È da due anni che vado per due settimane in Sudamerica con Rene Wildhaber, rider svizzero famoso per le sue vittorie alla Megavalanche. La cosa che mi stupisce più di lui è la sua calma e il suo stato di forma, semplicemente bestiale. L’ho visto correre su con la bici a spalla su un passo boliviano che sfiorava la soglia dei 5000 metri, arrivarci su mentre gli altri erano a metà della salita, depositare il suo mezzo, e correre giù per aiutare l’ultimo della nostra comitiva, portandogli la mountain bike. Per fortuna non c’era più nessuno da aiutare, altrimenti sarebbe tornato giù un’altra volta.
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Data e luogo di nascita?
23.10.1976, Flumserberg (Svizzera)
Quando hai cominciato ad andare in bici? Qual è stata la tua prima bicicletta?
La prima volta in assoluto sono andato in bici dai vicini con una loro vecchia e per me troppo grande bici da uomo. Per riuscire a stare sui pedali dovevo far passare una gamba attraverso il triangolo del telaio. Quando ho compiuto 6 anni trovai in discarica una bici da bambini senza catena, con cui potevo solo andare in discesa e quindi dovevo spingere in salita. La mia prima mountainbike me la sono fatta prestare di nuovo dai vicini.
Prima facevi molta downhill, come mai hai pensato di cambiare e concentrarti sulla formula Megavalanche?
Ho cominciato a fare giri in bici per vedere un po’ la Svizzera, dato che i miei genitori non possedevano un’automobile. Visto che la mountain bike mi interessava sempre di più, cominciai a partecipare alle gare, prima fra tutte quelle di cross country. Poi l’allenatore della nazionale mi consigliò di provare con la DH. Ogni tanto facevo anche delle competizioni simili alla Megavalanche, dove potevo far valere le mie qualità di allrounder. Alla fine questo tipo di gare è diventato popolare e anche gli sponsor hanno cominciato ad interessarsene, ed ecco che arriviamo al giorno d’oggi.
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Come ti alleni durante l’anno?
Per me è difficile seguire un piano di allenamento, dato che viaggio molto. Naturalmente in estate provo ad allenarmi con la mountain bike, in inverno invece faccio sci alpinismo. Ogni tanto faccio delle arrampicate alpine e delle lunghe passeggiate.
Qual è stata la tua vittoria più bella?
Le vittorie sono sicuramente importanti per trovare degli sponsor. Per me invece la cosa più bella durante una gara è sentire la massima concentrazione ed essere completametne libero da qualsiasi pensiero, al di là del risultato.
Ho dei bei ricordi del secondo posto ai campionati europei di Downhill del 1999. Non fu una vittoria, ma per me significò arrivare ad avere una notorietà internazionale.
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Hai sempre vissuto in montagna. Ti potresti immaginare di vivere in una grossa città, senza monti nelle vicinanze?
Le grandi città mi affascinano e mi piace muovermici per alcuni giorni, credo però che non riuscirei a starci a lungo. Preferisco una vita a contatto con la natura, di cui noi sono parte.
La vita è una salita o una discesa?
Per me è un continuo su e giù. Solo dopo una faticosa salita riesco a godermi la discesa al massimo.
Dove hai viaggiato nel 2010 e quale Paese ti ha affascinato di più?
Nepal, USA, Perù, Canada e Russia. La Kamchatka mi ha colpito più di tutti gli altri per il suo ambiente vulcanico. I vulcani attivi ti fanno sentire quanto sia forte l’energia della Terra e quanto piccoli siamo noi uomini.
Mi ha colpito anche il Nepal con i maestosi Ottomila.
Se potessi scegliere dove nascere la prossima volta, cosa sceglieresti?
Vorrei rinascere in montagna perchè lì mi sento a casa e perchè posso sciare.
I 3 sentieri più belli che hai percorso in mountain bike?
Flumserberg: il trail dietro casa
Bolivia: Ima-Trail
Crans Montana
Grazie Renè!
2010: in Peru con Rene Wildhaber e Rob J
[VIDEO=8]Bombing through Peru[/VIDEO]