Laguna nord di Venezia, in uno dei tanti campeggi che si affacciano sul mare nel comune di Cavallino Treporti. Accendo il gps e cerco la funzione che mi da l’orario dell’alba. Per domani è fissata alle 6 e 13. Decido allora di partire alle 5 e 45, in modo da essere in laguna per l’ora fatidica e magica in cui il sole sorge.
Quando mi sveglio la temperatura è un po’ fresca, metto una giacca leggera e parto. In compenso il cielo è terso, si preannuncia un’ ottima giornata per fare foto ed esplorare la laguna. Mi avvio lungo la via che costeggia il canale Pordelio, dove inizia la stretta lingua di terra e sabbia che separa la laguna di Venezia dal mare. Improvvisamente noto che il cielo si tinge di rosso, mi fermo, mi giro e….inizia lo spettacolo.
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Riprendo a pedalare, ma subito dopo sono costretto a fermarmi nuovamente, ecco quello che stavo aspettando
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La palla rossa si alza nel cielo e si specchia nel canale
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Il canale compie una mezza curva e il sole viene nascosto da un canneto
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mentre i primi raggi colorano le nuvole come una tavolozza.
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Arrivo a Treporti, passo il ponte sul canale principale mentre il cielo da rosso sta diventando arancione e poi giallo
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Ancora qualche curva in mezzo al paese, poi imbocco la strada di Lio Piccolo e finalmente arrivo in mezzo alla laguna, mentre il sole si riflette nella valle del Secchetto.
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Da qui, in poche decine di metri, assisto ad un cambio di paesaggio decisamente interessante e mi trovo immerso nell’ambiente lagunare, caratterizzato dall’importante presenza di valli da pesca, barene ed orti, tipici di questa particolare zona della laguna.
Sullo sfondo i grattacieli di Jesolo lido fanno da contrasto quasi irreale a tanto splendore
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Continuo a pedalare sulla stretta strada asfaltata che rappresenta l’argine di conterminazione fra le valli da pesca e la laguna aperta
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La bassa vegetazione delle barene nasconde una fauna ricca e interessante, specialmente in primavera e di mattina presto. Da qualche anno la laguna di Lio Piccolo è diventata un’area di nidificazione privilegiata del Cavaliere d’Italia
Ma in questa stagione si possono osservare facilmente anche il gabbiano reale
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Il fraticello, la sterna, il Germano reale e l’airone.
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Passato Lio Piccolo la strada asfaltata finisce e mi avvio su uno splendido single track che passa sulla barena della valle Olivari
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Finalmente qui la mia canyon trova il suo ambiente ideale e mi posso sbizzarrire in veloci pedalate sullo stretto sentiero
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Le barene sono caratterizzate da terreni fortemente salati e da suoli compatti e privi di porosità, per questo motivo le piante non raggiungono mai altezze rilevanti, ma in questo periodo i colori sono splendidi
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A seconda del gradiente salino dell’ambiente, sono colonizzate da elementi vegetali diverse, come la spartina, una alta graminacea che raccoglie tanta umidità durante la notte, e questo spiega perché anche in laguna è bene indossare degli scarponi da trekking in gore tex 😉
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Continuo e altre specie si alternano sul sentiero, la Pucciniella, il Limonio, la Salicornia, il Patano e il Roscano.
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Arrivo fino alla fine della striscia di terra, limite oltre al quale non è possibile procedere se non via acqua, scorgo di fronte Lio maggiore, le paludi e le valli che si estendono a perdita d’occhio, e sono immerso in un’atmosfera surreale fatta di suoni e profumi che mi giungono immutati, come mille anni fa.
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Queste valli sono zone importantissime dal punto di vista faunistico, poiche svolgono un ruolo di valle-rifugio per le anatre nei periodi di burrasca
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Cerco di fermarmi solo brevemente ad osservare gli uccelli, perché ho quasi paura di disturbare il delicato momento della nidificazione.
Improvvisamente un gabbiano, disturbato dal mio sopraggiungere, si leva in volo proprio sotto di me
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Costeggio adesso la valle che si apre verso il centro della laguna, qui l’opera dell’uomo è già più evidente
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Continuo l’esplorazione della laguna e mi avvio verso il piccolo centro di Le Mesole. Qui, immersi nella vegetazione, si possono notare i caratteristici fabbricati rurali oltre ad un interessante edificio con grande camino esterno adibito un tempo a convento, risalente alla prima metà del XVI secolo.
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Torno verso Treporti, con il suo piccolo centro antico dominato dalla chiesa.
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Mi sposto adesso verso Lio Maggiore, ripercorro tutta la bella strada, in parte sterrata, che corre lungo la parte sud della laguna e al confine fra il Cavallino e Jesolo lido mi immetto sulla strada sterrata che corre lungo l’argine destro del fiume Sile-Piave vecchia. Passo lungo siepi campestri con specie autoctone come salice, acero, viburno. Un bel cigno si specchia nelle calme acque del fiume.
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Continuo lungo il fiume, arrivo a Jesolo paese e prendo la strada verso Lio Maggiore, antico litorale interno alla laguna, Lio significa infatti Lido. Ai tempi della romana Equilium era un porto importante, un centro popoloso con sette chiese fra cui S. Antonio Abate. La strada sterrata costeggia adesso il canale Caligo, a destra la valle Grassabò e a sinistra valle DragoJesolo, usate per la pesca.
Improvvisamente la vista si apre verso la laguna mentre un airone si alza in volo
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A destra vedo frutteti coltivati anche con alberi di giuggiole, mentre alcuni cavalli mangiano sul bordo del canale.
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Sui canali secondari anatre e germani se la spassano beati
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Arrivo in fondo alla strada dove trovo il cippo di con terminazione del margine lagunare collocato dalla Repubblica Serenissima insieme ad altri 99 per segnare il confine lagunare. Salgo sulla torre di avvistamento per ammirare ancora una volta gli ampi paesaggi e i silenzi della laguna che mi rimarranno nel cuore per molto tempo.
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Arrivo al camper e scatto un’ultima foto, come si vede dalle mie gambe non è tutto oro ciò che luccica, il fango della palude mi è arrivato fino alle ginocchia e anche la bici non è da meno, ma in certi contesti bisogna adattarsi a tutto. Se non si ha una barca è solo cosi infatti, da veri esploratori in bici, che la laguna veneta può essere goduta appieno
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