Come sapete, settimana scorsa siamo stati ospiti dello staff di MTB I Gufi a Pogno (NO). Durante la giornata ci hanno fatto compagnia Chiara Pastore e Davide Sottocornola, i due velocissimi campioni di casa del team Cico Bikes. Oltre a raccogliere foto e info per il Bike Check di Chiara e per il Bike Check di Davide, che vi abbiamo presentato nei giorni scorsi, abbiamo avuto modo di porre diverse domande all’affiatata coppia dell’Enduro italiano. Tra curiosità sulla loro preparazione e opinioni su argomenti caldi dell’Enduro, andiamo a conoscere meglio i due campioni, in questa intervista esclusiva.
MTB-MAG: Ciao Chiara, ciao Davide. Benvenuti su MTB-MAG.
Chiara: Ciao, un saluto a tutti!!!
Davide: Ciao Frenk… è da un po’ che non ci si vedeva!!! Saluti a tutti!!!
MTB-MAG: Con la gara di Dolceacqua (IM) dello scorso week end si è ufficialmente aperta la stagione italiana di Enduro. Siete carichi?
Chiara: Sono molto carica per la stagione 2014, le sensazioni sono buone e l’allenamento e la preparazione invernale sembrano aver dato i loro frutti, vista la prestazione di domenica a Dolceacqua e, come ogni anno, c’è sempre la voglia di rincominciare con le gare, ogni anno con nuovi obiettivi sempre più ambiziosi.
Davide: Certo, super carichi come ogni inizio di stagione! La gara di Dolceacqua di domenica è stato un ottimo test per vedere se la condizione fisica e il feeling con la nuova bike erano buoni. Siamo alle prime sgasate di stagione e le gambe sembrano girare bene.
MTB-MAG: La prossima gara invece si svolgerà tra soli 2 giorni a Pogno (NO) per il circuito 360 Enduro, quindi sulla vostra pista di casa. Che aspettative avete per questa gara?
Chiara: Ovviamente la gara di casa ha sempre un gusto particolare, e anche se non è una delle gare più importanti del calendario, c’è sempre una particolare tensione legata alle aspettative e al pubblico di amici venuto per vederti. Sicuramente l’obiettivo è sempre quello di non deluderli, salendo sul gradino più alto!!! Speriamo in bene…
Davide: Siamo ormai alla quinta edizione dell’Enduro dei Gufi. Correre sui sentieri di casa è sempre emozionante ma allo stesso tempo crea molta tensione… sembrerà strano ma sono molto più teso alla partenza delle speciali della gara di Pogno che non a una EWS. Spero di ottenere un buon risultato.
MTB-MAG: Avete seguito una preparazione atletica mirata e molto impegnativa con il Prof. Saverio Ottolini. Su cosa avete lavorato in particolare per crescere rispetto alla scorsa stagione?
Chiara & Davide: Quest’anno abbiamo deciso di concentrarci maggiormente sui lavori di forza in palestra, aumentando i carichi e prolungando le sessioni di allenamento fino a marzo. Inoltre abbiamo privilegiato l’utilizzo della bici da Enduro per le uscite, piuttosto che quella da strada.
MTB-MAG: Nella gestione del calendario di stagione, su quale avvenimento avete posto più attenzione nel sincronizzare il picco di massima forma fisica?
Chiara & Davide: Sicuramente il picco massimo di forma cercheremo di averlo per il Campionato Italiano, che si terrà la prima settimana di maggio nel Lazio, nel territorio del parco dei monti Simbruini, fra i comuni di Cervara e Subiaco.
MTB-MAG: Per quanto riguarda invece la preparazione tecnica, quindi la guida e il feeling con la bici da Enduro, quali aspetti avete curato principalmente?
Chiara: Ho impostato il mio allenamento (in accordo con Saverio Ottolini) in modo da utilizzare il più possibile la bici che utilizzerò in gara, infatti i lavori di forza che l’anno scorso facevo utilizzando la bici da strada ora li faccio con la MTB, in questo modo aumento il feeling con la bici. Inoltre con l’aiuto di Davide cerco di concentrarmi sulla parte tecnica, cercando di migliorare il controllo della bici anche nei momenti di maggior velocità (come in gara) e la “pulizia” di guida.
Davide: Anche io quest’anno ho preferito concentrare i miei allenamenti con la MTB (forza-soglia-scatti) in modo da stare il più possibile sulla bike con cui la domenica si corre. Inoltre sto curando molto il set-up delle sospensioni e la scelta delle gomme, fondamentali per ottenere un buon risultato finale.
MTB-MAG: Sincronizzare lavoro e allenamenti è spesso la parte più difficile della vita di ogni biker agonista. Tu attualmente Davide, in seguito alla crisi dell’azienda in cui lavoravi, ti stai dedicando esclusivamente alla bici. Dopo una vita di allenamenti tra un turno e l’altro, questa disponibilità di tempo ti sta dando nuovi stimoli per la tua carriera di endurista?
Davide: Certo, sicuramente ad oggi ho molto più tempo per allenarmi e la cosa non può che giovare a mio favore. Riesco ad allenarmi meglio, a volte anche con due allenamenti giornalieri (palestra-bike). Sicuramente il cambio di vita e abitudini non mi ha agevolato, infatti l’anno scorso, non essendo abituato ad avere così tanto tempo libero, passavo gran parte delle giornate in bici, andando così in over training. Questa situazione però mi ha permesso di conoscermi meglio e credo di avere imparato a gestirmi e a programmare gli allenamenti ascoltando soprattutto quelle che sono le mie sensazioni.
MTB-MAG: Tu invece Chiara stai per laurearti in scienze infermieristiche (correggimi se sbaglio), quindi devi dividerti tra studio, tirocini e allenamenti. Questa situazione ti crea molti impedimenti rispetto alla preparazione che dovresti seguire, o riesci a gestire adeguatamente tutti gli impegni?
Chiara: Si, i primi anni era un po’ difficile conciliare scuola, studio e allenamenti, ma penso sia la difficoltà che hanno tutti i lavoratori che praticano uno sport agonisticamente. Adesso che sto preparando la tesi, essendo a casa, devo solo dividermi tra studio e tesi, quindi riesco a dedicarmi allo sport in modo più completo rispetto agli passati.
MTB-MAG: La stagione di Enduro 2014 prevede un calendario fitto di eventi sul territorio nazionale. Oltre al primogenito circuito Superenduro, sono nati numerosi circuiti regionali, tra cui il 360 Enduro, che rivolgendosi al territorio piemontese, vi riguarda da vicino. Qual’é la vostra opinione su questa diffusione capillare di gare sul territorio italiano? Ritenete sia una possibilità di ulteriore crescita per la disciplina o si corre il rischio di disperdere l’attenzione di piloti e media su troppi eventi, ritrovandosi con molte gare frequentate da pochi iscritti?
Chiara & Davide: Quest’anno, a differenza di quelli passati, è l’anno in cui c’è il maggior numero di gare. Questo da una parte è un bene, perchè per gli appassionati c’è la possibilità di correre quasi tutti i week end fino a ottobre e anche per noi c’è più ampia scelta di gare da fare, permettendoci anche di sfruttare le gare “minori” per allenarci su sentieri nuovi. Un aspetto negativo del fatto che ci siano così tante gare è però che si distribuisce i già pochi rider su diversi eventi avendo così un minor numero di partenti. In questo modo si rischia che l’ente organizzatore non copra tutte le spese sostenute per l’organizzazione della gara e questo abbiamo paura che porterà l’anno prossimo a tornare ad avere un numero minore di gare. Quindi forse sarebbe meglio organizzare un minor numero di eventi in modo da garantire sempre un buon numero di partenti, anche perchè mediamente il massimo degli iscritti lo si ha a inizio stagione e già verso maggio il numero diventa più irrisorio.
MTB-MAG: In questo susseguirsi di eventi, a quali gare sarete presenti in Italia?
Chiara & Davide: Parteciperemo a tutte le gare del circuito PRO e a qualche tappa del circuito European in Italia. Per il resto della stagione, a seconda delle date libere, faremo anche qualche gara del circuito Experience e del circuito 360. Davide quest’anno vorrebbe anche partecipare a qualche gara a tappe del circuito francese.
MTB-MAG: E per quanto riguarda il calendario di EWS, in quali gare vi misurerete?
Chiara & Davide: Per quanto riguarda il circuito EWS prenderemo parte alla gare situate in europa (Finale, La thuille, Valloire).
MTB-MAG: L’Enduro race è una disciplina molto giovane. Il format di Superenduro è indubbiamente tra i più collaudati, ma durante il neonato circuito EWS si è sentito spesso discutere del fatto che l’attuale format delle gare mondiali dovrebbe essere rivisto e modificato. Tra Enduro Series francesi, 360 Enduro e altri circuiti, gli spunti sono molti. Il vostro format ideale come sarebbe?
Chiara: Secondo me ci sono molte idee buone nei vari circuiti che mettendo assieme rispecchierebbero il mio format ideale. Inanzitutto credo che la gara dovrebbe svolgersi in un unico giorno, per dar modo a quelli che lavorano in settimana di poter provare le speciali il giorno prima della gara, o comunque di divertirsi assieme agli amici girando per i percorsi. Credo che la cosa migliore sia dare a tutti la stessa possibilità di provare (in Italia si prova troppo), ma visto che è evidente che le speciali non possono essere segrete (vedi Finale Ligure 2013) si potrebbe almeno mettere come regola il fatto che non si possa provare facendo le risalite meccanizzate. A differenza dell’Enduro Series francese, credo che il trasferimento pedalato sia il format che più si addice a una gara di Enduro. Quello che più mi piace delle gare francesi sono le tipologie di speciali, lunghe e molto poco artificiali e lavorate.
Davide: Partiamo dal fatto che credo che in una gara EWS le regole debbano essere comuni per tutte le tappe, in modo da avere un uguale confronto in ogni gara. A me personalmente piace molto il format e i percorsi francesi anche se, come dice Chiara, credo che la risalita pedalata meglio si addica a una gara di Enduro (infatti è anche questo che contraddistingue una gara di Enduro da una di Downhill). Credo che l’errore maggiore in Italia sia il fatto che si provi troppo, mettendo così in difficoltà, e non a pari confronto, coloro che non hanno la possibilità e il tempo per provare allo stesso modo.
MTB-MAG: Anche la questione delle PS segrete e di quante volte si dovrebbero provare i percorsi è sempre un argomento caldo. Che idea avete in merito?
Chiara & Davide: Per quanto riguarda le PS segrete, come detto prima, crediamo sia una cosa inutile. Abbiamo avuto la prova nella gara di Finale Ligure che le PS, quando sono segrete, lo sono solo per qualcuno, e mediamente mettono in difficoltà chi viene alle gare per divertirsi e aumentano ancora di più il divario tra i primi (che in genere sono a conoscenza delle PS) e gli altri. Crediamo che debba essere data a tutti la stessa possibilità di provare, e questa condizione non è garantita tenendo una PS segreta fino all’ultimo (perchè ci sarà sempre chi la conosce, noi le abbiamo sapute andando a mangiare la pizza!!!), ma consentendo di provare in tempi prestabiliti e squalificando (ma davvero) coloro che violano questa regola. Così magari si riuscirebbe ad avere un confronto alla pari …mission impossible!!
MTB-MAG: Una domanda dedicata a te Chiara: la visibilità e l’attenzione verso le categorie femminili spesso latitano, eppure voi ragazze dovete seguire in egual modo una preparazione fisica intensa, effettuate le stesse prove speciali e gli stessi trasferimenti, e la competizione certo non manca visto che in categoria ci sono molte avversarie agguerritissime, soprattutto negli eventi internazionali. Come vivi questa situazione, è demotivante?
Chiara: Io vengo dall’XC e anche in quell’ambiente la visibilità che avevano le donne era minore rispetto agli uomini, ma correndo separatamente c’era comunque, per forza, uno spazio interamente dedicato e attento al settore femminile. Nell’Enduro invece, correndo assieme, l’attenzione è quasi completamente rivolta al settore maschile (quello che fà più notizia ed evidentemente crea più interesse). Molto spesso i fotografi non si fermano neanche a immortalare i passaggi delle donne, per spostarsi alla PS successiva e fotografare così i primi uomini. Troppo spesso ho trovato articoli di pagine e pagine che raccontavano PS per PS i risultati degli uomini, soffermandosi sul minimo dettaglio (al min 2 tale dei tali cade e si sbuccia il gomito, ecc) e delle donne, sempre se venivano citate, veniva riportata solo la classifica. A volte questa cosa è un po’ demoralizzante, perchè è vero che tra gli uomini, essendo di più, la competizione è più agguerrita e avvincente, ma è anche vero che, se vogliamo essere considerate il sesso debole, dovrebbe essere ancora più rilevante il fatto che, a differenza dell’XC, le donne fanno gli stessi km e gli stessi percorsi degli uomini e che quindi almeno per questo motivo meriterebbero di avere la stessa visibilità che hanno loro.
MTB-MAG: Davide da diversi anni ormai sei uno specialista della disciplina Enduro, ma gareggi in MTB da quando eri ragazzino, praticamente da quando la MTB è nata, prima in XC e poi in DH, con risultati importanti in ambito nazionale. Nelle ultime stagioni stiamo vedendo affacciarsi al mondo Enduro delle giovani leve che si dedicano esclusivamente a questa disciplina. Secondo la tua navigata esperienza, tra questi ragazzi c’é qualcuno in cui vedi le doti necessarie per farsi valere in futuro in ambito internazionale?
Davide: Facendo un’analisi delle classifiche degli ultimi anni e delle assolute di quest’anno alle EWS, si nota che, a parte qualche eccezione, l’atleta che primeggia in una gara di Enduro è quello che ha più esperienza e che arriva da discipline Gravity. Per questo motivo gli atleti che per me potrebbero emergere in questa disciplina non sono propiamente giovani, sportivamente parlando, e tra questi ci sono Marco Milivinti che ha appena iniziato a dedicarsi a questa disciplina ottenendo già ottimi risultati (vedi il quarto posto a Dolceacqua). Le doti di guida non gli mancano, basta solo che lavori un po’ di più sull’allenamento pedalato e sono sicuro che questa gara sia stato solo un assaggio di quelle che sono le sue potenzialità. Un altro atleta che credo abbia del gran potenziale è Nicola Casadei. L’anno scorso per lui è stato un anno di transizione, nel quale è riuscito a capire e imparare dagli errori e sono sicuro che quest’anno ci darà del filo da torcere!
MTB-MAG: Chiara per il 2014 correrai con una Tallboy LTc da 29″. Per quale motivo hai privilegiato questo modello all’interno della gamma Santa Cruz?
Chiara: Ho scelto la Tallboy da 29” sotto consiglio di Cico e Davide. Prima di provarla ero un po’ scettica, come la maggior parte delle persone, sul fatto che una 29” potesse andare bene oltre che nell’XC, dove sono già affermate da anni, anche nell’Enduro. Dopo averci preso un po’ la mano, me ne sono subito innamorata! In pedalata è molto più reattiva e meno stancante e in discesa è un “trattore”, aiuta a superare gli ostacoli con maggior facilità e consente di sostenere velocità maggiori in poco tempo. Inoltre a differenza di quello che tutti pensano è un ottimo mezzo anche nei tratti stretti e in percorrenza di curva permette di avere una stabilità che la 26” non garantisce.
MTB-MAG: Tu Davide invece hai scelto la Bronson C 27.5″. Quali vantaggi ti hanno portato a fare questa scelta rispetto alla Nomad C che usavi la scorsa stagione?
Davide: Ho scelto questo tipo di bici perchè più adatto al mio stile di guida. É una bici più “nervosa” e reattiva rispetto al Tallboy e al Nomad. Per questo motivo è una bici molto race che bisogna saper guidare forte per non subire i colpi. Sicuramente è una bici più stancante rispetto alla 26” ma allo stesso tempo consente di avere una maggiore stabilità ed esplosività in curva.
MTB-MAG: Ragazzi è stato un piacere. Grazie per la vostra disponibilità e in bocca al lupo per la stagione 2014. A tutta!
Chiara: Crepi sto lupo e grazie a voi per lo spazio che ci avete dedicato …CIAUUUU !!!!
Davide: Grazie a voi… e un saluto a tutti gli amici di MTB-MAG !!! Ciaoo.
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