La domanda del titolo può suonare un po’ bizzarra, ma lo è meno se si considerano alcune statistiche rilevate dall’associazione dei rivenditori di biciclette americana, la NBDA, che ha recentemente pubblicato uno studio a riguardo: http://nbda.com/articles/cost-of-doing-business-study-pg40.htm.
Da questo si evince che la vendita di biciclette nuove non copre nemmeno i costi operativi minimi di un’attività commerciale. I guadagni arrivano tutti dai margini (molto più alti) consentiti dai ricambi, abbigliamento ed accessori. Categorie che però vedono una sempre più forte concorrenza dai rivenditori online.
Lo studio si basa sui dati 2013 e mostra che la media dei costi operativi è stata del 38,7%, contro il 42,2% del 2011. Riduzione avvenuta grazie alla riduzione del personale.
Altri dati interessanti sono la costanza di alcune percentuali in un raffronto ventennale tra 1993 e 2013, come la percentuale di vendite di bici sul globale degli introiti: 49% nel 1993 e 46% nel 2013, accessori e ricambi: 33% 1993 e 31% 2013; riparazioni: 11% nel 1993 e 13% 2013. Per un profitto netto medio del 4,7% nel 1993 contro il 5,7% nel 2013.
Il 25% del totale dei rivenditori è quello che fa gli utili maggiori, un 13,7%, quasi il doppio del 8,6% del 1993. Questo grazie alla combinazione di costi minori e margini maggiori. Margini maggiori che appunto realizzano su accessori ed abbigliamento.
La conclusione di questi dati di un noto blogger che si occupa di questi temi è che pur con cambiamenti enormi per quanto riguarda il mercato negli ultimi anni, le basi finanziarie della rivendita sono rimaste abbastanza costanti, così come le ragioni dei buoni guadagni di chi è capace di tenere sotto controllo i costi aumentando i margini, come si faceva anche 20 anni fa.
Sarebbe interessante conoscere le opinioni in merito e la situazione dei rivenditori nostrani.
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