Nubi minacciose, nevischio e vento a raffiche non promettevano nulla di buono.
Il Capitan Muldox e il Tenente Zergio, a malincuore, dovettero abbandonare l’idea di proseguire. Non tanto per la paura di congelarsi nella bufera imminente (figuriamoci!), ma piuttosto perchè la nebbia avrebbe potuto confonderli e far loro varcare involontariamente la linea di confine. Le tracce lasciate sulla neve fresca avrebbero poi costituito prove troppo evidenti e l’incursione avrebbe potuto concludersi nel peggiore dei modi.
Dopo una lunga attesa, scesero quindi a valle con un malcelato nervosismo, placato a malapena da qualche litro di birra e diverse fette di strudel.
La strada l’aveva tracciata il Capitano sulle sue mappe mesi prima, e, ora che tutto era stato deciso, provava un brivido sui polpacci, come un fremito che faticava sempre più a contenere.
Ancora con l’amaro in bocca (le birre erano doppio malto), Muldox non prese bene nemmeno la seconda batosta della giornata: il Tenente Zergio non avrebbe potuto seguirlo nella missione successiva. Gli sarebbe stato affidato il Sergente Bonetti, giovane e per giunta quasi astemio!
Così, quando la mattina fissata per il nuovo tentativo squillò il telefono, la risposta non lo sorprese.
“Capitano! Abbiamo un problema…la macchina si è fermata…non riesco a raggiungerla..” “TU hai un problema Bonetti! Presentati qui entro un’ora o per te inizieranno tempi cupi!”.
Lo Stelvio si apriva finalmente nitido e regalava temperature estive, così Muldox decise di non perdere tempo e iniziare la ricognizione.
Saliva con slancio su tutti i punti panoramici, scendeva con foga, precisione e ardimento anche dai tracciati più impervi, non prima di avere a lungo studiato la situazione.
Ormai il sole era alto e non restava che avventurarsi verso il Rötelspitz. Il Bonetti lo avrebbe raggiunto là, e lui nel mentre avrebbe avuto il tempo di dare una prima occhiata alla incognita discesa.
Mangiò con disappunto il suo rancio, composto da pomodoro e insalata, e, maledicendo la dieta ipocalorica, si sedette in contemplazione della valle.
Il Sergente arrivò di lì a poco, trafelato, paonazzo e con la testa bassa. “Cosa diavolo hai combinato, Bonetti?” “La benzina, Capitano..”. Muldox, colmo di rabbia, strappò dalle mani del sottoposto il panino al salame che questi stava provando timidamente ad addentare, e lo divorò in un sol boccone.
Trovò allora un poco di pace e, ricordandosi che la benzina al Bonetti l’aveva sottratta lui, sfoderò un sorriso beffardo e urlò con enfasi “In sella!”.
Fu allora che ebbe inizio la missione, fra un rutto e un brontolio di stomaco.
Bonetti scendeva fluido dietro il suo Capitano, lasciandosi trascinare dalla crescente adrenalina.
In un vortice di indiscusso piacere percorreva curva dopo curva l’infinita serpentina, a tratti su fondo scorrevole, a tratti pietrosa e colma di insidie.
Un raggio di sole illuminava un piccolo lago alpino e la Val Mustair, varie centinaia di metri là sotto.
Nessuna truppa all’orizzonte, un sentiero ben disegnato: ecco cosa aveva sperato di trovare fra queste valli impervie il Capitano!
Muldox si gustava il frutto della scoperta, sentendosi ancora una volta più invincibile, quando udì un rumoraccio. Si arrestò e, voltandosi, vide il Bonetti riverso sull’erba. Ma questo si rialzò, apparentemente tonico, e tornò velocemente in sella, con un rivolo di sangue sullo stinco ma la faccia sorridente.
Il Capitano non poté fare a meno di pensare che, in fondo, il Sergente aveva stoffa e coraggio. Nonostante tutto, poteva dargli un’altra possibilitá!
“Ragazzo! È il tuo turno: fai strada!”
Bonetti, dolorante ma rinvigorito dal lusinghiero invito, scendeva con il suo stile impeccabile, come un giovane e fiero camoscio a fianco del capobranco.
L’acqua cristallina del torrente lo ritemprò e gli diede ulteriore grinta.
Tutto procedeva a meraviglia e già i due si sentivano in tasca la vittoria, quando, da lontano, videro un’ombra che si definiva sempre più nella luce del tramonto.
Fu un istante, e capirono.
Il comando d’oltre confine stava pattugliando il sentiero poco più a valle, pronto a contrastare eventuali incursioni nemiche.
Una voce straniera tuonò minacciosa, ma il Capitan Muldox e il Sergente Bonetti si erano giá buttati a capofitto in una spessa ontaneta, mollando disperatamente i freni per raggiungere la valle nel minor tempo possibile.
Le urla si fecero più fievoli e il Capitano riuscì a farsi largo fra i rami contorti per contattare il Soldato Giò, che nel frattempo si era portata in zona Passo Umbrail con l’ammiraglia, così da ricevere soccorso.
La raggiunsero con il sole calante e in men che non si dica si stiparono nella vettura.
Videro allora la truppa d’oltre confine uscire dal bosco, ma ormai era troppo tardi.. fortunatamente erano salvi!
Ringraziamo Adriano e Nadia per la meravigliosa ospitalità presso lo Chalet Teo & Marianna di Bormio, base d’appoggio davvero splendida e confortevole per gite nella zona dell’Alta Valtellina. Non perdetevelo!