Johannes Von Klebelsberg si sta distinguendo in questa stagione di UCI DH World Cup con degli ottimi risultati culminati con un 14° posto lo scorso weekend sull’impegnativo tracciato di Vallnord, nel Principato di Andorra… e anche per un outfit non convenzionale. Johannes tuttavia non è una new entry di questa disciplina e ci ha abituati anche in passato a prestazioni molto buone in coppa del mondo ma soprattutto ha vestito la maglia di campione italiano per ben due volte. Una carriera che lo ha visto passare dal piccolo team Tiroler Radler Bozen a due factory team, prima Ghost poi Mondraker, per ritrovare l’equilibrio (e i risultati) tornando al suo piccolo team di provincia. Un carattere positivo e sempre sorridente con una forza mentale esemplare unita a una notevole forza fisica. Scopriamo di più del talento altoatesino direttamente dalle sue parole…
MTB-Mag: Ciao Jo, benvenuto su MTB-Mag. Presentati ai lettori che non ti conoscono…
Johannes: Ciao MTB-Mag, mi chiamo Johannes von Klebelsberg ho 24 anni, sono nato a Bolzano e crescuto lì. Adesso vivo part time a Monaco per lavoro, 7 giorni a Monaco e 7 giorni a Bolzano se non sono in viaggio per le gare. Nel tempo libero mi dedico ad allenamente e gare.
MTB-Mag: Cosa fai nella vita quando non sei sulla bici da DH?
Johannes: Lavoro nel nostro ristorante (mio e di mio fratello) a Monaco con cucina Altoatesina.
MTB-Mag: Ti senti in forma quest’anno?
Johannes: Sinceramente… fisicamente alla prima gara non ero proprio in forma perché avevo zero tempo per allenarmi a causa dei lavori per il nostro nuovo ristorante. Ma adesso che la situazione al ristorante è meglio organizzata ho trovato un po’ di tempo per allenarmi. Ultimamente mi sto allenando quasi ogni giorno per riuscire a tirare fino al traguardo nella mia prossima gara a Val di Sole.
MTB-Mag: Si direbbe che tu sia piuttosto in forma visti i tuoi ultimi risultati. Si tratta di forma fisica o di equilibrio mentale?
Johannes: Sicuramente mentalmente sono piu in forma. Quest’anno posso dedicarmi alla DH con tanto divertimento. Siccome quest’anno metto il lavoro al primo posto, mi sento molto più libero alle gare. Aiuta sicuramente tanto.
MTB-Mag: Lo scorso anno eri supportato da un factory team ma i risultati migliori li stai ottenendo in questa stagione. Forse la pressione non ha giocato a tuo favore?
Johannes: Il factory team non mi ha dato piu pressione peró siccome ero nel team B l’anno scorso non avevo le stesse possibilitá tecniche che hanno i ragazzi del team A. Avrei voluto sistemare tante cose che mi disturbavano sulla mia bici ma nella mia posizione nel team non era sempre possibile. Quest’anno sono libero e provo tutto quello che mi piace. Ed evidentemente funziona!
MTB-Mag: Il ritorno al team Tiroler Radler Bozen con cui sei approdato alla DH nel 2011 è stata una scelta voluta o forzata?
Johannes: Voluta! Il team di casa e sempre un team dove ti senti bene. Ed è sempre per via della situatione con il lavoro che ho preso questa decisione di andare con i Tiroler.
MTB-Mag: Con che bici corri?
Johannes: Commencal Supreme 29
MTB-Mag: Lo scorso weekend hai ottenuto il miglior risultato di carriera in world cup e uno dei migliori risultati della recente storia della DH italiana. Raccontaci le sensazioni del giorno dopo…
Johannes: È stato impressionante quante reazioni ho ricevuto per il risultato… ma anche per la mia gara in jeans. Non avevo intenzione di indossare jeans per ricevere visibilità, ma mi piace portare un po’ di tranquillità in questo sport che diventa (giustamente) ogni anno piu serio.
MTB-Mag: Guadagnarsi il 14° posto in finale dopo un nono posto in qualifica come privateer davanti a tanti atleti totalmente supportati, dà qualche soddisfazione extra?
Johannes: Logico! Devo dire che il livello è talmente alto che arrivare tra i top 15 è già di per sè molto bello, anche se non fossi stato un privateer.
MTB-Mag: La vita da privateer in world cup non è affatto semplice: lati positivi e lati negativi?
Johannes: Positivo sicuramente la libertà! Le cose difficili riguardano l’organizzazione che ruota attorno alla gara (alloggio, trasferte, cibo, allenamento, manutenzione della bici ecc.). Sei assolutamente da solo e lavori anche, non è semplice. La gestione del tempo è abbastanza impegnativa. Sono molto contento di avere mio papà (Urban, n.d.r.) accanto che mi aiuta tanto sia durante che al di fuori dei weekend di gara!
MTB-Mag: Vallnord è incazzata e fisica… proprio nel tuo stile. è una pista che ti piace?
Johannes: A me piacciono tanto le piste tecniche e difficili, però se avessero tolto un minuto di gara non mi sarebbe dispiaciuto per quanto riguarda il mio allenamento. Ero distrutto nell’ultima parte!
MTB-Mag: Qual è il tracciato di world cup che vorresti avere dietro casa?
Johannes: Mi è già stata chiesta diverse volte questa domanda e io ho sempre detto un’altra pista. Ma devo dire che piu che le piste, a me piace la competizione! Ogni gara ha le sue difficolta, sia che sia tecnicamente facile oppure dura. In entrambi i casi arrivare tra i primi è sempre difficile ed è questo ciò che mi piace di più dello sport. Per non lasciare totalmente aperta la domanda quest’anno ti dico Maribor… una pista molto flowy!
MTB-Mag: …e tra le piste del circuito italiano quale ti piace di più?
Johannes: In Italia, Abetone mi è sempre piaciuta molto!
MTB-Mag: Ti sembra che il livello dei rider italiani in coppa stia crescendo nelle ultime stagioni? Loris Revelli e Francesco Colombo, di recente anche Davide Palazzari, poi Veronika Widmann ed Eleonora Farina tra le donne sempre più spesso in top five. C’è qualche giovanissimo in arrivo?
Johannes: Se guardiamo i risultati si vede che è da qualche anno che non si qualificavano cosi tanti italiani in coppa del mondo come nelle ultime gare. E anche i risultati in gara sono sempre meglio con le nostre donne costantemente in top 10 e recentemente in top 5. Sicuramente verranno di nuovo tempi duri! Ma facendo un bilancio a lungo termine mi sembra che l’asticella delle performance degli italiani in coppa stia salendo. È proprio bello! Dobbiamo però continuare a lavorare, anche per motivare gli atleti più giovani che al momento un po’ mancano.
MTB-Mag: Immagino che questa domanda te l’aspettassi sia tu che i nostri lettori: perché i jeans?
Johannes: I jeans sono una storia breve. A casa ho più o meno una ventina di pantaloni da DH… ma tutti da marchi che non sponsorizzano. Alla gara di Maribor volevo usare quelli della scorsa stagione… poi ho cambiato idea. La prima volta che sono andato a fare la spesa per il cibo sono passato da un negozio che vendeva anche jeans. Scherzando ho detto a mio padre “dai faccio la gara con questi jeans!” Se si pensa all’elasticità dei jeans normali non sono sicuramente confortevoli, ma quando li ho toccati erano veramente “stretchable”. In breve li ho provati e comprati, e sfruttando la mia libertà come privateer li ho usati in gara. Col tempo ho scoperto che sono i pantaloni piu comodi che abbia mai usato in DH. Tante tasche, non si rovinano e non sono nemmeno troppo caldi, neanche al sole!
MTB-Mag: E allora “in tasca al jeans” per la gara di Les Gets… dai gas!
Johannes: Crepi il jeans?! Purtroppo non ci sarò a Les Gets, avrei voluto veramente esserci e ho provato ad organizzarmi ma il ristorante è il mio “sponsor” e non posso mancare, è mia responsabilità! Fa male soprattutto dopo una gara come quella di Andorra ma purtroppo questa volta è gia tutto organizzato così. Ci vediamo a Val di Sole e Lenzerheide! Saluti a tutti!
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