La mountain bike dove sta andando?

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In che direzione andrà lo sviluppo delle mountain bike? Abbiamo trascorso un decennio a parlare di formati ruota, passando dalle 26″ alle 29″, senza dimenticare le 27.5″ che adesso si trovano solo come ruote posteriori. Il decennio precedente ci siamo ammazzati sui materiali: carbonio o alluminio? E non dimentichiamoci delle Fat e delle Plus, ormai cadute nel dimenticatoio.

Nel frattempo le geometrie si sono evolute e con esse alcuni componenti come il reggisella telescopico, ormai ubiquo, la trasmissione con il monocorona e le sospensioni. Sono anche arrivate le ebike: pachidermiche, leggere, con poca o tanta autonomia, ma in fondo ferme in attesa dello sviluppo di nuove batterie: cambia la forma, ma gli ingredienti sono sempre gli stessi.



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La verità è che siamo arrivati ad un momento di stallo, e non solo del mercato, ma proprio di prodotti nuovi che giustifichino nuovi investimenti da parte dei consumatori. Ho già parlato in passato di come la Canyon Spectral presentata nel 2020 sia tuttora una bici moderna e che ha poco da invidiare al modello nuovo. Lo stesso vale per tante altre mountain bike che vedono migliorie marginali ma niente di veramente innovativo.

Se prendiamo le sospensioni, il discorso è identico. Siamo arrivati a delle prestazioni ottime, difficili da migliorare. Una Fox 36 o una Rock Shox Lyrik degli ultimi 2-3 anni sono al limite della perfezione per la loro destinazione d’uso.

Da un lato tutto ciò è un bene per i biker, che si possono tenere i prodotti che hanno senza grandi patemi d’animo. Dall’altra sappiamo benissimo che siamo tutti dei maniaci e che la novità ci fa godere nel profondo del cuore, anche se poi non la compriamo. Inoltre ci siamo autoconvinti che le migliorie marginali siano esattamente quello che ci serve per evitare di stravolgere un prodotto ogni 2-3 anni e rendere obsoleto quello che abbiamo già.

Siamo arrivati ad un punto in cui le mountain bike, dal telaio alle sospensioni per arrivare fino alle gomme, sono più capaci, divertenti e veloci che mai. Certo, quello che è rimasto per strada è il peso: anche una cross country di oggi è più pesante di una di 10 anni fa, però volete mettere quanto più divertente sia diventata? Il problema è che se si tocca il peso si va anche a toccare robustezza, rigidità e affidabilità. Personalmente preferisco qualche grammo in più alla leggerezza a tutti i costi.

Fossi un ingegnere di un marchio di bici avrei veramente difficoltà ad inventarmi qualcosa di nuovo. Voi che idee avreste?

Commenti

  1. Sailman:

    Ma poi perché parlare sempre di furto? se uno fa un prodotto valido e riesce a venderlo a 16 o anche più euro al litro sarà ben merito suo o no? e sarà anche giusto che ci guadagni e anche straguadagni, se è il caso, o no?
    Ricordatevi la sana e vecchia regola secondo la quale "il prezzo giusto per un qualsiasi prodotto è quanto la gente è disposta a pagare per averlo".
    ;-)
    corretto
    nel mio caso infatti si tratta di mancata vendita ;-)
  2. The_Chopper:

    Mi pare corretto in linea di principio, ma almeno nella mia esperienza vedo una polarizzazione leggermente diversa, chi fa cicloturismo e forti dislivelli spesso va anche in BDC e predilige tracciati duri ma poco tecnici, mentre il cicloalpinismo soprattutto se fatto "alla Iron Mike" mi pare interessi di più a enduristi e discesisti, almeno io sui sentieri "alti" vedo sempre più caschi modulari e pantaloni baggy che tute attillate e caschetti da XC.
    tendenzialmente è così.

    c'è anche un discorso di mezzi e attrezzatura (parlo da XC-ista che ogni tanto fa anche altro): se devo fare un giro alpino tendenzialmente non prendo la full da xc ma l'altra MTB (che è più adatta allo scopo) e mi vesto per fare un giro alpino, non una sparata di due ore. Incluse ginocchiere e casco modulare appunto. Ad ogni luogo la sua attrezzatura, difficilmente ci si avventura su un sentiero magari esposto a 2500 con la bici da xc e la lycra...
  3. mirc0:

    fare confronti tra realtà differenti è sempre ostico. in primis la qualità del prodotto.
    ma anche a parità di qualità viste le dimensioni direi che tu non hai dei costi di distribuzione, marketing, amministrativi, etc.
    se poi mi parli di utilizzo proprio presumo che non ci sia dietro un'azienda con tutti i costi di gestione e imposte che ci stanno dietro.

    eh comunque se ti avanza io lo compro sulla fiducia il tuo olio :mrgreen: ;-)
    Quello che dici è vero , in famiglia lo facciamo per diletto e uso personale ma 16 euro non esiste assolutamente.
    E ti dico anche che economicamente ( al netto di oneri e tasse ) forse costa meno alle industrie che a me che ogni anni devo far pulire terreno, poi potare a mano olive e infine raccogliere all’antica (mazzuolo e reti).
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