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Non avrei mai immaginato di concludere la manche canadese dell’EWS seduto sul divano con il braccio legato. Sono bastati due minuti nella SP1 e un ponte di legno scivoloso per mandare in fumo la mia intera stagione. Ho capito subito, come ho toccato terra, che la mia spalla era slogata e nei successivi 45 minuti di discesa a piedi ho sofferto un dolore raramente provato negli anni della mia carriera. L’arrivo in ospedale, il riposizionamento della spalla ed infine gli antidolorifici mi hanno fatto sentire in paradiso! Grazie ai ragazzi che mi hanno aiutato nella discesa a piedi, ne avevo proprio bisogno! Ora non mi resta che immaginare come avrebbe potuto essere la mia stagione.
Gli incidenti sono quelle cose che non puoi pianificare, tuttavia dentro di noi sappiamo che possono capitare in qualsiasi momento.Da parte mia devo dire che sono molto dispiaciuto che mi sia accaduto proprio quando ero 1° nella classifica stagionale. Sebbene la mia spalla sia ora tornata al suo posto, al suo interno resta una frattura che va sistemata, ciò significa subire un intervento chirurgico e dai tre ai sei mesi di riabilitazione. Perciò ho scelto di ritornare in Nuova Zelanda, rinunciando così alle ultime gare della stagione.
Malgrado ciò, voglio guardare le cose da un punto di vista positivo. È stato per me un anno strepitoso e mi dico che ho fatto moltissimo. La vittoria in Scozia lo conferma. Mi sono sentito competitivo in ciascuna gara, su tutti tipi di terreno, nelle diverse condizioni climatiche. Tutto ciò mi dà una grande fiducia in me stesso e una grande carica per l’anno prossimo. Sono rimasto piacevolmente stupito quest’anno nel vedere nuove leve particolarmente forti. Greg Callaghan in Irlanda è un esempio, ricorderò per sempre la folla che lo ha accolto all’arrivo. È stato un privilegio per me salire sul 2° gradino del podio accanto a lui e gioire della bellissima atmosfera che si era creata. Un altro esempio è Richie Rude: questi giovani ci obbligano a non abbassare la guardia.
Tutto ciò fa bene allo sport e promette tanti finali da cardio palma in futuro. Aggiungo inoltre che ciò che è successo in Colorado settimana scorsa ci deve fare prendere coscienza di quanto sia preziosa la vita. Anche se non conoscevo Will, tutti noi mountain bikers condividiamo quella che era la sua passione, questo è il legame che ci unisce. Godiamoci i percorsi e le gare, ma apprezziamo ancora di più i nostri compagni di avventure. Siamo tutti parte della stessa famiglia.
Infine, un grande grazie ai miei sostenitori che lavorano dietro le quinte e che fanno sì che questo diario esista. In particolare Adidas eyewear per aver creduto nel progetto e averne resa possibile la realizzazione e Théâtre des Opérations per la produzione e la puntuale diffusione. Mia moglie Tory e Martin il mio manager per la correzione delle bozze. Ed infine voi tutti che leggete il mio diario dimostrandomi sempre il vostro entusiasmo. È ora di pensare alla spalla e alla mia guarigione. Ci risentiamo presto!
Foto di Ale di Lullo
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