L’avvento dello standard 650b nel mondo della MTB ha suscitato enorme clamore, che tuttora non sembra volersi placare. Dai commenti ai vari articoli sull’argomento che abbiamo pubblicato su MTB-MAG, emerge che sono molti i biker che non hanno accolto questa novità in modo positivo. Eppure la macchina del marketing, che tanto sta spingendo questo nuovo formato, non sembra curarsene molto, continuando a cavalcare le 27.5″ come nuovo standard definitivo, che probabilmente molto presto soppianterà il “vecchio” e amato formato 26″.

L’ultimo baluardo dello standard classico da ventisei pollici sembrava essere la Downhill, la disciplina che storicamente ha portato innovazione nel mondo della MTB, ma che fino all’ultimo si è tenuta stretta il formato ruote storico della bici off road. Reattività, maneggevolezza, rigidità e una serie di fattori propri delle 26″ hanno sempre fatto pensare che nella DH il 27.5″ non avrebbe suscitato interesse, tuttavia la scintilla del cambiamento è stata innescata negli ultimi mesi, e al termine della stagione World Cup 2013, alcuni marchi hanno cominciato a sviluppare dei prototipi da DH per il nuovo standard 650b.

Probabilmente il primo tra i marchi legati a un elite factory team in Coppa del Mondo, di cui abbiamo visto degli spy shot in rete, è stato Lapierre, con la DH Team 27.5 della velocissima rider francese Emmeline Ragot.

In seguito, durante la stagione di gare neozelandesi, si è parlato della Lapierre DH Team 27.5 dello stilosissimo Sam Blenkinsop, che più che un prototipo sembrerebbe essere ormai una bici definitiva. Sarà decisamente probabile vederla in mano a tutti gli atleti del team Lapierre Gravity Republic per il 2014.

Di recente, durante il Campionato Nazionale Neozelandese è venuta alla luce anche la Trek Session 27.5, utilizzata da Brook MacDonald e da George Brannigan, che con questo nuovo mezzo ha vinto la gara, laurendosi Campione Neozelandese. Nel frattempo alla gara di Fontana, in California, anche Neko Mulally ha corso con lo stesso mezzo. Il Trek World Racing ha parlato di prototipo in prova, ma visti i risultati e considerando che sia Bulldog che Brannigan hanno dichiarato di esserne pienamente soddisfatti, è nettamente probabile che diventerà il  mezzo definitivo degli atleti del factory team per la stagione WC 2014. Il fatto che il telaio sia già stato realizzato in carbonio, eccetto il fodero basso del carro come da tradizione Trek, lascia intendere che questa bici sia già passata dalla fase prototipale a quella definitiva.

Anche Nick Beer del team Devinci Global Racing si è fatto beccare in Nuova Zelanda in sella alla sua nuova Devinci Wilson 27.5. Devinci sta ancora lavorando su un telaio in alluminio, al quale ha dovuto apportare delle modifiche più evidenti rispetto a quelle degli altri marchi di cui sopra. Sulla Wilson 27.5, rispetto alla versione classica da 26, l’attacco dell’ammortizzatore al telaio è stato spostato dal top tube al down tube, quasi certamente per esigenze di ingombro.

L’ultimo della serie, per ora, è il rider del Giant Factory Off-Road Team, Marcelo Gutierrez. Il colombiano ha utilizzato la sua nuova Giant Glory da 27.5 alla Urban DH di Valparaiso, in Cile, concludendo al secondo posto.

D’altra parte eravamo al corrente che Rock Shox stava lavorando alla produzione di una versione da 27.5 della Boxxer, così come Fox sulla 40, e già sapevamo dei prodotti da DH di Schwalbe nel nuovo formato. Probabilmente doveva essere solo questione di tempo. Se una rondine non fa primavera, 4 rondini insinuano un legittimo dubbio che anche in DH il futuro avrà ruote leggermente più grandi delle attuali.

Così come siamo consapevoli che il formato 650b ha fatto storcere il naso a molti affezionati delle discipline AM e Enduro, siamo praticamente certi che non sarà accolto benevolmente dai downhiller. Vuoi per i problemi legati al cambio di rotta del mercato e alle conseguenze che gli appassionati subiranno per quanto concerne il commercio dei prodotti nuovi e di quelli usati. Vuoi per il disagio di dover reimpostare completamente il proprio stile di guida in funzione del nuovo formato, per mantenere competitività in gara. Vuoi per una serie di motivi che già hanno lasciato perplessi i biker di altre discipline. Ma prima che si scatenino i commenti a favore e contro l’arrivo di questo formato ruote nella Downhill, c’é un aspetto sul quale vorremmo porre l’attenzione. Questa corsa al 27.5 in DH, può essere legata in qualche modo anche al nuovo target che l’UCI sta imponendo alle piste del circuito di Coppa del Mondo?

Ne avevamo parlato in occasione di questa analisi sullo spettacolo a discapito della tecnica, che le piste di DH World Cup stanno diventando sempre meno tecniche e sempre più artificiose. Viene naturale pensare che questo nuovo standard di ruote vada a interfacciarsi meglio con le piste proposte per il circuito. I factory team esistono per tre principali motivi: sviluppare grazie alle corse un mezzo competitivo, fare risultati e creare interesse nel mezzo che la stagione successiva verrà commercializzato al pubblico, ma le tre cose devono funzionare in sinergia. Non si vendono bici senza risultati e non si fanno risultati se la bici non è performante. Se le piste sulle quali si disputa il massimo circuito della DH mondiale, vengono selezionate in base a criteri che in parte esulano dalle reali caratteristiche di questa disciplina, evidentemente anche i mezzi con i quali si gareggia devono seguire quella direzione, adottando scelte che altrimenti, in termini assoluti, forse non sarebbero le più logiche per delle bici da Downhill.

 

 

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