Perchè lo abbiamo fatto
Sono tre i motivi che hanno convinto me e Federico a testare per MTB-forum questa Traversata:
1) Sentieri e paesaggio. Fermi sostenitori delle Alpi occidentali come uno delle migliori destinazioni per fare della mtb (per lo meno quella che piace a noi), vale sempre la pena farci un giretto: strade militari che permettono di pedalare sino alle alte quote, una moltitudine di sentieri divertenti fra cui scegliere per la discesa e ambienti belli e selvaggi. Ho detto tutto?
2) Giro a tappe. La voglia di fare una vacanza di più giorni in sella, o comunque di usare la bici anche come mezzo di trasporto, è sempre latente. Potersi basare solo sulle proprie forze per spostarsi è bello e avventuroso, oltre che un buon modo per abbandonare la schiavitù dalle pompe di benzina almeno per qualche tempo. Se in questi casi enormi zaini troneggiano sulle spalle, mettendo a repentaglio il divertimento in discesa e la schiena a fine giornata, trovare al punto tappa i bagagli con tutto l’occorrente per godersi in pieno relax la serata non è una cattiva idea…
3) Bikerciuc. L’ideatore e anima della Traversata è un personaggio che ha generato fiumi di parole e discussioni sul forum. Oltre a conoscerlo di persona, ci pare il minimo verificare se effettivamente il suo bicchiere è davvero tutto vuoto perchè è un pessimista che beve, come recita la sua firma…
Perchè lo dovreste fare anche voi
Non certo per spirito di emulazione, né per autolesionismo: dopo una settimana passata aggirando in lungo e in largo queste montagne, scivolando lungo un’infinità di single-track e sudando per raggiungere posti incantevoli, siamo certi che seguire le tracce di Annibale con il condottiero Bikerciuc (al secolo Matteo Zunino, autore della guida di itinerari qui recensita) possa fare anche al caso vostro. Ovviamente sempre che amiate i giri di alta montagna e tutto ciò che essi comportano.
Lungo la Traversata, breve o lunga che scegliate di farla, avrete infatti di che bearvi di fronte alla bellezza e al silenzio di vallate selvagge, che raggiungerete con percorsi ottimizzati e proposti da chi conosce come la propria cantina ogni sentiero della zona e vi offre una selezione dei vini più pregiati.
Basta una domanda per capire quanto Matteo sia legato a queste terre e quanto ne conosca a fondo la storia. Da quella occitana a quella dei forti militari disseminati in tutta la zona. Ma se proprio non sarete soddisfatti delle risposte, potete sempre sfidarlo a Trivial!
Vi avviso: le lunghe ore in sella non vi faranno tornare a casa deperiti. Tutti i punti tappa sperimentati sono ben di più di un semplice ristoro. Abbiamo trovato interessante l’attenzione all’uso dei prodotti locali, le proposte e la combinazione dei piatti, ma anche le dosi, che non ci hanno mai lasciati insoddisfatti! La pancia dunque non sarà piena solo perchè siete dei bikers ottimisti (a differenza di qualcuno..). E ci sarà buon vino con cui brindarci sopra!
Infine, i più sensibili saranno anche piacevolmente sorpresi dall’attenzione che Matteo ha nei confronti dell’ambiente, orchestrando gli operatori del territorio per ottimizzare, ad esempio, gli spostamenti dei vostri bagagli. Piccole accortezze che vi lasceranno la coscienza più pulita, oltre all’aria che respirate!
Perchè non lo dovreste fare
Non è forse quel che fa per voi se non siete per nulla allenati: nessun problema per chi ama la lentezza della pedalata (la vostra guida vi attenderà paziente e non vi metterà alcuna fretta), ma è indubbiamente necessaria un po’ di preparazione atletica per godersi al meglio questi giri in ambiente alpino, mettendo in conto anche tratti a spinta e un po’ di portage qua e là.
È una vacanza più faticosa di quella sotto all’ombrellone, ma sicuramente dopo avrete qualcosa da raccontare..
Dal punto di vista tecnico occorre almeno un po’ di confidenza con i sentieri di montagna, anche se i tratti davvero impegnativi sono sempre ben miscelati a quelli più easy e scorrevoli. Insomma, ce n’è per tutti!
Ah! Non fatelo se Bikerciuc non vi garantisce che porterà con sé anche Maxalias1970! Un ottimo compagno di viaggio, che fra le mille qualità ha anche la vena del cabarettista mascherato…
Il tour
Matteo ha ideato una combinazione di salite e discese che si trasformano in un perfetto itinerario di 7 giorni lungo le valli più belle e suggestive dell’Alta Val di Susa. Ma le possibilità in zona sono davvero moltissime, e adattare le singole tratte alle necessità individuali è un lavoro che Bikerciuc fa volentieri. Sia che siate dei cannibali del dislivello che dei pedalatori rilassati troverete ciò che fa per voi. Mettetelo alla prova!
Morale, la versione dell’itinerario che segue è fatta su misura sulla nostra voglia di pedalare, ma anche su quella di trovare le più belle discese.. Non è quindi, chiaramente, l’unica combinazione possibile.
Giorno 1 – Un buon nebbiolo
16 grifoni che si levano in volo tutti insieme a pochi metri, una dozzina di stambecchi adagiati lungo il percorso, un gruppetto di 5 camosci che trottano a lato del sentiero, oltre alla più consueta infinità di marmotte grassocce. Ad essere onesta, non mi era mai capitata un’esperienza simile in sella e quello che regala una giornata così va indubbiamente ben oltre gli aspetti meramente ciclistici della gita.
Pur non nelle condizioni ottimali (il meteo ha regalato nebbia, nuvole e freddo per buona parte della giornata), l’ambiente grandioso e le alte vette hanno creato un perfetto palcoscenico per questa prima tappa che, pur non fra le più lunghe del tour, sicuramente è una di quelle maggiormente impegnative. I circa 1350 m di dislivello in 35 Km riservano alcune delle sezioni più tecniche della Traversata, compresi 20′ circa con bici in spalla e diversi a spinta. Ma li vale tutti il Passo Clopaca con i suoi 2700 m di quota e la lunga discesa in ambiente, inutile a dirsi, davvero affascinante sino al Rifugio Levi-Molinari, punto di sosta della giornata.
Vestiti puliti e doccia calda, miscelati ad un’atmosfera calda stile familiare, sono la degna conclusione della prima tappa.
La nebbia ci lascia comunque percepire l’ambiente grandioso che ci accompagna
Nonostante il meteo, un palcoscenico perfetto per pedalare
Il Passo Clopaca, con i suoi 2700 m di quota..
..è tempo di scendere…
Verso il Rifugio Levi Molinari
Rifugio Levi Molinari (Exilles – Località Grange della Valle) – “Ci piace poi pensare che un Rifugio è un presidio sul territorio e deve essere occasione per far scoprire o riscoprire i mille mondi che la montagna e il suo ambiente ci può ancora regalare”. (www.rifugiolevimolinari.it)
Un posto con atmosfera calda e accogliente, dove immediatamente vi sentirete a casa. Gustatevi la sua cucina (“la polenta è sempre in primo piano, ma è di antichi mais piemontesi macinata a pietra anche a costo di farla arrivare da Castellamonte, le carni sono quelle della Granda – produttori che provengono dal Consorzio di Tutela della Razza Bovina Piemontese, le tome scelte tra i produttori locali, i vini di rinomate cantine dell’astigiano con incursioni nei prodotti locali forse più aspri ma testimoni di una antica cultura del territorio…”) , la compagnia della simpatica famiglia che lo gestisce e le sue piccole ma apprezzate comodità (doccia calda, camerette da 4 letti..). Quando ve ne andrete direte “arrivederci”, con la certezza che ci ritornerete, magari anche per una di quelle interessanti attività collaterali che ci organizzano..
Cin!
Giorno 2 – Dolcetto di Dogliani
Matteo a tutto ha pensato, compreso a miscelare giornate più faticose con gite fisicamente meno impegnative: si parte quindi dal Rifugio con tranquillità (addirittura in discesa) per poi imboccare la sterrata che risale fino alla spettacolare Galleria dei Saraceni e al Forte di Foens. Oggi l’altimetro non si impenna (ma si sale comunque a 2300 m..), ma, prima di scivolare a valle sul bel sentiero a curvette nel bosco, si gode comunque lo spettacolo delle alte quote. E poi ci si diverte..
L’ovovia chiusa richiede un ulteriore sforzo sui pedali, prima dell’ultima chicca della giornata: una nuova e bella discesa che ci porta dritti dritti a Rochemolles. La giornata si chiude dopo 1500 m di dislivello nelle gambe (sarebbero solo 1100 con impianto di risalita funzionante), e circa 38 km.
Sarà la luce della sera, ma di questo borgo sembra non ci si possa che innamorare. Contribuisce la struttura confortevole dove pernottiamo (“Lo chalet della guida”) e la cenetta sopraffina…
Bikerciuc è stato visto più e più volte con il bicchiere pieno (di buon vino rosso). Ma è durato poco!
La strada per la Galleria dei Saraceni
E poi ci si diverte..
Bikerciuc e Federico on the trail
Rochemolles: un paese di cui vi innamorerete!
Lo chalet della guida – Ristorante ‘L Fouie (Bardonecchia – loc. Rochemolles). (www.chaletdellaguida.it) – “Una cornice di legno e pietra, ospita 10 nuovissimi appartamenti dotati di tutti i comfort”
Un’attrezzata bike-room e un appartamento con tutto ciò che serve per riposarsi dopo un bel giro in bici. Se poi ci uniamo l’ottima cucina del vicino ristorante avrete un motivo in più per andare a Rochemolles, uno dei borghi alpini che più mi ha incantata. Ideale anche come base per una vacanza di più giorni per girare lì intorno.
Giorno 3 – Barolo riserva
Va bene, lo confesso! Questa è la tappa che più mi ha entusiasmata! Si sale al Colle della Rho (2.552 m) per raggiungere in discesa il Rifugio 3° Alpini in un paesaggio dolomitico che fa incanto.
Posti magici, che ci si perde a guardare con la voglia di scoprire cosa c’è dopo (avete presente quelle giornate in cui ci si trova a ripetere come degli automi “Che meraviglia!”?). Questa non è una tappa soft: la salita è lunga (1630 m di dislivello e 30 Km, ci dice il GPS) e c’è anche un tratto (breve) dove mettere la bici in spalla, ma i sentieri delle alte quote hanno sempre un gusto particolare, come di latte appena munto, e qualche tratto tecnico ci sta a pennello in mezzo a tanto flow.
Provate voi ad essere pessimisti, con una giornata così!
“Che meraviglia! Che meraviglia! Che meraviglia…”
“..Che meraviglia! Che meraviglia…”
Federico in azione
La spettacolare discesa dal colle della Rho
Ancora giù!
Dopo tanto flow, un po’ di tecnico non guasta..
Rifugio Terzo alpini (Valle Stretta – Nevache, F) – www.terzoalpini.com
“Al Terzo Alpini la tradizione è tipicamente italiana! Si possono assaggiare antipasti piemontesi classici come le acciughe al verde, i fagioli in insalata, tomini, affettati, zucchine in agrodolce e altre prelibatezze. Il piatto forte è la polenta servita con condimenti classici come i formaggi dei nostri alpeggi o con lo spezzatino e salciccia, oppure con il cervo, cucinato ad arte da Riccardo”
In una delle Valli più spettacolari incontrate lungo il giro, questo piacevole Rifugio saprà saziarvi con gustosi piatti e darvi quel che serve per rimettervi in sesto. Un brindisi con un vino da occasioni speciali prima di una notte tranquilla…
Giorno 4 – Un bicchierino di passito di Chiomonte
3 giorni alle spalle e 3 ancora da esplorare. Lo spartiacque è una gita apparentemente tranquilla (12 km 550 m), ma decisamente tonica, visto che si sale e si scende quasi integralmente su single-track.
Bello e tecnico quello della salita, letteralmente da manuale quello che dal Lago di Thures scende verso Nevache, in territorio francese. E anche qui l’ambiente è mozzafiato, con piramidi di terra e di roccia che si alternano a creare una cornice perfetta per un perfetto trail.
C’è tutto il tempo per sgranchirsi le gambe a Nevache, borgo carino davvero da visitare, come pure di rilassarsi nel piacevole cortile della struttura che ci ospita, l’Auberge de la Decouverte.
MAXAlias1970 ha cercato invano la camera delle torture che dovrebbe nascondersi presso la locale chiesa di St. Marcellin. Non abbiamo capito se volesse rinchiuderci Bikerciuc per bere anche la sua parte di vino.
Anche la salita oggi è su single-track
Il Lago di Thures
Acqua, silenzio, bikers e …pecore!
..e poi giù per un nuovo trail da manuale..
Lo slalom fra piramidi di terra (Foto: Federico Muffatti)
La Decouverte (Nevache, F) www.la-decouverte.com “Les repas sont pris autour de tables communes dans une grande salle à manger équipée d’une grande bibliothèque à votre disposition”
È in effetti una piacevole scoperta la simpatica gite francese dove pernottiamo, con belle camere, spazi comuni e un giardino dove sdraiarsi a leggere o a rimettere in sesto le bici. Divertente sarà cenare insieme a tutti gli altri ospiti, divertendovi a rispolverare con i vicini le 4 parole di francese che pensate di sapere mentre Maxalias1970 gli ruba l’insalalata, o a bere insieme la tisana della buonanotte.
Colazione gustosissima con una infinità di marmellate casarecce, yogurt, pane e ogni cosa si possa materialmente ingerire prima di una lunga tappa in sella.
Il posto giusto per godersi la giornata più rilassante..
Giorno 5 – Champagne!
È lecito attendersi, una volta belli rilassati, che Bikerciuc stia per tendervi un tranello. Ed ecco infatti un’altra gita bella corposa, costruita intorno a due Discese con la D maiuscola.
Una frana ha temporaneamente messo fuori uso alcuni tratti del percorso che Matteo aveva originariamente pensato (attraverso i passi della Dourmillouse e della Fanfàre), ma una soluzione ce l’ha in tasca e ci conduce a Briancon lungo percorsi ciclabili, prima di farci salire verso il Forte de la Croix de Bretagne. Gli appassionati di architetture militari potrebbero costruirsi un tour a pennello collegando quelle più belle (le fortificazioni di Vauban fanno addirittura parte del patrimonio mondiale dell’Unesco!).
Non ci crediamo quasi che i sentieri di oggi non sono preparati apposta per le nostre ruote: ci divertiamo come matti lungo trail che di certo hanno ispirato qualche tracciato in bike park. Soprattutto il secondo, Le Melezin, con le sue spirali di curvette con appoggi, che alla fine quasi quasi ti fanno male le gambe.. Se riuscite, non perdeteveli!! Concludiamo la gita più lunga del tour (64 Km – 2240 m di dislivello) con un bel po’ di salita. Arriviamo piuttosto affaticati e affamati al Rifugio Baita Gimont. Il resto è la storia di una bella serata, e di un Bikerciuc moderatamente sobrio e soddisfatto che ci confessa che il suo sogno è avere un orologio a cucù. (!!)
Federico, MaxAlias1970 e Bikerciuc …e i forti di Briancon
Verso il Forte de la Croix de Bretagne
Iniziano le danze
Questa è l’ultima foto del giorno: capite bene perchè nessuno è più riuscito a fermarsi per farne!
Rifugio Baita Gimont (Pian Gimont, Cesana Torinese) www.baitagimont.com
“Marco e Bruno sono due giovani genovesi appassionati di montagna, che dopo anni di amicizia, formazione ed esperienze in comune, hanno deciso di unire le loro forze per dedicarsi alla gestione di un rifugio alpino”
Ci sono delle persone con cui si trova subito qualcosa di cui parlare, e si starebbe delle ore a farlo con piacere. Marco e Bruno sono indubbiamente fra quelle, e per di più bikers, sciatori, climber…
Energia, fantasia e voglia di fare: a me hanno fatto venir voglia di iniziare a fare il loro mestiere!
Hanno saputo trasmettere il loro bel carattere pure a questa comoda struttura, con camerette molto atmosferiche e gustosi piatti cucinati con passione, al sapore anche un po’ di mare.
Torneremo presto, magari con gli sci ai piedi!
Giorno 6 – É tempo di Barolo Chinato
Se anche a questo punto della traversata ci si può tranquillamente sentire quanto meno appagati, le risorse per un nuovo giro bello corposo le si ritrovano semplicemente guardandosi intorno… In sella si incontrano laghi, laghetti, nuovi spettacolari forti, lunghi traversi pedalabili, bocchette, passi e discese da urlo.. Insomma, eccoci di nuovo ad andare su e giù! Il Colletto Verde, il lago dei Sette Colori, il lago Nero, la discesa verso Capanna Mautino.. Non significa più nulla quello che il gps ci indica (38 Km – 1900 m): bastano l’adrenalina accumulata e le immagini della giornata ad occuparci la testa. E poi siamo quasi arrivati a destinazione. Occorre festeggiare! Non si fa pregare l’ospitalissimo Marco della Capanna Mautino. E via a stappare nuove bottiglie, in un clima di allegria contagiosa.. Il condottiero Bikerciuc accusa il colpo, ma non demorde!
Verso il Colletto Verde in compagnia anche di Cristian&Cristian
Federico e Cristian insieme: e chi li ferma più!
Le risorse per un nuovo giro bello corposo le si ritrovano semplicemente guardandosi intorno
In certe situazioni è importante studiare bene la traiettoria…
Capanna Mautino (Lago Nero, Bousson) www.capannamautino.it
“Capanna Mautino, di proprietà dello Ski Club Torino, si trova in Alta Val di Susa, sui Monti della Luna, nei pressi del Lago Nero, in un incantevole altopiano costellato di laghetti, al limite di un bosco di cembri e larici, un piccolo angolo della zona rimasto integro sino ad oggi”.
Ci fermiamo qui con la voglia di far festa, e ci riusciamo benissimo! Una cena con piatti della tradizione perfettamente cucinati da Marco (ma i rifugisti della zona si chiamano tutti così??), buon vino, rhum ed un ottimo surrogato del barolo chinato che nessuno (dicono) chiedeva da tempo. Poi sono arrivata io..
Anche in questo caso non mancherebbero le ragioni per restare, a partire dall’ottima accoglienza, fino alle semplici comodità che si apprezzano in un rifugio ben gestito. Compresa la stufa calda che barrisce mentre si fa la doccia!
Relax fuori dalla Capanna Mautino
Giorno 7 – Acqua, per favore!
Optiamo per un’ultima tappa soft (17 Km– 400 m), così da permetterci di sgranchire appena appena le gambe prima del viaggio di ritorno. È tempo di bilanci, e la voglia di fare due chiacchiere sovrasta quella di pedalare. Ci piace l’idea di andare a zonzo a pedali, fra le belle case in legno tipiche di queste valli. Del resto l’architetto che è in Bikerciuc si trova qui perfettamente a suo agio, quindi approfittarne è lecito.
Cadono le ultime resistenze al Rifugio “La fontana di Thures”: troppo bello per non entrare a farsi un piatto. Per oggi, va bene (a tutti) anche l’acqua!
Easy trail per un’ultima tappa relax!
Rifugio escursionistico “La fontana del Thures” (Thures, Cesana Torinese) www.rifugiothures.it
“L’edificio utilizzato per il Rifugio (tipico esempio dell’architettura rurale della zona) è situato nella piazzetta del paese di fronte alla bella fontana ottagonale datata 1623 che porta scolpiti nella pietra i simboli del Delfinato e che ha suggerito la denominazione del Rifugio stesso. La costruzione risale al 1714 (come testimonia l’incisione sul monaco che sostiene la capriata del tetto sulla facciata) ed è stata ristrutturata negli anni 90 con un intervento che ha conservato tutte le strutture e le murature possibili e ripristinato quelle inutilizzabili con i medesimi materiali e le stesse tecniche”.
Non incantatevi guardando l’esterno: entrate! Una struttura bellissima, semplicemente un’esperienza da fare, complice anche la cortesia e la professionalità dei gestori.
La fontana di Thures e il bellissimo Rifugio omonimo
I servizi offerti
Oltre al trasporto persone e MTB (dove necessario) con pulmino e portabici a prova di graffio, attraversare la Val di Susa con Bikerciuc vi permette anche di trovare un alloggio confortevole per dormire la sera, e soprattutto i vostri bagagli già dentro ad aspettarvi. Una traversata di una settimana con tutto ciò che serve caricato sulla schiena è sicuramente meno godibile. Anzi diciamolo: così è davvero molto meglio!
Ma forse la cosa più interessante è Matteo, la guida, che nell’enorme ragnatela di percorsi che la Valle offre sa bene districarsi e scegliere quel che più fa per voi. Decisamente molto di più di una guida cartacea!
Conclusione
Volete sapere se ci torneremmo? Non siamo amanti delle vacanze “organizzate”, anzi, vi confesso che è la mia prima… Ma viaggiare così ha decisamente dei vantaggi, e devo dire che qui non si ha certo la sensazione di essere pedina di un pacchetto preconfezionato. I percorsi si possono scegliere e costruire “su misura”, la compagnia è amichevole, il clima da vacanza.
Direi che ci torneremmo!
Certo, Bikerciuc beve (ma mai fuori pasto) ed è abbastanza pessimista. Si, ma come si può dire di essere davvero pessimisti, se si sa apprezzare fino in fondo la MTB e una Valle così? Secondo me Matteo non la racconta mica giusta!
Ci vediamo per l’edizione 2013!
Per informazioni, costi, prenotazioni: [email protected]
Foto e testo Marzia Fioroni
(salvo diversamente specificato)
A breve on line anche il Video di Federico sulla traversata. Stay tuned!