L’alba succede ogni giorno. Eppure…

L’alba succede ogni giorno. Eppure è uno spettacolo prezioso per la veste di seta rosa che fa indossare ai paesaggi e per quella che indossa del tempo, l’inizio.

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Sicuramente per me, che considero preziose anche le ore di sonno, maggiori o uguali a otto negli intenti e nelle necessità, l’alba è uno spettacolo molto raro.

Quando la sveglia irrompe nei miei sogni alle 4, frammenti di realtà e onirico si ricompongono in un nonsense: l’intero esercito di Giulio Cesare ha varcato il Rubicone e marcia greve sulla mia testa diretto verso Roma. Tra il frastuono di lance, corazze e ferraglie, distinguo qualche parola di Mauro, che mi esorta a sbrigarmi, per non “fare la solita figura da Italiani”. All’appuntamento, a cui giungiamo con un minuto di ritardo e bici da ritirare, una ventina di biker tedeschi e svizzeri ci attendono già in sella con luce frontale montata sul casco e sul manubrio: “Hier sind die Italiener!”.

Meta comune a loro, e ad un’altra ottantina di biker che incontreremo, è l’alba con colazione sulla cima del Piz Nair, a 3 mila metri!

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Mauro ed io amiamo le cose semplici. Siamo stati in Engadina due settimane prima, per domare la Fuorcla Surlej, poi, con me febbricitante, siamo saltati da un punto all’altro dell’italia nord-occidentale ed Europa limitrofa: Valtellina, Genova, Val Maira, Cuneo, Val Roya, Costa Azzurra, poi per cambiare ancora Genova e Valtellina. Quindi, quando Marco ci propone “l’alba sul Piz Nair” per l’ultimo giorno delle vacanze, pensiamo che tutto sommato sia di strada e che la sera stessa posso fare ritorno a Genova e al lavoro. Due punti in più da segnare sulla cartina, che uniti agli altri, tracciano l’elettrocardiogramma di un pazzo.

D’altra parte io non voglio rinunciare all’alba in alta montagna, mentre Mauro, che non può dire di no al Piz Nair, già si pregusta curve, salti, paesaggi e passaggi tecnici.

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La linea di luce si fa spazio nell’ombra sopra le montagne, oggi come migliaia di anni fa, in un Nietzschiano eterno ritorno, dove a non ripetersi sono solo gli spettatori. Immagino uomini, storie diverse in epoche lontane tra loro, affacciarsi a questo stesso balcone colti dallo stesso sgomento.

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Immortalo Zarathustra che da spettatore diventa protagonista, insieme alla luce, di un meraviglioso nose press sull’alba, appena sotto la cima del Piz Nair.

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E quando il sole comincia ad alzarsi, andiamo a fare rifornimento energetico nel ristorante prima della discesa, godendoci il panorama da una vetrata sul mondo.

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Mauro prende la direziona opposta a quella da cui sono scesi tutti gli altri. Sono preoccupata perché di solito queste scelte non preannunciano nulla di flow…

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Perché perderci un sentiero per le mtb, per di più inedito, e cimentarci in trialismi sul vuoto, che io affronto puntualmente a piedi con apprensione per chi “saviamente” li realizza in sella?

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Probabilmente è la stessa domanda che si pongono Patricia ed Andrea di bikeagentur.com, organizzatrici dell’educational sull’Engadina a cui stiamo prendendo parte, mentre ora guardano le foto del sentiero che non ci hanno suggerito. Penseranno: “ Ecco le due pecore nere!”, o forse “Perché complicarsi la vita?! Che polli!”

Per fortuna Mauro ha in programma di raggiungere il sentiero inedito, una volta appagati gli istinti suicidi.

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Sentieri incantati si perdono nell’orizzonte a formare linee che arridono alla montagna. Scenari e colori si susseguono continuando a colmare di poesia un cuore che dall’alba non ha ancora smesso di emozionarsi.

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Sfortunatamente non mancano neanche le emozioni negative. Quando realizzo di avere lasciato un obiettivo della macchina fotografica molto più indietro nella linea del sentiero, verso l’orizzonte già esplorato, faccio segno a Mauro dell’inconveniente e lo lascio in preda questa volta agli istinti omicidi e con le mani al cielo. Correndo, precipito rovinosamente nella foga sul sentiero, battendo la spalla. Quando realizzo di non averla lussata per la terza volta, raggiungo Mauro, che aveva quasi concluso le imprecazioni contro gli dei dell’Olimpo, tutto sommato sollevata e con l’autodiagnosi di un dito rotto.

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E qui inizia la più bella discesa per me degli ultimi anni.

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Uno degli dei risparmiato dalle imprecazioni, forse Dioniso (Mauro non se la potrebbe mai prendere col dio del vino!), srotola un gomitolo di terra davanti a noi che rincorriamo con le pupille dilatate, come gatti instancabili in un’infinita rincorsa verso una preda che non vorrebbero mai far smettere di correre.

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Improvvvisamente ci coglie l’ombra in una discesa esposta ad est. Scendiamo ubriachi della bellezza di questo trail senza mai fermarci, mentre passano senza fine i chilometri e mi rammarico per i momenti e gli scatti mancati, che con mezzora di anticipo sarebbero diventati eterni.

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La giornata sta volgendo al termine, ma l’alba ci insegna che il tramonto non è la fine. E’ sempre possibile ricominciare, come il sole, sebbene pagando, come prezzo per l’attesa, il passare del tempo. Ricominciare. Come? Portando il sole nascente con sé sulla ruota davanti o sul palmo della mano e sorgendo con lui.

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Alessandra

Genova, Alluvione del 9 Ottobre 2014

Dedico l’ultima frase e l’ultima foto alla mia città e alle persone che hanno perso tutto o molto, ancora una volta o per la prima volta. Perché il sole sorga nelle vostre vite e questa volta non tramonti più.

 

Info tecniche

Il “Piz Nair Sunrise”

L’iniziativa “Piz Nair Sunrise” si è svolta per tre volte nel corso della stagione estiva 2014, e visto il crescente successo verrà con tutta probabilità replicata anche in futuro. Ecco di cosa si tratta: gli impianti di risalita che da S.Moritz portano in cima al Piz Nair (3022 m) aprono in via eccezionale ad orari antelucani, in modo da depositarvi sulla vetta prima del sorgere del sole. Nel prezzo è compresa la colazione con ogni ben di Dio nel ristorante che si trova all’arrivo della funivia, ed i tempi sono studiati in modo che ci si possa ben rimpinguare prima di uscire ed affrontare la frizzante arietta che precede l’alba. Come avrete intuito la cima del Piz Nair non è il posto più selvaggio del mondo, ma ciò non toglie nulla alla bellezza del panorama che si gode da lassù ed a quella della discesa che vi attende.

Ogni genere di info e prenotazioni li trovate sul sito sunrise-piznair.ch

Itinerario con traccia GPS: cliccare qui

Nota: la prima parte della discesa da noi percorsa (fino al Lej Alv) non coincide con quella della traccia GPS, essendo scesi per il sentiero sul versante sud-est del Piz Nair. Il nostro consiglio è di seguire la traccia GPS in quanto meno esposta, più fluida e meno battuta da chi sale a piedi.

Storia precedente

[Test] Yeti SB5c

Storia successiva

[Test] Rose Root Miller 3 e Supertrail

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