In alto sopra la Val di Susa

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Lazzadielle ci racconta in questo video del suo giro nei pressi di Bardonecchia, in Alta val di Susa. Per chi volesse cimentarsi, qui trovate la traccia e qui invece tutte le foto.



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È la fine di luglio e le previsioni meteo preannunciano tempo bello nel weekend. È giunto il momento di realizzare il sogno che da un po’ è chiuso nel cassetto: il Monte Thabor. Negli ultimi 3-4 anni ho intensificato le mie uscite in Piemonte, specialmente nelle zone di confine, che mi hanno permesso di capire quanto sia bello e come si presti bene al cicloalpinismo questo territorio.

Bardonecchia sarà il nostro luogo di partenza per i 2 giri pianificati. Ad accompagnarmi in questa galoppata invito il mio grande amico Fabrizio, ottimo sci alpinista che da poco si sta avvicinando, spinto dal sottoscritto, al cicloalpinismo.
Durante il viaggio ,che dalla pianura padana ci porta verso la nostra destinazione ,inizio a spiegare i dettagli dei due percorsi che andremo ad affrontare. Per noi, andare in montagna in inverno e in estate, comporta sempre grandi sacrifici. La lontananza dai monti viene mitigata dall’enorme passione, che si concretizza in levatacce e rientri in tarda serata, nella ricerca di nuovi itinerari da percorrere on bike.

La mattina si parte con l’obbiettivo Aguille Rouge. Per arrivare alla nostra cima,allunghiamo il giro verso il passo della Mulattiera dove c’è l’omonima Caserma XVI.

Il Piemonte è ricco di queste ex strade militari che portano alle caserme che sono state costruite durante la guerra ed ora sono una manna dal cielo per noi bikers.
Dal passo scendiamo veloci in single track sino al confine Francese e successivamente il percorso diventa fantastico e passa sotto dei cocuzzoli di roccia (Tour Jaune de Barabbas). Questo tratto è bellissimo da guidare e regala stupende vedute sulle montagne circostanti, panorami mozzafiato e anche un po’ di adrenalina data dall’esposizione a tratti del sentiero. Proseguiamo e arriviamo in luogo iper panoramico dove la vista può spaziare dai ghiacciai del Parc National des Ecrins , alle vette Francesi tra cui l’Aguille Rouge che tra un po’ andremo ad affrontare.

Prima dobbiamo scendere, con un bellissimo trail tecnico, verso la strada che porta al Col de l’Echelle, che raggiungeremo via sentiero. Con un tratto obbligato, ma breve, in asfalto giungiamo nel piccolo borgo di Roubion. Da qui inizia la salita verso l’Aguille Rouge. Il percorso, che avevo preventivato per la maggior parte a spinta o spalla , in realtà, si riesce a pedalare per buoni tratti, anche se ripidi e sconnessi, sino al ripido tratto finale che non lascia alcuna possibilità. Ci carichiamo le bici in spalla e iniziamo a salire il ripido pendio che ci divide dalla vetta. Quando giungiamo in cima l’emozione è sempre grande ,simile a quella che proviamo in inverno mentre pratichiamo lo sci alpinismo (la vetta è sempre la vetta).

Dopo le immancabili foto di rito scendiamo sul sentiero esposto e sdrucciolevole che può richiedere qualche passo a piedi, nella prima parte, ma poi diviene una velocissima discesa verso il col di Thures ed, infine , in val Stretta.Giungiamo in un angolo di paradiso, che merita di essere visitato, dove troviamo molte persone che arrivano facilmente da Bardonecchia. La valle è molto frequentata essendo la fine luglio. Attraversiamo il torrente e prendiamo un altro sentiero che corre dalla parte opposta della strada ed , in modo ludico, ritorniamo a Bardonecchia ove ci rilassiamo davanti a 2 bei boccali di birra. Oggi è stata una gran giornata ma domani il sogno diverrà realtà.

La sveglia suona presto perché la giornata sarà molto impegnativa. Oggi saliremo sul Monte Thabor ed io anche sulla Punta Nera. Partiamo di buon ora , salendo su ex strada militare sino al colle del Rho. Pedaliamo in una valle di rara bellezza contraddistinta dalla ex caserma vicino al culmine. Come pattuito nella serata precedente, Fabrizio va diretto al colle e li mi dovra’ attendere. Io carico la bici in spalla e risalgo il ripido versante della Punta Nera, ricco di sfasciumi, nella prima cicloalpinistica di giornata.

Giunto in cima il panorama è veramente superlativo e spazia ben oltre confine. Rimango ad ammirare il panorama per poco tempo perchè Fabrizio mi sta attendendo. Mi lancio in una spettacolare, quanto impegnativa , discesa verso il colle del Rho, da dove , durante la salita, ho potuto studiare i passaggi più ripidi e difficili .Aver la possibilità di guidare la bike qui ,dominando panorami fantastici, è da augurare ad ogni buon biker. Ritrovo al colle Fabrizio ed insieme proseguiamo verso il rifugio Thabor ,sempre su sentieri spettacolari e arriviamo al colle della Val Stretta. Proseguiamo con tratti ciclabili, alternati a quelli a piedi, sino al Lac du Peyron dove facciamo una meritata sosta per rifocillarci. Questo laghetto, incastonato tra le severe rocce, ci conquista e scattiamo foto e riprese a non finire.

Da qui la salita al Thabor diventa più dura, sarà quasi interamente a spalla o spinta per almeno 700 mt di dislivelllo. Dopo il ripido scivolo sopra il laghetto, si riesce a dare qualche colpo di pedale in ambiente da urlo, da immortalare con qualche foto in bike con alle spalle il Gran Serù(fantastico) . Di nuovo bici in spalla e, in un’ora, arriviamo alla cappelletta posizionata appena sotto la cima e poi in vetta al Thabor. Oggi quel sogno nel cassetto diventa reale e lo condivido con Fabrizio ,compagno di avventure con gli sci, che da oggi ufficialmente è diventato cicloalpinista. La cima regala una stupenda vista sul vicino Parco della Vanoise, attraversato nel 2012 durante la mia traversata delle Alpi.

La lunghissima discesa che dai 3178 mt della vetta, ci riporterà a Bardonecchia ,sarà di una bellezza esemplare per l’ambiente ,il panorama , il divertimento e la tecnicità .Una volta giunti in Valle Stretta percorriamo la parte alta del sentiero oltre il fiume e ci colleghiamo con il tratto percorso il giorno precedente. Giungiamo a Bardonecchia dove l’ennesimo boccale di birra ci fa compagnia e mentre lo sorseggiamo riviviamo, guardando le foto , questo fantastico weekend passato al confine tra Italia e Francia.
Le emozioni ed i commenti continuano durante il lungo viaggio di rientro in auto verso la nostra anonima pianura , pensando già a quel cassetto pieno di sogni da realizzare che andrò a riaprire il prima possibile.

 

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