Vi siete mai chiesti a cosa servono? E se servono davvero? Vederli sulla schiena di Balotelli o sui glutei delle pallavoliste ha fatto scatenare una moda o c’è della sostanza in tutto questo fumo?

Oggi entriamo nel dettaglio del Taping, eviscerandone le caratteristiche e comprendendone le applicazioni.  Dal momento che anche qui spopolano i corsi di formazione, e ad oggi pressochè chiunque anche nei parchi applica bendaggi promuovendoli (e promuovendo sè stesso) come l’evoluzione della fisioterapia-ginnastica posturale, o come rimedio miracoloso per qualsiasi acciacco, credo che la parola del mio collaboratore Luca Bergadano, fisioterapista, oggi sia più indicata della mia.

Entrambi abbiamo visto arrivare persone fasciate dalla testa ai piedi lamentando comunque il protrarsi di fastidi remoti nei mesi, ma entrambi abbiamo visto (merito tutto suo per l’applicazione dei tape e per i trattamenti, mio per le indicazioni sul training) concludere delle maratone a soggetti che altrimenti avrebbero gettato la spugna al 20° km.

Buona lettura dunque; rimaniamo comunque entrambi a disposizione per chiarimenti sul dettaglio delle applicazioni o sul legame con gesti sportivi (e non) specifici.

Abbiate pazienza…ogni tanto ci divertiamo anche noi!!!

Buongiorno a tutti e ben ritrovati. Oggi parliamo di bendaggio, non di un bendaggio a caso bensì del bendaggio più popolare del momento, cercando di fare un po’ di chiarezza, per quanto possibile, in questo argomento che ormai è letteralmente sulla pelle di tutti.

L’ho sentito nominare in tutti i modi: nastrino colorato, striscetta, cerottino…..ecc. Il vero nome, genericamente parlando, è “TAPE”.

Perchè dico genericamente? Perchè, come al solito, di originale ce n’è uno soltanto e poi, una volta diffuso il verbo, c’è sempre chi si separa dal gregge per creare una nuova parrocchia. In realtà la mela non cade mai lontano dall’albero, perciò le differenze apportate dalle varie “costole di Adamo” sono, a mio modesto parere, più commerciali che funzionali. Scusate i riferimenti religiosi, penso sia l’influenza della Pasqua.

Questa mia considerazione nasce dal confronto con un collega, alla fine del quale ne abbiamo dedotto che le due metodologie non si discostavano di molto. Quasi banale dirlo visto che l’anatomia del corpo umano è una soltanto ed il Tape (inteso fisicamente come benda adesiva) ha le stesse caratteristiche a prescindere dal produttore che lo mette in commercio.

Ragazzi, qui si parla di business puro!! Lanciato con le Olimpiadi di Pechino 2008 è consacrato indiscutibilmente con il goal di Balotelli agli Europei 2012 contro la Germania.

Questa premessa è d’obbligo in quanto non è mia intenzione promuovere il Kinesiotaping, il Taping Neuromuscolare, il Linfotaping, il Kinesiologytaping ecc. Voglio parlarvi soltanto di questo metodo di bendaggio.

 

Le dimensioni commerciali di ciò di cui stiamo parlando sono evidenti soprattutto alla luce delle numerose pubblicazioni scientifiche che sono state prodotte negli ultimi anni, non solo in campo ortopedico e sportivo, bensì anche in ambito neurologico come ad esempio riguardo il controllo posturale del tronco in pazienti affetti da Morbo di Parkinson (1).

Tengo a precisare che nessuno di questi studi incorona il Tape come terapia miracolosa.

I risultati riportano un effetto antalgico su persone affette da dolore (ad esempio osteoartrite del ginocchio) che si traduce in termini di possibilità di esprimere forza da parte dei muscoli legati a quel distretto articolare (2).

Non può incrementare la prestazione di un salto verticale ma può migliorare il controllo posturale dinamico di un atleta infortunato di caviglia (3).

Migliora il dolore ma non dà effetti positivi a lungo termine su di esso ne sull’aumento di forza/articolarità (4).

 

CHE COS’E’?

Il Tape è una benda adesiva anallergica di tessuto colorato. È elastico in una unica direzione e cioè in senso longitudinale alla benda stessa. E’ come una seconda pelle poiché:

  • ha un’elasticità complessiva (da min a max) che rispecchia approssimativamente l’elasticità della cute;
  • ha un peso che corrisponde circa allo stesso peso di una uguale porzione di cute;
  • ha uno spessore che corrisponde circa allo spessore della cute.

Non contiene lattice ne farmaci. La tensione/resistenza del tessuto non varia a seconda del colore. Le differenti fantasie sono dovute a scelte di mercato, nella maggior parte dei casi. C’è chi sostiene invece che il colore abbia un senso secondo i principi della Cromoterapia: azzurro per ridurre la circolazione e fucsia per incrementarla (ad esempio).

Non limita il movimento articolare ed è quindi ben tollerato.

 

COME FUNZIONA?

Il principio su cui si basa il funzionamento di questo metodo è la stimolazione meccanica/propriocettiva dei recettori cutanei, fasciali, capsulari e muscolari. Nulla di innovativo in realtà. La “deformazione” di un recettore periferico allo scopo di reinformare la centralina (sistema nervoso centrale) ed indurre quindi una risposta di ritorno sul tessuto bersaglio (articolazione, muscolo, fascia ad es.), è lo stesso principio su cui si basa l’approccio terapeutico manuale. L’innovazione del bendaggio sta nel fatto che, al contrario della terapia manuale, lo stimolo dura fintanto che la benda resta applicata alla pelle. Mediamente una applicazione può durare da 3 a 5 giorni salvo i bendaggi applicati a scopo agonistico, che invece vengono rimossi dopo la gara.

C’è di più. Tipicamente il Tape, una volta applicato, determina un sollevamento a grinze della cute e degli strati immediatamente sottostanti. Queste convoluzioni favoriscono il drenaggio linfatico e vascolare scaricando l’edema infiammatorio, abbassando la pressione locale ed eliminando così la compressione sui recettori, che a sua volta interrompe l’informazione algica locale. Inoltre, lo stiramento elastico continuo del Tape sui recettori propriocettivi cutanei induce un effetto gate control che diminuisce il dolore.

SU COSA AGISCE?

 

Il Tape generalmente agisce su tutte le strutture anatomiche della zona su cui viene applicato, dalla superficie alla profondità, per effetto della tensegrità e cioè per l’interdipendenza e la tridimensionalità delle strutture connettivali del corpo umano. La sua azione però può essere indirizzata maggiormente su di una di queste a seconda della tensione che diamo alla benda ed alla forma che diamo al bendaggio. Le strutture di cui parliamo sono le seguenti:

  • pelle, attenuazione neurologica del dolore per riduzione della pressione e dell’irritazione sui recettori cutanei, grazie ad un riequilibrio della attività linfatica;
  • sistema vascolare e linfatico, l’applicazione provoca delle convoluzioni sulla pelle che sollevandosi favoriscono il drenaggio linfatico;
  • fascia, facilita la normalizzazione del tono fasciale che a sua volta influenza il tono muscolare;
  • muscoli, facilita la normalizzazione della funzione muscolare nell’ambito funzionale e posturale;
  • capsula articolare, facilita la correzione biomeccanica dell’articolazione con conseguente miglioramento delle strutture periarticolari.

Riprendendo il discorso dei recettori, di cui sopra, e dei tessuti che abbiamo appena elencato, il Tape agisce su:

  • corpuscoli di Krause;
  • corpuscoli di Meissner;
  • dischi di Merkel;
  • terminazioni nervose libere;
  • corpuscoli di Pacini;
  • corpuscoli di Ruffini;
  • fusi neuromuscolari;
  • organi tendinei del Golgi.

 

COME SI APPLICA?

 

Questa stimolazione meccanica/propriocettiva si ottiene mediante la tensione che si impone alla benda durante l’applicazione del bendaggio, che non è lasciata al caso ne a discrezione del Fisioterapista o Preparatore Atletico. La cosa da tenere a mente è la presenza/assenza di dolore e, nel caso sia presente, la sua intensità.

Di regola la tensione della benda deve essere inversamente proporzionale all’intensità del dolore così che in caso di infiammazione acuta (dolore intenso), la tensione deve essere minima mentre invece in caso di dolore cronico (di lunga data ma lieve) la tensione può variare verso i gradi più elevati. Ciò porterà a preferire una applicazione drenante in caso di infiammazione acuta e/o dolore elevato, come dopo un trauma oppure in esiti di intervento chirurgico.

Inoltre, si può dire anche che la profondità della stimolazione è direttamente proporzionale alla tensione della benda così che, ad esempio, se vogliamo ottenere un effetto drenante (casi di edema/ematoma) applicheremo una tensione minima, mentre invece se vogliamo ottenere una correzione articolare (casi di instabilità) applicheremo una tensione molto vicina alla massima tensione della benda.

Il bendaggio però non è soltanto la scelta accurata di una tensione elastica, ma anche il giusto taglio della benda sia per lunghezza sia per forma, in modo tale che si possa adattare agevolmente al parte anatomica interessata e che possa servire allo scopo per cui il bendaggio viene applicato. I tagli più frequentemente utilizzati sono: a barra intera, a Y con una coda, a Y con due code, a rete centrale, a ventaglio, a ciambella. A seconda dell’intenzione terapeutica possono essere combinati diversi tagli e diverse tensioni, purchè venga rispettato un criterio logico e clinico.

PERCHE’ USARLO?

 

Per coadiuvare l’intervento riabilitativo/terapeutico e/o la riatletizzazione (passatemi il termine). Infatti in ogni caso può aiutare ma non sostituire il percorso intrapreso con il Fisioterapista o con il Personal Trainer.

Le principali indicazioni in ambito sportivo sono:

  • esiti di traumi muscolari;
  • esiti di traumi capsulo-legamentosi;
  • esiti di contusione (edema/ematoma);
  • linfedema post-chirurgico;
  • facilitazione/inibizione muscolare a scopo correttivo posturale e propriocettivo;
  • facilitazione/inibizione muscolare per migliorare la coordinazione intermuscolare agonista/antagonista.

 

È UTILE PRE e POST GARA?

 

Si! Questa risposta però è ovvia in quanto basta guardare gli atleti di livello in tutte le discipline sportive per capire che non sono certo io a dover sdoganare il Tape.

L’applicazione pre-gara è utile per ridurre il dolore e correggere la biomeccanica articolare quel tanto che basta all’atleta per fare la sua migliore prestazione in quel momento.

Invece post-gara, come già accennato, favorisce il drenaggio e diminuisce edema e dolore.

 

In conclusione ragazzi per applicare un bendaggio non ci si può improvvisare, sono necessarie:

  • conoscenza anatomica, per bendare le zone giuste;
  • ragionamento clinico, per capire il problema del paziente;
  • conoscenza del metodo, per applicare un bendaggio adatto;
  • buona manualità ed esperienza.

Non esitate a commentare o contattarmi per qualsiasi delucidazione o consiglio.

Grazie per l’attenzione. Ciao a tutti e alla prossima.

 

Dott. Luca Bergadano

Fisioterapista

Tel. 338 11 48 888

e-mail luca.bergadano@gmail.com

 

(1)       Arch Phys Med Rehabil. 2014 Feb 5. pii: S0003-9993(14)00090-2. doi:    10.1016/j.apmr.2014.01.020. [Epub ahead of print]

            Postural Rehabilitation and Kinesio Taping for Axial Postural Disorders in Parkinson’s     Disease.

Capecci M1, Serpicelli C2, Fiorentini L2, Censi G2, Ferretti M2, Orni C2, Renzi R2,      Provinciali L3, Ceravolo MG2.

 

(2)       Physiother Theory Pract. 2014 Mar 11. [Epub ahead of print]

            Efficacy of kinesio taping on isokinetic quadriceps torque in knee osteoarthritis: a   double blinded randomized controlled study.

Anandkumar S1, Sudarshan S, Nagpal P.

 

(3)       Int J Sports Phys Ther. 2013 Aug;8(4):393-406.

            The effect of kinesio® tape on vertical jump and dynamic postural control.

            Nakajima MA1, Baldridge C.

 

(4)       Eur J Phys Rehabil Med. 2013 Oct;49(5):699-709. Epub 2013 Apr 5.

            A systematic review of the effectiveness of Kinesio Taping–fact or fashion?

Kalron A1, Bar-Sela S.

 

Mi associo ai saluti di Luca e vi auguro felici festività! Alla prossima settimana!

 

Federico Frulloni

personal fitness trainer & preparatore atletico

www.fftraining.it

info@fftraining.it – federicofrulloni@libero.it

3482206686

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