L’industria ciclistica è oggi un palco enorme, ma ci sono alcuni attori che hanno una discreta influenza su aspetti chiave riguardanti sia i racers che i semplici rider quando si tratta dei prodotti e delle esigenze/desideri dei clienti.
Marc Fitzsimmons è product manager di Fox Suspension e conosce bene il mondo delle gare, ma ha anche delle chiare idee su come potrebbe essere il futuro, nel momento in cui determinate tecnologie diventeranno affidabili a sufficienza da essere introdotte sul mercato. Si, stiamo parlando di elettronica.
E’ possibile che attualmente ci troviamo in un periodo relativamente calmo, che precede grossi cambiamenti nel mercato. Le regolazioni delle nostre bici potrebbero – nel prossimo futuro – essere controllate da applicazioni sui nostri telefoni, che tracciano la posizione con GPS e regolano la bici di conseguenza. Marc ha risposto gentilmente alle nostre domande e ci ha spiegato cosa potenzialmente potrebbe accadere nei prossimi anni riguardo alle sospensioni, che saranno montate sulle nostre bici in una forma o nell’altra.
Per quanto tempo ti occupi di sospensioni?
Dal 1995…
Hai sempre lavorato sulle bici o anche in altri settori?
Ho cominciato con le motociclette, poi mi sono spostato alle bici e per un certo periodo ho lavorato in entrambe le divisioni, in Fox.
Nel concreto, cosa fai al momento in Fox?
Gestisco il programma gare e sono product manager, di fatto unendo i due aspetti.
Quindi decidi cosa viene portato dal settore gare al mercato?
Si, esattamente. Ho io l’ultima parola dopo che il nostro team di esperti ha sviluppato un nuovo prodotto.
E’ un ruolo molto importante da ricoprire. Quando decidi come deve essere una forcella di produzione, come livellate la differenza tra prodotti per il pubblico e quelli per le gare? Sono grandi le differenze tra i bisogni di un atleta downhill ed un rider normale?
Assolutamente, ciò di cui un professionista ha bisogno è talmente specifico che non si può semplicemente venderlo assumendo che vada bene per tutti. Però abbiamo alcuni rider specifici con cui possiamo sviluppare particolarmente bene i prodotti da mandare in produzione. Ad esempio Tracey Moseley: le sue regolazioni da gara sono quasi perfette per le sospensioni di produzione, anche parlando di downhill, per i quali prodotti continua a fare testi per noi. Justin Leov è un altro esempio: il suo set-up è veramente bilanciato, non troppo duro, non troppo mollo, possiamo usarlo per la produzione, è un’ottimo setting di base.
Perchè Fox ha scelto i 40mm per il diametro degli steli della forcella da downhill?
Per questioni di rigidità. Inoltre nel tempo abbiamo capito che potevamo mantenere basso il peso usando tubi di grande diametro ma con pareti sottili, e tutto ciò dà anche un feeling diverso.
Trail ed Enduro sono ormai i settori più importanti. Come pensate in questo caso di portare i prodotti da gara alla vendita? Come leggete il mercato?
Come produttori di sospensioni ad alte prestazioni abbiamo due approcci. Uno consiste nell’avere un prodotto con grande libertà di regolazioni per i professionisti, per incontrare al meglio le loro richieste. Allo stesso tempo abbiamo altri prodotti, come gli OEM, che hanno meno regolazioni, ma nella maggior parte dei casi questo intervallo di regolazioni è più ampio e pre-regolato da noi. Dobbiamo venire incontro sia ai bisogni delle gare che a quelli del mercato, oltre a quelli dei clienti OEM, per biciclette che in alcuni casi sono più semplici.
Abbiamo notato la lenta introduzione dell’elettronica nelle sospensioni per biciclette. Tu cosa ne pensi?
Stiamo lavorando con clienti che progettano già a partire dal 2017 di integrare batterie nei propri telai, in modo che l’introduzione dell’elettronica non sia problematica o disordinata. La mia opinione è la seguente: in coppa del mondo di Cross-Country ci sarà sempre il bisogno di bloccaggi remoti. Solo tre anni fa, con l’uso dei cavi, si avevano un sacco di problemi, cavi e guaine andavano cambiati ad ogni gara perchè rovinati dalla sporcizia o dai lavaggi. Ora, con l’elettronica, non serve toccare niente per tutta la stagione. In molti sono preoccupati per le complicazioni dell’elettronica, ma di fatto questa si sta rivelando più affidabile rispetto ai sistemi meccanici. Almeno fintanto che la batteria è carica!
Arriverà un sistema che regola le sospensioni sulla base della posizione del rider, che a sua volta verrà misurata da un GPS?
E’ sicuramente possibile. E’ così possibile che testeremo qualcosa del genere l’anno prossimo.
Veramente? Le bici sapranno con precisione dove si trovano?
Stiamo mettendo a punto sistemi di sospensione semi attivi e completamente attivi. Il difficile è farli rispondere con sufficiente velocità. Il problema è che giriamo nei boschi, quindi stiamo lavorando maggiormente su sistemi semi attivi basati su accelerometri, che usano la ruota anteriore per rilevare quello che la posteriore incontrerà subito dopo, ma si possono anche programmare. Stiamo partendo da qui, ma fatto questo possiamo fare fare alle sospensioni quello che si vuole.
Lo integrerete con i nuovi sistemi di cambio elettronico perchè si adatti automaticamente al rapporto usato?
Assolutamente, si può fare in modo che funzioni tenendo conto del rapporto, ma anche della potenza con cui si pedala, visto che l’uso dei misuratori di potenza si sta diffondendo anche in MTB.
Lavorate in contatto con altre aziende per integrare i sistemi in questo modo?
Si, lo faremo, soprattutto per via dei collegamenti elettrici, cablaggio e per poter usare una batteria sola sulla bici. Nei prossimi 5 anni lo vedremo anche diventare wireless. Si muoverà tutto molto velocemente, ma allo stesso tempo bisogna considerare che sono cose costose.
Quanti anni ci vorranno prima che una tecnologia del genere sarà implementata anche su bici da 2500€?
Bella domanda, su bici del genere si potranno trovare alcune soluzioni, ma non il sistema completo. Bisogna anche che il pubblico si abitui all’idea e la accetti. In questo momento c’è un sacco di gente che commenta “Non ho bisogno di batterie sulla bici…” finchè non si prova non si può giudicare.
Negli scorsi anni le forcelle a steli rovesciati hanno fatto diverse apparizioni. Ci sono diversi marchi di alto livello che guardano ad esse con interesse. Quali sono le ultime tendenze riguardo questa parte del mercato?
Questi prodotti sono attualmente poco considerati, ma sono comunque una possibilità. Dal momento che le nostre piattaforme vengono prodotte in cicli, ci sono certamente i momenti in cui ci chiediamo se dobbiamo radicalmente cambiare progetto o procedere per piccoli miglioramenti. Le forcelle a steli rovesciati devono funzionare per il rider. Noi ne abbiamo costruita una veramente grossa, ma quando i nostri riders l’hanno testata non era ancora sufficientemente rigida. Abbiamo sovradimensionato tutto ed il giudizio finale di Aaron Gwin è stato: se riusciste a farla un altro 15% più rigida, la userei in gara. Ora quella forcella usava un asse di acciaio pieno, non certo uno leggero. Credo che per far funzionare la cosa ci vorranno dei nuovi standard.
Come i nuovi standard per i mozzi?
Si, è una possibilità. E’ una porta che non ci chiudiamo, ed hanno sicuramente dei bei vantaggi.
Parliamo un po’ di reggisella. Com’è la situazione al riguardo?
Avremo un nuovo reggisella per il 2016. Stiamo lavorando su diversi livelli. Lo vogliamo integrato, poi in molti preferiscono che blocchi in infinite posizioni arbitrarie piuttosto che le attuali tre. In verità ad un sacco di rider il nostro sistema a tre posizioni piace, ma adesso vogliono quella possibilità in più. Quindi il nostro obiettivo finale sarebbe di farlo sempre su tre posizioni, ma con la possibilità di scegliere quella intermedia.
Si potrebbe fare con un reggisella elettronico?
Potenzialmente si.
Nel qual caso non ci sarebbe nemmeno il problema del cablaggio perchè sei potrebbe fare wireless.
Assolutamente, abbiamo una squadra nel reparto ricerca e sviluppo che lavora e discute questi temi qui. La parte più difficile dello sviluppo di reggisella telescopici è far stare tutte queste caratteristiche entro un determinato prezzo, che non deve far scoppiare quello della bici completa. La sfida per noi è farlo poco costoso e con più integrazione.
Insomma ci stiamo pian piano avvicinando ad un punto in cui avremo trasmissioni, reggisella, sospensioni tutto controllato senza cavi con una batteria sola. Piacerà alla gente?
Assolutamente, la fase di test deve essere lunga a sufficienza da permettere che i prodotti che saranno venduti funzionino senza problemi. Shimano ad esempio è stata brava in questo, perchè se l’elettronica non funzionasse sarebbe un disastro per l’azienda. Semplicemente non può rompersi.
Perchè le bici da corsa costano così tanto se non hanno sospensioni?
Questa è veramente una buona domanda, me lo sono chiesto anche io molte volte. Se conti il numero dei componenti che hanno è difficile dare una risposta. Forse si punta sulla qualità dei materiali con cui sono costruite, che potrebbe essere più alta, oppure si prova ad alzare il prezzo vendendole come prodotti di maggior qualità.
Nella produzione vi basate sulle prestazioni o sul prezzo da raggiungere?
Tutto parte dalle prestazioni, per prima cosa ci chiediamo cosa noi stessi o i nostri racer cercano. D0altra parte conosciamo anche i prezzi su cui stare per gli OEM e cerchiamo di capire se rischiamo di superarli. Però se i racer vogliono un prodotto, poi lo vogliono anche i clienti, e allora gli OEM potrebbero montarlo lo stesso. A volte capita che il prezzo delle bici salga un po’ perchè gli OEM vogliono un determinato prodotto. Al contrario, questa situazione non influenza l’aftermarket.
Come vedi il mercato attualmente?
Cerchiamo di guardare ai prodotti di tutti, proviamo i prodotti di tutti. Abbiamo bisogno della concorrenza e ne ha bisogno il cliente, altrimenti ci si impigrisce. Diamo anche molta importanza al supporto, è importante che i clienti trovino parti di ricambio aftermarket ed assistenza tecnica. Quindi anche supporto e rete di distribuzione sono importanti. Non vogliamo clienti occasionali, quindi dobbiamo essere sicuri di lavorare bene su tutti i fronti.
Sulla base del supporto misuriamo adesso anche la concorrenza. Ci sono un sacco di buoni prodotti che escono sul mercato e lavorano veramente bene, ma se non c’è una buona rete di assistenza dietro, la longevità sul mercato non sarà mai come si spera. Di conseguenza non rispondiamo immediatamente, dobbiamo prima essere sicuri di essere competitivi sul piano del supporto. E’ interessante notare che il mercato delle moto si sta restringendo sempre di più, quindi molte aziende si cominciano ad interessare al mercato delle bici che invece cresce. Ho letto di indagini secondo cui in alcune nazioni si vendono più bici che macchine. Il settore delle E-bikes cresce, e con grossi numeri diventano più accessibile a tutti.
Grazie!
Di niente