Il fango, oltre che creare problemi per la guida, può essere molto pericoloso anche per la bici. Cambi strappati, catene che si rompono, cuscinetti grippati, snodi cigolanti e sospensioni rovinate sono la conseguenza di uscite col fango a cui non seguono delle manutenzioni ben fatte.
Guidare in condizioni fangose è un’insidia. Ci vuole manico e sensibilità, non avere paura di buttarsi, e sangue. Anche se si è molto esperti, in certe situazioni stare in piedi può rivelarsi piuttosto difficile. Per questo scegliere coperture adatte e curare la bici in modo che funzioni al meglio è molto importante.
Se una caduta può essere pericolosa o compromettere la nostra gara, tanto più lo è un’eventuale rottura. Il fango infatti mette in crisi diversi componenti, come la trasmissione. Si attacca ovunque, portando con se pietrisco e detriti vari che vanno a bloccare le parti in movimento. Cambio, deragliatore, pacco pignoni sono le parti più colpite, ma anche pedali, forcella, passaggi ruota, freni sono dei punti critici.
Non dimentichiamoci poi che il fango non è solo argilla. Il fango porta con se anche particelle di sabbia e pietrisco, che interponendosi tra le parti di scorrimento, causando un effetto abrasivo molto forte, che porta ad una rapidissima usura di tutte le parti in movimento della bici. È quindi fondamentale, subito dopo un giro fangoso, un’accurata pulizia del mezzo.
La trasmissione
Cominciamo con l’occuparci della serie di componenti che più patiscono il fango: la trasmissione. Deragliatori, pacco pignoni e catena sono infatti molto esposti. Non servono condizioni particolarmente estreme per far si che la trasmissione si impacchi nel giro di pochi minuti.
I problemi che il fango causa alla trasmissione sono molteplici. Innanzitutto va a bloccare le pulegge del deragliatore posteriore, impedendone la rotazione e causando in alcuni casi il risucchio del cambio verso l’alto e la conseguente rottura. Altro problema legato al cambio riguarda la difficoltà di cambiata: il fango che impacca il deragliatore anteriore o posteriore ne impedisce il movimento. Allo stesso modo, fango molto pastoso può ricoprire il pacco pignoni o le corone, impedendo alla catena di ingaggiare i denti e causandone lo scivolamento. L’acqua mista fango che colpisce la catena, poi provoca un rapido dilavamento del lubrificante della stessa. La catena si secca quindi, nei rullini entrano particelle abrasive. La conseguenza è che la catena tende a rompersi facilmente, specialmente negli incroci con rapporti duri, ed anche se non si rompe rimane comunque soggetta ad una precoce usura.
Per minimizzare questi effetti c’è ben poco da fare. L’unica arma che si ha a disposizione è l’utilizzo di lubrificanti specifici.
Per la catena è bene utilizzare dei lubrificanti “wet”, specifici per condizioni di bagnato. Questi oli lubrificanti sono molto viscosi, spesso quando si applicano formano addirittura dei fili. Grazie alla loro elevata viscosità e al loro elevato potere adesivo, anche in condizioni di bagnato tendono a rimanere attaccati ai rullini della catena, garantendo un’elevata durata della lubrificazione. Chiaramente il rovescio della medaglia è che tendono a far incollare le particelle di polvere, ma quando è bagnato la polvere non c’è, quindi il problema non si pone.
Sui deragliatori e sui cavi può essere consigliabile applicare dell’olio siliconico. Come vedremo in seguito, l’effetto idrorepellente del silicone fa si che il fango si attacchi con più difficoltà.
Durante un’uscita normale o se in gara se ne ha la possibilità, quando la catena diventa secca e rumorosa sarebbe buona norma dargli una sciacquata (con la borraccia o con lo zaino idrico) ed applicare un po’ di lubrificante. Chiaramente in gara questo non è quasi mai possibile, bisogna quindi prestare attenzione a non stressare troppo la catena con incroci esasperati. Se poi si gira in condizioni di fango ma senza pioggia (tipica condizione che si presenta dopo un temporale) è poi buona norma cercare di evitare che il fango si solidifichi, diventando un’argilla che blocca le parti in movimento. Bisogna quindi bagnare la bici, ad esempio prendendo di proposito delle pozzanghere. Il fango secco è molto più dannoso di quello umido, proprio perché forma una sorta di cemento che impedisce il movimento delle varie parti.
Una volta arrivati a casa è poi importante pulire accuratamente i vari componenti della trasmissione e lubrificarli correttamente. Questo serve a prevenire l’ossidazione delle parti in acciaio.
Freni
L’effetto abrasivo del fango si fa sentire anche sui freni. L’acqua infatti riduce l’attrito tra pastiglia e disco, mentre le particelle di sabbia presenti nel fango, che si interpongono tra disco e pastiglia, provocano una rapida usura del ferodo. Il risultato è che la pastiglie si consumano molto velocemente, tanto che pastiglie nuove possono finire anche in una sola giornata.
Purtroppo c’è ben poco da fare. Per evitare di ritrovarsi a metà discesa senza pastiglie è opportuno verificare lo stato di usura del ferodo prima di partire. Nel caso il ferodo sia già un po’ consumato è meglio nel dubbio mettere una coppia di pastiglie nuove ed eventualmente tenere le vecchie per uscite sull’asciutto.
E’ inoltre sconsigliabile l’utilizzo di pastiglie organiche. Meglio utilizzare delle semi metalliche o delle metalliche, che si consumano più lentamente in condizioni di bagnato.
Pedali
I pedali, specialmente quelli automatici, risentono particolarmente del fango. Il fango infatti blocca il meccanismo di aggancio, con il rischio che il piede non riesca a sganciarsi o agganciarsi, con il rischio di potenziali cadute.
Esistono tuttavia dei pedali che patiscono meno il fango. Si tratta solitamente di pedali molto aperti, in cui il fango non rimane intrappolato nel meccanismo. I Crank Brothers Egg Beater ne sono un esempio.
Un trucchetto per evitare problemi con i pedali automatici consiste nell’applicare dell’olio al silicone sulle tacchette e sul meccanismo di sgancio. L’olio al silicone, idrorepellente, rende più difficoltosa l’adesione del fango.
Questa soluzione è da evitare invece sui pedali flat, in quanto l’olio farebbe scivolare la scarpa sul pedale!
Telaio e passaggio ruota
Un altro problema del fango riguarda il passaggio ruote. La ruota trascina con sé di tutto: fango, rami, sassi, foglie. Questi detriti si vanno poi a depositare sui foderi alti e sui foderi bassi del carro posteriore, si compattano e vanno a ridurre la luce tra carro e ruota posteriore, arrivando in condizioni particolarmente estreme ad impedirne la rotazione.
Quando questo accade, l’unica soluzione è fermarsi e pulire con le mani il passaggio ruota. Naturalmente se si è in gara è una notevole perdita di tempo. Un buon trucchetto per evitare che il fango blocchi la ruota è di “pulire” la bici passando nelle pozzanghere. Il grosso problema infatti è costituito dal fango asciutto, quello più pastoso. Il fango liquido infatti non si accumula, o meglio si deposita formando però un sottilissimo strato. Quando si sente che la ruota comincia ad strisciare, un bel passaggio in una pozzanghera spesso è sufficiente a pulire il telaio. Anche nella scelta delle traiettorie, se possibile, è sempre meglio puntare a dove c’è l’acqua piuttosto di dove c’è il fango pastoso.
A parte queste accortezze nella guida, si può comunque ricorrere al solito olio al silicone per ridurre l’adesione del fango al telaio. Anche prodotti come le cere per auto producono un effetto analogo.
Altro consiglio è poi quello di montare gomme la cui larghezza consenta di avere sufficiente luce tra telaio e copertone. Meglio una gomma un po’ più stretta che non si impacchi, di un gommone che poi infangato non riesce a passare nel telaio. Da questo punto di vista però c’è da dire che le gomme da fango sono solitamente più strette, quindi ci vengono in aiuto anche sotto questo punto di vista.
Non dimentichiamoci poi dell’effetto abrasivo del fango sul telaio. Per evitare che i foderi si righino o si svernicino in prossimità del passaggio ruota, può essere opportuno proteggere la zona con una pellicola trasparente.
Le sospensioni
Sulle sospensioni non c’è molto da dire. Se si è soliti applicare degli oli sugli steli, con il bagnato questi si possono applicare senza problemi, anche se l’acqua li dilaverà facilmente. Nel caso consiglio l’olio al silicone, applicato anche nella zona dei raschia polvere per ridurre l’accumulo di fango.
Non dimentichiamoci poi che il fango è dannoso per le sospensioni, in quanto riesce, seppur in minima parte, a superare i raschia polvere e finisce nell’olio di lubrificazione dei foderi o del manicotto dell’ammortizzatore. In caso di uso frequente su fondi fangosi è bene intensificare gli intervalli di manutenzione. Nel video consiglio di usare un parafango stile Marsh Guard proprio per proteggere gli steli.
Il lavaggio della bici
Terminato il giro fangoso è buona norma mettersi subito a lavare la bici. Il fango quando si secca è infatti molto difficile da togliere, mentre quando è fresco va via molto facilmente. Inoltre il fango trattiene per molto tempo l’umidità al suo interno. Questa umidità favorisce l’ossidazione delle parti in acciaio, come la catena.
Per togliere il fango il sistema più efficace è l’idropulitrice, meglio se a bassa pressione. Spesso anche una canna dell’acqua con una buona pressione è sufficiente, ma di certo mettersi li secchio e spugna diventa un lavoraccio!
Dapprima si deve togliere il grosso con l’acqua, poi si procede con l’insaponatura. Può essere necessario lavare più volte per togliere tutti i residui. Una spazzola morbida per raggiungere gli spazi più angusti ed una spugna per togliere il grosso, insieme ad un buon detergente sono quello che serve per ottenere buoni risultati.
Ricordiamoci solo di prestare particolare attenzione alla pulizia della catena e della trasmissione, utilizzando uno sgrassante per rimuovere tutto lo sporco. Finito il lavaggio è sempre buona norma lubrificare la catena, cambio e deragliatore.
E voi come vi comportate con il fango? Quando piove ed è bagnato ve ne state a casa o affrontate lo stesso il brutto tempo? Avete qualche trucchetto o suggerimento da aggiungere?
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