie.
Il telaio è in genere in alluminio, carbonio solo per le versioni top di gamma.
Ruote robuste e gomme sui 2.2-2.3 di sezione, con buona tassellatura, spesso tubeless.
La trasmissione è in genere una doppia, ma con rapporti più corti rispetto alle categorie precedenti. Accoppiate come il 22-32, 24-36 sono le più frequenti, visto che queste bici non sono pensate per lunghi trasferimenti o discese su strade bianche. Per questo motivo, non essendo necessaria un’ampissima gamma di rapporti, una valida soluzione è costituita anche da un gruppo 1×11.
Le bici da all mountain sono pensate per chi vuole un buon bilanciamento tra prestazioni discesistiche e pedalabilità. Un mezzo performante sia in salita che in discesa, adatto a chi non vuole rinunciare a pedalare bene ma vuole comunque togliersi qualche sfizio in discesa.
Non si tratta di mezzi da gara, ma di biciclette nate per godersi la giornata senza l’assillo del cronometro o della tabella portanumero. L’obiettivo è divertirsi e godersi la giornata.
Per la loro versatilità sono bici adatte ad ogni tipo di sentiero e di percorso, dai giri con tanto dislivello a quelli con discese impegnative e perchè no qualche giornata in bike park.
La disciplina del momento, le bici da enduro non sono solo adatte alle gare, ma sono ottimi mezzi per pedalare e divertirsi sui più tecnici singletrack.
Le bici da enduro utilizza un telaio full suspended con escursione sui 150-160mm. In realtà con ruote da 26″ ci sono enduro che si spingono anche a 170mm, per non parlare delle “endurone” da 180mm una tipologia di bici nata pochi anni fa ma che sta progressivamente scomparendo.
Il formato ruota predominante è stato quasi sempre il 26″, ma stanno affacciandosi sempre più modelli da 27,5″ ad escursione leggermente inferiore, più orientati alle gare.
La forcella di una bici da enduro utilizza steli da 34 a 36mm ed un’escursione di 160-170mm. Se una volta il perno passante da 20mm era distintivo di queste forcelle, oggi alcuni produttori si sono orientati al 15mm. Ad ogni modo, che sia da 15 o da 20 una forcella da enduro ha sempre il perno passante. Anche al posteriore troviamo quasi sempre il perno, solitamente nel formato 142x12mm.
L’allestimento può essere più o meno leggero, ma comunque è orientato all’affidabilità e deve essere robusto, in grado insomma di sopportare le forti sollecitazioni di una discesa a tutta velocità su sentieri ricchi di ogni tipo di ostacoli. Niente componenti da XC, spesso si montano invece manubri, freni o altri pezzi provenienti dalla DH. Anche qui il reggisella telescopico è un must.
Le ruote sono in genere in alluminio, con 28 o 32 raggi e cerchi piuttosto larghi, adatti ad ospitare gomme fino a 2,5″ di larghezza. Esistono cerchi in fibra di carbonio, ma sono prodotti di altissima gamma e dai prezzi esorbitanti.
Il telaio è quasi sempre in alluminio, anche se alcuni produttori stanno proponendo diversi telai di alta gamma in fibra di carbonio e, complice lo sviluppo dell’enduro agonistico, questo materiale sta sbarcando anche in questa tipologia di bici.
La trasmissione può essere di diverso tipo. Il monocorona 1×10 è adatto prevalentemente ad un uso agonistico, molto più polivalente il monocorona 1×11 adatto anche ad un uso ricreativo. Sulle bici di media e bassa gamma troviamo invece in genere una guarnitura doppia, solitamente con bash e corone 24-36.
Le bici da enduro sono i mezzi ideali per partecipare ad eventi e gare di enduro, gare gravity in cui si alternano risalite pedalate non cronometrate a prove speciali (cronometrate) prevalentemente in discesa. Le bici da enduro sono adatte anche alle freeride marathon, gare in cui centinaia di concorrenti si sfidano, partendo in massa, su interminabili discese di migliaia di metri di dislivello.
Al di fuori dell’ambito race, le bici da enduro sono l’ideale per chi vuole un mezzo estremamente performante su discese naturali. Una bici maneggevole, agile, sicura sul ripido e sullo sconnesso, ma che sia allo stesso tempo pedalabile e permetta di arrivare in cima con le proprie forze. La bici da enduro scende forte, infonde sicurezza alle alte velocità e si pedala anche bene. Questo è il motivo per cui moltissimi riders pedalano abitualmente questo tipo di bici per i propri giri.
Anche in bike park una bici da enduro può essere molto performante: agile, maneggevole, facile da gestire in aria, è il mezzo ideale per i tracciati new school, molto lavorati e ricchi di linee ritmiche e salti ben raccordati.
Abbandoniamo ora il mondo delle discipline pedalate e passiamo a quello del gravity: ecco le bici da freeride.
Il telaio è quasi sempre in alluminio, le ruote da 26″. L’allestimento è pensato per resistere agli abusi, visto che una bici da freeride nasce per gli utilizzi più estremi.
Le ruote sono pesanti ma resistenti, in genere con cerchi massici (in grado di ospitare gomme fino a 2,7″) con 32 o anche 36 raggi. Il peso è elevato, ma non essendo bici da pedalare questo non è un problema.
La trasmissione è in genere monocorona 10v con tendicatena e dispositivi anti deragliamento.
Alcuni riders preferiscono allestire le bici da freeride con componenti più leggeri (sospensioni ad aria, ruote robuste ma non troppo pesanti, gomme più strette, ecc) per poter, all’occorrenza, anche pedalare, con la dovuta calma ovviamente. Si parla in questo caso di freeride leggero.
La destinazione d’uso tipica di una bici da freeride è il bike park. Dropponi, salti di ogni tipo, sponde e paraboliche sono il suo terreno. Difficilmente si pedala una bici da freeride, visto che si tratta di un mezzo concepito per scendere, a meno di montaggi particolarmente leggeri.
La bici da freeride è insomma il mezzo ideale per chi vuole divertirsi in park, puntando allo stile, più che alla velocità ed al tempo di discesa.
Da non confondere con le bici da freeride, sono invece quelle da downhill, mezzi pensati apposta per la disciplina della DH.
Rispetto alle bici da freeride, le DH montano forcelle doppia piastra da 200mm e steli fino a 40mm. In genere si adottano sospensioni a molla, anche se sempre più riders stanno sperimentando soluzioni ad aria.
Il formato ruote predominante è il 26″, ma si stanno vedendo alcuni prototipi di dh 27,5″. Il telaio è in genere in alluminio, ma diversi produttori si stanno buttando sul carbonio.
L’allestimento di una DH, a differenza di quello di una freeride, non è a prova di bomba, ma è un buon compromesso tra resistenza e peso. Eh si, una dh per essere performante deve essere anche leggera e quindi il peso è un parametro che si prende seriamente in considerazione.
Le gomme e le ruote sono quindi meno estreme di una bici da freeride, ma comunque robuste ed affidabili. Qualcuno utilizza anche cerchi ed altri componenti in carbonio.
La trasmissione è in genere 1×10, con corone anteriori grosse (38-40T) e pacchi pignone da strada, con rapporti ravvicinati.
Questa tipologia di bici è concepita ed ottimizzata per l’utilizzo in DH, una disciplina agonistica in cui i riders si sfidano su percorsi tecnici completamente in discesa. Una DH degna di tale nome è insomma una macchina da gara ed è concepita per dare il massimo nei 2-3 minuti di run.
Al di fuori delle gare, le DH possono essere utilizzate come mezzi per chi vuole elevate prestazioni in discesa. La bici da DH è adatta a chi vuole andare a cannone, a chi cerca sempre la linea più veloce, ad un rider che punta al cronometro ed all’efficienza nella guida, piuttosto che allo stile o alle manovre aeree.
Naturalmente una DH non è pedalabile, quindi serve un impianto o un furgone per arrivare in cima.
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