È trascorso esattamente un anno da quando vi ho presentato l’allestimento personalizzato della ARC8 Essential che ho montato per un test a lungo termine. L’obiettivo del test, oltre alla consueta prova sul campo, è quello di approfondire la durata nel tempo di un telaio che, essendo molto leggero e dotato di un sistema di sospensione che possiamo definire “fuori dagli schemi”, può generare qualche perplessità in merito alla robustezza e alla resistenza all’usura.
Il telaio della ARC8 Essential pesa infatti solo 1.913 grammi in taglia M, senza ammortizzatore. Un peso quasi da record per una bici da trail con 130mm di escursione e con geometrie aggressive, soprattutto a confronto con la maggior parte dei prodotti della concorrenza che, negli ultimi anni, sono sempre più pesanti. Il brand svizzero inoltre propone il telaio Essential a un prezzo interessantissimo, soli €2.799 con ammortizzatore e serie sterzo inclusi, mentre per chi desidera acquistare la bici completa, ci sono 4 opzioni con prezzi altrettanto competitivi.
Il telaio della Essential è realizzato in fibra di carbonio unidirezionale con disposizione delle pelli di carbonio ottimizzata per garantire il miglior rapporto tra rigidezza e peso. Ho scelto di allestire il telaio con componenti leggeri ma allo stesso tempo adeguatamente robusti per non dovermi preoccupare nell’affrontare i rocciosi trail liguri. Trovate tutti i dettagli inerenti ai singoli componenti nell’articolo di presentazione. Riepilogando velocemente: forcella RS Pike Ultimate da 150mm di escursione, ruote Newmen Advanced SL X.A.30 abbinate a copertoni Kenda Pinner Pro, entrambi da 29 pollici, trasmissione SRAM XX1 AXS, freni Formula Cura, reggisella BikeYoke Revive 3.0 e cockpit ENVE con il quale ho sostituito l’ottimo cockpit integrato Faserwerk che non mi soddisfava pienamente come geometria. L’allestimento finale in questa configurazione, leggermente diversa da quella della presentazione, ferma la bilancia a soli 11,56kg con lattice e senza pedali e accessori (portaborraccia e attrezzi).
Una delle particolarità grazie alle quali la Essential riesce a contenere il peso complessivo è il sistema di sospensione Dual Pivot che, utilizzando solo due snodi invece dei canonici quattro, riduce drasticamente la quantità di cuscinetti coinvolti nella realizzazione del cinematismo e di conseguenza anche il peso. Per sviluppare questo sistema, ARC8 ha sostituito le bielle con un sistema di guide dette slider, che analizzeremo in seguito. In questo modo, convertendo il moto di compressione dell’ammortizzatore da rotativo a lineare, ARC8 ottiene sulla Essential una curva di compressione con una progressione costante, più semplice da gestire, anche grazie al rapporto di leva molto basso.
Parte essenziale del sistema Dual Pivot è ovviamente l’adozione di un carro in grado di flettere e deformarsi verticalmente durante l’escursione della ruota, ovviando alla mancanza di un vero punto di infulcro tra fodero basso e fodero alto. Nulla di nuovo sotto questo punto di vista dato che sono ormai tantissimi i brand che utilizzano i carri flex pivot, nati per le bici da XC e poi sdoganati anche su bici con escursioni maggiori. Nel caso della Essential è il fodero superiore a garantire la flessibilità necessaria al funzionamento del cinematismo.
La caratteristica attorno alla quale ruota, anzi “scorre”, la sospensione Dual Pivot, è il sistema slider. Si tratta di due binari tubolari in alluminio trattati con anodizzazione dura che sono fissati al top tube del telaio e sui quali scorre la staffa che, spinta dal carro, va a comprimere l’ammortizzatore in un movimento lineare. La staffa contiene le boccole Norglide protette da tenute SKF a basso attrito grazie alle quali scorre con fluidità sui binari. Immagino che questo sistema possa suscitare delle perplessità sulla resistenza all’usura ma posso confermare che dopo 1 anno di utilizzo non ci sono segni di usura né visibili né in termini di efficienza, nonostante l’utilizzo in condizioni sia di polvere che di fango. L’ammortizzatore di serie è un Fox Float X Performance ma si possono scegliere anche altri modelli in fase d’ordine, con conseguente sovrapprezzo. Il rapporto di leva molto basso del sistema Dual Pivot richiede un ammortizzatore a lunga escursione, da 230mm di interasse. Con 65mm di corsa si ottengono 130mm di escursione alla ruota mentre con la versione da 60mm l’escursione passa a 120mm.
Il sistema Slider garantisce inoltre un’ottima rigidezza strutturale alla connessione del carro al telaio nella parte superiore mentre nella parte inferiore, per il fulcro principale, ARC8 ha alloggiato il carro all’interno del telaio invece del contrario. Questa soluzione consente di aumentare la rigidezza dell’accoppiamento pur riducendo il dimensionamento e quindi il peso. Il perno ruota su cuscinetti Enduro Max. Queste soluzioni rendono l’ancoraggio del carro al telaio adeguatamente rigido mitigando in parte la mancanza di rigidezza torsionale che il carro sviluppa sulla sua lunghezza. Nonostante la zona sia molto esposta alla sporcizia alzata dalla ruota posteriore, la forma spiovente del telaio non lascia infiltrare in modo determinante la sporcizia all’interno dello snodo, prolungando notevolmente la vita dei cuscinetti.
La Essential monta una serie sterzo sviluppata in collaborazione con Acros che integra l’ingresso del passaggio dei cavi all’interno del telaio. Una soluzione che in molti non apprezzano e che la stessa ARC8 non ha più adottato sul suo più recente modello, la Extra da enduro. A dire il vero, a parte il montaggio un po’ macchinoso, non mi ha dato alcun problema né per quanto riguarda la serie sterzo, vedi infiltrazioni di acqua e sporcizia, né per quanto riguarda il passaggio dei cavi. All’interno del telaio poi i cavi sono totalmente silenziosi grazie ai tubi in schiuma da infilare sulle guaine durante il montaggio, anche in questo caso una soluzione macchinosa in fase di montaggio ma efficace. All’interno del carro invece sono guidati dal tube-in-tube in carbonio.
ARC8 ha optato per un attacco della pinza freno di tipo flat mount. Una soluzione ormai frequente su bici da XC e gravel ma decisamente particolare su di una bici a media escursione. Per la precisione, si tratta di un attacco FM180 che permette di montare dischi da 180mm senza bisogno di adattatori, ma è comunque possibile montare dischi da 203mm e anche le tradizionali pinze post mount, utilizzando uno specifico adattatore che non viene fornito con il telaio. L’attacco flat mount colloca la pinza esattamente tra i due foderi senza interferire con il flex del fodero, indispensabile al funzionamento del sistema di sospensione.
La posizione dell’ammortizzatore, adiacente al top tube, lascia molto spazio all’interno del triangolo anteriore, nonostante la quota di standover piuttosto bassa. Di conseguenza è possibile equipaggiarsi con borracce di grande capienza e, sul secondo attacco, si possono agevolmente fissare una camera d’aria di ricambio, gli attrezzi indispensabili o altri accessori a proprio piacimento.
La parte inferiore del tubo obliquo e la scatola del movimento centrale sono protette da un guscio in gomma dura, non particolarmente spesso e quindi abbastanza leggero ma allo stesso tempo efficace, grazie al design a righe che aiuta a dissipare gli urti. Durante il test non ho mai impattato in modo violento contro rocce di grandi dimensioni, quindi il giudizio è limitato agli urti provenienti dalle pietre alzate dalla ruota anteriore.
Anche il batticatena in gomma è piuttosto minimale ma è ben sagomato quindi fa un lavoro impeccabile in termini di protezione del carro ed è abbastanza efficace anche per quanto riguarda l’assorbimento del rumore generato dalla catena, soprattutto considerando che si è interfacciato con una catena SRAM XX1 Hollow Pin che è particolarmente rumorosa rispetto ad altri modelli.
Il perno della ruota posteriore ha iniziato col tempo a soffrire di un po’ di attrito anomalo nonostante sia adeguatamente ingrassato. Il telaio non è rigidissimo ma è decisamente più robusto di quanto il peso lasci presagire. Ottima la verniciatura che ha riportato solo qualche lieve graffio superficiale ma ha resistito bene a polvere, fango e usura in generale.
La Essential vanta geometrie decisamente aggressive in relazione a escursione e destinazione d’uso, con un angolo di sterzo da 64° che strizza l’occhio all’enduro e un chainstay relativamente corto. Le quote geometriche che trovate indicate nella seguente tabella, sono rilevate nell’allestimento con forcella da 150mm di escursione, come utilizzata per questo test.
Particolare la scelta di ARC8 di offrire soltanto due taglie, per ciascuna delle quali viene indicato un ampio range di altezze del rider con una forbice di 18cm per la taglia M e di ben 22cm per la taglia L. La taglia M che ho provato non è particolarmente lunga ma è comunque adatta ai miei 175cm di altezza e sospetto che i rider particolarmente bassi non ci si possano trovare totalmente a loro agio, così come ai rider molto alti non possa “vestire” bene la taglia L.
Sin dalle prime pedalate si apprezza la leggerezza della Essential che la rende davvero piacevole nelle lunghe salite e permette di macinare chilometri con una freschezza che le attuali trail bike dal peso medio di 14/15kg ci avevano fatto dimenticare. La posizione di guida è comoda e distesa ma poco dominante a causa di un angolo sella effettivo che si percepisce un po’ arretrato e che richiede un discreto avanzamento della sella per posizionarsi in modo equilibrato.
Per lo stesso motivo, nelle salite tecniche occorre spesso spostarsi in punta di sella, non tanto per tenere a terra l’anteriore che è invece molto stabile, quanto per massimizzare la precisione di guida che, con questa accortezza, diventa davvero ottima. Il sistema di sospensione bilancia molto bene trazione, stabilità e reattività. La combinazione di leggerezza e maneggevolezza la rendono un’ottima alleata nelle salite tecniche, anche sui passaggi particolarmente ostici, per coloro che come me si divertono ancora ad affrontarli senza motore.
L’angolo di sterzo molto disteso in relazione alla destinazione d’uso della bici, ne aumenta la stabilità in discesa senza inficiare la precisione di guida in salita. Grazie alle geometrie “enduro-friendly” la Essential si comporta molto bene sui tratti ripidi e tecnici. Seppure la posizione di guida neutra sia un po’ arretrata, si riesce agevolmente a portare il peso sull’avantreno quando necessario, mantenendo piena sicurezza e stabilità con cui affrontare passaggi ostici con discreta disinvoltura e precisione di guida.
La maneggevolezza e il peso molto basso che favoriscono la Essential nelle salite tecniche, la rendono ultra divertente anche nei tratti tecnici in discesa. Agile, equilibrata e intuitiva nelle sezioni particolarmente tortuose e impegnative, precisa nell’impostazione delle traiettorie che, all’occorrenza, si riescono anche a correggere con estrema semplicità. Mi sento di dire che è proprio in questo ambito che la trail bike elvetica riesce a esprimere il meglio di sé.
La Essential brilla anche sui percorsi flow e in generale nei tratti dove si riesce a tenere un buon ritmo. Ha un comportamento prevedibile che nasce dalla sua spiccata maneggevolezza unita alla stabilità e all’aderenza offerte dalle geometrie aggressive. A completare il quadro si aggiunge la reattività del sistema di sospensione e il peso leggero e ben bilanciato. L’insieme di queste caratteristiche di guida rendono la Essential dinamica e molto divertente.
Quando il terreno è molto sconnesso e presenta ostacoli in rapida successione, la Essential si rivela piuttosto instabile e nervosa, molto probabilmente a causa del carro che, come anticipato, non è particolarmente rigido ed è quindi soggetto a torsioni che inficiano il funzionamento ottimale della sospensione. Un vero peccato perché la sospensione in sé funziona molto bene con un assorbimento eccellente anche sui grossi impatti e sugli atterraggi.
Inoltre è molto stabile nelle compressioni ed è molto reattiva grazie a una curva di compressione con una rampa di progressione costante che consente all’ammortizzatore di lavorare nella parte centrale della corsa senza eccessivi affondamenti, riservando ampio margine dal fondocorsa per gli urti veramente importanti.
Con la Essential, ARC8 ha creato una vera outsider che si differenzia dalla concorrenza per il peso nettamente più basso della media, per un sistema di sospensione sui generis e per un listino prezzi decisamente interessante. Al di là di questi che sono i primi dettagli che balzano agli occhi, la Essential si è rivelata una bici molto divertente e polivalente. Tanto polivalente che le definizioni le vanno strette e non è semplice classificarla con una singola destinazione d’uso. Spazia con coerenza dal downcountry ai percorsi da enduro… ma dà il meglio di sé nel trail riding più genuino, dove permette veramente di divertirsi e di togliersi delle belle soddisfazioni.
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