Apt sembra un anagramma, ma in realta è un bellissimo paesino nascosto tra le colline della provenza francese, in mezzo ad uliveti, vigneti e caratteristici paesini in cui il tempo sembra essersi fermato due secoli fa.
E’ questa la location che Hutchinson ha scelto per presentare la nuova gamma di gomme enduro, un posto non solo bello paesaggisticamente ma anche stupendo per i suoi trails. Le colline qui attorno offrono stupendi sentieri super-flow, da guidare a cannone in uno continuo zigzagare tra pini ed arbusti tipici della macchia mediterranea. Velocità fotoniche e curve in appoggio, fanno di questi trail un paradiso poco conosciuto per i bikers italiani. Il terreno roccioso poi non risparmia certo gli pneumatici, permettendo di valutare bene anche la loro resistenza ed affidabilità.
In una tranquilla villetta in stile rurale, di fronte ad una birra sul bordo della piscina, i ragazzi di Hutchinson hanno presentato le nuove gomme.
Nonostante il settore ciclo sia solo una piccola parte della grossa realtà di Hutchinson, l’equipe che si occupa dei copertoni da mountain bike e da strada è piuttosto motivata e sfruttando l’esperienza dei tanti top riders supportati, e potendo contare su di un laboratorio di ricerca degno delle più grandi multinazionali, la casa francese ha tirato fuori degli interessantissimi prodotti.
Scopriamoli più nel dettaglio.
Le nuove gomme da enduro sono pensate non solo per un uso race, ma anche ricreativo. La loro applicazione ideale sono bici con escursione da 140 a 160-170mm, con ruote da 26″ 27,5″ o 29″. Insomma, delle gomme per correre le Enduro World Series oppure per divertirsi la domenica con gli amici su tecnici e scassati singletrack alpini.
Partiamo dalle caratteristiche comuni. La carcassa delle nuove gomme da enduro è una via di mezzo tra la versione da DH e quella da XC, troppo leggera per i terreni che si incontrano solitamente in gara o sulle alpi. Sia in gara che in mezzo alle montagne serve robustezza, per questo la nuova carcassa delle gomme da enduro è di tipo 2 ply, ciascuno con una trama di 66tpi. Delle gomme belle robuste insomma, pensate per essere maltrattate. Il peso però, come vedremo meglio più avanti, non si rivela così esagerato.
La robustezza della carcassa ci ha veramente stupito: in due giorni di uso intensivo, su sentieri veloci, sconnessi, rocciosi nessuno tra giornalisti, rider e staff ha mai bucato. Neanche una piccola pizzicatura, nonostante girassimo a pressioni piuttosto basse (2.1 al posteriore e 1.8 all’anteriore), segno che le nuove gomme sono veramente robuste!
Essendo pioniere delle gomme Tubeless, non c’è da stupirsi che Hutchinson abbia dotato gli nuovi pneumatici di tallone Tubeless. Le nuove coperture sono quindi Tubeless Ready. Questo significa che adottano il tallone UST, ma la carcassa non è perfettamente impermeabile all’aria e serve quindi il sigillante per renderla ermetica. Una soluzione adottata dalla maggior parte dei costruttori che consente di risparmiare peso sulla carcassa (visto che non viene applicato lo strato di gomma sigillante) pur mantenendo alta la tenuta del tallone sul cerchio grazie al profilo UST.
La mescola è uno degli aspetti più importanti nel determinare la scorrevolezza ed il grip della gomma ed è per questo che Hutchinson ha deciso di adottare una tripla mescola.
Al di sotto del battistrada la casa francese adotta una durissima mescola “strutturale” 94 Shore A. Questa mescola dura si estende all’interno dei tasselli costituendo una solida ossatura che impedisce al tassello di flettere. Un tassello rigido non solo assicura un elevato grip (perchè affonda meglio nel terreno e non si piega sotto forti sollecitazioni), ma scorre anche meglio. Forse è questo il segreto dell’elevata scorrevolezza che abbiamo rilevato su asfalto su tutte le coperture: una vera sorpresa nonostante il disegno e la sezione abbondante.
Sopra questa dura mescola strutturale, il battistrada è rivestito di due diversi compound. Ai lati troviamo una morbidissima 40a, la stessa mescola usata sulle gomme da DH, che ha il compito di assicurare il miglior grip in piega e sulle contropendenze. Al centro troviamo invece una più dura 50a, una mescola che migliora la scorrevolezza ed assicura un’elevata resistenza ed un buon grip anche sulle più violente frenate, oltre a garantire una maggior durata del copertone.
Sappiamo tutti che le misure delle gomme da mountain bike, soprattutto quelle in pollici, sono molto approssimative. Il 2.35 di un modello non è detto che sia largo come 2.35 di un’altro copertone, specialmente se confrontiamo prodotti di marchi differenti. Per questo motivo Hutchinson ha deciso di mettere le cose in chiaro proponendo due misure uguali per tutti i modelli da enduro:
Tutte le gomme con la stessa misura sono larghe uguale, quindi non ci sono sorprese di copertoni più grossi (o stretti) del previsto.
Partiamo con la DZO, la gomma da fango di Hutchinson ora disponibile anche per enduro. Il mercato delle gomme da fango da enduro è piuttosto limitato: oggi come oggi sono pochissimi i produttori a proporre coperture adatte a queste condizioni, specialmente per ruote da 27,5″ e 29″. In commercio si trovano in genere gomme da fango da DH e da XC, ma mancano le soluzioni intermedie. E’ vero che se vai in giro per i monti e becchi un acquazzone non puoi certo cambiare le gomme, ma se sei in gara una gomma da fango può fare la differenza.
Derivata dall’omonima versione da DH, la carcassa della DZO da enduro è più leggera, così come la sezione più ridotta, ora da 2,25″. Tubeless Ready, con un peso di tutto rispetto ed una carcassa robusta, in grado di sopportare pressioni di utilizzo anche molto basse, la DZO si presenta come un prodotto molto interessante per la sua categoria.
I tasselli distanziati, squadrati ed estremamente pronunciati sono in grado di penetrare nel fango più profondo, anche se rispetto alla versione da DH questi sono meno alti. Un aspetto interessante di questa gomma è che i tasselli centrali sono predisposti per essere tagliati: in caso di condizioni non particolarmente estreme questo espediente permette di migliorare la scorrevolezza, mantenendo un’eccellente tenuta laterale.
Purtroppo (o per fortuna) le condizioni meteo qui nel Parc Regional du Luberon sono state buone e non abbiamo avuto modo di provare questi copertoni.
La squale si propone come gomma da asciutto, per terreni scorrevoli e non troppo cedevoli o per chi ricerca una maggior scorrevolezza, risultando insomma uno pneumatico perfetto anche per un utilizzo più tranquillo dell’enduro. Una gomma perfetta insomma per il trail e l’AM.
Sebbene riprenda il disegno della precedente versione, la Squale da enduro è stata rivista, specialmente nella versione da 27,5″ e da 29″. Poichè secondo i progettisti Hutchinson sulle bici da 27,5″ e 29″ si tende a piegare meno, il profilo della gomma è stato reso più piatto, più squadrato. I tasselli laterali di queste due versione hanno un angolo di inclinazione di soli 19°, invece dei 23° della versione da 26°. Una soluzione particolare, che però è condivisibile e sensata, almeno sulla carta.
La Squale è disponibile solo nella versione 2,25″ ma in tutti e tre i formati di ruota.
Abbiamo avuto modo di provare la Squale sia sul pedalato, sia su veloci sentieri in pieno stile enduro. Sebbene una prova di una giornata non possa che trasmettere delle prime impressioni che andrebbero poi verificate con un test più approfondito, abbiamo comunque avuto modo di farci un’idea delle caratteristiche di questo copertone.
Montata sia all’anteriore che al posteriore, la Squale scorre piuttosto bene. In salita la trazione è molto buona, anche alzandosi sui pedali su ripidi sentieri ghiaiosi si sente un elevato grip. In discesa la caratteristica saliente di questa gomma è l’ottimo grip in frenata, caratteristica dettata dalla forma dei tasselli centrali che formano una netta linea trasversale rispetto alla direzione di rotolamento della ruota. Il grip laterale è buono, non ai massimi livelli, ma la cosa veramente positiva è che la gomma tende a perdere grip in maniera piuttosto progressiva, permettendo al rider di “sentire” quando la gomma comincia ad andar via e di gestire con facilità un’eventuale derapata, anche all’anteriore.
La vediamo molto bene come gomma da posteriore, all’anteriore per terreni asciutti e compatti o per chi non vuole strafare in discesa e cerca qualcosa di scorrevole.
La Toro nasce come gomma all rounder, un copertone adatto a quasi tutti i terreni. Sono disponibili due misure, la 2,25″ e la 2,35″ che, oltre per la larghezza, differiscono anche per il disegno. Il 2.25 ha una tassellatura più bassa pensata per una miglior scorrevolezza ed è quindi un perfetto copertone posteriore. Il 2.35 ha tasselli più alti, pensati per dare il giusto grip, sia in frenata che in curva, che una buona gomma anteriore deve essere in grado di offrire.
2.25 al posteriore e 2.35 all’anteriore è insomma l’abbinamento ottimale, anche se potrebbero esserci condizioni in cui anche un 2.35 al posteriore può essere una valida scelta.
Rispetto alle precedenti versioni, i tasselli centrali sono stati leggermente abbassati (un millimetro in meno) per conferire alla gomma una miglior scorrevolezza. La forma dei tasselli con numerosi intagli e sfaccettature laterali serve ad incrementare il grip, migliorando la tenuta e l’ingranamento del tassello sul terreno.
Montati come anteriore e posteriore su una Scott Genius LT, abbiamo avuto modo di provare i Toro sui velocissimi sentieri a pochi chilometri dal APT. Risalite furgonate e tanta, tanta velocità cercando di tenere il ritmo di Mick Hannah e dei fratelli Ravanel, letteralmente imprendibili su questi percorsi! Terreno cedevole, curve e staccate a tutta, salti ciechi con atterraggi sulle rocce: non abbiamo certo risparmiato le povere Toro!
La prima impressione che si ha dalle gomme è di un immediato comfort. Le gomme sono facili, prevedibili nel comportamento e trasmettono quindi sicurezza. Sbagli una curva e freni a metà, magari anche con l’anteriore? Nessun problema, la gomma non perde mai grip all’improvviso. Insomma una gomma che sicuramente piacerà ai rider un po’ insicuri, quelli che tendono a frenare anche quando non si dovrebbe.
Anche quando si aumenta il ritmo e si comincia a spingere a tutta (per stare dietro ad atleti così forti devi dare il tuo 100%) le impressioni sono ottime. Il grip è molto buono, anche sull’insidiosissima ghiaia degli stretti trail francesi. Forse il Toro da 2.25 non è un mostro in frenata, ma la tenuta laterale del 2,35 montato davanti è ottima. Anche lui tende ad essere una gomma che perde grip in maniera progressiva, il tutto a vantaggio della sicurezza. Sei uno a cui piace guidare al limite? Non ti preoccupare, anche se la gomma anteriore perde aderenza difficilmente andrai per terra.
Vediamo molto bene la nuova Toro 2.35 montata all’anteriore e siamo convinti che la sua polivalenza la renda adatta a quasi tutti i percorsi. Una gomma perfetta sia per le gare, sia per chi gira in montagna ed incontra quindi una grande varietà di terreni. Si può abbinare al 2.25 dietro, oppure all’ottimo Squale 2.25, che ci è sembrata una grande gomma posteriore.
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