Il futuro è dello sport all’aria aperta

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Guardare in avanti è l’unico modo per non cadere in depressione da quarantena. Per noi mountain biker ancora di più, visto che in diversi Paesi, fra cui l’Italia, è vietato praticare sport all’aperto. Sbeffeggiati, additati a nemico pubblico numero uno, sgridati da concittadini frustrati, ora chiusi in casa insieme a runner e chiunque altro volesse ossigenare il cervello nel rispetto delle norme antivirus.

Gli untori che praticano sport hanno però davanti a sé una rivincita enorme: anche chi ci dà contro si troverà a fare i conti con un modo di vivere che non sarà più lo stesso di prima, perlomeno fin quando non verrà trovato un vaccino. Palestre, spogliatoi, eventi al chiuso con tanta gente, sono tutti destinati ad essere ignorati a lungo per paura del contagio.



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Il modo più sicuro per muoversi sarà quello di stare all’aria aperta, lontano dagli altri. Proprio come fa chi va in MTB. Magari noi dovremo stare attenti alle uscite di gruppo, ciò non toglie che non è un problema rispettare la distanza sociale mentre si pedala. E voi, sceriffi da balcone ed isterici al volante, vi dovrete adattare o rassegnarvi ai vostri travasi di bile mentre ingrassate e rinstupidite davanti al televisore.

Foto di copertina di Filippo Macalli

Commenti

  1. Riapro questa interessantissima discussione per vedere gli sviluppi a un mese dalla riapertura.
    Verissimo il futuro dello sport sarà all'aria aperta.
    Ciclabili, parchi e strade sono state prese d'assalto da ciclisti e runners, scarpe e biciclette sono praticamente scomparse dai negozi.
    Però e qui rubo le parole a Roger Waters, non basta una Les Paul per essere Eric Clapton, cioè i sentirei i nostri amati track sono ancora a uso esclusivamente nostro, difficile vedere qualcuno che ha preso una bici nuova avventurarsi, mentre come prevedevo è ritornato a pedalare chi aveva smesso prima del covid.
    ciclabili e parchi pieni e affollati, sentieri no. Magari una piccola percentuale si potrà presto incontrare
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