Hellfat: la bici che sale da sola?

Le Fat Bikes sono la vera novità di questa stagione: tra fat bikes propriamente dette e semifat (o 27,5+) sembra che il mercato delle ruote grasse si muova tutto nella stessa direzione. Si può disquisire quanto si vuole sui vantaggi/svantaggi di queste bici, ma il destino è oramai segnato, soprattutto alla luce di una nuova (e geniale) invenzione che la HBS (Helium Bicycle Sistems) ha presentato alla stampa: il sistema Hellfat.

Che cos’è Hellfat

La prima cosa che salta all’occhio di una fat bike sono le enormi gomme, con sezioni che oramai si aggirano sui 4-4,7″.

Gomme grosse, voluminose: chissà quanta aria ci va dentro e quanto tempo ci va a gonfiare questi gommoni.

Ecco qui l’idea: perchè usare normale aria e non un gas più leggero, come l’elio? Questo è il concetto che sta alla base del sistema Hellfat.

Un’idea semplice, ma di difficile realizzazione

Cin Bal Oh, ingegnere taiwanese e fondatore della HBS, ci ha spiegato che prima di giungere al sistema definitivo che sta per essere lanciato sul mercato hanno lavorato su moltissimi prototipi.

“All’inizio avevamo pensato di utilizzare l’idrogeno, molto più leggero dell’elio e più facile da ottenere (l’idrogeno si ricava facilmente dall’acqua, ndr), ma abbiamo dovuto desistere per problemi di sicurezza. L’idrogeno è facilmente infiammabile ed il primo prototipo di pneumatico gonfiato con questo gas è letteralmente esploso, causando anche delle ustioni al nostro tester. Da quello che abbiamo ricostruito, a causa di una pizzicatura su un sentiero roccioso dietro la nostra fabbrica, si è generata una scintilla che ha causato l’innesco dell’esplosione dello pneumatico anteriore. Viene da sè che sarebbe stato impossibile commercializzare un prodotto così pericoloso”

Dopo questo incidente, la scelta di ripiegare sull’elio è stata quasi obbligata. All’inizio si pensava di riuscire ad ottenere gli stessi benefici ottenuti con l’idrogeno, ma i risultati hanno superato le aspettative.

Perchè gonfiare le gomme con l’elio

Chi da piccolo non era attratto dai palloncini che si libravano verso il cielo? Il principio che sta alla base dell’Hellfat è lo stesso che permette ai palloncini di andare verso l’alto.

Non ce ne rendiamo conto, ma viviamo continuamente immersi in un fluido: l’atmosfera terrestre. Questo fluido è costituito da una serie di gas (CO2, ossigeno e soprattutto azoto) ed ha un suo peso ed una sua densità specifica. L’elio puro è invece un gas molto più leggero dell’atmosfera terrestre e quindi tende a salire verso l’alto perchè ha una densità specifica inferiore.

Le gomme di una fat bike possono essere viste a tutti gli effetti come due grossi palloncini, che se gonfiate con l’elio, tendono a salire verso l’alto. I vantaggi di questa soluzione sono notevoli, vediamoli nel dettaglio:

Il primo beneficio è che una fatbike con sistema Hellfat pesa molto meno: grazie all’enorme volume delle gomme, l’effetto di “sollevamento” è notevole e si arrivano ad ottenere pesi anche di 6-7kg per una fat completa, come una bici da corsa praticamente. I benefici sono enormi, sia in salita che nel portage.

Altro importante beneficio è l’effetto traino in salita. Le gomme, come un qualsiasi palloncino, tendono a salire verso l’alto. Se noi incliniamo la bici, la spinta verso l’alto delle gomme gonfiate ad elio si scompone in due componenti.

Il vettore di spinta verso l’alto (viola) si divide in due forze:

  • Una rossa diretta verso l’alto, che a noi non interessa perchè si oppone al peso scaricato a terra
  • Una verde diretta in avanti che è a favore del moto, come se fosse una corda che ci traina.

L’effetto insomma è analogo a quello di una bici a pedalata assistita, ovvero quello di un’aiuto alla pedalata. Non è che la bici salga da sola, per carità, però la pedalata risulta più leggera e meno faticosa. Il tutto senza bisogno del motore e soprattutto di ingombranti e pesanti batterie dalla durata limitata: finchè c’è aria attorno a noi l’effetto traino dell’Hellfat rimane netto e percepibile.

Ultimo ma non meno importante beneficio del sistema Hellfat è legato al miglior galleggiamento della bici su terreni cedevoli come la neve fresca. Grazie alla spinta verso l’alto delle gomme gonfiate ad elio, la bici tende a galleggiare meglio sui fondi cedevoli permettendo di pedalare quasi in ogni condizione. E’ come se pesassimo meno e questo ci permette di stare a galla più facilmente, anche alle basse velocità.

Come reperire l’elio

L’idea di base del sistema è piuttosto semplice, ma per gonfiare le gomme ad elio sarebbe necessario avere a disposizione delle grosse bombole contenenti il gas. Un problema non da poco, con i relativi rischi legati alla manipolazione ed allo stoccaggio delle bombole sotto pressione.

Il sistema Hellfat utilizza delle bombolette molto piccole, simili a quelle delle cartucce di CO2.

Il principio del sistema è “non si butta via niente”.

Sulle fat bikes si gioca molto con la pressione degli pneumatici, gonfiandoli e sgonfiandoli a seconda che si percorra asfalto, sterrato, neve o sabbia. Ogni volta che si sgonfia la gomma si perderebbe prezioso elio che andrebbe quindi reinserito al successivo gonfiaggio. In officina basterebbe una bella bombola, ma sui sentieri?

Il sistema Hellbike sfrutta un minicompressore alimentato ad energia solare per trasferire l’elio dagli pneumatici alla cartuccia:

 

Non serve alimentazione, il pannello solare produce l’energia necessaria ad azionare il minicompressore che comprime l’elio trasferendolo dalla gomma alla bomboletta.

Il sistema è molto leggero e portatile, il pannello solare può essere fissato comodamente sullo zaino, svolgendo tra l’altro la funzione di paraschiena. Attualmente è in sviluppo uno zaino con pannello solare protettivo certificato in classe II.

Tramite un’apposita tasca, fuoriesce un tubicino con il minicompressore a cui si attacca la bombola ed il tubicino con il raccordo per la valvola. Per ora non sono stati svelati ulteriori dettagli.

Prima di poter essere gonfiati ad elio, i copertoni devono essere trattati con un liquido impermeabilizzante, del tutto simile al lattice che si usa normalmente nei copertoni. Oltre a sigillare in maniera permanente i pori della gomma, svolge anche la funzione di riparare eventuali forature. Il liquido contiene delle nanoparticelle in fluoroplimeri metallici di derivazione militare, che a contatto con l’aria ossidano istantaneamente polimerizzando e riparando la gomma in meno di un secondo, così non viene disperso il prezioso elio. Questo liquido è fenomenale, però funziona solo con gomme gonfiate ad elio perchè solidifica istantaneamente a contatto con l’aria e non può quindi essere usato su copertoni tubeless tradizionali. Per inserirlo si fora la gomma con un’apposita siringa e lo si inietta, in modo da evitare ogni tipo di contatto con l’ossigeno dell’aria.

La prova sul campo

In esclusiva, la HBS ci ha dato la possibilità di provare una Fat Bike con il sistema Hellfat, composto da gomme, liquido e pompa a pannelli solari.

Sebbene la nostra prova si sia limitata ad un giro di mezza giornata con soli 500m di dislivello e sentieri normali (quindi niente neve o sabbia), le  prime impressioni sul campo sono incredibili: in salita la bici sembra veramente salire da sola!

Il beneficio dell’Hellfat si sente anche in pianura su asfalto. A fine giro abbiamo dovuto affrontare un lungo tratto di ciclabile e di strada statale pianeggiante, il terreno peggiore per una fat. Di solito con queste bici affrontare 10km di pianura asfaltata è un incubo, ma il sistema Hellfat ci ha lasciato a bocca aperta. Abbiamo pedalato con una media dei 45km/h. Sembrava di pedalare una bici elettrica!

Per gli scettici, qui potete trovare la traccia del giro registrata con Garmin Edge 800.

Come su tutte le fat bikes, anche con il sistema Hellfat è molto importante trovare la pressione giusta per un determinato terreno. Per la prima parte di salita asfaltata abbiamo tenuto 0,78bar (quota 253m slm). A metà, quando abbiamo imboccato un tratto di strada bianca, abbiamo preferito sgonfiare leggermente (0,62bar) per poi rigonfiare nuovamente sull’ultimo tratto di asfalto prima di arrivare in cima. In discesa abbiamo usato prima 0,54 bar, per poi scendere a 0,30 in un tratto ghiaioso/fangoso e per poi rigonfiare a 0,45 per l’ultimo pezzo più roccioso.

Durante il test eravamo seguiti da un ingegnere della HBS che a seconda di come cambiava il terreno, ci consigliava la pressione ottimale. Dobbiamo dire che anche piccoli aggiustamenti erano facilmente percebili, il feeling di guida è un po’ diverso rispetto all’aria normale, tutto è più “ovattato”.

Durante il giro abbiamo gonfiato e sgonfiato circa una 10a di volte (il terreno cambiava in continuazione), ma l’operazione si è rivelata estremamente semplice.

Grazie al mini compressore solare, cambiare pressione è un gioco da ragazzi, anche grazie ad un precisissimo manometro digitale con precisione centesimale. Tutto è elettronico, premendo su + si aumenta la pressione, su – si riduce.

Il peso del compressore è ridicolo, siamo sull’ordine di 500g, poco più di una pompetta. Se poi si considera che il pannello solare svolgerà anche la funzione di paraschiena, possiamo dire che questi 500g di “zavorra” sono ben giustificati.

Insomma, Hellbike ci ha veramente sorpreso: è sicuramente un punto di svolta epocale nella mtb perchè riesce ad unire gli innegabili vantaggi delle fat bikes con la pedalabilita di una mtb tradizionale, addirittura superiore in molti frangenti. Siamo sicuri che appena verrà commercializzato ufficialmente, diventerà un “must have” del mondo delle ruote grasse, un po’ come i freni a disco, le forcelle ammortizzate o i reggisella telescopici.

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