KHS SixFifty656 XC 27,5
KHS SixFifty656 XC 27,5

[Test] KHS SixFifty656 XC 27,5″

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KHS è un marchio taiwanese-americano che ha abbracciato decisamente la filosofia delle ruote di diverso diametro, mettendo a catalogo modelli sia da 29 pollici che nel formato intermedio 27,5/650B. Il line-up 2012 prevede infatti ben sei modelli con ruote in questa misura (cinque front di cui due in carbonio ed una full) e 10 29er (7 front e tre full), e per il 2013 è previsto il lancio di ulteriori modelli.



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La bici è una full con sospensione a quadrilatero e giunto Horst con escursione di 120 mm sia all’anteriore che al posteriore: le unità ammortizzanti sono prodotte da X-Fusion, l’ammortizzatore è un E1 RL dotato di lockout e di regolazione del ritorno, mentre la forcella è la Velvet RL 120, adattamento del modello da 140 per ruote da 26″; anche la forcella è dotata di regolazione del ritorno e di bloccaggio e ha forcellini tradizionali QR 9mm.

Il telaio è realizzato con tubi idroformati in alluminio 6061, mentre il carro è in tubazioni 7005. Il triangolo principale è sagomato in maniera molto accentuata come capita sempre più spesso di vedere: il top tube a banana migliora la quota di standover ed evita interferenze con i comandi in caso di caduta, mentre il tubo obliquo ha una decisa curvatura a “S” che consente di creare lo spazio per il posizionamento dell’ ammortizzatore. Anche il tubo di sella è sagomato ad “S” ma soprattutto è ringrossato nella parte centrale e schiacciato posteriormente all’altezza dell’infulcro centrale della biella.


La biella e l’ammortizzatore

La biella, che collega l’ammortizzatore al carro in modo abbstanza classico, è ben dimensionata ed irrigidita da un ponticello avvitato nella sua parte anteriore; i foderi alti sono collegati per migliorarne la rigidità da uno spezzone di tubo schiacciato e saldato, mentre quelli bassi sono saldati direttamente al pezzo forgiato che ospita il perno principale della sospensione.

La trasmissione è targata SRAM: comandi e pignoni X5, deragliatore X7 DMD e cambio X9 collegati da guaine continue, guarnitura S-1000 GXP con corone da 44-33-22 denti. I freni sono l’entry level Elixir1 con rotori da 160mm.

Le ruote sono delle preassemblate WTB Laserdisc con cerchi da 21mm, che ospitano una coppia di Schwalbe Racing Ralph 2,25 con camera.


Dettaglio dell’ ammortizzatore X-Fusion

Infine gli appoggi: attcco Kore da 90 mm accoppiato ad un riser da 685 mm anch’esso Kore e dotato di manopole lockon Q2; stesso brand per il reggisella che sostiene una sella WTB Volt.

La bici è stata utilizzata per il viaggio Sicilia C2C West Coast, durante il quale sono stati percorsi 280 km in quattro giorni.

La taglia M in test ha consentito di replicare in maniera quasi esatta le misure della bici che pedalo abitualmente, ho solo spostato le leve freno all’ interno dei comandi per posizionarle in maniera maggiormente ergonomica. La taratura delle sospensioni ha richiesto qualche tentativo, perchè il sag statico è raramente indicativo su componenti nuovi e quindi da rodare: alla fine ho deciso di usare 75 psi all’anteriore e 110 al posteriore (peso 70 kg).


Il nodo di sterzo che ospita un cannotto conico

La sensazione è stata subito di una bici facile e gradevole da pedalare, su terreno liscio si scorre via grazie alle coperture poco tassellate, che oviamente pagano pegno quando il terreno diventa incoerente.

Nel guidato la bici si lascia condurre abbastanza facilmente, basta caricare un po’ l’anteriore per sentirla rispondere bene agli input di guida. Il manubrio è della giusta larghezza e l’accoppiamento tra riser e attacco inclinato nell’uno o nell’altro verso consente di avere un assetto soddisfcente per tutti.

In salita scorrevole la bici non si scompone e presenta un’oscillazione del carro piuttosto contenuta e percepibile solo col padellone da 44, come è normale che sia. La rapportatura è adeguata alla presenza di ruote da 27,5: il rapporto minimo (22/36) è addirittura inferiore come sviluppo metrico a quello standard di una bici con ruote da 26 (22/34 o 24/36 che sia). Il lockout di forcella e ammo è effettivo ma ha senso solo su salite asfaltate o per alzarsi sui pedali quando la pendenza sale; oggettivamente non si sente la necessità di un sistema di piattaforma stabile.


Tra archetto della forcella e copertone c’è parecchio spazio…


…un po’ meno al posteriore

Su salite sconnesse o tecniche con sassi e gradoni la SixFifty si rivela un’ottima arrampicatrice grazie ad una sospensione posteriore che asseconda la guida, a patto di aver regolato bene il ritorno dell’ ammortizzatore, nonchè ad una geometria abbastanza agile.

Il livello di assorbimento in discesa è buono a tutte le andature e con tutti i terreni: sulle discese veloci occorre però un filo di attenzione in più com’è normale che sia per una bici abbastanza agile, specialmente se consideriamo anche le coperture usate. In discesa più sconnessa invece la maneggevolezza torna utile per scegliere la traiettoria più redditizia, mentre nello scassato la bici si comporta decisamente bene con reazioni prevedibili e gestibili. Le sospensioni a mio parere sono il vero punto di forza della SixFifty, soprattutto la forcella che fornisce un’assistenza progressiva in giusta misura e che ha una regolabilità del ritorno quasi eccessiva (35 click tra il tutto aperto ed il tutto chiuso). Nelle discese ripide è bene abbassare la sella che però rientra nel tubo sella per non molto a causa della presenza del perno di vincolo della biella. Ad ogni modo ho provato un paio di ripidi senza percepire un’eccessiva tendenza all’ impuntamento.

I freni funzionano benissimo nonostante siano il modello entrylevel della gamma Avid/Sram: la leva era un po’ lunga, cosa abbastanza comune con gli AVid e che in mancanza della regolazione apposita (presente nei modelli migliori) si risove con una siringatina d’olio.

Nulla da dire sulla trasmissione nonostante il pezzo cruciale (i comandi cambio) non sia certo il top di gamma. Personalmente preferisco Shimano per la maggiore fluidità e altri piccoli dettagli, ma devo riconoscere che è difficile trovare difetti di sorta, anche considerando appunto il livello dei componenti. La sella è simile per forma e sensazioe di seduta alle SDG e si è rivelata decisamente comoda; il reggisella è ben fatto e consente una regolazione precisa anche se non in maniera pratica come quelli a bulloni contrapposti.


Un dettaglio del cerchio Laserdisc

Le ruote sono solide ma pesanti (2080 grammi l’anteriore, 2600 grammi la posteriore con sganci e dischi freno), considerando anche la presenza di gomme abbastanza poco tassellate e leggere. Le coperture, che uso in versione 29 e che quindi conosco bene) si sono rivelate un po debolucce per del vero fuoristrada, ho subito tre forature in tre giorni quando normalmente (con gomme UST o coperture latticizzate) mi ci vogliono tre anni per dover usare tre volte la camera di scorta. A mio parere vale la pena di montare un diverso modello di gomma perlomeno all’anteriore, in maniera da migliorare anche l’aderenza (e la confidenza) sui terreni meno coerenti e comunque di latticizzarle.

Credo che si sia capito che la bici mi è piaciuta: sale senza difficoltà, è confortevole e si guida bene pure in discesa. A mio parere è un modello azzeccato, adatto principalmente a chi della mtb fa un uso escursionistico anche a lunga gittata ma senza necessità enduristiche.

So che molti aspettano un mio giudizio sul formato 27,5/650B/584. Per quello che può valere e che può interessare, la mia sensazione è che le ruote con questa misura forniscano un qual certo miglioramento di trazione e scavalcamento rispetto alle bici da 26, ma in misura sensibilmente inferiore a quelle da 29. Va anche detto che stiamo parlando di una full, dove l’efficienza ed il bilanciamento delle sospensioni è basilare ed a mio parere molto più importante del diametro della ruota. D’altronde è pur vero che una ruota poco più grande di una da 26 minimizza l’aumento del peso e dell’inerzia ed i probemi geometrici inevitabili invece con le ruote da 29. D’altronde non si può avere tutto…


foto di Alessandro Tedesco

Telaio in tubazioni di alluminio idroformato 6061, carro in alluminio 7005
Forcella conica X-Fusion Velvet RL 120mm
Ammortizzatore X-Fusion E1RL, corsa alla ruota 120mm
Serie Sterzo FSA Orbit ZS 1.5″-1 1/8″
Guarnitura SRAM S-1000 GXP 44-33-22
Deragliatore X7, cambio X9, comandi X5, pignoni PG1050
Ruote WTB LaserDisc 650B
Gomme Schwalbe Racing Ralph 2,25 per camera
Attacco e manubrio riser Kore
Reggisella Q2 31,6, sella WTB Volt Comp
Pedali Wellgo flat
Peso: 14,00 kg
Prezzo: 2159 euro

Scheda della bici sul sito KHS Italy

Link alla geometria del telaio (misure rilevate: toptube virtuale 585 mm, passo 1112 mm, altezza asse movimento centrale 334 mm)

Qualche altra foto nel fotoalbum

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