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Lo scorso anno il marchio svizzero Bold aveva presentato la Linkin Trail Classic, una trail bike con un design particolare, in cui l’ammortizzatore era nascosto nel tubo sella. Agli Eurobike Media Days 2016 abbiamo avuto modo di toccare con mano e di provare la nuova Linkin Trail LT 29, la corrispondente versione da enduro.
I dati salienti:
L’ammortizzatore è raggiungibile per fare il set up solo una volta tolte le due viti del paracolpi posto sotto il movimento centrale / tubo obliquo.
Bisogna dunque capovolgere la bici per poter immettere o togliere aria dal DT Swiss.
L’operazione di misurare il sag è più semplice, grazie ad un semplice indicatore in plastica da inserire nell’apposito buco del telaio, normalmente chiuso da un tappino in gomma.
Anche da seduti è facile vedere il sag, che si dovrebbe attestare intorno al 35%.
Come detto prima, è possibile montare delle gomme da 27.5 plus, anche se da questa foto non si direbbe.
I passaggi cavi sono tutti interni.
Il sistema di sospensione è un quadrilatero con giunto Horst.
Il modello da noi provato è stato quello con la Pike, cioè diverso dalle foto sopra:
Si parla di un’unica discesa di 7.5 km a Kirchberg, nel Tirolo austriaco, quindi prendete queste righe come vere e proprie prime impressioni, più adatte a sapere come si comporta il carro posteriore che altro. Infatti quello era il nostro dubbio, se l’ammortizzatore DT Swiss desse quella sensibilità e reattività necessaria ad un mezzo da enduro. Da questo punto di vista non siamo rimasti delusi: il carro è molto sensibile e mangia via per bene le asperità. Difficile dire quanta corsa abbiamo usato, e sinceramente non sappiamo come si possa controllare, visto il macchinoso accesso al vano dove si trova l’ammo.
Al contrario, la Pike era un po’ legnosa, e non si abbinava bene alla sensibilità del carro. Probabile che necessiti di una revisione, visto che la nostra era una bici della flotta delle test bike, in uso ogni weekend a diversi eventi.
A livello geometrico la Linkin Trail LT è una di quelle 29 un po’ al limite fra una “biciclettona” e una all mountain vitaminizzata, comunque nelle curve strette non ci siamo trovati male, anche se non ci ha esaltato per la sua agilità, come era logico aspettarsi. Le ruote da 29 danno sicurezza sul veloce e sul tecnico, coadiuvate dal carro mangiatutto.
Non fate caso ai comandi montati esternamente ai manettini dei freni: se l’avessimo testata per le consuete 3/4 settimane avremmo fatto un po’ d’ordine sul cockpit, avvicinando sia il comando del remoto Race Face (scomodo), che quello del blocco dell’ammo (settabile in 3 posizioni: lockout, trail e discesa).
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