Sullo stop del Superenduro e sulle sue motivazioni sono stati spesi fiumi di parole, dichiarazioni, commenti e pettegolezzi. Argomento che pare non abbia ancora perso di interesse, ma ora è il momento di concentrarsi sul presente e su quello che sarà la stagione 2015. Ieri è stato ufficializzato il calendario della Coppa Italia Enduro. Abbiamo contattato Franco Monchiero, già organizzatore del Superenduro, Delegato Tecnico della FCI e ora promotore del neonato circuito, per avere qualche dettaglio competente sull’argomento.
MTB MAG: Ciao Franco e benvenuto su MTB-MAG.
Franco Monchiero: Ciao a tutti.
MTB MAG: Ieri la FCI ha ufficializzato la Coppa Italia Enduro, il primo circuito Enduro al mondo interamente approvato da una federazione nazionale. Ancora una volta l’Italia è pioniera nell’evoluzione di questa disciplina… e ancora una volta l’artefice di tutto ciò è Franco Monchiero. A livello personale, cosa provi ora davanti a questa nuova avventura?
Franco Monchiero: Ovviamente sono contento di tutto ciò, anche se per me non è una sorpresa in quanto insieme ai responsabili del “Settore Fuoristrada” della F.C.I. stiamo lavorando da tempo allo sviluppo dell’Enduro in Italia.
MTB MAG: Il tuo ruolo di Delegato Tecnico FCI assume ora un valore di ulteriore responsabilità e rilievo, trattandosi di un circuito FCI. Qual’é l’aspetto di questo incarico che meno ti piace e quale quello da cui trai maggiori soddisfazioni?
Franco Monchiero: Non cambia molto, ricopro questo ruolo già dallo scorso anno, cioè quando Superenduro era ancora attiva nell’organizzazione del proprio circuito. Probabilmente ora posso dedicare un po’ di tempo in più al ruolo di Delegato Tecnico in quanto SE mi impegnava molto.
Francamente non ci sono aspetti meno o più piacevoli di questo ruolo, mi sento responsabile verso il movimento Enduro italiano e considero questo impegno anche come un modo per tutelare la specialità, per la quale (spero di non sembrare troppo presuntuoso) credo di aver dato negli anni una mia forte impronta e quindi probabilmente ho un po’ più esperienza di altri.
MTB MAG: Nessuna presunzione, è un merito che tutti ti riconoscono! Certo dalla collaborazione con la FCI derivano onori e oneri. Presumibilmente meno libertà di azione individuale come organizzatore del circuito e più burocrazia, ma anche dei vantaggi come per esempio l’ufficialità di un ranking nazionale per i corridori. Dal tuo punto di vista quali saranno i cambiamenti tangibili per i nostri atleti?
Franco Monchiero: La libertà di azione l’ho avuta prima, ma anche ora pur con un confronto continuo insieme ai responsabili della F.C.I. e, come ho già detto, l’unica differenza è che ora posso dedicargli più tempo. Ovviamente il Ranking nazionale ha importanza, ma c’era già nel 2014, sarebbe auspicabile venisse preso in considerazione da tutti gli organizzatori.
MTB MAG: Questo primo circuito Enduro ufficiale di FCI, potrebbe essere un primo passo per una riconsiderazione della disciplina da parte dell’UCI?
Franco Monchiero: Ho sempre letto molte critiche verso la Federazione Ciclistica Italiana, alcune di queste avranno un minimo fondamento, tuttavia bisogna provare a vivere le cose dall’interno prima di criticare o fare polemica (non vorrei fare retorica, ma in Italia è normalità criticare a prescindere, invece di collaborare!), detto ciò, come Voi stessi sostenete, la F.C.I. è probabilmente la prima federazione a riconoscere la disciplina in maniera ufficiale. Ciò avvenne già nel 2011 quando fu costituito il 1° Campionato Nazionale della storia Enduro (04 lug 2011 – Limone Piemonte), ed oggi la Coppa Italia rafforza sempre di più l’attenzione verso il nostro ambiente da parte della Federazione. Forse un merito ce l’ho avuto anche io in tutto questo, infatti, nonostante spesso sia portato ad andare avanti per la mia strada senza voltarmi verso nessuno, capii fin dall’inizio che per far crescere la nostra disciplina era importante avere il riconoscimento della Federazione. Non potete immaginare quanto abbia rotto le palle ai responsabili F.C.I. in questi anni, cercando con loro di costruire qualcosa insieme e devo dire che c’è sempre stata disponibilità da parte di tutti. Chiaramente manca ancora l’ufficializzazione da parte della UCI, ma se tanto mi da tanto, non mancherà molto. Tuttavia non bisogna dimenticare che da due anni è attiva l’ottima organizzazione di Enduro World Series capitanata da Chris Ball che ha dato una visibilità internazionale all’Enduro e raccolto l’interesse di Riders, Team e industria, soprattutto ha fatto da unione nei vari format sviluppatisi nel mondo e dove ancora una volta l’Italia ha dato un’impronta fondamentale.
MTB MAG: Nella valutazione e nella scelta delle località che formano le tappe del circuito, quali sono i fattori che più hanno inciso? Per esempio, ha avuto maggiore importanza lo standard qualitativo di ciascuna località oppure ha prevalso il concetto di circuito, magari volendo creare eterogeneità tra le diverse tappe a livello di caratteristiche dei tracciati oppure in merito alla loro distribuzione sul territorio nazionale?
Franco Monchiero: Come ho già detto con altri, il criterio di valutazione sulle scelte fatte è stato il seguente:
– Prima di tutto la candidatura da parte di una località e Associazione sportiva. Magari lo diamo per scontato, tuttavia va precisato perché spesso arrivano critiche sulle scelte motivate dal fatto di non tenere conto di località o zone d’Italia, ma purtroppo si dovrebbe sapere che il motivo è proprio perché da tali zone non arrivano richieste.
– Ovviamente quando si hanno una serie di candidature, il primo fattore di valutazione è, per quanto possibile, un’equa distribuzione sul territorio nazionale.
– Non meno importante deve essere la qualità organizzativa, la storia che queste organizzazioni abbiano dimostrato negli anni.
– L’eterogeneità tra le varie tappe non credo sia un problema, anzi, ho sempre creduto che sia una caratteristica importantissima all’interno di un circuito di gare, per dare valore al territorio, alle caratteristiche dei percorsi, ma soprattutto (in ambito sportivo) a valorizzare come vincitore un atleta più completo con grandi capacità di adattamento, come giusto che sia nelle vera filosofia Enduro.
MTB MAG: Una cosa preoccupa molti, noi compresi, ovvero la gestione della comunicazione del circuito. Non si può negare che Superenduro sia stato grande anche grazie alla professionalità con cui è stato gestito l’ufficio stampa e alla presenza di un frontman come Enrico nel ruolo di speaker. Viceversa, la prima pubblicazione di Coppa Italia Enduro è decisamente partita col piede sbagliato (ci riferiamo al comunicato fin troppo conciso, con fotografia di un downhiller, che non è stato diffuso ai media ma solo pubblicato sul sito FCI). Durante la stagione potremo contare su una comunicazione di livello adeguato alla caratura nazionale del circuito?
Franco Monchiero: La Coppa Italia di Enduro avrà un ufficio stampa dedicato che verrà reso attivo nei prossimi giorni (teniamo conto che tutto è stato messo in piedi nel giro di pochi giorni) e seguirà tutta la stagione, ma per il momento abbiamo dovuto comunque partire con un comunicato che era poco più che di servizio. Conosco bene quali erano le dinamiche di Superenduro, ma queste erano anche tra le maggiori cause di costi gestionali alti, cosa che TUTTI avete criticato! Adesso esce fuori che siete preoccupati della scarsa comunicazione?! A parte questo mio sfogo, del quale mi scuso fin da subito, sono anche convito che oggi il movimento Enduro sia così consolidato che tutti i media abbiano interesse a parlarne (lo conferma anche il fatto che mai come in questo momento abbia avuto richieste di interviste anche se non le amo particolarmente), pertanto sicuramente nel futuro la comunicazione che passerà attorno al mondo Enduro sarà sempre maggiore.
MTB MAG: Grazie per la disponibilità Franco. In bocca al lupo e a presto!
Franco Monchiero: Grazie e a Voi e crepi il lupo!
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