Negli anni, Fox ha sviluppato un sacco di sospensioni con l’aiuto dei propri pro rider, che usano ammortizzatori e forcelle in gara e non. Il programma Racing Applications Development è stato creato per concentrarsi, sviluppare e distinguere la linea di prodotti speciali per le gare da quella per tutti i giorni. L’obiettivo finale del programma RAD è di sviluppare prodotti e tecnologie che alla fine arriveranno sul mercato in una forma o nell’altra (qui il nostro articolo dell’anno scorso).
Ad ogni modo Fox si è accorta di non potersi affidare sempre e solo ai professionisti per feedback e sviluppo, quindi ha ingaggiato un insieme di altri gruppi di rider perchè aggiungano al programma i propri pensieri su cosa FOX sta sviluppando. UOno di questi gruppi è fatto di giornalisti. Grazie al nostro stretto rapporto con i rider, alla nostra indipendenza ed all’idea di come dovrebbe essere la mountain bike, MTB-MAG è stato invitato alla fine della Enduro World Series a Finale Ligure per provare e confrontare alcuni dei prodotti RAD. Lo scopo era di vedere come l’attuale sviluppo di sospensioni stia procedendo e di fornire le nostre impressioni su cosa stavamo testando.
Metodologia
Provare i prodotti è un lavoro che nella maggior parte dei casi va fatto in maniera metodica, in modo da trovare le differenze nel caso ce ne siano. La prima cosa che avevamo in testa era scetticismo. Non avevamo nulla su cui basarci per capire in cosa erano stati modificati i componenti (in termini scientifici si chiama “Null Hypotesis”) anche se non stavamo per misurare grandezze con strumenti, stavamo per misurare che impressione ci avrebbero dato i prodotti durante le pedalate. Ci è stata data una Santa Cruz Bronson Carbon in taglia L con una serie sterzo angleset da un grado e montata con sospensioni standard dell’attuale catalogo. In questo caso si tratta di una FOX 36 con la cartuccia di quest’anno ed un ammortizzatore Float X. Erano entrambi rodati e regolati per il nostro peso, con una frenatura in ritorno regolata su un livello suggerito per evitare che l’ammortizzatore fosse troppo lento nelle condizioni in cui avremmo girato. Quindi nel nostro caso era una frenatura abbastanza limitata. Abbiamo fatto un paio di giri per acclimatarci con le sospensioni e per verificare le nostre impostazioni ed il sag. E’ stato interessante lavorare con i tecnici FOX perchè ci hanno regolato in entrambi i casi il sag al millimetro e la pressione ci veniva regolata ad incrementi di 1 psi (0.069 bar, ndt). Non c’era spazio per errori quindi, il test sarebbe stato rigoroso. Dopo aver fatto i primi giri ci siamo fermati, abbiamo cambiato forcella ed ammortizzatore, abbiamo riregolato sag e ritorno perchè fossero gli stessi di prima e siamo tornati a pedalare sugli stessi sentieri. Abbiamo fatto il possibile per cercare di restare coerenti nella scelta delle linee e nello stile di guida, compresi i punti in cui frenavamo e la velocità. Il nostro obiettivo era provare a capire cosa stava succedendo nelle sospensioni a livello di frenatura. Ciò non toglie che ci fossimo anche divertiti, visto che di fatto andavamo sempre in bici.
Risultati
Test come questi sono un’esperienza molto interessante. Innanzitutto abbiamo notato che le nostre bici erano nelle mani di tecnici esperti, erano regolate in maniera bilanciata e le sospensioni anteriore e posteriore lavoravano in buona armonia. La bici era ben bilanciata in tutte le situazioni in cui l’abbiamo spinta al limite per vedere come si sarebbero comportate le sospensioni.
Girare sul montaggio base con la 36 e Float X è stato grandioso, avevamo l’impressione di avere veramente un ottimo sistema tra le mani, che rispondeva positivamente ai nostri input ed alle condizioni del sentiero; in nessun momento ci siamo trovati a non divertirci durante il giro. Dopo i primi giri ci siamo spostati sulla 34 con la nuova cartuccia (un prototipo) e l’ammortizzatore RAD. Il cambio da 36 a 34 può essere spiegato tenendo in conto il fatto che la 36 fosse il loro ultimo prodotto lanciato sul mercato, quindi avremmo dovuto usare quello come termine di paragone. Per quanto riguarda il test non avremmo dovuto tenere conto della struttura (in particolare il diametro degli steli), malgrado avesse qualche influenza. Ciò su cui ci era chiesto di concentrarci era la nuova cartuccia 34 FIT.
Sui sentieri, abbiamo provato a simulare le nostre pedalate precedenti per vedere cosa sarebbe cambiato. La prima cosa che abbiamo notato è che è stato migliorato il supporto a metà corsa, con la sospensione che tornava meglio a metà escursione. Ci sembrava di sapere sempre a che punto dell’escursione fossimo, mentre con il setting precedente era più difficile stimarlo. Anche saltare e prendere ostacoli quadrati era interessante. E’ stato migliorato il cambio di direzione del moto della sospensione nel momento in cui arriva al punto di inversione ed entra in gioco la frenatura in ritorno. Ci è sembrato meno brusco ed avevamo miglior controllo negli atterraggi, tornando in un punto più prevedibile nell’escursione. E questo ci porta al punto successivo. Il feeling del contatto col sentiero è stato migliorato. Potevamo avvertire meglio le ondulazioni e le caratteristiche del fondo, ma non in maniera violenta. Spiegato in modo semplice, il risultato è che la tenuta della ruota è stata migliorata, con le ruote che stanno meglio a contatto col terreno.
Dal momento che giriamo con pedali flat, tendiamo a spingere di più la bici sul sentiero ed a sfruttare le caratteristiche del fondo per lanciarci lungo il percorso. E’ stata migliorata la sensibilità a questi movimenti perchè riuscivamo a capire cosa facevamo, invece di affondare semplicemente nella sospensione. Abbiamo notato questo aspetto soprattutto all’entrata ed uscita di curva.
In frenata abbiamo notato meno affondamento rispetto a quanto avevamo rilevato precedentemente, inoltre c’era migliore risposta ai nostri input; la bici non affondava nè in avanti nè indietro quando cambiavamo la distribuzione del nostro peso. Il tutto comportava una pedalata più bilanciata.
Alla fine di quello che secondo tutti, nel gruppo, era un sentiero lungo e tecnico, abbiamo trovato che le prestazioni dell’ammortizzatore non erano diminuite: l’ammortizzatore non cedeva e conservava il suo supporto nella parte centra le della corsa. Potremmo discutere su quanto questo miglioramento sia stato influenzato dal maggior volume d’aria. L’aumento di temperatura dell’ammortizzatore non era evidente, anche se dobbiamo ammettere di non avergli prestato molta attenzione, soprattutto perchè la sospensione ha continuato a lavorare bene e non abbiamo notato variazioni nella risposta della bici mentre scendevamo lungo il sentiero. Quindi non è stato necessario controllare quanto fosse caldo l’ammortizzatore.
La sensibilità ai piccoli urti della forcella è stata migliorata e con la nuova cartuccia sembrava che meno vibrazioni fossero trasmesse a bici e rider sulle parti del sentiero che comportavamo rapidi movimenti delle sospensioni. Di nuovo, spiegata in modo semplice il tutto comporta un funzionamento più fluido ed una minor fatica per il biker.
La struttura della forcella era di fatto quella di quest’anno, e malgrado abbiamo notato che nelle sezioni tecniche e piene di curve non fosse precisa come la 36, non diremmo che sia un difetto grave e comunque non influenzava il funzionamento della frenatura.
Conclusioni
Riteniamo di aver scoperto ciò che può essere definito un importante miglioramento nelle prestazioni delle sospensioni, con questo prototipo di cartuccia FIT per quanto riguarda la forcella e nelle prestazioni della frenatura per quanto riguarda l’ammortizzatore posteriore.
Se dovessimo scegliere la differenza più evidente, diremmo che è il supporto nella parte centrale della corsa. Giriamo spesso con lo schema VPP e siamo quindi abituati a come risponde. Le modifiche di questi componenti hanno avuto un impatto percettibile su come usavamo la bici. In termini semplici, diremmo che il migliorato supporto a metà corsa dava l’impressione di maggior stabilità e migliore tenuta nelle condizioni del test. Sapevamo dove eravam e cosa la bici stesse facendo in ogni istante, meglio che con i componenti non RAD.
La nostra “Null Hypotesis” era che non ci fosse stato nessun miglioramento nel comportamento delle sospensioni. Possiamo affermare con certezza che non è questo il caso. L’incremento nelle prestazioni della bici, soprattutto considerando che la forcella RAD aveva steli e foderi più sottili, è stato impressionante. Possiamo dire che se questa versione della cartuccia finisse sul mercato, gli utenti finali noterebbero la differenza rispetto ai modelli degli anni precedenti. Malgrado non ci possiamo lamentare delle prestazioni della 36 e del Float X, non c’è dubbio che il motivo di esistere del Racing Applications Development è di fare continui passi avanti su prodotti che potrebbero presto o tardi raggiungere il consumatore, in questo caso parliamo della nuova cartuccia 34 FIT.
Grazie alla nostra partecipazione abbiamo potuto dare un’occhiata a ciò che sta per arrivare. Si, le prestazioni delle sospensioni sono in continuo miglioramento e si, la nuova cartuccia Fox 34 probabilmente diventerà un’altra pietra miliare.
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