La lunghezza delle pedivelle

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Molti componenti delle nostre mountain bike sono disponibili in diverse misure. Un esempio lampante sono i manubri, che possono essere più larghi e stretti a seconda della destinazione d’uso e/o delle misure antropometriche del rider. Anche i telai possono essere più o meno grandi per meglio adattarsi alla statura del rider.

Non tutti sanno però che, al pari dei manubri, anche le pedivelle possono avere lunghezze diverse.


La lunghezza delle pedivelle


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La lunghezza delle pedivelle (che è uguale sia dal lato destro che dal lato sinistro) è la distanza centro-centro tra l’asse movimento centrale e l’asse del pedale. Si misura in mm e sulle mountain bike è generalmente 165-170-175-180mm. Si può rilevare facilmente con un metro, anche se spesso è riportata nella parte interna del componente, nei pressi della filettatura del pedale.

Questa misura è molto sentita tra gli amici stradisti che vogliono ottimizzare al meglio la biomeccanica della pedalata, non a caso nel mondo della strada esistono anche le misure intermedie 167,5-172,5-177,5. Nel mondo della MTB, dove la pedalata è più “dinamica” e la posizione in sella cambia a seconda del terreno, non serve tutta questa precisione e quindi, per non complicarsi troppo la vita, i principali produttori offrono quasi sempre le 4 misure standard viste in precedenza.

Come scegliere la lunghezza delle pedivelle

Tutto molto interessante, ma perchè si dovrebbero scegliere diverse lunghezze di pedivella? Ovvero, sulla base di quali parametri dovremmo scegliere delle pedivelle più o meno lunghe?

Misure biomeccaniche

Il primo parametro da prendere in considerazione nsono le misure del rider, in particolare la lunghezza delle gambe ovvero il cavallo.

Non tutti i rider hanno le gambe lunghe uguali: rider più alti in genere hanno gambe più lunghe, rider più bassi gambe più corte. La misura delle gambe si ottiene rilevando il cavallo, ovvero la distanza dell’inguine da terra.

A parità di rider, pedivelle di lunghezze differenti determinano un angolo diverso con cui va a lavorare il ginocchio in pedalata, in particolare, nella posizione di massima spinta, pedivelle più corte tendono a far lavorare il ginocchio con un angolo più chiuso, pedivelle più lunghe con un angolo più aperto. Un biomeccanico vi spiegherà che ci sono angoli in cui le nostre articolazioni lavorano in maniera ottimale e la pedalata risulta più efficiente, ma viene naturale comprendere che per ottenere questa posizione ottimale a seconda della lunghezza delle nostre gambe dovremmo utilizzare pedivelle di lunghezze differenti.

In base a studi biomeccanici, possiamo stabilire una piccola tabella per determinare la lunghezza ottimale :

  • 165mm: cavallo <66cm
  • 170mm: cavallo da 66 a 75cm
  • 175mm: cavallo da 76 a 85cm
  • 180mm: cavallo >85cm

Queste misure hanno una valenza meramente indicativa, ma ci danno un’idea di quale sarebbe la lunghezza ottimale per le pedivelle della nostra MTB.

Molti di voi, soprattutto quelli più bassini, si renderanno conto di utilizzare delle pedivelle più lunghe rispetto a questa tabella eppure si trovano benissimo. Non è una cosa di cui sorprendersi: se si è sempre utilizzata una certa configurazione, ci si abitua a quella. Inoltre nella mountain bike la pratica di adattare la lunghezza delle pedivelle al proprio cavallo è molto poco diffusa. In genere si utilizzano quasi sempre pedivelle da 175mm, lo standard.

Quello che è interessante notare è che rider più bassi (con cavallo più corto) avranno bisogno di pedivelle più corte e viceversa,  ecco quindi spiegato perchè alcuni produttori utilizzano pedivelle da 170mm per le taglie S ed XS.

Destinazione d’uso e lunghezza pedivelle

Se nella bici da corsa l’obiettivo è avere il massimo dell’efficienza in pedalata, nella mtb l’efficienza di pedalata non è sempre il fattore più importante, specialmente mano a mano che si va su discipline più gravity, come l’enduro o la dh.

Se insomma il rider XC punterà ad avere la lunghezza delle pedivelle ottimale per avere la miglior resa possibile in pedalata, il rider endurista potrebbe optare per pedivelle più corte per migliorare la prestazione discesistica della bici.

Prestazioni discesistiche? Come può incidere la pedivella sulle prestazioni della bici in discesa, se in discesa non si pedala?

Le moderne bici tendono ad avere un movimento centrale piuttosto basso. Questa caratteristica fa si che sia molto facile impattare su rocce e radici, specialmente in pedalata su tratti molto sconnessi. Utilizzare pedivelle più corte permette di aumentare la luce da terra e ridurre il rischio di impattare contro il terreno durante la pedalta. Ecco spiegato come questo espediente si possa concretizzare in una miglior efficienza sui rilanci ed un incremento di prestazioni in discesa.

Non a caso in DH la lunghezza più utilizzata per le pedivelle è 165mm e molti enduristi utilizzano pedivelle da 170mm, soprattutto nelle gare, dove la componente fisica e di pedalata è comunque estremamente importante.

Altezza movimento centrale della nostra bicicletta

Se, come abbiamo visto, le pedivelle più corte aumentano la luce da terra, è altresì vero che pedivelle più lunghe rendono più efficiente la pedalata, specialmente per i rider alti. Ecco che quindi ci troviamo davanti ad un dilemma: pedivelle lunghe per pedalare meglio o più corte per non “zappare”?

La risposta alla domanda è che bisogna valutare l’altezza del movimento centrale. Su di una bici con movimento molto basso, l’utilizzo di pedivelle più corte (magari 170mm) può dare considerevoli vantaggi e rilevarsi una scelta vantaggiosa. Se la nostra bici è alta, non avremo necessità di pedivelle corte e potremmo optare per la soluzione migliore in base alla lunghezza del nostro cavallo.

Effetti sui rapporti

La lunghezza della pedivella non ha solo effetti biomeccanici sull’angolazione del ginocchio durante la pedalata, ma determina anche il braccio di leva che il nostro piede esercita durante la pedalata.

Immaginiamoci nella posizione di massima spinta (ore 3), con tutto il peso sul pedale destro. Una pedivella più lunga avrà un braccio di leva maggiore rispetto ad una pedivella più corta e quindi trasferirà più forza alla catena ed alla ruota, a parità di rapporto.

Facciamo un esempio pratico: rider di 75kg, forza applicata al pedale 750N:

  • Con una pedivella da 165mm la coppia applicata alla guarnitura è di 124 Nm
  • Con una pedivella da 175mm la coppia applicata alla guarnitura è di 131 Nm

La differenza non è insomma particolarmente marcata se la differenza è di +-  5mm, ma comincia a diventare sensibile quando si parla di 10 o 15mm

E’ necessario insomma cambiare rapporti? Se andiamo a montare una pedivella da 170mm no, ma per rider bassi che montano pedivelle da 165mm utilizzare una corona leggermente più piccola rende la pedalata più simile a quella di una pedivella da 175mm.

Insomma, per scegliere la pedivella giusta bisogna considerare diversi fattori. A tutti i rider che puntano alla massima efficienza in pedalata e che quindi ricercano la migliore lunghezza per le proprie gambe, consiglio di fare una visita da un biomeccanico. La tabella che abbiamo visto qui sopra è valida, ma approssimativa. Un biomeccanico, rilevando con precisione la lunghezza del femore, del cavallo e della tibia, riesce a dare un’indicazione molto più precisa della miglior lunghezza delle pedivelle per il proprio corpo.

Commenti

  1. banalmente... a me vien da dire che siccome la coppia è il prodotto di forza x braccio e visto che accorciando il braccio per avere la stessa coppia devo aumentare la forza applicata, per cui aumenta la fatica.
    d'altro canto non posso allungare all'eccesso la pedivella per calare la forza applicata (per fare meno fatica) perché allora sì che si tocca veramente per terra, rendendo impossibile la pedalata proprio dove serve (sullo sconnesso).
    pertanto i classici 175 mm della mtb alla maggioranza dei biker vanno più che bene (salvo qualche "estremista" che di quelli ce ne sono sempre, come in tutti i campi e discipline)
    morale... il ricorso al biomeccanico sarà opportuno a chi ha qualche patologia oppure ai pro per ovvii motivi
    e per gli altrettanto classici 172,5 mm delle bici da strada? sicuramente anche in questo caso rappresentano uno standard per la maggioranza dei ciclisti, ma per quei pochi ciclisti bassi bassi o alti alti ecco che magari la lunghezza delle pedivelle è l'ultimo dei problemi, in quanto abbastanza incasinati a trovare la misura giusta del telaio.
  2. Secondo il biomeccanico per le mie misure (cavallo 83-84) la lunghezza ottima delle pedivelle in bdc è 172.5 e su mtb è 175, e fortunatamente per la mia taglia usuale (L) questo è lo standard dei produttori.

    Passando dalla bdc alla mtb ho notato che la differenza di 2.5mm si riflette anche in una differente "cadenza ottimale": sulla bdc tengo con il massimo confort 90-95 rpm, mentre nella mtb per avere la stessa sensazione di comodità/ergonomia a parità di Watt giro a 85-90 rpm.

    Probabilmente è l'effetto della posizione in sella, e forse una sensazione autoindotta (in effetti con pedivelle da 175 mm a 90 rpm la velocità periferica del piede è 5.9 km/h mentre con pedivelle da 172,5 è 5.8 km/h, difficile credere che sia percepibile), però vedo che anche i produttori tendono a tenere questi due standard sulla tessa taglia quindi forse un motivo c'è (altrimenti perché non fare tutto da 175..).
  3. c'è qualcosa nell'articolo che non mi quadra:
    gli angoli assunti dalle articolazioni durante la pedalata sono influenzate oltre che dalla lunghezza della pedivella, anche dall'altezza sella e dall'arretramento della stessa rispetto al movimento centrale.

    quindi in genere si determina per prima cosa l'altezza sella in base alla misura del cavallo, poi si determina la misura dell'arretramento in base a come si pedala, al fine di ottenere gli angoli più redditizi.

    ovviamente l'azione della pedalata presuppone che la guarnitura sia già installata... ovvero che la scelta della pedivella sia stata già fatta (sulla base di tabelle come quella riportata nell'articolo).

    pertanto trovo del tutto scorretto variare la lunghezza delle pedivelle al fine di modificare gli angoli... basta (e sarebbe più corretto) semplicemente variare l'arretramento della sella.

    la scelta della lunghezza della pedivella è qualcosa di assolutamente poco scontato.

    la cosa migliore è testare e "sentire" quale lunghezza sia la lunghezza giusta per noi in base all'utilizzo che facciamo della nostra bici.

    infatti non dobbiamo mai dimenticarci che l'obiettivo principale della scelta di una posizione in bici è quella di farci sentire bene in bici.

    motivo per cui vanno benone le tabelle, ma nulla supera una prova nel tempo.

    infatti la pedivella ideale si sceglie sicuramente in base alle nostre misure, ma anche in base a come pedaliamo nel senso più generico del termine.

    molto dipende dalla nostra storia sportiva e da come siamo fatti.

    una pedivella più lunga può essere adottata da quegli atleti che hanno una prevalenza di fibre rosse, che prediligono alte cadenze di pedalata, mal tollerando alti picchi di forza .
    la pedivella più lunga infatti richiede, a parità di potenza espressa, picchi di forza inferiori ad ogni pedalata, essendo più lungo il braccio di leva.

    chi invece nei muscoli ha una percentuale più alta di fibre bianche, più adatte a sopportare tensioni muscolari elevate, sceglierà pedivelle non troppo lunghe, che consentono escursioni articolari inferiori e dunque riducono gli attriti interni.

    poi dipende anche dallo "stile" di pedalata.

    nel mondo delle bici da corsa, quei ciclisti che in salita pedalano prevalentemente seduti, quali i passisti e i corridori di taglia medio-grande, potranno utilizzare una pedivella più lunga, mentre quei corridori che in salita sono spesso fuori sella, quali gli scalatori leggeri, dovrebbero evitare pedivelle troppo lunghe.

    io sono alto circa 178 cm per un cavallo di 86,5 cm.

    sia su bdc che su mtb utilizzo pedivelle da 175 mm. ho avuto modo di provare anche pedivelle da 170 mm, ma mi sembrava che la pedalata non fosse rotonda, che procedesse a scatti.

    non è una questioni di tempi (scarso ero e scarso rimango) ma di sentirsi bene mentre si pedala.
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