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Terminata la presentazione 2013 di Cannondale a Park City, mi sono diretto verso Moab insieme a Tobi di mtb-news.de per passare qualche giornata provando i mitici sentieri di questa località situata nello Utah, Stati Uniti. Abbiamo affittato un bel pick up nel cui cassone hanno trovato posto i nostri borsoni e le due bici che Cannondale ci ha gentilmente prestato: una Trigger del 2013 (qui la presentazione) e una Jekyll Carbon 1 del 2012.
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Già a Salt Lake City, dove abbiamo noleggiato il truck, c’era un bel caldo, man mano che siamo andati in direzione Moab il termometro ha cominciato a segnalare temperature mostruose, che han toccato i 42°. L’autostrada, lasciati i centri urbani intorno a Salt Lake City, percorre un canyon spettacolare, dopodiché diventa dritta come una scopa per un centinaio di chilometri, inoltrandosi in una zona desertica. Le nuvole lasciano spazio al cielo terso, l’aria diventa secca come quella di un’asciugacapelli. Lasciare la macchina per sgranchirci le gambe equivale ad entrare in un forno.
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Il deserto lascia improvvisamente spazio al verde poco prima di Moab, quando si attraversa il ponte del fiume Colorado, quello che qualche centinaia di chilometri più a sud ha dato forma al Gran Canyon. La cittadina é una vera tristezza, la tipica town americana con una Main Street dove passano dei camion lunghi come treni, su cui si affacciano motel che ricordano Psycho. Proprio in uno di questi scarichiamo le nostre vettovaglie e ci piazziamo per i prossimi 4 giorni. Il caldo è pazzesco, alle 19 di sera. Sciabattando ci trasciniamo da un ristorante ad un bar per poi stramazzare a letto.
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La Main Street di Moab con un oldtimer parcheggiato davanti al posto dove abbiamo fatto colazione.
Questa mattina, alzandoci di impegno alle 7 per evitare la canicola e dopo una leggerissima colazione a base di uova, bacon e patate (annaffiate da un gigantesco smoothie alla fragola), ci dirigiamo pedalando direttamente dal nostro motel al mito numero 1 della zona: lo slickrock trail. Si tratta di uno storico sentiero creato da dei motociclisti molti anni fa, tutto su roccia dotata di un grip mostruoso. La salita all’imbocco del sentiero ci fa già sudare per bene, e comincio a pensare che i 3 litri di acqua messi nel Camelbak possano non bastare. Fortunatamente una volta arrivati all’inizio dello Slickrock, situato su un altopiano che sovrasta Moab, un magnifico vento ci fa dimenticare dei 35° già presenti alle 8 di mattina.
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Foto scattata alla fine del giro davanti alla bacheca che ne indica l’inizio.
Lasciamo perdere il giro di prova, in cui uno dovrebbe fare l’abitudine alle rocce e al tipo di sentiero, e seguiamo il main trail. Pezzi in semipiano si alternano a contropendenze, ripidoni in discesa ma sopratutto a incredibili salite di una pendenza mai vista. Sono sotto alla prima di queste rampe e, sinceramente, penso che non ce la farò mai a salire in cima. La pendenza è sicuramente superiore al 30%, con strappi ancora più ripidi degni di un’arrampicata su placca. E invece, la magia succede: il grip fantastico di queste rocce, unito ai garretti mandati a piena potenza mi permettono di stare in sella. Certo, il cuore sta per esplodermi, ma ce l’ho fatta.
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La foto non fa giustizia alla pendenza di questa rampa.
Ci aspettano 16 km tutti così, in un paesaggio mai visto prima, sono segnalati perfettamente da delle strisce pitturate per terra. Le discese sono il massimo, dato che in curva la bici sembra incollata al terreno. Incontriamo altri biker che combattono contro la forza di gravità e ci salutano tutti molto amichevolmente.
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Siamo infoiati come pochi, dato che é veramente divertente provare a non scendere mai di sella, anche quando le rampe, viste da sotto, incutono timore.
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A metà del giro si arriva quasi allo strapiombo sopra il canyon del Colorado river, la cui valle tutta verde contrasta molto con l’altopiano desertico in cui ci troviamo.
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A destra il Colorado
Alla fine pedaliamo tutto il loop, più la salita e la discesa da Moab in circa due ore (senza contare le pause), ben di meno dall’esagerato 4-5 ore dettoci dal titolare di un bike shop ieri. Il Garmin segna ormai 39 gradi, quando arriviamo al parcheggio vicino all’inizio del trail. Abbandoniamo il vento dell’altopiano e riscendiamo in paese, dove ci tuffiamo in un altro enorme smoothie ghiacciato per celebrare la giornata. La birra arriva dopo 😉
Domani ci aspetta il Whole Enchilada Trail, con partenza a 2700 metri, salita con shuttle e percorrenza dell’altro mitico sentiero della zona, il Porcupine Trail.
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